Nel giorno di Cristo il fuoco farà la prova di quel che sia l’opera di ciascuno

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Paolo scrisse ai santi di Corinto: “Io, secondo la grazia di Dio che m’è stata data, come savio architetto, ho posto il fondamen­to; altri vi edifica sopra. Ma badi ciascuno com’egli vi edifica sopra; poiché nessuno può porre altro fondamento che quello già posto, cioè Cristo Gesù. Ora, se uno edifica su questo fondamento oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l’opera d’ognuno sarà manifestata, perché il giorno di Cristo la palese­rà; poiché quel giorno ha da apparire qual fuoco; e il fuoco farà la prova di quel che sia l’opera di ciascuno. Se l’opera che uno ha edificata sul fondamento sussiste, ei ne riceverà ricompensa; se l’opera sua sarà arsa, ei ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco”.1

Paolo, secondo quello che dice Luca, dopo essere stato ad Atene, venne a Corinto dove predicò il Cristo, e molti Corinzi, udendo­lo, credettero nel Vangelo e furono battezzati. Fu lui che li generò in Cristo Gesù mediante l’Evangelo, fu lui che come savio architetto pose il fondamento di quella casa spirituale che sorse in Corinto, ed il fondamento che lui pose fu Cristo Gesù, il Figlio di Dio. Paolo dimorò in Corinto un anno e sei mesi inse­gnando fra i santi di Corinto la Parola del Signore, dopodiché si dipartì da quella città. Mentre lui non era in Corinto, Apollo giunse in Acaia e la Scrittura dice che “giunto là, egli fu di grande aiuto a quelli che avevano creduto mediante la grazia”.2 Apollo, in Corinto predicò la Parola ai santi, infatti Paolo scrivendo ai Corinzi paragona la predicazione di Apollo all’an­naffiamento; egli scrisse loro: “Io ho piantato, Apollo ha annaf­fiato”.3

Ora, Paolo aveva posto il fondamento ed altri vi avevano edifica­to sopra, cioè altri avevano predicato ed insegnato in seno alla chiesa di Corinto, e lui a tale proposito disse: “Badi ciascuno come egli vi edifica sopra”,4 e questa esortazione è tutt’ora rivolta a tutti quelli che edificano sopra il fondamento che è Cristo Gesù.

I veri ministri di Cristo non predicano loro stessi, ma Cristo Gesù quale Signore, essi predicano la Buona Novella della pace esortando gli uomini a ravvedersi ed a credere nel Signore nostro Gesù Cristo per ottenere la remissione dei loro peccati. Essi quando predicano dove Cristo non è ancora stato annunziato, si studiano di porre come fondamento Cristo Gesù per poi edificarvi sopra; questa è la ragione per cui tutte le chiese dei santi si ergono sopra lo stesso fondamento, cioè sopra Cristo Gesù, la pietra angolare, eletta e preziosa per tutti noi che abbiamo creduto in Lui.

Quindi ogni chiesa di Dio ha come fondamento Cristo Gesù, e Paolo dice che “nessuno può porre altro fondamento che quello già posto, cioè Cristo Gesù”;5 questo significa che nessun ministro di Dio ha il diritto di togliere questo fondamento per mettercene un altro.

Se da un lato vediamo che nessun ministro del Vangelo che serve Dio con pura coscienza ardisce togliere il solido fondamento, dall’altro vediamo che molti lupi rapaci (figliuoli di maledizio­ne che predicano un Vangelo diverso da quello che abbiamo rice­vuto) cercano con la loro astuzia di togliere questo fondamento dalla vita dei credenti. Costoro, infatti, cercano di portare i discepoli del Signore lontano dal Signore e appresso a loro; diletti, guardatevi da costoro!

Veniamo ora ai ministri del Vangelo che non ardiscono porre un altro fondamento all’infuori di quello già posto, cioè Cristo Gesù, ma vi edificano sopra. Come voi ben sapete i ministri del Vangelo predicano Cristo crocifisso, la remissione dei peccati mediante la fede nel suo nome ed il battesimo in acqua nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, ma come potete ben vedere tra i ministri del Vangelo vi sono alcuni che, a riguardo di determinate cose, insegnano ai credenti cose diverse da quelle che insegnano altri sullo stesso soggetto. E a questo punto nasce inevitabile la domanda: ‘Chi ha ragione tra gli uni e gli altri?’ Chi è che sta edificando bene e chi è che sta edifi­cando male? Tutti non possono dire la verità perché quello che dicono è differente. Per potere dire chi sono tra loro quelli che stanno edificando paglia bisogna accertarsi e dimostrare con le Scritture che quello che insegnano è in netto contrasto con la Parola di Dio.

Vi faccio degli esempi con i quali vi mostro come alcuni si affaticano invano nell’insegnare certe cose ai credenti.

Per ciò che riguarda la dottrina del battesimo con lo Spirito Santo, alcuni che predicano Cristo ed insegnano la Parola di Dio (senza annullare minimamente la grazia di Dio perché predicano la Parola della fede), dicono che si viene battezzati con lo Spirito Santo quando si crede nel Signore, altri quando si viene battez­zati in acqua, altri, che quando si viene battezzati con lo Spirito Santo non si comincia a parlare in altra lingua; tutti costoro hanno in comune questo, insegnano ai credenti un battesi­mo con lo Spirito Santo senza il relativo e consequenziale parla­re in altra lingua; ora, in questo, costoro insegnano il falso perché le Scritture attestano in maniera inequivocabile (e i fatti lo dimostrano pienamente), che quando si viene battezzati con lo Spirito Santo (si può dire pure: ‘Quando si viene riempiti di Spirito Santo’, o: ‘Quando si riceve lo Spirito Santo’) si comincia a parlare in altra lingua secondo che lo Spirito dà di esprimersi. Le Scritture che attestano questo sono le seguenti:

– “E tutti furono ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi”;6

– “Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo cadde su tutti coloro che udivano la Parola. E tutti i credenti circoncisi che erano venuti con Pietro, rimasero stupiti che il dono dello Spirito Santo fosse sparso anche sui Gentili; poiché li udivano parlare in altre lingue, e magnificare Iddio”;7

– “Furono battezzati nel nome del Signore Gesù; e dopo che Paolo ebbe imposto loro le mani, lo Spirito Santo scese su loro, e parlavano in altre lingue, e profetizzavano”.8

Allora; che diremo di questi nostri fratelli che predicano Cristo e la salvezza mediante la fede in Cristo? Diremo che per quanto riguarda il battesimo con lo Spirito Santo stanno edificando paglia sul fondamento, paglia che poi nel giorno di Cristo sarà arsa e la loro fatica risulterà vana.

Ma il fatto è che anche tra coloro che predicano la Parola della fede ed insegnano che quando si viene battezzati con lo Spirito Santo si comincia a parlare in altra lingua vengono insegnate da alcuni delle cose su una stessa dottrina che non si possono conciliare con quelle che altri insegnano sulla stessa dottrina, ed alcune volte bisogna dire che sono delle opinioni personali che annullano persino la Parola di Dio.

Alcuni dicono che il comandamento del velo era solo per le donne della chiesa di Corinto e vanno in giro a dire questo per le chiese; dicono le loro ragioni che sono le più svariate ed assur­de e molti gli credono perché pensano che siccome che essi sono conosciuti e predicano a tante persone devono avere per forza di cose ragione. Vi dico che costoro a tale riguardo stanno edifi­cando della paglia sul fondamento e tutta la loro fatica per dire queste loro ragioni verrà vanificata dal fuoco di Dio che brucerà codesta paglia. Questo loro insegnamento non ha nessun valore; non è qualcosa di prezioso che vale la pena edificare, e questo perché la Scrittura dice: “La donna deve, a motivo degli angeli, avere sul capo un segno dell’autorità da cui dipende”9 (quando prega o profetizza), quindi siccome che l’autorità da cui dipende ogni donna rimane ancora l’uomo, siccome che gli angeli a guarda­re l’assemblea dei fedeli in Cristo non c’erano solo allora e solo a Corinto, la donna deve anche oggi velarsi il capo quando prega o profetizza per non disonorare il suo capo. Il fatto che l’ordine del velo sia scritto solo in una delle tante epistole di Paolo non annulla affatto questo ordine perché da ciò che Paolo dice nella stessa epistola egli ordinava alla donna di velarsi il capo anche nelle altre chiese; egli, a proposito di alcune altre cose scritte solo ai Corinzi disse: “E così ordino in tutte le chiese”,10 quindi il fatto che quelle cose furono scritte solo ai Corinzi non significa affatto che egli le insegnava solo ai Corinzi. E poi lui stesso disse a proposito del velo: “Se poi ad alcuno piace d’essere contenzioso, noi non abbiamo tale usanza; e neppure le chiese di Dio”,11 quindi questa buona usanza l’avevano pure tutte le altre chiese di Dio d’allora e non solo quella di Corinto! Lo ripeto: qualsiasi insegnamento che annulla l’ordine alla donna di velarsi il capo è paglia, perciò non vi mettete ad edificarla per non averne il danno pure voi in quel giorno.

Alcuni dicono che l’ordine di Pietro relativo all’adornamento delle donne scritto nella sua prima epistola, che è il seguente: “Il vostro ornamento non sia l’esteriore che consiste nell’in­trecciatura dei capelli, nel mettersi attorno dei gioielli d’oro, nell’indossare vesti sontuose, ma l’essere occulto del cuore fregiato dell’ornamento incorruttibile dello spirito benigno e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran prezzo”,12 è rivolto solo a quelle donne credenti sposate che hanno i mariti non ancora credenti, le quali non devono vestirsi in quella maniera per guadagnarli a Cristo! Questa è paglia che alcuni che non tagliano rettamente la Parola di verità stanno edificando sul fondamento; perché costoro prendono la citazione di Pietro: “Parimente voi, mogli, siate soggette ai vostri mariti, affinché, se anche ve ne sono che non ubbidiscono alla Parola, siano guadagnati senza parola dalla condotta delle loro mogli, quand’avranno considerata la vostra condotta casta e rispettosa”13 per sostenere la loro vana dottrina (e poi Pietro ha detto: “Se anche ve ne sono che non ubbidiscono alla parola”,14 quindi il comando è sia per mogli di mariti credenti che per le mogli di mariti non credenti); ma dimenticano che più avanti Pietro dice: “E così infatti si ador­navano una volta le sante donne speranti in Dio, stando soggette ai loro mariti, come Sara che ubbidiva ad Abramo, chiamandolo Signore”.15 Ora, non mi pare proprio che Sara avesse un marito non credente che non ubbidiva alla Parola e che lei non si vestiva di vesti sontuose, e non si intrecciava i capelli e non si metteva gioielli addosso per guadagnarlo! Io so che Sara non si vestiva come le donne corrotte perché era una santa donna che temeva Dio e sperava in Dio e che era sposata ad un uomo che credeva in Dio e temeva Dio veramente (quando fu provato da Dio, offerse il suo unico figliuolo Isacco).

Diletti, non vi mettete ad edificare la paglia di costoro; l’or­dine di Pietro relativo all’adornamento delle donne è confermato da Paolo ed è rivolto a tutte le donne che sono in Cristo, siano esse nubili, maritate a credenti o ad increduli, e vedove.

Anche quelli che insegnano che il pastore è anche profeta perché parla delle cose a venire che sono scritte nella Parola di Dio, edificano paglia.

Anche quelli che insegnano che chi parla in altra lingua, parla agli uomini un linguaggio di edificazione di consolazione e di esortazione, quando la chiesa è radunata, ma parla a Dio quando invece è da solo, edificano paglia perché Paolo non ha fatto questa distinzione e non vi è traccia di essa nella Scrittura. Lui ha detto: “Chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio; poiché nessuno l’intende, ma in ispirito proferisce misteri”,16 quindi anche quando la chiesa è radunata chi parla in altra lingua parla a Dio e non solo quando prega da solo. Questo significa che anche l’interpretazione corrisponde ad un parlare rivolto a Dio (una preghiera, una lode, un ringraziamento fatto a Dio) e non può essere un parlare diretto agli uomini perché non cambia direzione quando la chiesa è radunata.

Ho voluto farvi questi esempi per farvi capire che tutto ciò che non corrisponde a verità è paglia che uno edifica sul fondamento e che in quel giorno sarà arsa e chi l’avrà edificata ne avrà il danno.

Il Signore in quel giorno separerà ciò che di prezioso ciascuno ha edificato da ciò che è ignobile e questo lo farà mediante il fuoco; sussisterà solo ciò che è prezioso perché ciò che non vale nulla sarà bruciato. Chi edifica oro, argento e pietre di valore, quando il fuoco farà la prova della sua opera non ne soffrirà danno perché ciò che egli ha edificato sussisterà e la sua fatica impiegata nella costruzione di questo materiale sarà ricompensa­ta; chi invece ha edificato legno, fieno, e paglia, vedrà il legno, il fieno e la paglia dissolversi al loro impatto col fuoco e la fatica da lui impiegata per edificarli non sarà affatto ricompensata ma risulterà vana. Paolo scrisse: “Ne avrà il danno”17 perché egli perderà la ricompensa per il suo lavoro svolto (nell’edificare il legno, il fieno e la paglia), ma non è che egli sarà gettato nel fuoco eterno, affatto, perché Paolo dice: “Ma egli sarà salvato, per modo però, che sarà come per fuoco”,18 quindi saranno il legno, il fieno e la paglia che andranno perdu­ti e non i fratelli che li hanno edificati o per mancanza di conoscenza o perché non tagliavano rettamente la parola di veri­tà. Badate che queste parole di Paolo non sono affatto un inco­raggiamento ad edificare legno, fieno e paglia sopra il fondamen­to, anzi ci incutono un santo timore di Dio perché ci fanno sorgere la domanda: ‘Che cosa sto edificando? Sto edificando oro, argento e pietre di valore, o legno, fieno e paglia? Ritengo che ciascuno di noi che insegna la Parola debba esaminare accurata­mente quello che insegna agli altri per accertarsi di stare edificando cose di valore sul fondamento, cose che sussisteranno in perpetuo e per le quali si ottiene una ricompensa. Non voler insegnare qualcosa di scritturale solo perché non lo insegnano in molti o solo perché si diventerebbe ‘impopolari’ o nemici di qualcuno in seno alla fratellanza significa ingannare sè stessi; anche preferire di insegnare qualcosa di non scritturale per piacere alla maggioranza significa ingannare se stessi perché poi in quel giorno chi ne subirà il danno sarà chi ha insegnato quelle cose. Io so che in quel giorno il legno, il fieno e la paglia non diventeranno oro, argento e pietre di valore, perché essi sono quelli che sono e saranno arsi, quindi badiamo a noi stessi per non affaticarci invano. Tenete presente che la ricom­pensa che otterremo dal Signore per la nostra propria fatica non vana la si conserverà per l’eternità, quindi ci dobbiamo preoccu­pare di edificare solo cose di valore, per non vedere parte delle nostre fatiche vanificate dal fuoco di Dio.

Ma non vi saranno solo insegnamenti errati bruciati in quel giorno, ma anche giudizi sbagliati dati secondo l’apparenza o per sentito dire; facezie, buffonerie, e ogni cosa disonesta, ed ogni opera inutile compiuta. Vedete fratelli, noi quando parliamo o quando compiamo un opera in una certa misura ci affatichiamo perché il nostro corpo compie degli sforzi, ma noi dobbiamo badare a tutta la nostra condotta perché di essa dovremo rendere conto a Dio in quel giorno; ricordatevi che sarà premiata la fatica impiegata a fare e a dire ciò che è giusto nel cospetto di Dio e non la fatica a fare e a dire il male o la menzogna. Non può essere altrimenti: ma pensate che Dio ricompenserà la fatica che viene impiegata per insegnare qualcosa che non s’attiene alla sana dottrina, o per fare un torto a qualcuno, o per raccontare le barzellette al suo popolo, o per andare a divertirsi? Affatto, perché Egli è giusto. E poi, se fosse così saremmo tutti incorag­giati a prendere alla leggera l’impegno sacro che ci siamo presi nel seguire il Signore, ed a non badare a noi stessi.

Sulla terra, gli uomini premiano altri uomini per tante cose inutili e perverse che dicono; gli arroganti, i perversi, le meretrici, gli ingiusti vengono premiati con trofei, con soldi, con ricchezze per le loro opere inique, come se avessero fatto delle opere giuste, ma di questo non bisogna meravigliarsi come se avvenisse qualcosa di strano perché Salomone disse migliaia di anni fa: “V’è una vanità che avviene sulla terra..vi sono degli empi i quali sono trattati come se avessero fatto l’opera dei giusti”;19 ora, questo è quello che avviene sulla terra, ma in quel giorno, il male compiuto, non importa da chi, non verrà affatto premiato perché per le opere vane, ingiuste e bugiarde chi le ha commesse verrà retribuito da Dio come merita; certamente, Dio non loderà nessuno dei suoi figliuoli per avere fatto o detto qualco­sa di inutile o di iniquo.

Vediamo ora che cosa rappresentano l’oro, l’argento e le pietre di valore di cui Paolo ha parlato.

Innanzi tutto bisogna dire che Paolo usa questo termine di para­gone perché esso ci mostra come egli si riferisca a delle cose che hanno valore. Ma che cosa ha valore agli occhi di Dio? Ogni insegnamento sano e ogni parola benevola che conferiscono grazia al prossimo che li ascolta costituisce qualcosa di prezioso che il credente edifica sul fondamento e per cui sarà ricompensato in quel giorno. Nei salmi è scritto: “Le parole dell’Eterno sono parole pure, sono argento affinato in un crogiolo di terra, purificato sette volte”;20 quindi, siccome che la Parola di Dio è argento puro, chi si serve di essa per edificare la chiesa di Dio (insegnandola, trasmettendola per incoraggiare i deboli e consolare gli abbattuti, proclamandola per ammonire i disordina­ti), in quel giorno sarà ricompensato per averla posta sul fonda­mento. Dio ha dato a noi il materiale giusto da porre sul fonda­mento, prendiamolo ed edifichiamolo sul fondamento per il bene nostro e della chiesa di Dio.

Anche le opere buone fatte in verso qualcuno e le elemosine fatte in segreto sono cose preziose e la fatica per porle sul fondamen­to sarà ricompensata perché è scritto che “chi semina giustizia ha una ricompensa sicura”;21 sì, fratelli, le fatiche del nostro amore saranno ricompensate in quel giorno; questo pensiero ci consola e ci riempie di allegrezza in mezzo a questo mondo pieno di ingiustizia e di ipocrisia.

Paolo ha detto: “poiché dobbiamo tutti comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte quand’era nel corpo, secondo quel che avrà operato, o bene, o male”.22 Fratelli, tutti noi un giorno compari­remo davanti al tribunale di Cristo, ci passeremo tutti da questo tribunale perché ciascuno di noi deve ricevere la retribuzione di tutto quello che avrà fatto in parola o in opera mentre abitava nel corpo, perciò affatichiamoci nell’opera di Dio onestamente e sinceramente, non facendo nulla per spirito di parte o per vana­gloria, perché in quel giorno saranno manifestati pure i consigli dei nostri cuori, perciò pure i veri motivi per cui parlavamo ed agivamo in una determinata maniera anzichè in un altra.

Che avverrà allora in quel giorno? Avverrà che tante classifiche fatte sulla terra dagli uomini saranno sconvolte perché molti primi saranno ultimi e molti ultimi saranno primi e tutti vedran­no quello che ciascuno di noi avrà edificato sul fondamento. Nessun riguardo personale sarà mostrato in verso nessuno, quello che noi abbiamo edificato verrà messo alla prova dal fuoco; la vanità sarà bruciata, la verità premiata; quelli che si abbassano saranno innalzati, ma quelli che si innalzano saranno abbassati; io sono persuaso che noi in quel giorno assisteremo a delle scene mai immaginate, proprio perché sulla terra si tende a guardare l’apparenza e a giudicare secondo l’apparenza o per sentito dire; mentre lassù nel cielo non vi sarà nessun giudizio dato secondo l’apparenza.

Una persona benché viva assieme ad un’altra persona e la veda di frequente la conosce sempre in minima parte mentre Dio la conosce appieno e può quindi giudicarla con giustizia perché conosce tutte le sue opere e tutte le parole che quella persona dice nel corso della sua vita. Questa è la ragione per cui è meglio aspet­tare che le classifiche siano fatte da Dio in quel giorno e per cui non ci dobbiamo fidare di quelle che l’uomo fa appoggiandosi sul suo discernimento o sull’apparenza. Sarà in quel giorno che si verranno a conoscere tante e tante male azioni, tante ipocri­sie, tante falsità, tante menzogne perpetrate in seno alla fra­tellanza ma abilmente coperte per la paura di essere scoperti e di essere resi confusi; sarà in quel giorno che si verranno a conoscere tante e tante buone parole e tante e tante buone opere dette e compiute in segreto, lontano dagli sguardi indiscreti degli altri, per non essere visti dagli uomini e per non cercare la gloria che viene dagli uomini. Diletti, tutto quello che noi facciamo sarà manifesto in quel giorno, perché Paolo dice che il Signore “metterà in luce le cose occulte delle tenebre”,23 sia esse preziose che senza valore; nessuno di noi potrà tenere più nasco­sto alcunchè perché Dio manifesterà di noi tutto e davanti a tutti. Questo ci deve indurre a santificarci a fatti ed in verità e non a parole ogni giorno che passa; questo ci deve scoraggiare a fare ed a dire qualsiasi cosa di storto e di inutile, ma ci deve pure incoraggiare a fare e a dire quante più possibili cose buone mentre siamo in questo corpo. Viene il giorno che ci dovre­mo dipartire da questo corpo, ed allora non potremo più fare o dire nulla di buono sulla terra in vista della ricompensa finale; è mentre siamo in vita che Dio ci comanda di fare il bene e di attenerci alla verità quando parliamo. Facciamo ciò che egli ci comanda, con zelo, cercando sempre di vie più progredire e di abbondare nell’opera del Signore. La ricompensa per certo ci sarà, e non ci sfuggirà se perseveriamo sino alla fine nella fede e nelle opere di Cristo. A Colui che un giorno retribuirà ciascu­no di noi secondo la sua eccelsa giustizia sia la gloria in eterno. Amen.


1 1Cor. 3:10-15

2 Atti 18:27

3 1Cor. 3:6

4 1Cor. 3:11

5 1Cor. 3:11

6 Atti 2:4

7 Atti 10:44-46

8 Atti 19:5,6

9 1Cor. 11:10

10 1Cor. 7:17

11 1Cor. 11:16

12 1Piet. 3:3,4

13 1Piet. 3:1,2

14 1Piet. 3:1

15 1Piet. 3:5,6

16 1Cor. 14:2

17 1Cor. 3:15

18 1Cor. 3:15 (v.Diodati)

19 Ecc. 8:14

20 Sal. 12:6

21 Prov. 11:18

22 2Cor. 5:10

23 1Cor. 4:5