A voi che siete diventati amici del mondo

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Ascoltate voi, che siete diventati amici del mondo e nemici di Dio, perché avete dato retta a questo messaggio seducente.

Voi siete diventati alteri d’animo, infatti ora non vi lasciate più attirare dalle cose umili, ma dalle cose alte; prendete piacere proprio nelle cose che non dovreste bramare; avete vesti­ti splendidi, vestiti firmati, comprati a carissimo prezzo; con tutto il vostro abbigliamento fate sfoggio di una tale superbia che neppure certa gente del mondo manifesta. Di essere umili e di vestirvi modestamente non volete neppure sentire parlare, perché oramai questo messaggio perverso ha fatto breccia in voi. Avete pure cominciato a detestare quelli che insegnano ad essere umili; ora, pure voi parlate di ricchezze, di prosperità economica come fanno questi cianciatori senza scrupoli; i vostri discorsi non edificano, sono aridi, perché privi di sale e della grazia di Dio; ma nonostante ciò persistete ad asserire che Dio vi ha benedetti. Ma come potete affermare tali menzogne, quando siete così tiepidi, così indifferenti alle cose spirituali, così vuoti della Parola di Cristo, così miserabili che fate pena! Siete stati sedotti per mezzo di parole dolci e lusinghiere, infatti ora siete affaccendati a lavorare oltre ogni limite per arric­chirvi e potere dire anche voi: ‘Dio vuole che noi siamo ricchi e non poveri’. Ma ditemi: ‘Ma che cosa intendete per poveri?’ Forse delle persone che sono contente delle cose che hanno e che non vogliono arricchire ma a cui non manca nulla di ciò che è neces­sario? Se è così, vi dico che avete perso il discernimento; che non riuscite più a distinguere tra il bene ed il male. Paolo ha detto: “Avendo di che nutrirci e di che coprirci saremo di questo contenti”,1 mentre da come parlate voi sembra che per essere contenti bisogna essere ricchi ed alteri. Siete diventati dei miserabili; questo lo vediamo, perché parlando con voi non c’è comunione di spirito. Non conoscete le Scritture; conoscete i libri di questi avvoltoi ma non conoscete il libro dell’Eterno. Avete pure voi cominciato a stimarvi savi e fate dei ragionamenti che non s’addicono ai santi. Avete assimilato così bene questa nuova dottrina che adesso chi predica la semplicità, la purità, l’umiltà volete farlo passare per un apostata, per uno che ha abbandonato la fede, e che cerca di tenere lontano dal popolo di Dio la benedizione del Signore! Svegliatevi dal vostro sonno mortale nel quale siete caduti e Cristo v’inonderà di luce e riconoscerete di avere dato ascolto alla menzogna e non alla verità del Vangelo.

Vi adornate pure di oro adesso perché dite: ‘Ma che male c’è nel mettersi addosso qualche catenella d’oro, l’orologio d’oro, qualche anello d’oro con diamanti, qualche braccialetto?’ Il male c’è, solo che accecati come siete dalle tenebre non lo vedete. Andate a buttare il vostro oro e tornate al Signore dal quale vi siete allontanati, e l’Onnipotente sarà il vostro oro.

La vostra superbia non la manifestate solo nell’abbigliamento ma anche in altre cose. Vi siete comprati dei beni lussuosi che neppure certa gente del mondo si può permettere, entrando nelle vostre ville deliziose pare di entrare nella reggia di qualche principe, nel vedere le vostre macchine lussuose posteggiate fuori dal locale di culto pare di essere arrivati presso un club frequentato da milionari e da miliardari; è uno spettacolo orren­do quello che vediamo con i nostri occhi. E chi sono quelli che abitano queste ville? E chi sono quelli che guidano queste mac­chine? Siete voi, che dopo avere creduto un giorno, avete fatto posto nel vostro cuore alle cupidigie, all’inganno delle ricchez­ze ed ai piaceri della vita, e la Parola di Cristo non ha più potuto portare frutto in voi. No, non può portare frutto, perché avete smesso di osservare i comandamenti di Dio. Voi non prospe­rerete perché vi siete gettati alle vostre spalle i comandamenti di Dio. È ora che vi umiliate davanti al Signore gettando lungi da voi la superbia di cui siete pieni; piangete, fate cordoglio come per la perdita di un figlio, curvate il vostro collo come un giunco nel cospetto di Dio, confessategli di esservi insuperbiti, abbandonate la superbia del vostro cuore e otterrete misericordia dal Signore; allora sì che Egli vi innalzerà, allora sì che diventerete ricchi.

Non volete dare retta al Signore? Peggio per voi; “se sei beffar­do tu solo ne porterai la pena”,2 dice la Sapienza, quindi non vi illudete, perché il vostro perverso modo di vivere vi retribuirà; già state ottenendo parte della condegna mercede del vostro traviamento, perché siete pieni di guai e di dolori (avete smesso di avere fiducia nel Signore, e avete messo la vostra fiducia nelle ricchezze e vi siete sviati, vi siete trafitti di dolori); sì di quei dolori che aspettano l’empio che non vuole dare ascol­to alla voce del Signore. Esaminate voi stessi; ma non lo vedete che avete perso la vostra fiducia nel Signore? Ma non lo vedete che per voi il vostro aiuto non viene più dal Signore, ma bensì dal vostro abbondante denaro che vi siete guadagnato perché vi siete messi a trascurare la salvezza ottenuta dal Signore?

Ma non vi accorgete di avere perso la pace, la tranquillità, la vera allegrezza che ci sono nel Signore?

Ma non la vedete la vostra ignoranza delle sacre Scritture? Ma non lo vedete che non riuscite neppure a pregare? Ma non lo vedete come per voi oramai le opere buone compiute a pro dei bisognosi sono relegate all’ultimo posto nella vostra vita, anzi è meglio dire che per voi esse sono cessate di esistere?

Tutto questo non vi succede perché avete abbandonato l’Eterno, il vostro Dio, mentr’Egli vi menava per la buona via? La vostra malvagità è quella che vi castiga, e le vostre infedeltà sono la vostra punizione!

Non indurate i vostri cuori, voi che amate il mondo e le sue concupiscenze; Iddio vi esorta a tornare a lui con tutto il vostro cuore ed a mettervi a camminare umilmente con Lui.


1 1 Tim. 6:8

2 Prov. 9:12