“Ogni volta che mio figlio veniva a farmi visita e mi raccontava che fratelli e sorelle di tutto il mondo avevano pregato per me, io mi sentivo fortificata e confortata, e questo m’ha dato la forza di vivere”.
Lo scorso 8 febbraio Shuang Shuying è stata liberata. Era stata incarcerata per due anni sulla base di false accuse. Dopo la sua liberazione si è recata immediatamente all’ospedale per vedere suo marito Hua Zaichen (91 anni) che era morente. Benché non avesse ripreso conoscenza, Shuang è rimasta al suo capezzale tenendogli la mano. Il giorno dopo è morto. Durante le prime ore successive alla sua liberazione Shuang ha scritto una lettera di ringraziamento a tutte le persone in tutto il mondo che hanno pregato per lei e per suo marito, e che hanno fatto sapere ai loro amici della situazione nella quale lei si trovava. Le loro preghiere sono state un grande sostegno, l’hanno sostenuta durante tutto il tempo della sua dura prova.
Via | CAA / AEM – Aide aux Eglises dans le Monde. Bulletin Urgence, 05/2009, pag. 7
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