A Londra una mostra dedicata a Charles Wesley

charles wesley

“Ascolta l’araldo/Hark the Herald”. S’intitola come uno dei suoi più famosi canti la mostra dedicata, a Londra, a Charles Wesley, iniziatore con il fratello John del movimento metodista. A trecento anni dalla nascita, il museo della Wesley’s Chapel dedica a quello che è stato uno tra i maggiori e più prolifici autori di inni

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PERÙ: Preghiera per le vittime del terremoto

Durante il più grave terremoto mai accaduto in Perù da 40 anni, più di 510 persone hanno trovato la morte il 15 agosto secondo le ultime stime.

L’epicentro del terremoto di 7,9 gradi su scala Richter si trovava a circa 41 chilometri di profondità nell’Oceano Pacifico, a circa 145 chilometri a sud di Lima, la capitale peruviana.

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Al compositore di cantici Charles Wesley è dedicata un’esposizione a Londra

Londra, 24 agosto (ENI/Martin Revis) – Il compositore di cantici Charles Wesley, il più giovane e il meno famoso dei due fratelli le cui attività hanno portato alla formazione della Chiesa Metodista, è al centro di un’esposizione a Londra in onore del 300esimo anniversario della sua nascita in dicembre. “Ascoltate l’araldo, la vita e la musica di Charles Wesley” è un’esposizione eccezionale nel museo permanente che forma la cripta della Chiesa, nota col nome di Cappella di Wesley, sulla City Road di Londra, e costruita nel 1778 da suo fratello John. Essa presenta l’opera di Charles Wesley che fu evangelista, poeta e musicista. Termina il 24 dicembre e riunisce lettere, raccolte di cantici del 18esimo secolo così come dei ricordi che ripercorrono la sua vita, in particolare il periodo in cui egli era all’Università di Oxford e il suo soggiorno nello Stato di Georgia negli Stati Uniti.

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Testimonianza di Julie Nyffeler che insieme a suo marito salvò degli ebrei durante la seconda guerra mondiale

L’omaggio ai Giusti – La sig.ra Julie Nyffeler testimonia – Parole raccolte da JP Waechter

2.725 “Giusti” francesi salvarono degli Ebrei durante la seconda guerra mondiale a rischio della vita senza contare quelli che sono rimasti anonimi. Tutti hanno incarnato i valori di giustizia, di tolleranza e d’umanità. Venendo in aiuto agli Ebrei, essi non pensavano di fare niente di straordinario nonostante i pericoli incorsi; si accontentavano di seguire la loro coscienza. Quale esempio per noi nelle lotte che sono le nostre oggi in favore della tolleranza e della fraternità, contro l’antisemitismo, le discriminazioni, il razzismo, tutti i razzismi. Dietro la nazione al Pantheon il 18 gennaio 2007, En route rende loro modestamente omaggio. Col presidente della Repubblica, ci ricorderemo che “di fronte all’estremismo, c’è solo un attitudine: il rifiuto, l’intransigenza”.

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