Rotoli del Mar Morto online: Più di 1 milione di visite in una settimana

Più di un milione di persone hanno visitato il nuovo sito web, lanciato meno di una settimana fa dal Museo di Israele e Google Israele, che contiene fotografie ad alta risoluzione di diversi Rotoli del Mar Morto tra cui quello del Libro di Isaia.

Un’analisi dei visitatori del sito, che è raggiungibile a questo indirizzo dss.collections.imj.org.il , mostra ampio interesse da quasi ogni paese del mondo tra cui Iraq, Iran, Pakistan e Siria.

L’interesse ha superato le aspettative, infatti tra Lunedì scorso, quando il sito è stato lanciato, e Domenica mattina, Google ha registrato 1.042.104 visitatori al sito.

Il paese che mostra il più alto interesse per il sito sono gli Stati Uniti, con 400.000 visitatori.

C’è stato anche un considerevole interesse dal Giappone (58.000 visitatori) e Canada (48.000), seguito dai Paesi Bassi, Croazia, Gran Bretagna e Brasile, con circa 35.000 visitatori ciascuno.

Visitatori provenienti da quasi tutti gli stati arabi e musulmani del mondo hanno anche visto il sito, tra cui diverse centinaia da Arabia Saudita, Egitto e Turchia.

Il sito ha anche ricevuto visite – anche se pochi hits – da parte di persone in Iran, Afghanistan e Iraq.

Via | haaretz.com

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È possibile sfogliare i rotoli per colonna, mentre quello di Isaia anche per capitolo e versetto con la possibilità di cliccare direttamente sul testo ebraico per leggere una traduzione in inglese (Testo Masoretico). Si può lasciare un commento o contribuire alla traduzione di questi testi nella propria lingua. È anche possibile fare una ricerca tramite Google per qualsiasi testo del rotolo di Isaia e si può ottenere un link alla parte scannerizzata dove c’è il testo che cercavi.

Le immagini dei rotoli sono ad alta risoluzione, fino a 1200 Mpx, per consentire all’utente di vedere anche i dettagli più piccoli.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=5rYj_0foJYA]

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http://www.youtube.com/watch?v=FddQWkB6yAE

via lanuovavia.org

 

I Rotoli del Mar Morto saranno digitalizzati e messi online

I Rotoli del Mar Morto in un click

Avviata la partnership tra Israele e Google per la digitalizzazione dei manoscritti risalenti al primo secolo dopo Cristo. Il progetto sfrutta una tecnologia sviluppata alla NASA

Roma – Una notizia interessante per archeologi, filologi e appassionati di sacre scritture di tutto il mondo: Google, in collaborazione con le autorità archeologiche israeliane, digitalizzerà i Rotoli del Mar Morto e metterà a disposizione il risultato su Internet.Prosegue, dunque, l’impegno di Mountain View, in partnership con le biblioteche di tutto il mondo, rivolto alla acquisizione in digitale di libri e documenti preziosi allo scopo di renderli accessibili a tutti attraverso la Rete (e, ovviamente, preservarne una copia). Per quanto riguarda i famosi manoscritti risalenti al primo secolo dopo Cristo, BigG ha investito alcuni milioni di dollari su una tecnologia di elaborazione delle immagini sviluppata alla NASA.

Il progetto congiunto con Israele rappresenta il più recente passo nella direzione dell’accesso a documenti vecchi di 2mila anni, in passato disponibili solo per una ristretta cerchia di studiosi e, solo negli ultimi decenni, diffusi attraverso riproduzioni ad hoc. Gli organizzatori affermano che le prime immagini del nuovo lavoro saranno visibili online già tra qualche mese.

Pnina Shor, capo del progetto per le autorità archeologiche israeliane, sostiene che la collaborazione con Google unisce “una delle scoperte più importanti del secolo precedente e una delle tecnologie più avanzate del prossimo secolo”. E poi: “Stiamo mettendo insieme passato e futuro con lo scopo di condividere il risultato”.

I Rotoli del Mar Morto sono stati ritrovati nel 1940 nella località di Qumran, Cisgiordania: sono scritti in giudaico, aramaico e greco e contengono parte della Bibbia ebraica. Oltre alla traduzione, Mountain View si occuperà della digitalizzazione dei novecento manoscritti costituiti da circa 30mila frammenti. L’intera collezione dei Rotoli venne fotografata negli anni ’50, ma l’accesso alle foto e ai documenti è stato limitato per molto tempo agli studenti e, a oggi, solo quattro restauratori sono autorizzati a maneggiare il materiale.

Cristina Sciannamblo

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