Siamo stati affrancati dal peccato per servire la giustizia

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Paolo dice: “Così anche voi fate conto d’essere morti al peccato, ma viventi a Dio in Cristo Gesù”.1

Fratelli, siccome che il morire di Gesù Cristo “fu un morire al peccato una volta per sempre” ed “il suo vivere è un vivere a Dio”,2 noi pure dobbiamo fare conto d’essere morti al peccato ma viventi a Dio, il che significa che non dobbiamo più servire al peccato, essendo stati vivificati con Cristo per vivere per colui che è morto e risuscitato per noi. Il peccato, a noi che siamo sotto la grazia di Dio, non ci signoreggia più perché siamo stati affrancati da esso; noi siamo liberi ora, ma badate bene che noi ora non siamo liberi di fare quello che ci pare e piace perché siamo divenuti “servi della giustizia”.3 Noi come schiavi di Cristo, dobbiamo procacciare la giustizia e non usare la libertà “qual manto che copre la malizia”,4 infatti Paolo disse ai santi in Roma: “Come già prestaste le vostre membra al servizio delle impurità e della iniquità per commettere l’iniquità, così presta­te ora le vostre membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione”.5 Ma che intende dire Paolo con queste parole? Ora, considerate alcune delle vostre membra e come, prima di conoscere Dio, voi le prestaste al servizio dell’iniquità e dell’impurità; tenete presente che le membra del vostro corpo ora non sono materialmente diverse da quelle che avevate prima di convertirvi al Signore, ma è il servizio che gli fate fare e che dovete fargli fare che è diverso, perché fate loro servire Dio.

I vostri piedi, per molti anni si diressero in locali pieni di demoni, come sale da ballo, sale da giuoco d’azzardo, cinema, teatri, basiliche cosiddette ‘cristiane’, ma che in realtà sono piene di idoli e di demoni; essi prendevano piacere nel camminare assieme a persone perverse per andare a fare il peccato, ma ora, essi si dirigono verso il locale di culto per radunarsi con gli altri credenti, si dirigono verso le case dei credenti per visi­tarli, verso gli ospedali e verso le prigioni, per visitare i malati e i prigionieri, a motivo del Vangelo, le loro mete prefe­rite sono proprio quelle verso le quali un tempo provavano disgu­sto. I nostri piedi ora si tengono lontano dai sentieri storti che batterono per molti anni e non prendono più piacere ad andare nelle tende dei peccatori o a fermarsi nella loro via. I nostri piedi, non più frettolosi al male, ora si premurano a portarci a parlare del Vangelo; queste nostre membra sono al servizio della giustizia e lo devono rimanere fino alla fine.

Le vostre mani che prima rubavano, percuotevano il prossimo e facevano gesti minacciosi, ora lavorano onestamente, ora le porgete al bisognoso, ora le levate in alto per benedire Dio e non più con ira verso qualcuno; diletti, continuate a prestare le vostre mani al servizio della giustizia.

La vostra bocca che per molti anni proferì ogni sorta di maldi­cenza, di facezie scurrili e ogni sorta di vani e perversi ragio­namenti, ora canta a Dio, rende grazie a Dio, parla con salmi, inni e canzoni spirituali, con essa rendete testimonianza della Parola della grazia, confortate gli scoraggiati, sostenete lo stanco, benedite chi vi maledice, pregate per quelli che vi perseguitano; quella che prima era piena di perversità ora è ricca di sapienza e tutto questo viene da Dio.

Con i vostri occhi con i quali prendevate piacere a vedere il male, ora invece prendete piacere a vedere le cose giuste e vere e con essi non contemplate più la vanità, le cose alte e lussuo­se, perché vi lasciate attirare dalle cose umili; non siete più alteri perché siete stati liberati dall’alterigia per servire l’umiltà.

Con le vostre orecchie prima ascoltavate la musica diabolica, le canzoni mondane, i discorsi perversi, ma ora con esse volete ascoltare le canzoni spirituali rivolte a Dio, i discorsi assen­nati e tutto ciò che vi edifica spiritualmente.

Fratelli, il vostro corpo non appartiene a voi stessi non illude­tevi; esso “è il tempio dello Spirito Santo”6 ed il tempio di Dio deve essere conservato in santità ed onore; tutti quelli che lo profanano, cioè che lo usano in modo indegno, ne porteranno la pena, perché il tempio di Dio è santo. Gesù un giorno parlando ai Giudei disse: “Disfate questo tempio, e in tre giorni lo farò risorgere”;7 ora, i Giudei pensarono che egli avesse parlato del tempio che era in Gerusalemme, ma Egli aveva parlato “del tempio del suo corpo”.8 perché Gesù chiamò il suo corpo ‘tempio’? perché l’Iddio e Padre suo dimorava in lui, infatti egli disse: “Il Padre che dimora in me fa le opere sue”.9 Ricordatevi che in Cristo “si compiacque il Padre di far abitare tutta la pienezza”,10 quindi il suo corpo essendo il tempio del Padre suo era santo. Ora, ma Gesù che uso fece del suo corpo? Egli prestò il suo corpo al servizio di Dio e questo lo attesta Paolo quando dice: “Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrifizio a Dio, qual profumo d’odor soave”.11 Gesù Cristo diede la sua vita per il mondo infatti disse: “Io sono il pane della vita: e il pane che darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo”;12 sì, Gesù offrì la sua carne in sacrificio vivente e accettevole a Dio, adempiendo così la volontà del Padre, che lo aveva mandato. Ora, ma noi che siamo il corpo di Cristo che uso dobbiamo fare del nostro corpo? Paolo dice: “Io vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio; il che è il vostro culto spirituale”;13 fratelli, sappiate che noi, rinunziando alle mondane concupiscenze e facendo una vita santa e giusta, rendiamo il nostro culto a Dio perché lo glorifichiamo con il nostro corpo. Ma che pensate? Che Dio debba essere glorificato solo con la bocca? Che Dio debba essere glorificato solo quando si è riuniti nel locale di culto? Non è scritto di glorificare Dio solo con la bocca ma con tutto il corpo, quindi con tutte le altre membra di esso, perché il corpo non si compone di un membro solo; questo significa che non possiamo andare dove vogliamo, ma anche che non possiamo vedere, fare, dire, comprare tutto quello che vogliamo. Se noi facessimo della libertà alla quale siamo stati chiamati, una occasione alla carne, noi cesseremmo di camminare per lo Spirito e inizieremmo a camminare secondo i desideri della carne, il che equivale a dire che cesseremmo di prestare le nostre membra (che sono le membra di Cristo) al servizio della giustizia per la nostra santificazione.

Paolo disse: “Voi avete per frutto la vostra santificazione, e per fine la vita eterna”;14 fratelli, voi non vi dovete ricordare solo che avete per fine la vita eterna, ma anche che avete per frutto la vostra santificazione e che questo frutto lo potete portare solamente se rinunciate alle mondane e carnali concupi­scenze per fare la volontà di Dio. Ma qual’è la volontà di Dio? “Questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che v’astenia­te dalla fornicazione, che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità ed onore, non dandosi a passioni di concupiscenza come fanno i pagani i quali non conoscono Iddio; e che nessuno soverchi il fratello né lo sfrutti negli affari; perché il Signore è un vendicatore in tutte queste cose …”.15 Fratelli, servite Dio con le membra del vostro corpo perché questo è quello che Egli vuole da ciascuno di noi.


1 Rom. 6:11

2 Rom. 6:10

3 Rom. 6:18

4 1 Piet. 2:16

5 Rom. 6:19

6 1 Cor. 6:19

7 Giov. 2:19

8 Giov. 2:21

9 Giov. 14:10

10 Col. 1:19

11 Ef. 5:2

12 Giov. 6:35,51

13 Rom. 12:1

14 Rom. 6:22

15 1 Tess. 4:3-6