Che farò dunque di Gesù detto Cristo? [Audio Streaming]

È on line il file audio della predicazione di Giacinto Butindaro dal titolo “Che farò dunque di Gesù detto Cristo?” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 14 MB (128 Kbps), 3 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 15 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.

 Trascrizione audio:

Uomini e donne, piccoli e grandi, ricchi e poveri, savi e ignoranti, Ebrei e Gentili, ascoltate.

Così è scritto in Matteo al capitolo 27:

“Or Gesù comparve davanti al governatore; e il governatore lo interrogò, dicendo: Sei tu il re de’ Giudei? E Gesù gli disse: Sì, lo sono. E accusato da’ capi sacerdoti e dagli anziani, non rispose nulla. Allora Pilato gli disse: Non odi tu quante cose testimoniano contro di te? Ma egli non gli rispose neppure una parola; talché il governatore se ne meravigliava grandemente. Or ogni festa di Pasqua il governatore soleva liberare alla folla un carcerato, qualunque ella volesse. Avevano allora un carcerato famigerato, di nome Barabba. Essendo dunque radunati, Pilato domandò loro: Chi volete che vi liberi, Barabba, o Gesù detto Cristo? Poiché egli sapeva che glielo avevano consegnato per invidia. Or mentre egli sedeva in tribunale, la moglie gli mandò a dire: Non avere nulla che fare con quel giusto, perché oggi ho sofferto molto in sogno a cagion di lui. Ma i capi sacerdoti e gli anziani persuasero le turbe a chiedere Barabba e far perire Gesù. E il governatore prese a dir loro: Qual de’ due volete che vi liberi? E quelli dissero: Barabba. E Pilato a loro: Che farò dunque di Gesù detto Cristo? Tutti risposero: Sia crocifisso. Ma pure, riprese egli, che male ha fatto? Ma quelli vie più gridavano: Sia crocifisso! E Pilato, vedendo che non riusciva a nulla, ma che si sollevava un tumulto, prese dell’acqua e si lavò le mani in presenza della moltitudine, dicendo: Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensateci voi. E tutto il popolo, rispondendo, disse: Il suo sangue sia sopra noi e sopra i nostri figliuoli. Allora egli liberò loro Barabba; e dopo avere fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati del governatore, tratto Gesù nel pretorio, radunarono attorno a lui tutta la coorte. E spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto; e intrecciata una corona di spine, gliela misero sul capo, e una canna nella mano destra; e inginocchiatisi dinanzi a lui, lo beffavano, dicendo: Salve, re de’ Giudei! E sputatogli addosso, presero la canna, e gli percotevano il capo. E dopo averlo schernito, lo spogliarono del manto, e lo rivestirono delle sue vesti; poi lo menarono via per crocifiggerlo”.

Dunque Gesù, dopo essere stato arrestato dai Giudei, fu portato davanti al Sinedrio dove fu appunto condannato a morte perché aveva dichiarato di essere il Cristo, il Figlio di Dio. E dopo, appunto, i Giudei lo consegnarono al governatore della Giudea che era Ponzio Pilato.

Dunque Pilato inizialmente voleva liberare Gesù, lo voleva liberare perché non aveva trovato in lui nulla che fosse degno di morte. E siccome appunto per Pasqua lui soleva liberare alla folla un carcerato, e siccome che a quel tempo c’era un carcerato di nome Barabba, e allora Pilato praticamente chiese: “Chi volete che vi liberi, Barabba o Gesù detto Cristo?”. E i capi sacerdoti e gli anziani persuasero le turbe a chiedere Barabba e a fare perire Gesù. E il governatore appunto, come leggiamo, prese a dire loro: “Qual dei due volete che vi liberi?”. E quelli risposero: “Barabba”. A quel punto Pilato disse loro: “Che farò dunque di Gesù detto Cristo?”. Tutti risposero: “Sia crocifisso”.

Ora il popolo gridò: “Sia crocifisso”, cioè Gesù doveva essere crocifisso, doveva essere messo a morte nonostante non avesse fatto alcunché che meritasse la morte. Infatti così avvenne. Infatti leggiamo che Pilato liberò loro Barabba e, dopo avere fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

Infatti fu menato al Golgota, cioè al Calvario, al luogo del Teschio e là fu crocifisso in mezzo a due ladroni, uno alla destra e uno e l’altro a sinistra, e questo affinché si adempissero le Scritture: “Egli è stato annoverato tra i malfattori”.

Ora Gesù fu crocifisso, perché fu crocifisso? Perché fu ucciso dai Giudei? Perché così era stato scritto, così era stato preannunziato, predeterminato da Dio perché Dio aveva parlato tramite i profeti. Aveva detto per esempio tramite il profeta Isaia: “Egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità”. Dunque egli fu crocifisso affinché si adempissero le parole del profeta Isaia secondo cui appunto egli doveva morire per i nostri peccati. Sì, perché lui, Gesù, non aveva peccato, lui non conobbe peccato, lui era il Giusto, il Santo, non aveva fatto alcunché di male ai Giudei, aveva fatto soltanto del bene. Infatti era andato attorno, dopo che era stato unto di Spirito Santo e di potenza, era stato era andato attorno facendo del bene, guarendo tutti coloro che erano sotto il dominio del diavolo. Perché? Perché Dio era con lui. Ma il bene che egli fece al popolo fu contraccambiato con il male, e difatti egli fu arrestato e poi, appunto, condannato a morte.

Dunque, affinché si adempissero le Scritture, perché Gesù di Nazareth, o Gesù il Nazareno, è il Figlio di Dio che il Padre, nella pienezza dei tempi, ha mandato nel mondo per essere la propiziazione per i nostri peccati. Egli, dunque, doveva, lui il Giusto, doveva caricarsi dei nostri peccati, doveva portarli nel suo corpo sulla croce affinché noi ottenessimo, mediante la fede nel suo nome, la remissione dei peccati.

E dunque egli fu crocifisso. E dopo che morì, venne un uomo di nome Giuseppe d’Arimatea, era un uomo ricco, il quale era diventato anche lui un discepolo di Gesù. Naturalmente, non aveva consentito all’operare dei dei Giudei, e questo uomo si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù, e Pilato appunto fece sì che gli fosse rilasciato. E Giuseppe allora d’Arimatea prese il corpo, lo involse in un pannolino netto e lo pose nella propria tomba nuova che aveva fatto scavare nella roccia. E dopo avere rotolato una grande pietra contro l’apertura del sepolcro, se ne andò. E dunque Gesù quindi, dopo essere morto per i nostri peccati, fu seppellito, ma il terzo giorno Iddio lo risuscitò dai morti affinché si adempissero le Scritture.

Sì, anche per quanto riguarda la resurrezione di Gesù Cristo era stato appunto preannunziato che il Cristo doveva risuscitare. Infatti Davide aveva scritto: “Anche la mia carne riposerà in isperanza; poiché tu non lascerai l’anima mia nell’Ades, e non permetterai che il tuo Santo vegga la corruzione”. Davide non parlò di se stesso ma parlò della risurrezione di Cristo dicendo che non sarebbe stato lasciato nell’Ades e che la sua carne non avrebbe veduto la corruzione. E queste parole che concernevano la resurrezione del del del Cristo si sono adempiute in Gesù perché egli risuscitò dai morti il terzo giorno, come si adempirono anche queste altre parole: “Tu sei il mio Figliuolo, oggi ti ho generato”.

E dunque Gesù Cristo risuscitò dai morti il terzo giorno secondo le Scritture e, dopo essere risuscitato, apparve ai testimoni che erano stati innanzi scelti da Dio. Si fece vedere da loro per diversi giorni, mangiò con loro, bevve con loro, parlò con loro.

Ora questo è l’Evangelo, la buona novella che Dio ha comandato che vi sia annunziata. Questa è la parola di verità ed è potenza di Dio per la salvezza d’ognuno che crede, del Giudeo prima e poi del Greco, poiché in questa parola, cioè nell’Evangelo, è rivelata la giustizia di Dio da fede a fede secondo che è scritto: “Ma il giusto vivrà per fede”.

Quindi, in Cristo Gesù, io vi annunzio la remissione dei peccati, vi annunzio la giustificazione perché, credendo in lui, si viene si ottiene la remissione dei peccati e si ottiene la giustificazione solamente, appunto, credendo in lui. Quindi la remissione dei peccati non si ottiene per opere buone che si sono compiute. La giustificazione, altrettanto, si riceve per grazia mediante la fede, affinché nessuno si glori nel cospetto di Dio. E dunque vi esorto a ravvedervi e a credere nell’Evangelo, perché credendo nell’Evangelo sarete salvati dai vostri peccati, sarete sarete giustificati e quindi sarete riconciliati con Dio, otterrete la vita eterna. Quindi avrete la certezza di andare in cielo col Signore quando morirete. Sì, perché coloro che muoiono, muoiono in Cristo, si dipartono dal corpo e vanno ad abitare con il Signore nella gloria, nel regno dei cieli, in paradiso.

Ma badate bene perché se rifiuterete di credere nell’Evangelo, ciò che vi aspetta è il tormento all’inferno. L’inferno è un luogo di tormento dove vanno coloro che muoiono nei loro peccati. Quindi badate a voi stessi, ravvedetevi e credete nell’Evangelo per ottenere la remissione dei vostri peccati. A proposito, il prete non può rimettervi i peccati. Voi cattolici romani che andate a confessarvi dal prete sappiate che quella confessione è inutile, quella assoluzione che vi dà il vostro prete è inutile, non serve a niente. La remissione dei peccati si ottiene credendo nell’Evangelo.

Ecco perché appunto vi esorto, vi scongiuro nel nome del Signore a credere nell’Evangelo perché solamente credendo nell’Evangelo potete ottenere la remissione di tutti i vostri debiti che avete accumulato nel cospetto di Dio. Solamente credendo nell’Evangelo potete scampare, essere strappati al fuoco dell’inferno dove siete diretti.

Quindi io vi ho avvertiti, vi ho avvertiti come è giusto che sia, perché voi vi trovate sulla via della perdizione e io ho il dovere di avvertirvi che, se rifiuterete di credere nell’Evangelo, sarete condannati. Per voi non ci sarà speranza alcuna di salvezza più, no. Perirete, perirete e ve ne andrete all’inferno, nel fuoco. È terribile, terribile quello che vi aspetta se morirete nei vostri peccati. Quindi, per l’ennesima volta, vi rinnovo l’esortazione: ravvedetevi e credete nell’Evangelo. Chi ha orecchi da udire, oda.