Chiese Battiste attaccate in India

Washington, 7 gennaio 2008 – Molti cristiani sono stati uccisi e un certo numero di chiese e case sono state date alle fiamme da militanti indù nelllo stao di Orissa nell’India orientale. Gli incidenti, che hanno avuto inizio il 23 dicembre e si sono protratti per diversi giorni, avrebbero causato la morte di dieci cristiani, mentre circa 90 chiese e circa 600 case sono state bruciate.

Il 23 dicembre, “da cinquanta a settanta indù radicali hanno estratto il pastore Junas Digal dall’autobus dove viaggiava, sfilando con lui per le strade, percuotendolo in tutti i modi con bastoni e con le mani, e infine gli hanno rasato la testa proclamandolo un indù,” Tutto ciò è stato riferito all’Alleanza Mondiale Battista (AMB) da Swarupananda Patrasso , segretario generale della Federazione di tutte le Chiese Battiste dell’Orissa. Secondo Patrasso, la vigilia di Natale, a Bamunigham nel distretto di Kandhamal Orissa, due cristiani sono stati feriti da colpi d’arma da fuoco e molti negozi gestiti da cristiani sono stati distrutti, 20 le chiese danneggiate, mentre tre chiese sono state rase al suolo.

Patrasso ha inoltre riferito che il giorno di Natale i cristiani sono stati terrorizzati al punto che le cerimonie di culto sono sono state interrotte e le chiese sono state costrette a chiudere, mentre i cristiani si sono nascosti nelle “foreste per sottrarsi agli attacchi degli indù”. Gli attacchi, che hanno colpito circa 5000 cristiani, lasciando molti di loro senzatetto, sono stati presumibilmente organizzati dal Vishwa Hindu Parishad o Consiglio mondiale indù. Il segretario generale dell’AMB Neville Callam ha condannato gli attacchi e ha esortato i cristiani, specialmente battisti, a ricordare “i nostri fratelli e sorelle cristiani nello stato di Orissa nelle nostre preghiere”. Callam ha inoltre precisato che l’AMB “risponderà validamente alle esigenze e alle preoccupazioni di coloro che hanno sofferto e farà le opportune rimostranze per aprire un caso per il rispetto della libertà religiosa in India.”

I battisti presenti in altre parti dell’India hanno già risposto con aiuti a chi ha sofferto la violenza. Bonny Resu, segretario generale della Federazione Battista per l’Asia e il Pacifico e segretario regionale dell’AMB per l’Asia, ha riferito che le chiese locali indiane si sono mobilitate per offrire assistenza, come la fornitura di coperte. Resu ha indicato che la consistenza e la velocità degli aiuti sono stati in qualche modo mitigati dalla considerazione che l’assistenza di organizzazioni cristiane, anche indiane, potrebbe suscitare ulteriori violenze. “Orissa è un luogo dove vive una comunità battista di circa 500 mila persone, la maggior parte di loro concentrate nelle aree dove la persecuzione è più intensa. Essi sono anche fra i più poveri tra i poveri dell’India, che è il motivo per cui sono spesso senza voce “, ha detto Resu, che è del Nagaland, stato nel Nord-est dell’India.

Resu ha chiesto anche che “il governo indiano sia sollecitato a fare di più per la sua salvaguardia delle minoranze religiose…, e per la garanzia della libertà di religione, così come sancito nella sua costituzione. Come più popolosa democrazia del mondo, l’India deve essere un esempio per la comunità internazionale.”

La popolazione cristiana dell’India è stimata intorno al 3,5 per cento su un totale di 1,12 miliardi di persone. Violenti attacchi anti-cristiani non sono nuovi a Orissa. Nel gennaio 1999, il missionario australiano Graham Staines e i suoi due giovani figli sono stati arsi vivi mentre dormivano nella loro auto nel villaggio di Manoharpur, in una zona rurale di Orissa. Diverse convenzioni e unioni battiste presenti nello stato dell’Orissa sono membri dell’AMB.

Fonte: Ucebi/ Alleanza Mondiale Battista

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India: Coppia cristiana aggredita da musulmani

In un villaggio del Bengala occidentale, i musulmani hanno aggredito una coppia che aveva lasciato l’Islam per convertirsi al cristianesimo. E’ successo a Badapur, nello stato federato di Orissa il 28 ottobre scorso, dove i musulmani del villaggio hanno picchiato Johad Sahid e sua moglie Taslima.

Più tardi, le autorità del villaggio hanno ordinato alla popolazione, in maggioranza musulmana, di impedire alla coppia l’accesso ai servizi pubblici quali l’acqua potabile e i bagni. Quanto accaduto ci è stato riferito dal rappresentante di una associazione cristiana. Questi comportamenti non sono abituali e normalmente i rapporti fra musulmani e cristiani sono sempre stati discreti. Le due comunità che rappresentano le minoranze religiose in India sono fortemente discriminate dagli estremisti indù.

Secondo i censimenti del 2001, i cristiani rappresentano il 3% della popolazione e i musulmani il 12% degli 1,2 miliardi di indiani.

Fonte: Porte Aperte Italia

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India: Leggi anti permissive

In vari distretti dello stato indiano si sono registrati vari attacchi contro cristiani ed anche arresti dietro l’accusa di aver tentato di convertire le persone forzatamente, o dietro promessa di denaro. Tale genere di accuse, ovviamente false, provengono da membri di organizzazioni nazionaliste religiose e politiche legate all’induismo. In alcuni stati dell’India è in vigore una legge “anticonversione”, secondo la quale sarebbe proibito tentare di convertire le persone a meno che queste non ne abbiano prima fatto menzione e dichiarazione alle autorità locali. La legge è attualmente in vigore in 6 dei 28 stati che formano la nazione indiana. Orissa (dal 1967); Madhya Pradesh (1968); Chattisgarh (1968); Arunachal Pradesh (1978); Tamil Nadu (2002); Gujarat (2003). Altri motivi di minacce e attacchi contro cristiani sono legate all’abbandono del culto degli idoli (ve ne sono oltre 330 milioni in tutta l’India).

Fonte: IncontrareGesù.it/Porte Aperte Italia

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India: Un pastore accusato di forzare gli indù a convertirsi

Gli abitanti di Kilipal, un villaggio indù nello stato di Orissa, in India, hanno accusato il pastore Subas Samal ed altri sei cristiani di “incitamento alla conversione”. Il pastore Samal e il suo assistente Dhaneshwar Kandi sono stati arrestati il 29 maggio. Tutti e sette gli accusati dovevano comparire in tribunale oggi. Gli indù sostengono che i cristiani abbiano convertito 25 dalit del villaggio negli ultimi 10 anni, allettandoli con denaro.
L’avvocato Bibhu Prasad Tripathi afferma che le accuse sono ridicole. “Ritengo che siano i cristiani ad essere molestati. Quest’accusa è assolutamente ingiustificata e fuori luogo”. Cinque degli accusati sono state vittime di un altro incidente il 10 febbraio scorso; in quell’occasione alcuni indù tosarono a zero i loro capelli in segno di disprezzo.
I sette fratelli, se considerati colpevoli, rischiano una condanna detentiva di alcuni anni. Nel 1999 Graham Staines, un missionario australiano che lavorava nello stato di Orissa, fu bruciato vivo nella sua auto insieme a due dei suoi figli.

Fonte: Porte Aperte Italia – 4 giugno 2004

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