[Video] Israele, Catturato l’uomo che piazzò un pacco bomba davanti alla casa di una famiglia di ebrei messianici ad Ariel

Un anno e mezzo dopo che Ami Ortiz aprì un pacco, che sembrava un normale pacco-dono di dolciumi, ed esplose nelle sue mani, la persona che piazzò il pacco bomba è stata catturata.

Il video include le immagini del video di sorveglianza della casa che mostra la persona che piazzò la bomba.

http://www.youtube.com/watch?v=B49bJ3eXetc

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Israele – ebrei messianici: Alcune notizie di Ami Ortiz, il ragazzo rimasto gravemente ferito in seguito all’esplosione di un pacco-bomba

[…] Alcune notizie del giovane Ami Ortiz, figlio del pastore dell’assemblea messianica della città di Ariel in Samaria che era stato ferito molto gravemente da un pacco-bomba diretto alla sua famiglia.
Sta molto meglio, è ancora all’ospedale ma cammina e si sposta nell’ospedale, i dottori hanno dichiarato che la sua rieducazione va bene e non ha più bisogno di altre operazioni.
I suoi genitori sono rimasti sempre accanto a lui e la sala d’aspetto dove i visitatori potevano venire a visitarli si è trasformata in una ‘sala di preghiera’ da tanti credenti che venivano a visitarli per incoraggiarli e per pregare con essi per il loro figlio.
Le persone estranee a ciò che si trovavano in quella sala erano stupite (in bene) di vedere tanti credenti messianici di ogni lingua, colore e nazionalità venuti ad incoraggiare e a pregare con i genitori di Ami.
Persino un religioso ebreo ha dichiarato di essere stupito della comunione che esiste tra i messianici poiché pensava che soltanto la gente del suo ambiente fosse unita in quel modo.
La donna di servizio della famiglia di Ami (che non era credente) è rimasta toccata da quello che il Signore ha fatto per Ami ed ha deciso di diventare messianica, è lei che aveva trovato il pacco-bomba sulla soglia della porta e l’aveva riposto in cucina senza sapere quello che faceva. […]

Fonte: Judaisme Messianique

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Cisgiordania – Attentato contro una famiglia ebrea messianica: un adolescente gravemente ferito

Vigilia di Purim. Un adolescente di 15 anni della città di Ariel in Cisgiordania ha aperto un pacco che pensava essere uno di quei regali che si mandano tradizionalmente in occasione della festa. Era un pacco bomba. L’adolescente, gravemente ferito, è stato trasportato all’ospedale Beillison di Petah Tikva. L’operazione è durata tutta la notte, ma i medici hanno dovuto procedere all’amputazione di una delle gambe, e lottano per salvare gli occhi. E’ arrivato all’ospedale in uno stato molto grave, la sua stessa vita era in pericolo.

Secondo la polizia, è più che probabile che il pacco bomba sia stato inviato a questa famiglia ebrea perché è messianica. I loro vicini raccontano che spesso sono stati molestati perché noti come ebrei che credono in Gesù.

I genitori, David e Lea, lavorano in ambiente palestinese. Hanno ricevuto minacce di morte da parte di musulmani che li accusano di fare opera missionaria. Inoltre, la coppia guida una piccola comunità ad Ariel di una dozzina di membri. Foto della loro famiglia sono circolate nel vicinato, in cui venivano denunciati come «pericolosi perché credenti in Gesù”.

Alcuni membri di comunità ebree messianiche sono sempre di più disturbati da ebrei ortodossi e da certe organizzazioni ebraiche, con incendi contro i loro luoghi di riunione come a Arad o a Gerusalemme, telefonate nel cuore della notte, lettere di minaccia, violenze verbali…

Avi, un ebreo messianico della regione di Tel Aviv, confida a Un écho d’Israèl : «Sappiamo tutti che prima o poi arrivano attentati di questo tipo, e li aspettiamo con una certa angoscia.» Questo ebreo messianico è stato costretto, circa quattro anni fa, a lasciare il moshav dove lui abitava con la sua famiglia. L’organizzazione ebrea ortodossa «Yad LeAhim» li ha denunciati ai responsabili del moshav come cristiani, e i loro figli sono stati immediatamente mandati via dalla scuola. «Non facciamo assolutamente opera missionaria, ma ci devono aver visti in un’assemblea messianica», spiega Avi. «Sappiamo di essere sorvegliati, ma crediamo che Israele è uno stato democratico e che la libertà di fede e di opinione non è qualcosa di fittizio.» Avi spera che la polizia riuscirà a trovare i colpevoli di questo atto, ma non si fa troppe illusioni: «Nessuno è stato mai condannato per aver molestato un ebreo messianico.»

(Un Echo d’Israèl, 21 marzo 2008 – trad. www.ilvangelo.org)

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