Uccisa una donna e ferite 28 persone nella chiesa presbiteriana di Songo. Aumentano le violenze nella Swat Valley e nelle regioni del nord. Migliaia di persone fuggono dopo l’introduzione della sharia, tra questi molti insegnanti e intere famiglie. A Takhtbhai, nel distretto di Mardan, attentati esplosivi contro 16 negozi di musica.
Peshawar – Una donna è morta e 28 persone sono rimaste ferite nell’attacco alla comunità di cristiani presbiteriani del villaggio di Songo, nel distretto di Gujranwala, provincia del Punjab. È accaduto la sera del 2 marzo: alle 20, un gruppo di abitanti musulmani hanno aperto il fuoco contro i fedeli raccolti in preghiera in chiesa. La donna, di nome Shakeela, è morta sul colpo, gli altri fedeli hanno riportato ferite di diversa entità mentre cercavano di sfuggire ai proiettili o di proteggere il pastore. Gli assalitori hanno infranto i vetri della chiesa, distrutto le bibbie ed altri libri di preghiera e divelto la croce dal tetto dell’edificio.
Le vittime dell’attacco affermano che si è trattato di un’azione premeditata e raccontano di aver ricevuto nelle settimane precedenti diverse minacce dagli assalitori. Gli autori dell’attacco sono stati individuati e la denuncia nei loro confronti è già stata presentata presso il locale posto di polizia. Il Pakistan Christian post afferma che per ora le forze di sicurezza hanno declinato la richiesta di svolgere indagine sugli assalitori. Per questo la sepoltura della donna verrà rimandata, per permettere l’autopsia sul corpo a prova delle violenze subite.
L’attacco di Songo si aggiunge ai tanti fatti di violenza registrati ormai un po’ ovunque nel Punjab e nelle North West Frontier Province (Nwfp). Gli autori sono talebani, ma anche gente comune e non si fermano alla Swat Valley dove vacilla il fragile coprifuoco ottenuto dal governo grazie alla concessione di introdurre la sharia nell’omonimo distretto ed in quello di Malakand.
Nella notte del 5 marzo i talebani hanno fatto esplodere 16 negozi di cd e dvd a Takhtbhai, nel distretto di Mardan a nord est di Peshawar, capitale della Nwfp. Essa è uno dei tanti centri della provincia che negli ultimi mesi hanno subito la stretta dei talebani. In febbraio è stata teatro degli attacchi contro scuole femminili messi a segno dagli integralisti islamici e nonostante l’accordo tra talebani e governo preveda la riapertura delle scuole alle ragazze, in molti temono nuove violenze.
Dall’inizio dell’anno in migliaia hanno abbandonato la Swat Valley. Tra questi molte famiglie e diversi insegnanti, partiti formalmente per motivi turistici. Una madre che ha lasciato il distretto racconta: “Tutti i migliori insegnanti della scuola di mio figlio se ne sono andati. Non so se torneranno indietro. Da quanto mi raccontano i miei parenti, molti bambini stanno tornando a scuola ma ora non ci sono abbastanza insegnanti”.
Fonte: AsiaNews/agenzie – riprodotto con autorizzazione
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