A Middeniya è in atto da giorni una campagna contro la presenza di una nuova chiesa protestante. Aggressioni e minacce culminano con una manifestazione di 7mila persone animata dai gruppi e partiti di buddisti radicali.
Colombo – Una vasta campagna di proteste anti-cristiana è in corso nella cittadina di Middeniya – distretto di Hambanthota – nel sud dello Sri Lanka. A promuoverla sono leader buddisti radicali, infastiditi dalle attività dell’Assemblea di Dio (Aog), gruppo protestante arrivato di recente nella zona. Il 22 giugno scorso circa 7mila persone sono scese in piazza con cartelli come “I buddisti sono in pericolo”, “Salviamo Middeniya dai fondamentalisti!”.
La dimostrazione è arrivata dopo alcuni giorni di minacce e aggressioni contro i cristiani del posto. Per tutta la settimana scorsa manifesti per strada e negli autobus chiedevano alla gente di raccogliersi domenica per protestare. Il 12 giugno il tempio buddista di Middeniya aveva lanciato una petizione contro la presenza della chiesa dell’Assemblea di Dio.
La campagna anti-cristiana è sostenuta da due partiti politici estremisti, nella coalizione al governo: il Jathika Hela Urumaya (National Heritage Party, Jhu), composto da monaci buddisti favorevoli a leggi anti-conversione; ed Janatha Vimukthi Peramuna (People’s Liberation Front, Jvp), di matrice marxista.
Beddegama Samitha Thero, monaco buddista della zona, racconta ad AsiaNews che “un pastore della Ago è arrivato da poco nel villaggio, dove ha affittato una casa e iniziato a svolgere incontri di preghiera a cui partecipavano anche alcuni buddisti. Dopo ogni incontro l’uomo distribuiva razioni alimentari ai partecipanti, che così aumentavano di giorno in giorno”. Probabilmente è stato questo ad irritare i leader buddisti locali. “Non vi è, però, motivo di protestare in questo modo – denuncia il monaco – ognuno è libero di seguire e scegliere la propria religione. In un momento di così gravi tensioni etniche interne al nostro Paese, questi buddisti gettano solo benzina sul fuoco e creano ulteriori problemi”.
La National Christian Evangelical Alliance of Sri Lanka denuncia che ora il pastore della Ago, sua moglie e i loro tre figli vivono come murati vivi in casa, per paura di attacchi.
Fonte: AsiaNews – riprodotto con autorizzazione
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