L’amore del denaro è radice d’ogni sorta di mali e la superbia della vita non è dal Padre ma è dal mondo

Insegnamenti ed Esortazioni – Indice > Guardatevi da quelli che predicano il messaggio della prosperità > L’amore del denaro è radice d’ogni sorta di mali e la superbia della vita non è dal Padre ma è dal mondo

Paolo ha detto: “Or la pietà con animo contento del proprio stato è un gran guadagno; poiché non abbiamo portato nulla nel mondo, perché non ne possiamo neanche portare via nulla; ma avendo di che nutrirci e di che coprirci saremo di questo contenti. Ma quelli che vogliono arricchire cadono in tentazione, in laccio, e in molte insensate e funeste concupiscenze, che affondano gli uomini nella distruzione e nella perdizione. Poiché l’amore del denaro è radice d’ogni sorta di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono trafitti di molti dolori”.1

Fratelli, noi non abbiamo portato nulla in questo mondo; ritengo che questa è una di quelle cose a cui si debba pensare molto più spesso. Giobbe disse un giorno: “Nudo sono uscito dal seno di mia madre..”,2 e questo è quello che ciascuno di noi deve ricordare e dire. Nessuno di noi può dire di avere portato qualcosa in questo mondo per cui, quando morirà, se la dovrà riportare con sè. Nessuno di noi potrà portare via niente di quello che possiede, quando morirà, ma dovrà lasciare tutto, e dico tutto, su questa terra; non importa se poco o tanto, ciascuno di noi dovrà lascia­re tutto in questo mondo.

Ora, mentre noi viviamo su questa terra siamo messi alla prova da Dio ad ogni istante; sappiamo che dobbiamo essere contenti delle cose che abbiamo perché è scritto: “Siate contenti delle cose che avete”,3 ma siamo tentati a non essere contenti delle cose che abbiamo, perché vediamo attorno a noi una moltitudine di persone che non è mai contenta delle cose che possiede. Gli uomini vo­gliono impossessarsi, non importa a quale costo, di più soldi possibili e di più beni materiali possibili. Nel vedere così tante persone insoddisfatte di quello che possiedono, siamo tentati anche noi a non essere contenti dello stato in cui ci troviamo. Che dobbiamo fare allora? Dobbiamo sottometterci a Dio e resistere al diavolo per non cadere in tentazione.

Paolo ha detto che la pietà con animo contento del proprio stato è un gran guadagno; ciò significa che chi esercita la pietà con il cuore contento delle cose che ha, guadagna molto. Vorrei farvi notare che l’apostolo Paolo ha definito guadagno anche il morire di un credente, infatti disse ai Filippesi: “Per me il vivere è Cristo e il morire guadagno”.4 Ora, noi sappiamo che il credente che persevera fino alla fine nella fede e muore nel Signore non perde assolutamente nulla, ma guadagna l’anima sua perché Gesù ha detto: “Con la vostra perseveranza guadagnerete le anime vostre”;5 quindi non vi è nessuno che sia morto nel Signore e abbia perduto l’anima sua o che si sia pentito di avere perseverato fino alla fine; ma possiamo altresì dire che non vi è nessuno che eserciti la pietà con animo contento del proprio stato che possa dire di perdere qualcosa o che un giorno si pentirà di essere rimasto contento delle cose che aveva e di non avere voluto arricchire, appunto perché pure la pietà con animo contento delle cose che si hanno procura un gran guadagno a chi la esercita.

Ma noi sappiamo pure che a lato della via maestra nella quale siamo c’è una strada storta dove camminano coloro che hanno smesso di essere contenti delle cose che avevano. Essa è accessi­bile a tutti; non ci vuole molto per inoltrarsi per essa perché è veramente a portata di mano di tutti. Camminando in questa strada si diventa ricchi materialmente. Vale la pena mettersi a cammina­re per essa? Affatto, perché essa porta alla distruzione ed alla perdizione coloro che la prendono, in altre parole chi la prende perde l’anima sua. Considerate dove sono coloro che sono morti dopo essersi inoltrati per questa strada (essi sono nell’Ades, tormentati nelle fiamme, assieme a quel ricco che Gesù disse “vestiva porpora e bisso ed ogni giorno godeva splendidamente”;6 stridono del continuo i loro denti e piangono del continuo), e capirete come non valga assolutamente la pena volere arricchire in questo mondo.

Gesù disse un giorno ai ricchi: “Guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione”,7 ed ai suoi discepoli: “Figliuoli, quant’è malagevole a coloro che si confidano nelle ricchezze entrare nel regno di Dio! È più facile a un cammello passare per la cruna di un ago che ad un ricco entrare nel regno di Dio”;8 ora, noi sappiamo che queste parole non sono rivolte solo a quegli uomini ricchi che non vogliono ravvedersi e non vogliono credere in Cristo, ma anche a coloro che dopo avere creduto hanno voluto arricchire e si sono sviati dalla fede. In base a che cosa diciamo questo? In base a queste parole di Paolo a Timoteo: “Ma quelli che vogliono arricchire cadono in tentazione, in laccio ed in molte insensate e funeste concupiscenze che affondano gli uomini nella distruzione e nella perdizione”;9 ma che pensate? Che un credente che vuole arricchire materialmente possa restare in piedi? Che un credente che vuole arricchire possa rimanere nella fede? Diletti, non illudetevi, e non vi fate sedurre da coloro che vi vogliono persuadere a credere che si può volere diventare ricchi e nello stesso tempo restare saldi nella fede. Oggi, alcuni uomini corrotti ti dicono come puoi essere cristiano e fare più soldi; io invece ti dico come puoi andare in perdizione se decidi di volere fare soldi sulla terra. Se Paolo ha detto che l’amore del denaro è radice d’ogni sorta di mali e che alcuni che vi si sono dati si sono sviati dalla fede voi ci dovete credere; non mettetevi a pensare che l’amore per il denaro sia salutare e proficuo, perché questa è una menzogna generata dal diavolo. La Scrittura dice: “Non siate amanti del denaro”;10 quindi chi comin­cia ad amarlo si rende colpevole e viene retribuito dal suo vano modo di vivere con la morte, ma anche con l’illusione perché si ritroverà nel fuoco eterno assieme a quelli che lo hanno illuso.

Veniamo al denaro. Ma perché il denaro è amato da molti? perché esso riesce a farsi amare dai mortali? Rispondiamo a queste domande con la sacra Scrittura. Ora, noi viviamo su questa terra dove è necessario possedere del denaro per comprare le cose di cui abbiamo bisogno per vivere. Non possiamo non usare il denaro o dire di non averne bisogno; ma nello stesso tempo non lo dob­biamo amare per il bene dell’anima nostra. È chiaro che più soldi uno possiede e più beni materiali può comprare perché “il denaro risponde a tutto”.11 Ma il fatto è che il denaro oltre che a dare la possibilità di comprare tante cose, fa sentire più sicuro chi ne ha molto; voglio dire con questo che il diavolo riesce a sedurre le persone facendogli credere che la loro sicurezza nella vita dipende dal denaro, il che noi sappiamo che non è vero, perché non si è sicuri nelle mani del denaro ma nelle mani di Dio. Fuori dalle mani di Dio non c’è sicurezza alcuna, ma solo angoscia, paure, guai, e disperazione. “La sazietà del ricco non lo lascia dormire”,12 dice Salomone; quindi non pensate che diven­tando ricchi vi mettereste al sicuro e comincereste a fare una vita tranquilla, perché ciò non è vero. Voi perderete anche il sonno e non solo l’anima vostra, se vi mettete a servire il denaro. Pensate di scampare anche volendovi arricchire? Vi illu­dete, perché è scritto: “Chi ha fretta d’arricchire non rimarrà impunito”.13

Paolo ha definito l’amore del denaro ‘radice d’ogni sorta di mali’; considerate questa definizione di Paolo e poneteci mente, al fine di capire che cosa c’è alla radice di tutti i mali che avvengono sulla terra. Esaminando molte male azioni e molte ingiustizie che vengono perpetrate sulla terra non si può non riconoscere che alla loro origine c’è proprio l’amore del denaro. Considerate dunque quanto malefico sia l’amore del denaro! Ma perché l’amore del denaro porta ad agire male? perché chi comin­cia ad amare il denaro cessa di volere fare parte agli altri dei suoi beni, perché non pensa ad altro che ad accumulare più soldi possibili e non ci pensa affatto a dare dei suoi soldi ai poveri o a quelli che sono nel bisogno. Per lui diventa controproducente dare i suoi soldi ai poveri perché ritiene il fare elemosine una perdita di denaro: per lui diventa controproducente pure prestare denaro senza interesse perché ciò và contro i suoi interessi personali. Ma oltre a ciò comincia a studiare le maniere per fare più soldi possibili e voi dovete sapere che tutte le vie che un avaro segue per guadagnare soldi gli impediscono di adempiere la volontà di Dio sulla terra. E difatti, quando trova il tempo per pregare, per leggere la Parola di Dio, per radunarsi con i fratelli, per compiere opere buone, per visitare gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni, chi ama il denaro? Lui non può dedicare il tempo a fare la volontà di Dio perché lo deve spende­re o per lavorare oltre ogni limite o per trovare la maniera per estorcere il denaro al suo prossimo. In altre parole la Parola di Dio non può portare più frutto nella vita di un credente che comincia ad amare il denaro perché è scritto: “Le cure mondane e l’inganno delle ricchezze affogano la Parola, e così riesce infruttuosa”.14 Giovanni dice che “questo è l’amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti”,15 ma dice anche che “se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui”;16 queste sue parole confer­mano pienamente le parole di Cristo perché mostrano che se un credente si mette ad amare il denaro smette di osservare i coman­damenti di Dio. E se smette di osservare i comandamenti di Dio come può continuare a dimorare l’amore di Dio nel suo cuore? come può continuare egli stesso a dimorare in Dio?

Questa è la ragione per cui ci è comandato di non amare il dena­ro; non di non usarlo, ma di non amarlo, il che è differente. Noi credenti in Cristo che siamo stati risuscitati con Cristo e fatti sedere con Cristo nei luoghi celesti non dobbiamo avere l’animo alle cose della terra ma a quelle di sopra dove Cristo è seduto alla destra di Dio, e quindi non dobbiamo volere arricchire materialmente, perché questo significherebbe volersi fare dei tesori sulla terra. Considerando che sulla terra la tignola e la ruggine consumano e i ladri sconficcano e rubano, ed anche che la terra e le opere che sono in essa un giorno saranno arse, non vale proprio la pena volere arricchire in questo mondo.

La sapienza dice: “Non t’affannare per diventare ricco, smetti dall’applicarvi la tua intelligenza. Vuoi tu fissare lo sguardo su ciò che scompare? Giacchè la ricchezza si fa delle ali, come l’aquila che vola verso il cielo”;17 come potete vedere, la Scrit­tura ci esorta in svariate maniere a guardarci dal volere arric­chire, quindi faremo bene ad ascoltare il consiglio di Dio e non quello di alcuni predicatori che con il loro modo di parlare non fanno altro che fare nascere nel cuore di molti il desiderio di volere arricchire.

Per ciò che concerne il tipo di case che noi dobbiamo volere abitare, il tipo di vestiti da volere indossare, il tipo di mac­chine da volere guidare, questi predicatori dicono che come figli di re dobbiamo avere le cose migliori (che sono le più costose) che ci sono sulla terra. Questo equivale a dire che noi ci dob­biamo fare attirare dalle cose alte, e non da quelle umili, e questo è in netto contrasto con la Parola di Dio che dice chiara­mente: “Non abbiate l’animo alle cose alte, ma lasciatevi attira­re dalle umili”,18 quindi questi predicatori non si attengono alla sana dottrina ma solo a delle profane ciance. Se noi dovessimo vivere come dicono loro cesseremmo di mostrare la nostra mansue­tudine agli uomini e cesseremmo pure di cercare l’umiltà, e cominceremmo invece a mostrare la nostra superbia e la nostra alterigia come fanno già loro con la loro condotta e con il loro modo di parlare. Che faremo dunque? Ci metteremo a vivere ed a parlare come fanno questi uomini corrotti di mente che si sono sviati dalla semplicità e dalla purità rispetto a Cristo per camminare secondo la caparbietà del loro cuore? Così non sia. Noi abbiamo in Gesù il perfetto esempio di fede, nella sue parole ed in quelle degli apostoli una guida infallibile, e non sentiamo e non vediamo il bisogno di seguire le parole dolci ed ingannatrici di costoro ed il loro cattivo esempio. Quello che vediamo invece è il danno che stanno producendo questi guastatori nella vigna di Dio; molte comunità sono in preda ad un desiderio di volere diventare molto ricche; ma non ricche spiritualmente ma material­mente. Sono alla ricerca di prestigio nella società moderna; come se i credenti in questa generazione dovessero mettersi a cercare il favore di questo mondo malvagio e non più quello di Dio. I credenti che hanno dato retta a questi cianciatori si sono cor­rotti, alcuni sono diventati tiepidi, altri freddi, nessuno di loro si vuole umiliare perché tutti vogliono in un modo o nell’altro farsi vedere. Vogliono attrarre l’attenzione del mondo su di loro e ci riescono perché sono eccentrici ed arroganti ma non possono più attirare l’attenzione delle tenebre verso la luce, perché la luce che era in loro si è spenta; costoro non possono splendere come dei luminari in questo mondo di tenebre perché rifiutano di umiliarsi davanti a Dio.

Certo, l’attenzione del mondo quelli che predicano questo messag­gio sono riusciti ad averla perché hanno cominciato ad operare scandali uno dopo l’altro ed il mondo si è cominciato ad interes­sare delle loro vicende ed a metterle sui giornali scandalistici. La vita di questi che predicano ‘il Vangelo della prosperità’ è una vita piena di male azioni che non fanno altro che fare biasi­mare la dottrina di Dio.

E poi dicono di volere vivere come dei figli di re! Ma se essi volessero veramente vivere come figli del Re dei re, si studierebbero di vivere come ha vissuto Il Figlio del Re dei re nei giorni della sua carne. Gesù è il primogenito tra molti fratelli, e noi figliuoli di Dio dobbiamo studiarci di imitare Gesù. Quindi, se Colui che era presso il Padre suo, nella gloria, avanti la fondazione del mondo, ha deciso di umiliarsi e di condurre un tipo di vita umile durante i giorni della sua carne, chi sono costoro che vengono dalla terra come noi, per cominciare a suggerire agli altri di vivere da superbi? Certamen­te dei presuntuosi.


1 1 Tim. 6:6-10

2 Giob. 1:21

3 Ebr. 13:5

4 Fil. 1:21

5 Luca 21:19

6 Luca 16:19

7 Luca 6:24

8 Mar. 10:24,25

9 1 Tim. 6:9

10 Ebr. 13:5

11 Ecc. 10:19

12 Ecc. 5:12

13 Prov. 28:20

14 Matt. 13:22

15 1 Giov. 5:3

16 1 Giov. 2:15

17 Prov. 23:4,5

18 Rom. 12:16