Dobbiamo pregare invece di essere ansiosi

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Fratelli, vi è un’esortazione dell’apostolo Paolo nella sua epistola ai Filippesi, alla quale faremo bene porre attenzione, se vogliamo vivere una vita tranquilla.

Paolo ha scritto: “Il Signore è vicino. Non siate con ansietà solleciti di cosa alcuna; ma in ogni cosa siano le vostre richie­ste rese note a Dio in preghiera e supplicazione con azioni di grazie. E la pace di Dio che sopravanza ogni intelligenza, guar­derà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù”.1 Innanzi tutto, il nostro Signore è vicino a noi e non lontano da noi. Questo ci rassicura in ogni nostra distretta e in ogni nostra afflizione. Davide dice che “l’Eterno è vicino a quelli che hanno il cuore rotto”2 ed “è presso a tutti quelli che lo invocano in verità”,3 quindi, diletti, in mezzo a tutte le vostre necessità ricordatevi di queste parole, perché esse sono fonte di consola­zione per l’anima afflitta.

Ora, è proprio perché il Signore è vicino a noi che noi non dobbiamo farci agitare dall’ansia che vorrebbe impadronirsi di noi. Che bisogno c’è di preoccuparsi del futuro, quando sappiamo che Dio è con noi e per noi?

Vedete, quando si comincia ad essere con ansietà solleciti di qualche cosa, il turbamento e l’angoscia piombano sull’anima nostra e riescono a toglierci quella tranquillità che è frutto della nostra assoluta ed incrollabile fiducia in Dio; per questa ragione l’avversario cerca di farci disubbidire pure a questo comandamento di non essere con ansietà solleciti di cosa alcuna. Noi non ignoriamo le macchinazioni di Satana, per questa ragione ci dobbiamo guardare dal divenire ansiosi, per non fare posto né alla paura e né al dubbio che ci distruggerebbero.

Se da un lato non dobbiamo essere con ansietà solleciti di cosa alcuna, dall’altro dobbiamo rendere note a Dio in preghiera tutte le nostre richieste. Paolo dice: “In ogni cosa siano le vostre richieste rese note a Dio”,4 quindi non c’è qualche nostro bisogno che non interessa a Dio, o per il quale è inutile pregarlo. Non importa di che cosa abbiamo bisogno; Dio vuole che noi gettiamo su lui tutte le nostre sollecitudini, e non solo una parte.

In che maniera dobbiamo rendere note a Dio le nostre richieste? “In preghiera e supplicazione, con azioni di grazie”,5 dice Paolo; ciò significa che mentre preghiamo Dio per i nostri bisogni dobbiamo pure rendergli grazie per ogni cosa, sì perché nella preghiera noi dobbiamo vegliare “con rendimento di grazie”.6

Se noi ubbidiamo a questa esortazione ne avremo del bene assai, perché Dio farà regnare la pace nei nostri cuori e nelle nostre menti, e questa pace proteggerà i nostri cuori e le nostre menti da tutte le insidie del nemico, durante l’attesa dell’esaudimento divino.


1 Fil. 4:6,7

2 Sal. 34:18

3 Sal. 145:18

4 Fil. 4:6

5 Fil. 4:6

6 Col. 4:2