Il battesimo in acqua

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È scritto: “Che diremo dunque? Rimarremo noi nel peccato onde la grazia abbondi? Così non sia. Noi che siamo morti al peccato come vivremmo ancora in esso? O ignorate voi che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Noi dunque siamo stati con lui seppelliti mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminas­simo in novità di vita”.1

Fratelli, noi siamo stati liberati da tutti i nostri peccati con il sangue di Gesù Cristo; un tempo eravamo servi del peccato e quindi possiamo dire che esso era il nostro precedente padrone; lo riconosciamo, eravamo venduti schiavi al peccato e gli abbiamo ubbidito per molti anni e il salario con cui ci ha pagati è stato la morte, infatti è scritto che “il salario del peccato è la morte”;2 che padrone duro, spietato, ingannatore ed omicida! Esso ti persuade con le sue lusinghe a servirlo, mostrandoti i piaceri che ci sono nel servirlo, ma una volta che sei sotto il suo comando e gli ubbidisci, ti retribuisce uccidendoti. Paolo disse: “Il peccato colta l’occasione per mezzo del comandamento mi trasse in inganno e per mezzo d’esso m’uccise”3 e noi riconosciamo la veracità di queste parole, perché il peccato, prima c’ingannò, e poi ci uccise ed è perciò che noi tutti eravamo morti nei nostri falli e nei nostri peccati; in noi, un tempo, non c’era la vita di Dio, ma c’era la morte; noi eravamo “liberi riguardo alla giustizia”4 essendo schiavi dell’iniquità, ma Dio, nella sua misericordia, aveva innanzi i secoli formato un disegno benevolo secondo il quale ci avrebbe riscattato dalle nostre iniquità mediante l’offerta del corpo del suo Figliuolo Gesù.

Alla legge di Mosè era impossibile affrancarci dal peccato, perché “la carne la rendeva debole”,5 ma quello che non poteva fare la legge, “l’ha fatto Iddio; mandando il suo proprio Fi­gliuolo in carne simile a carne di peccato e a motivo del pecca­to, ha condannato il peccato nella carne, affinché il comandamen­to della legge fosse adempiuto in noi..”;6 ora, quello stesso peccato che entrò nel mondo per mezzo di quell’unico uomo e che prese a regnare su ogni uomo disceso da Adamo, Cristo Gesù lo ha condannato, lo ha annullato, gli ha tolto il dominio che aveva su noi. Gesù non ha conosciuto peccato (il peccato non riuscì ad avere il sopravvento sul Figlio di Dio) innanzi tutto perché Egli fu generato dallo Spirito Santo nel seno di sua madre e perciò nacque senza peccato a differenza di ogni mortale, nato da donna, e poi perché benché fu tentato in ogni cosa come noi, egli non peccò; Gesù non trasgredì la legge di Dio ma l’adempì osservando­la. Gesù Cristo, siccome nei giorni della sua carne non peccò, quando morì sulla croce abolì nella sua carne “la legge fatta di comandamenti in forma di precetti”7 che ci era contraria; sì, proprio quella legge che è “la forza del peccato”;8 Egli ha vinto il peccato ed è proprio in ragione di questa vittoria che Egli ha riportato sul peccato, che Egli ha potuto affrancarci da esso. Il Giusto potè caricarsi di tutte le nostre iniquità in virtù della sua purità e della sua irreprensibilità e liberarci così da esse. Adamo trasgredì il comandamento che Dio gli aveva dato e si rese disubbidiente e Paolo spiega, nella sua epistola ai santi in Roma, come per la sua disubbidienza “i molti sono stati costitui­ti peccatori”;9 noi, quando siamo venuti in questo mondo eravamo già sotto il peccato, perché Davide disse: “Io sono stato formato nella iniquità e la madre mia mi ha concepito nel peccato”,10 ma come è vero che siamo nati peccatori è anche vero che siamo diventati giusti credendo in Gesù Cristo che ubbidì a Dio in tutto e per tutto, infatti è scritto: “Per l’ubbidienza d’uno solo, i molti saran costituiti giusti”.11 Per il fallo di quell’uo­mo tratto dalla terra, noi pure siamo vissuti schiavi del pecca­to, ma per un solo atto di giustizia compiuto dall’unico uomo Gesù Cristo, il Figlio di Dio disceso dal cielo, noi siamo stati liberati dai nostri peccati.

Noi siamo morti al peccato, perché siamo morti con Cristo median­te la sua croce, infatti è scritto che “il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse annullato”.12

Noi credenti in Cristo Gesù, quando siamo stati battezzati nel suo nome, siamo stati seppelliti con lui nella sua morte mediante il battesimo.

Gesù Cristo, quando fu seppellito, era già morto infatti aveva già reso il suo spirito e così anche noi, prima di essere con lui seppelliti mediante il battesimo nella sua morte, eravamo già morti al peccato, essendoci di già ravveduti dalle nostre opere morte e avendo già creduto nel Vangelo; il battesimo che noi abbiamo ricevuto, quando siamo stati immersi nell’acqua, nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, ha rappresentato il nostro seppellimento con Cristo ed anche “lo spogliamento del corpo della carne”13 cioè lo spogliamento del vecchio uomo.

Vengono battezzati quelli che sono morti al peccato, non quelli che ancora ne sono schiavi, perché il solo rito del battesimo in acqua non libera l’uomo dal dominio del peccato; il battesimo deve essere preceduto dal ravvedimento e dalla fede in Cristo Gesù, cioè dalla nuova nascita di colui che viene battezzato, altrimenti non giova a nulla a chi viene immerso nell’acqua, e questo perché è scritto che esso non è “il nettamento delle sozzure della carne ma la richiesta di una buona coscienza fatta a Dio”.14

Chi ha confessato i suoi peccati a Dio credendo nel Signore Gesù, ha ottenuto la remissione dei suoi peccati ed è divenuto un figliuolo di Dio e ancora prima di essere immerso nell’acqua nel nome del Padre, e del Figliuolo e dello Spirito Santo, è certo di essere stato riconciliato con Dio, e per lo Spirito Santo sente che per avere una buona coscienza davanti a Dio, deve essere battezzato.

Sappiate che quelli che si lasciano battezzare per fare piacere al papà, alla mamma o alla propria moglie o al proprio marito, senza essersi ravveduti dai loro peccati e senza avere ancora creduto col cuore in Gesù Cristo, non vengono purificati da alcun peccato mediante il battesimo. Gesù disse: “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato”;15 egli non disse: ‘Chi sarà battezzato sarà salvato’ perché questo avrebbe significato che per essere salvati sarebbe stato necessario solo il battesimo in acqua.

Quando il giorno della Pentecoste quei Giudei furono compunti nel cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: Fratelli, che dobbiamo fare? Pietro non rispose loro dicendogli solamente: “Ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati”,16 ma disse loro, innanzi tutto: “Ravvedetevi”, e questo lo disse a degli uomini religiosi Giudei, e poi: “E ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per la remissione dei vostri peccati”, quindi, come potete vede­re, il battesimo deve essere preceduto dal ravvedimento.

A Filippi, nel carcere, quando il carceriere disse a Paolo e a Sila: “Signori, che debbo io fare per essere salvato?”,17 essi non gli risposero: ‘Sii battezzato e sarai salvato’, ma: “Credi nel Signor Gesù, e sarai salvato tu e la casa tua”;18 poi certo fu battezzato assieme alla sua casa, ma solo dopo che sia lui che la sua casa ebbero creduto nel Signor Gesù.

Il credere nel Signore deve precedere il battesimo altrimenti questo non è valido. Che il credere precede l’essere battezzati è confermato anche dalla Parola che dice che “molti dei Corinzi, udendo Paolo, credevano, ed erano battezzati”.19

Chiunque crede in Cristo, ancora prima di essere battezzato, è un figliuolo di Dio e questo lo Spirito che è nel credente lo atte­sta.

Cornelio e la sua casa ricevettero lo Spirito Santo ancora prima di essere battezzati in acqua ed esattamente mentre Pietro annun­ziava loro la Parola di Dio, infatti è scritto: “Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo cadde su tutti coloro che udivano la Parola…Allora Pietro prese a dire: Può alcuno vietare l’ac­qua perché non siano battezzati questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi stessi? E comandò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo”;20 e siccome che la Scrittura dice che “lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di Dio”,21 noi possiamo affermare che Cornelio e i suoi erano figliuoli di Dio ancora prima di essere battezzati in acqua ma nonostante ciò fu necessario che fossero battezzati per adem­piere ogni giustizia, perché il battesimo non è qualcosa di facoltativo ma un ordine a cui il credente deve ubbidire.

Se la nostra immersione nell’acqua ha raffigurato il nostro seppellimento con Cristo, il nostro salire fuori dall’acqua ha rappresentato la nostra risurrezione con Cristo (secondo che è scritto: “Essendo stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che ha risuscitato lui dai morti”)22 e il rivesti­mento dell’uomo nuovo “che è creato all’immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità”,23 secondo che è scritto: “Voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo”.24 Questo ‘uomo nuovo’ del quale ci siamo rivestiti e del quale dobbiamo essere del continuo rivesti­ti è la nuova condotta in Cristo, che il credente manifesta al mondo imitando Cristo, secondo che è scritto: “Vestitevi dunque, come eletti di Dio, santi ed amati, di tenera compassione, di benignità, di umiltà, di dolcezza, di longanimità…”.25

Gesù Cristo, quando morì, fu preso e posto in un sepolcro nuovo dove nessuno era ancora stato posto; egli fu seppellito lo stesso giorno in cui spirò e precisamente durante le tre ore che segui­rono la sua morte e questo lo possiamo affermare perché la Scrit­tura dice che egli morì verso l’ora nona (le tre del pomeriggio) e fu seppellito prima che cominciasse il sabato (quindi prima delle sei di sera). Come Gesù fu seppellito subito dopo essere morto, così anche quelli che si ravvedono e credono in Gesù Cristo dovrebbero essere battezzati subito. L’usanza di battezza­re chi si è ravveduto dai suoi peccati ed ha creduto nel Vangelo, solo dopo un periodo di insegnamento dottrinale che dura settima­ne e mesi non ha nessun fondamento nella Scrittura. Non sto dicendo che quelli che venivano battezzati dagli apostoli, non ricevevano prima un ammaestramento intorno al battesimo, ma soltanto che esso non durava né settimane e né mesi, come invece si vede purtroppo oggi. È necessario che chi ha creduto in Gesù Cristo confessi con la sua bocca di avere creduto nel Signore e di volergli ubbidire e di volersi far battezzare in acqua, ed è altresì necessario che chi lo deve battezzare si accerti che egli sia nato di nuovo e che lo ammaestri intorno al battesimo, ma l’am-maestramento non è affatto necessario che si prolunghi per giorni, settimane, mesi o addirittura anni.

Prendiamo l’esempio della conversione del carceriere di Filippi e della sua casa; è scritto che Paolo e Sila “annunziarono la Parola del Signore a lui e a tutti coloro che erano in casa sua. Ed egli presili in quell’istessa ora della notte, lavò loro le piaghe; e subito fu battezzato lui con tutti i suoi”;26 come potete vedere, Paolo e Sila non indugiarono giorni o mesi prima di battezzare quella famiglia che aveva creduto.

L’eunuco, dopo che Filippo l’Evangelista gli annunziò Gesù, (in quello stesso giorno mentre erano ambedue sul suo carro) giunto a una certa acqua disse a Filippo: “Ecco dell’acqua; che impedisce che io sia battezzato?”27 e Filippo gli rispose: “Se tu credi con tutto il cuore, è possibile. L’eunuco rispose: Io credo che Gesù Cristo è il Figliuol di Dio. E comandò che il carro si fermasse e discesero ambedue nell’acqua, Filippo e l’eunuco; e Filippo lo battezzò”.28

L’eunuco aveva creduto, certo da poco tempo, ma che importa? Egli aveva creduto con tutto il suo cuore che Gesù era il Figlio di Dio, e per avere domandato, alla vista di quell’acqua: “Che impedisce che io sia battezzato?”29 vuol dire che Filippo gli aveva parlato della necessità del battesimo. Filippo gli disse che se credeva con tutto il cuore era lecito che lui fosse battezzato subito e quindi non ritenne che ci fossero degli impedimenti. Ma che impedisce che un’anima dopo essersi sinceramente pentita dei suoi peccati e aver creduto nel Figlio di Dio venga battezzata subito? L’impedimento, io ho visto, lo mette l’uomo e questo è costituito da diverse ragioni che vengono abilmente camuffate. Le ragioni per le quali spesso chi si è veramente ravveduto ed ha creduto nel Signore con tutto il cuore, non viene battezzato subito, sono le più svariate, io ne citerò due che sono le più conosciute. Ci sono pastori che si vergognano di battezzare una persona sola davanti alla chiesa e quindi aspettano che si ag­giungano altre anime a quello che è solo; ci sono quelli che fanno aspettare mesi a chi vuole essere battezzato, fino a che non siano arrivate le stagioni calde e così poterlo battezzare nel fiume o nel lago. Io ritengo che queste ragioni non giustifi­cano affatto il differimento del battesimo. Ma vi è un’altra cosa da dire a riguardo del rito del battesimo ed è questa; oggi è uno spettacolo ed è diventato tale perché lo hanno fatto tale; la semplicità è rara vederla anche nel battesimo e questo perché quasi tutti vogliono le fotografie, le telecamere e quindi affinché tutto sia documentato con fotografie sul giornale della chiesa o su qualche album, tutto deve essere fatto nel modo e nel tempo stabiliti dagli uomini; quanta pomposità e quanta forma caratterizzano queste concorrenze tra le comunità e le rivalità tra i pastori di esse, e naturalmente chi è sincero di cuore e vuole essere battezzato subito non sa nulla di tutto ciò, ma a suo tempo verrà a scoprire queste cose vergognose che tanti cercano di coprire in tutte le maniere. Se chi ha creduto nel nostro Signore fosse battezzato subito come ai giorni degli apostoli, sono sicuro che si eviterebbero diverse cose sconve­nienti. È giusto che uno che ha creduto mangi del pane e beva del calice del Signore dopo essere battezzato in acqua, perché questo è confermato dalla Scrittura che dice: “Quelli dunque che accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone. Ed erano perseve­ranti nell’attendere all’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere”,30 ma vi ricordo che in quei giorni tra il momento in cui uno accettava la Parola e credeva e il suo battesimo in acqua, non passavano settimane o mesi, perché esso veniva compiuto subito e così chi aveva creduto era messo in grado di partecipare alla cena del Signore nello spazio di un breve tempo.

Oggi, purtroppo, il fatto che chi ha creduto e vuole essere battezzato deve aspettare settimane o mesi prima di mangiare il pane e di bere il calice del Signore, perché il pastore aspetta la stagione calda o che il numero dei neofiti sia secondo lui ‘sostanzioso’ (tutti motivi che non giustificano affatto la posticipazione del battesimo) fa nascere spesso un senso di inferiorità in colui che ha accettato la Parola e fa nascere anche dei pregiudizi in coloro che si attengono più ad un’usanza umana (che non ha fondamento scritturale) che alla Parola di Dio e di questo se ne vedono le conseguenze.


1 Rom. 6:1-4

2 Rom. 6:23

3 Rom. 7:11

4 Rom. 6:20

5 Rom. 8:3

6 Rom. 8:3,4

7 Ef. 2:15

8 1 Cor. 15:56

9 Rom. 5:19

10 Sal. 51:5

11 Rom. 5:19

12 Rom. 6:6

13 Col. 2:11

14 1 Piet. 3:21

15 Mar. 16:16

16 Atti 2:38

17 Atti 16:30

18 Atti 16:31

19 Atti 18:8

20 Atti 10:44,47,48

21 Rom. 8:16

22 Col. 2:12

23 Ef. 4:24

24 Gal. 3:27

25 Col. 3:12

26 Atti 16:32,33

27 Atti 8:36

28 Atti 8:37,38

29 Atti 8:36

30 Atti 2:41,42