Le chiese battiste palestinesi e arabo-israeliane

di Anna Maffei

ROMA, 25 febbraio 2008 – La visita della delegazione della Federazione battista europea (Ebf) alle chiese evangeliche palestinesi si è articolata in vari incontri. Il primo è avvenuto a Betlehem il 16 febbraio fra la delegazione e i pastori delle 16 chiese e 7 istituzioni evangeliche (di cui circa la metà battiste) che vivono e operano nella regione della West Bank, in Gerusalemme est e in Gaza. La domenica poi i membri EBF si sono divisi in varie comunità e hanno partecipato ai culti mentre dalla domenica sera al lunedì la visita si è estesa anche alle chiese battiste arabo-israeliane e ai loro pastori in incontri che si sono tenuti a Giaffa e a Nazareth. Dall’insieme degli incontri nei Territori emerge l’importanza per le comunità palestinesi di una maggiore visibilità internazionale e il bisogno di un forte appoggio esterno presso il governo israeliano che consenta il rispetto di alcuni fondamentali diritti e, almeno ai pastori, maggiore mobilità nei territori stessi e permessi per accedere a Gerusalemme e in terra d’Israele. Questo argomento è stato oggetto di un incontro specifico che la delegazione Ebf insieme ai pastori arabo israeliani hanno avuto il 17 febbraio con l’unica deputata cristiana al parlamento israeliano, Nadia Hilo.

Colpisce comunque la capacità di queste piccole chiese di mandare avanti la testimonianza complessiva delle chiese con scarsissimi mezzi. A Ramallah per esempio una comunità battista di un centinaio di membri ospita nella piccola struttura adibita al culto anche un orfanotrofio di 12 bambini. Le camere sono piccole, la cucina e il luogo di riunione sono praticamente un corridoio però la chiesa dà accoglienza a bambini che non avrebbero altrimenti nessuna possibilità di una vita sana e non potrebbero andare a scuola. Il pastore Munir, un ex orfano lui stesso, dirige la casa. Lui costituisce anche un po’ l’anello di congiunzione fra chiese e pastori palestinesi e arabo israeliani avendo con il suo passaporto americano maggiore mobilità ed essendo pastore di due chiese, una in Israele e una nei Territori. Colpisce anche la capacità delle 16 chiese arabo israeliane di gestire con eccellenti risultati una scuola a Nazareth che oggi ha 998 studenti, dei quali un 20% di fede islamica. La scuola a suo tempo fondata dai missionari della Missione battista del sud (Usa) è ora finanziariamente autonoma ed è un istituzione che consente alle chiese cristiane, e non solo battiste, di formare le nuove generazioni dando una testimonianza di serietà e competenza che viene riconosciuta ben al di là dell’ambito confessionale se è vero che la scuola è fra quelle segnalate per un riconoscimento governativo di eccellenza in campo didattico per l’anno scolastico in corso.

Fonte: Ucebi

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Nuova aggressione contro strutture cristiane a Gaza: una scuola danneggiata

Gaza – (Infopal) Fonti palestinesi hanno reso noto che, all’alba di oggi, uomini armati non identificati hanno attaccato la scuola cristiana an-Nur nella città di Gaza, danneggiandola e aggredendone i guardiani.

La settimana scorsa, la biblioteca dell’Associazione dei Giovani Cristiani è stata attaccata: gli aggressori hanno distrutto più di 8000 libri scolastici. Era una delle biblioteche più vecchie della Striscia di Gaza.

Fonte: Infopal – 21.02.2008

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Un altro attacco contro un centro cristiano a Gaza

Uomini armati stamattina hanno attaccato un centro YMCA e hanno messo una bomba nella biblioteca e una nella segreteria. Nessun ferito, migliaia di libri distrutti. E’ un nuovo gesto intimidatorio contro realtà cristiane.

Gaza – Né morti, né feriti, ma migliaia di libri bruciati in un attacco avvenuto questa mattina contro un centro dell’YMCA a Gaza (nella foto), ultimo episodio di una serie di violenze contro la piccola comunità cristiana della Striscia.

Un gruppo di uomini armati, sembra 14, all’alba hanno forzato l’ingresso del centro della Young Men’s Christian Association (YMCA), hanno bloccato i due vigilantes che vi si trovavano ed hanno collocato una bomba nella biblioteca ed un’altra nell’ufficio dell’amministrazione. Solo la prima è esplosa, provocando un incendio che ha distrutto moltissimi volumi.

Gli intrusi, a quanto riferito dal segretario generale del centro, Eissa Saba, hanno anche frugato negli uffici e si sono impadroniti del suo computer. Al termine del raid i due vigilantes sono stati portati via e rilasciati successivamente nella zona settentrionale della Striscia.

Da quando i fondamentalisti di Hamas hanno preso il controllo della Striscia, per i 3.500 cristiani che vi vivono la vita si è fatto più dura e sono numerosi gli episodi di intimidazione. L’episodio più grave è avvenuto lo scorso 7 ottobre, quando Rami Khader Ayyad, 32 anni, legato all’organizzazione protestante Palestinian Bible Society, fu rapito, torturato ed ucciso.

Fonte: AsiaNews/Agenzie – 15/02/2008 11:57 – riprodotto con autorizzazione

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La comunità cristiana di Gaza vive sotto pressione

Dal giorno dell’omicidio del gestore della libreria cristiana di Gaza, Rami Ayyad, avvenuta il 7 ottobre scorso, la minoranza cristiana di Gaza vive in un clima di palpabile paura. Diverse famiglie cristiane sono state evacuate perché minacciate di morte dai militanti islamici. Altri cristiani sono scappati o stanno cercando di scappare visto il progressivo deteriorarsi delle condizioni di vita a Gaza. Rami Ayyad, 30 anni, ha lasciato due figli piccoli e la moglie, Pauline, incinta.

All’inizio di gennaio, Pauline, i suoi due figli George e Wisam e la sua famiglia allargata hanno fatto ritorno a Gaza, dove hanno ritrovato i collaboratori della Società Biblica Palestinese. Pauline ha programmato il parto cesareo per la prima metà di febbraio, ma sono in aumento la violenza e il caos a Gaza, scarseggiano anche il cibo e le medicine. Anche l’energia elettrica è intermittente e ciò rende gli ospedali non affidabili. Nonostante abbiano i generatori, spesso per carenza di carburante non sono operativi.

Hanna Massad, il pastore della Chiesa Battista di Gaza, è uno dei cristiani temporaneamente non residenti a Gaza. Diverse volte ha tentato di rietrarvi la domenica mattina per predicare in chiesa, ma alla frontiera gli è sempre stato negato l’accesso.

Fonte: Porte Aperte Italia

Nella foto: Pauline, George e Wisam Ayyad

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Cristiani di Gaza scossi da tentato omicidio

Gerusalemme, 18 dicembre 2007 – La piccola comunità cristiana nella Striscia di Gaza è stato scossa per la seconda volta in due mesi dal tentato omicidio di un cristiano da parte di fondamentalisti islamici che vogliono eliminare la presenza cristiana nell’area. Quattro uomini mascherati e armati hanno cercato di rapire Nabil Fuad Ayyad durante il fine settimana tra l’8 e il 9 dicembre scorso. Nabil, che lavora come guardia in una chiesa locale, è il cugino di Rami Ayyad, che era stato rapito e assassinato due mesi fa dallo stesso gruppo, ha riferito il Jerusalem Post. Benché la comunità cristiana di Gaza sia stata attaccata più volte nel corso degli ultimi anni e mezzo, Rami è stato il primo cristiano a essere effettivamente ucciso – sembra per aver rifiutato di convertirsi all’islam. Nel corso dell’attacco, Nabil è riuscito a fuggire rigugiandosi in un vicino negozio mentre gli uomini armati cercavano di spingerlo in una macchina. La situazione a Gaza è “molto difficile”, ha riferito un cristiano palestinese “I cristiani sono molto preoccupati e spaventati”.

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