È on line il file audio della predicazione di Giacinto Butindaro dal titolo “L’inferno: un luogo di tormento dove vanno le anime dei peccatori” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 15 MB (128 Kbps), 3 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 16 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.
Trascrizione audio:
Uomini e donne, piccoli e grandi, ricchi e poveri, savi e ignoranti, Ebrei e Gentili, ascoltate quello che vi sto per annunziare.
La Sacra Scrittura, che è la parola di Dio, fa sapere che c’è un luogo di tormento nell’aldilà, dove vanno le anime dei peccatori. Questo luogo di tormento si chiama Ades, comunemente chiamato inferno. È un luogo infatti inferiore, di sotto. In questo luogo, quando i peccatori muoiono, va la loro anima. È un luogo di tormento. Un luogo di tormento, perché c’è il fuoco. E le anime di coloro, appunto, che vi scendono sono nei tormenti.
Quindi prestate attenzione a quello che dice la Scrittura, capitolo 16 di Luca. Queste sono parole di Gesù, perché fu Gesù a raccontare questa storia verace, fedele, e che appunto sono in obbligo di appunto trasmettervi perché questa storia è un monito. È un monito per voi che siete appunto sulla via della perdizione, e io voglio avvertirvi affinché veramente non possiate dire un giorno che non vi avevo avvertito. Vi devo avvertire perché state andando all’inferno. Non state andando in un bel luogo, non state andando in un luogo in un luogo di riposo. State andando all’inferno, un luogo di tormento. E quindi io sono obbligato da parte di Dio a avvertirvi.
Così è scritto, sono parole di Gesù: “Or v’era un uomo ricco, il quale vestiva porpora e bisso, ed ogni giorno godeva splendidamente; e v’era un pover’uomo chiamato Lazzaro, che giaceva alla porta di lui, pieno d’ulceri, e bramoso di sfamarsi con le briciole che cadevano dalla tavola del ricco; anzi perfino venivano i cani a leccargli le ulceri. Or avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno d’Abramo; morì anche il ricco, e fu seppellito. E nell’Ades, essendo ne’ tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abramo, e Lazzaro nel suo seno; ed esclamò: Padre Abramo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma. Ma Abramo disse: Figliuolo, ricordati che tu ricevesti i tuoi beni in vita tua, e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. E oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una gran voragine, perché quelli che vorrebbero passar di qui a voi non possano, né di là si passi da noi. Ed egli disse: Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, onde non abbiano anch’essi a venire in questo luogo di tormento. Abramo disse: Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli. Ed egli: No, padre Abramo; ma se uno va a loro dai morti, si ravvedranno. Ma Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse”.
Quindi c’è la certezza assoluta che esiste l’Ades, questo luogo di tormento. Gesù ne ha parlato. Non è un luogo metaforico, non è un luogo allegorico, non è un luogo simbolico, è un luogo reale, come è reale il come è reale il fuoco che c’è nell’Ades. Infatti, vedete come il ricco chiese ad Abramo appunto di mandare Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescargli la lingua perché era tormentato in quella fiamma. Quindi siate certi di questo: che all’inferno, dove siete diretti, c’è il fuoco.
Quindi in queste parole, in questo racconto, si parla appunto dell’Ades come luogo di tormento. Ora qualcuno dirà: “Ma ci vuoi spaventare?”. Sì, vi voglio spaventare, nel senso che il mio desiderio, la mia preghiera è che voi rimaniate spaventati nel sentire parlare dell’inferno, e appunto che questo spavento vi spinga a ravvedervi e a credere nell’Evangelo. Perché? Perché è solamente in questa maniera che potrete scampare alle fiamme dell’inferno, cioè potrete evitare di andare all’inferno solamente ravvedendovi e credendo nell’Evangelo.
Cosa significa che vi dovete ravvedere e credere nell’Evangelo? Adesso vi spiego pure questo. Allora, che vi dovete ravvedere significa che dovete cambiare modo di pensare, cambiare mente, dovete lasciare i vostri pensieri iniqui, vani, ingiusti. Che dovete credere nell’Evangelo significa che dovete credere nella buona novella che Gesù di Nazareth è il Cristo che è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, che fu seppellito, che risuscitò dai morti il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve ai testimoni che erano stati innanzi scelti da Dio.
Questa è la via della salvezza, cioè la via stabilita da Dio affinché l’uomo sia salvato. Salvato da che cosa? Salvato dai suoi peccati perché l’uomo senza Dio è schiavo del peccato, in quanto chi commette il peccato è schiavo del peccato. Siete degli schiavi, avete capito? Non siete uomini liberi. Oggi molti dicono: “Siamo degli uomini liberi”, ma quali uomini liberi? Chi commette il peccato è schiavo del peccato. Quindi uno diventa schiavo di ciò che l’ha vinto e l’uomo e l’uomo è schiavo del peccato, è un peccatore. Quindi ubbidisce alle voglie della carne e dei pensieri, e dunque è un nemico di Dio. È nemico di Dio, considerate, nella mente e nelle opere. Quindi l’ira di Dio è sopra l’uomo.
Capite dunque che cosa siete davanti a Dio? Siete dei peccatori. Siete dei peccatori e meritate di andare all’inferno. Sì, questo lo meritate. Voi non meritate di andare in paradiso, ma quale paradiso? Voi meritate di andare all’inferno perché siete malvagi. Siete per natura figliuoli di ira, l’ira di Dio è sopra di voi. Quindi meritate di andare all’inferno.
Ma Iddio nel suo grande amore ha mandato il suo Figliuolo Gesù Cristo nel mondo per salvare i peccatori, quindi per salvarli dai loro peccati, liberarli. E questa liberazione avviene quando l’uomo crede nell’Evangelo e l’uomo viene liberato dai suoi peccati mediante il sangue di Gesù Cristo. E non solo viene salvato, viene anche perdonato, ottiene infatti la remissione dei peccati. Tutti quei peccati che egli ha commesso, tutti quei debiti che egli ha accumulato nei confronti di Dio, perché i peccati sono dei debiti, gli vengono cancellati immediatamente mediante la fede nell’Evangelo. Mediante la fede nell’Evangelo, egli viene poi anche giustificato, quindi reso giusto, per cui riconciliato con Dio.
Coloro che credono nell’Evangelo possono dire dunque: “Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio”. Finalmente lo possono dire, ma fino a che non credono nell’Evangelo non possono dirlo, perché solamente credendo nell’Evangelo, mediante l’Evangelo, che l’uomo viene riconciliato con Dio e sempre mediante la fede dell’Evangelo ottiene la vita eterna. Considerate: la vita eterna, la vita eterna, quindi, non è che si può guadagnare, non la si può meritare; è il dono di Dio, la si ottiene gratuitamente.
Considerate dunque credendo nell’Evangelo quante cose si ottengono. Ma possibile mai, qualcuno dirà, ma possibile mai che sia tutto per grazia? Sì, è tutto per grazia. È tutto per grazia, non è non è per opere affinché nessuno si glori nel cospetto di Dio.
Chi ti parla, chi ti parla è stato salvato, perdonato, giustificato, riconciliato con Dio, ha ottenuto la vita eterna per grazia, mediante la fede. Quindi io ti confermo che quello che dice la Sacra Scrittura è la verità. Fidati di quello che dice la Sacra Scrittura perché la Sacra Scrittura è la parola di Dio, e è impossibile che Dio abbia mentito. Ricordati questo: Dio è verace. Ricordati questo: Dio è verace e ci ha parlato mediante il suo Figliuolo in questi ultimi tempi. E quindi Gesù, perché questo è il nome del Figliuolo di Dio, ha detto la verità, anche nel quando raccontò la storia del ricco e del Lazzaro, ha detto la verità.
Quindi è così: c’è l’Ades, c’è questo luogo di tormento e ci sei diretto. Quindi, per questo ti dicevo: sono obbligato ad avvertirti, ad ammonirti, perché l’Ades esiste, ci stai andando. Però vedi come anche ti ho annunziato la via della salvezza, cioè ti ho mostrato cosa devi fare per essere salvato ed essere strappato dalle fiamme dell’inferno. Perché il mio desiderio è quello che tu sia salvato. Capisci? Salvato.
Infatti, il desiderio dei giusti è il bene soltanto. Lo so, sul momento uno viene rattristato nel sentire parlare in questa maniera, lo so, lo so, ma vedi, ricordati questo: che la tristezza secondo Iddio, perché c’è una tristezza secondo secondo secondo Iddio, è una cosa veramente meravigliosa, perché la tristezza del mondo produce la morte. Eh sì, quella è la tristezza del mondo, ma attenzione, c’è anche la tristezza secondo Dio. Che cosa fa la tristezza secondo Dio? Produce un ravvedimento che mena alla salvezza e del quale non c’è mai da pentirsi.
Ricordo ancora quando fui rattristato da Dio, contristato da Dio la sera che il Signore volle salvarmi. Prima che io prima che io credessi nell’Evangelo, prima che io invocassi il Signore affinché avesse misericordia di me, io fui contristato da Dio. Fui contristato perché riconobbi riconobbi, piangendo veramente, che avevo peccato, avevo peccato contro Dio ed ed ero meritevole della condanna eterna. Ma poi, quando veramente ho creduto nel Signore Gesù Cristo, e allora, e allora quella tristezza si è mutata in in allegrezza. Infatti poi ero pieno di gioia, pieno di gioia sì, e sono tutt’ora pieno di gioia perché perché faccio parte della famiglia di Dio, dei riscattati dell’Eterno che camminano sulla via della salvezza che mena nel regno dei cieli. Già, la via della salvezza mena nel regno dei cieli.
Quindi tu che sei sulla via della perdizione devi sapere questo: che sì è vero, si viene rattristati da Dio, ma ricordati che questa tristezza secondo Iddio produce un ravvedimento che mena alla salvezza del quale non c’è mai da pentirsi. Infatti, non mi sono mai pentito di essermi ravveduto, e quindi quello che ti dico è questo: ravvediti, credi nell’Evangelo di Dio che ti ho annunziato e vedrai che il Signore ti salverà. Il Signore ti salverà come salvò me, ti perdonerà come perdonò me, il Signore ti giustificherà come giustificò me e ti darà la vita eterna come la diede a me. E sarà una cosa meravigliosa, gloriosa, che tu veramente ti ricorderai per sempre, e per la quale celebrerai Iddio di giorno in giorno, sempre, perché è l’opera sarà l’opera di Dio che ha compiuto in te.
Quindi ti ho avvertito: stai andando all’inferno. Non puoi essere salvato in nessun’altra maniera, non puoi essere salvato da nessun altro. Io ti ho detto cosa devi fare perché ti ho mostrato la via della salvezza. Ricordati: in nessun altro è la salvezza, perché non v’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini per il quale noi abbiamo ad essere salvati. Ricordati che Gesù Cristo è stato mandato da Dio Padre nel mondo per essere il Salvatore del mondo, non uno dei tanti salvatori come se ce ne fossero tanti; no, lui è il Salvatore del mondo. Infatti, Gesù Cristo è venuto nel mondo per salvare i peccatori. Fuori di lui non c’è salvezza perché è lui che è morto sulla croce per i nostri peccati, è lui il Giusto e il Santo che si è caricato dei nostri peccati, è lui che offrì se stesso in offerta e sacrificio a Dio per i nostri peccati ed è lui che è risuscitato dai morti il terzo giorno a cagion della nostra giustificazione.
L’opera, l’opera della salvezza che Dio ha stabilito, l’ha stabilita per mezzo o meglio anche prestabilita per mezzo di Gesù Cristo. Quindi ravvediti e credi nella buona novella che Gesù di Nazareth è il Cristo, il Figliuolo di Dio che doveva venire nel mondo per morire, capisci? Per morire per i nostri peccati e naturalmente per risuscitare dai morti.
Ti ho annunziato l’Evangelo. Sono felice di averti annunziato l’Evangelo e il mio desiderio, la mia preghiera è che tu, che sei senza Dio, tu possa veramente ravvederti e credere nell’Evangelo, perché diventerai una nuova creazione, una nuova una nuova creatura. Diventerai un figliuolo di Dio, lavato nel sangue prezioso dell’Agnello. E chi è l’Agnello? È Gesù Cristo. Lui è l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Ravvediti e credi in lui.
Chi ha orecchi da udire, oda.