Insegnamenti ed Esortazioni – Indice > I doni di ministerio
È scritto: “V’è un corpo unico ed un unico Spirito, come pure siete stati chiamati ad un’unica speranza, quella della vostra vocazione. V’è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un Dio unico e Padre di tutti, che è sopra tutti, fra tutti ed in tutti”;1 fratelli nel Signore, voi siete membri del corpo di Cristo, ne siete membri da che avete creduto nel nome del Figliuolo di Dio perché essendovi uniti al Signore mediante la vostra fede siete divenuti un solo spirito con lui.
Noi tutti che abbiamo creduto nel Signore, formiamo un unico corpo, abbiamo una unica speranza, quella della gloria, alla quale Dio ci ha chiamati; abbiamo una stessa fede; abbiamo uno stesso Spirito, quello d’adozione per il quale gridiamo: Abba! Padre!; abbiamo ricevuto un medesimo battesimo, quello ministrato per immersione nell’acqua nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo; abbiamo un unico Signore, Gesù Cristo, che Dio ha risuscitato dai morti; ed abbiamo un unico Padre, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Nessuno di noi ha di che gloriarsi dinanzi a Dio, perché siamo stati salvati tutti per la grazia di Dio, e non in virtù di opere buone che avessimo fatte; “ma a ciascun di noi la grazia è stata data secondo la misura del dono largito da Cristo”,2 ciò significa che ciascuno di noi ha il suo proprio dono da Dio e di conseguenza, siccome abbiamo dei doni differenti l’uno dall’altro, non tutti adempiamo il medesimo servizio nella casa di Dio.
È scritto: “Ed è lui che ha dato gli uni, come apostoli; gli altri, come profeti; gli altri, come evangelisti; gli altri, come pastori e dottori, per il perfezionamento de’santi, per l’opera del ministerio, per la edificazione del corpo di Cristo, finchè tutti siamo arrivati all’unità della fede e della piena conoscenza del Figliuol di Dio, allo stato d’uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più dei bambini, sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore; ma che, seguitando verità in carità, noi cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo”.3 Cominciando a parlare dei doni di ministerio, bisogna dire che “vi è diversità di ministeri, ma non v’è che un medesimo Signore”,4 quindi i ministeri che Dio ha costituito nella sua chiesa sono diversi l’uno dall’altro, ma benché sono diversi per ciò che concerne la loro funzione, sono conferiti dallo stesso Signore a coloro che sono chiamati da Dio al ministerio. I ministri di Dio sanno di avere ricevuto dal Signore dei doni differenti e riconoscono pure che a ciascuno di loro la grazia è stata data secondo la misura del dono largito da Cristo. Come potete vedere è chiamata ‘la misura del dono largito da Cristo’, e questo perché ogni dono di ministerio è dato da Cristo Gesù secondo che è scritto: “Egli…ha fatto dei doni agli uomini”;5 i doni di ministerio discendono pure essi dall’alto perché è scritto: “Ogni donazione buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto”.6 Una scuola biblica non può conferire un ministerio perché è Dio colui che opera in noi il volere e l’operare secondo la sua benevolenza, e perché è Lui stesso che stabilisce un credente in un determinato ufficio e non gli uomini. Ascolta, fratello: ‘Se tu hai ricevuto un dono di ministerio dal Signore, gli altri fratelli non potranno non riconoscerne l’autenticità e non potranno non riconoscere che Dio ha operato in te per stabilirti suo ministro in quell’ufficio particolare; chi lo riconoscerà ti potrà incoraggiare a proseguire per quella via nella quale tu sei, potrà darti dei buoni consigli che farai bene a seguire (se conformi alla volontà di Dio verso te); potrai pure apprendere degli insegnamenti sani da un altro ministro di Dio, ma rimane il fatto che chi opera dentro un uomo per renderlo compiuto in ogni bene, onde adempia un ministerio è Dio. L’istruzione di una scuola biblica non è affatto indispensabile e vi esorto a non considerarla tale; chi reputa iscriversi ad una scuola biblica cosa indispensabile per ricevere un ministerio da Dio e per adempierlo non è sano nella fede perché dimostra di non considerare il dono di ministerio soprannaturale, e neppure come una capacità che Cristo conferisce al suo servitore, ma come una capacità che si può acquistare ad una scuola come qualunque altra capacità umana, e questo è un errore. Ma allora, che cosa spinge molti ad iscriversi ad una scuola biblica? Molti di quelli che vanno alla scuola biblica, non sono affatto stati chiamati da Dio ad adempiere un ministerio, e questo è manifesto; ma sta di fatto che essi ci vanno lo stesso, con lo scopo ben preciso di ricevere il diploma di quella scuola. Ma perché questo pezzo di carta, chiamato diploma, è tenuto in così grande considerazione e così tanto desiderato da costoro? perché in seno ad ogni organizzazione religiosa che si rispetti, i titoli e i riconoscimenti dati dagli uomini ad altri uomini (anche se non corrispondono alla verità) hanno il loro peso e la loro importanza.
Nel momento in cui quelli che hanno i posti di comando in seno ad una denominazione dicono: ‘Per diventare pastore bisogna avere il diploma della scuola biblica’, siate certi che molti (tra cui anche qualcuno che non è affatto nato di nuovo) si sentiranno spinti (non dal Signore ma dalla loro invidia e dalla loro vanagloria) ad iscriversi a quella scuola. Oggi, è sufficiente avere un diploma e un numero di persone al proprio seguito, per essere considerati pastori. Puoi essere anche un mercenario che non si cura affatto delle pecore, questo non impedirà a molti di chiamarti pastore, perché tu sei stato riconosciuto tale dai vertici dell’organizzazione. Alcuni ambiscono al titolo di pastore perché avere questo titolo significa avere una posizione ‘prestigiosa’ nel mezzo dell’organizzazione di cui fanno parte e di cui sono così orgogliosi di fare parte. Certo è così; è fuori di dubbio che molti uomini corrotti, senza scrupoli, tramite la scuola biblica, sono riusciti con ogni sorta di inganno a ricevere il titolo di pastore (il titolo, non il ministerio di pastore perché mai ricevuto da Dio) e ad infiltrarsi nella chiesa. Essi hanno il loro diploma, hanno fatto i loro studi, hanno tenuto i loro esami, hanno fatto il loro tirocinio, e perciò sono in regola; sono sulla cattedra, in quel posto così tanto invidiato agli altri per molti anni; ora sono liberi di muoversi, di manifestare la loro cupidigia, perché sanno che difficilmente saranno espulsi dall’organizzazione.
Paolo disse di lui e dei suoi collaboratori che erano ministri del Vangelo: “Non già che siam di per noi stessi capaci di pensare alcun che, come venendo da noi; ma la nostra capacità viene da Dio, che ci ha anche resi capaci d’essere ministri di un nuovo patto”;7 come potete vedere, Paolo e i suoi collaboratori erano stati resi capaci d’essere ministri del nuovo patto da Dio e non da altri uomini, quindi è errato pensare che una scuola biblica può comunicare la capacità di predicare o quella di insegnare la Parola del Signore. Noi siamo giunti, anche per esperienza, alla conclusione che se Dio non dà una determinata capacità ad un suo figliuolo, questi, anche se frequenta una scuola biblica continuerà a rimanere privo di quella capacità.
Ora esaminiamo come Dio operò in Paolo, per capire come sia Dio che opera in coloro che ha scelto per adempiere un ministerio o più di un ministerio (come nel caso di Paolo).
Paolo da Tarso, quanto alla carne, era vissuto Fariseo ed era stato allevato ai piedi di Gamaliele, educato nella rigida osservanza della legge dei padri. Un giorno, mentre egli andava a Damasco, per perseguitare i discepoli del Signore, ebbe una visione nella quale gli apparve Gesù, che gli disse: “Per questo ti sono apparito: per stabilirti ministro e testimone delle cose che tu hai vedute, e di quelle per le quali ti apparirò ancora”.8 Saulo, prima che Gesù gli apparisse su quella via, era un persecutore della chiesa ma in seguito a quella visione si convertì al Signore. Nella visione che Saulo ebbe, Gesù gli disse: “Per questo ti sono apparito: per stabilirti ministro”,9 ciò significa che Paolo fu stabilito ministro del Vangelo dal Signore e non dagli uomini. Paolo confermò di avere ricevuto il ministerio dal Signore, con queste parole che lui rivolse anni dopo agli anziani della chiesa di Efeso: “Ma io non fo alcun conto della vita, quasi mi fosse cara, pur di compiere il mio corso e il ministerio che ho ricevuto dal Signor Gesù, che è di testimoniare dell’Evangelo della grazia di Dio”.10
Dopo che il Signore gli apparve e gli parlò, Saulo fu condotto a Damasco e qui dopo tre giorni e tre notti, durante i quali non mangiò e non bevve e durante i quali rimase senza vedere, il Signore gli mandò un discepolo di nome Anania affinché egli ricuperasse la vista e ricevesse lo Spirito Santo. “Saulo rimase alcuni giorni coi discepoli che erano a Damasco. E subito si mise a predicare nelle sinagoghe che Gesù è il Figliuolo di Dio”.11 Saulo non aveva ancora conosciuto nessuno degli apostoli del Signore, ma già predicava con franchezza nelle sinagoghe di Damasco; Dio aveva cominciato la sua opera in Paolo. A questo punto è necessario dire due cose: la prima è che Paolo, quando Dio gli rivelò il suo Figliuolo, non si consigliò con carne e sangue e non salì a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di lui, infatti egli scrisse ai Galati: “Quando Iddio, che m’aveva appartato fin dal seno di mia madre e m’ha chiamato mediante la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il suo Figliuolo perch’io lo annunziassi fra i Gentili, io non mi consigliai con carne e sangue, e non salii a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di me, ma subito me ne andai in Arabia; quindi tornai di nuovo a Damasco”;12 la seconda è che l’Evangelo che Paolo annunziava, non l’aveva imparato da nessun uomo, infatti disse ai Galati: “Io vi dichiaro che l’Evangelo da me annunziato non è secondo l’uomo; poiché io stesso non l’ho ricevuto né l’ho imparato da alcun uomo, ma l’ho ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo”.13 Tutto questo potrà sembrare strano e incomprensibile, ma è la verità, e sta a dimostrare che Dio può fare, mediante la potenza che opera in noi, infinitamente al di là di quello che pensiamo o domandiamo. Badate che il fatto che Paolo non abbia ricevuto l’Evangelo da alcun uomo non significa che i dottori non sono necessari nella chiesa o che tutti quelli che Dio chiama a predicare l’Evangelo ricevono l’Evangelo per rivelazione di Gesù Cristo; lo dico questo affinché nessuno s’inganni.
Paolo salì a Gerusalemme solo in capo a tre anni per visitare Cefa e stette da lui quindici giorni; in quest’occasione non vide “alcun altro degli apostoli; ma solo Giacomo, il fratello del Signore”.14 Anche a Gerusalemme Paolo “predicava con franchezza nel nome del Signore”15 e siccome che gli Ellenisti “cercavano d’ucciderlo…i fratelli, avendolo saputo, lo condussero a Cesarea, e di là lo mandarono a Tarso”.16
A Tarso, Paolo stette un certo tempo, dopodiché Barnaba (che nel frattempo era stato mandato ad Antiochia di Siria) andò a cercarlo a Tarso, e trovatolo, lo condusse ad Antiochia, “e avvenne che per lo spazio d’un anno intero parteciparono alle raunanze della chiesa, ed ammaestrarono un gran popolo”.17 Paolo era stato costituito Dottore dei Gentili da Cristo, e dopo alcuni anni già ammaestrava i santi assieme a Barnaba in Antiochia. Paolo salì di nuovo a Gerusalemme dopo diverso tempo e questa volta vi salì con Barnaba e con Tito, in seguito ad una rivelazione. Egli già predicava l’Evangelo ai Gentili quando salì a Gerusalemme. Circa il suo incontro con Giacomo e Cefa e Giovanni, che lui chiamò “quelli che godono maggiore considerazione”,18 egli disse: “Non mi imposero nulla di più; anzi, quando videro che a me era stata affidata la evangelizzazione degli incirconcisi, come a Pietro quella dei circoncisi (poiché Colui che aveva operato in Pietro per farlo apostolo della circoncisione aveva anche operato in me per farmi apostolo dei Gentili), e quando conobbero la grazia che m’era stata accordata, Giacomo e Cefa e Giovanni, che sono reputati colonne, dettero a me ed a Barnaba la mano d’associazione perché noi andassimo ai Gentili, ed essi ai circoncisi”.19 Quello che voglio farvi notare è che Giacomo, Cefa e Giovanni riconobbero che Dio aveva operato in Paolo per costituirlo apostolo dei Gentili e videro pure la grazia di Dio che era con Paolo, e perciò dettero a lui e a Barnaba la mano d’associazione nell’evangelizzazione; non avrebbero potuto fare altrimenti quegli apostoli santi e ripieni di sapienza. Ho voluto parlare pure di quest’incontro che Paolo ebbe con quelli che erano reputati colonne, per mostrarvi come i savi e i sinceri ministri di Dio riconoscono un altro ministro di Dio, anche se con questo il Signore ha agito in una maniera diversa, e lo accolgono (anche se è privo di lettere di raccomandazione o del ‘tesserino’) perché vedono la grazia di Dio con lui. Eppure Paolo non era stato con Gesù quei circa tre anni, eppure non aveva imparato l’Evangelo da nessun’uomo! Riflettete su queste cose.
Dio ancora oggi, con alcuni, opera in una maniera particolare (strana per alcuni, incomprensibile per altri, ma del tutto normale per Dio) per stabilirli ministri; e questo lo fa per dimostrare agli orgogliosi, ai vanagloriosi ed ai superbi (a quelli che pensano che senza la formazione teologica di una scuola biblica, riconosciuta dalla denominazione o dallo Stato addirittura, uno non possa ricevere un ministero e non possa essere in grado di adempierlo), che Egli non è cambiato ma rimane lo stesso nei secoli. Dio sa come umiliare e svergognare quelli che s’innalzano e a suo tempo lo fa. Grazie a Dio per quei fratelli poveri, definiti dai savi secondo la carne ‘popolani senza istruzione’, che non sanno cosa voglia dire ‘omiletica’, che forse le sole parole greche che conoscono sono Christòs e Paraclèto, che forse dell’Ebraico non sanno quasi nulla se non Mashiah, ma sono stati stabiliti ministri del Vangelo da Dio, sono stati unti da Dio di Spirito Santo e riempiti della sapienza di Dio. Essi hanno una condotta esemplare e quando parlano, parlano mossi da sincerità da parte di Dio; loro non assomigliano a dei filosofi quando parlano, e neppure a quelli che fanno discorsi persuasivi di sapienza umana per spiegare le cose relative al Regno di Dio.
Oggi, alcuni si fanno chiamare pastori, dottori, evangelisti, ma non sono in grado di parlare della dottrina di Dio e del Vangelo se non con dei fogli davanti alla loro faccia o messi in mezzo alle Scritture o imparandosi a memoria quello che devono dire per poi recitarlo in pubblico; solo così riescono ad imbastire un discorso, sono così vuoti della Parola di Dio che se gli togliete i loro appunti non sono più in grado di predicare, e questo perché la parola di Cristo non abita in loro riccamente; il loro cuore è esercitato alla cupidigia e non a ricevere con mansuetudine la Parola. Di Gesù, i Giudei quando lo ascoltavano insegnare si meravigliavano e dicevano: “Come mai s’intende costui di lettere, senza avere fatto studi?”;20 oggi, si vedono e odono molti nelle comunità che hanno fatto molti studi ma non conoscono le Scritture.
Un uomo che aveva fatto il falegname mise sottosopra Israele in solo tre anni. Egli non era stato ammaestrato da nessun dottore della legge, anzi già all’età di dodici anni era lui a fare loro delle domande “e tutti quelli che l’udivano stupivano del suo senno e delle sue risposte”;21 oggi nelle chiese, degli adulti da tanti anni nella fede fanno stupire per la loro ignoranza e mancanza di conoscenza sulle cose relative al Regno di Dio. Sì fratelli, è così, e questo spettacolo vergognoso che hanno messo in piedi i vanagloriosi e i superbi è davanti ai nostri occhi; i responsabili sono quelli che cercano la gloria degli uomini e non quella di Dio, sono coloro che vogliono la sapienza umana ma rifiutano la sapienza di Dio, sono savi secondo questo mondo infatti sanno di filosofia, sanno il greco, sanno l’ebraico, conoscono le leggi della fisica, dell’economia, ma non conoscono le Scritture, non conoscono la potenza di Dio, non conoscono le vie sante di Dio. Costoro signoreggiano il popolo di Dio in virtù della loro posizione sociale e della loro capacità oratoria superiore alla media, ma sono falsi e cianciatori; non riescono a parlare con franchezza ma solo con discorsi persuasivi di sapienza umana o con l’eccellenza di parola che tanto amano e ricercano per apparire intelligenti e spirituali. Ah! che miseri sono costoro; pensano che più complicata sarà la loro predica, più artificioso sarà il loro discorso e più edificante sarà, ma si sbagliano, si illudono. Le chiese a cui predicano sono assetate di udire la Parola di Dio predicata con franchezza perché dal pulpito non sentono altro che discorsi pieni di parole eccellenti e incomprensibili in molti punti da parte di chi non ha fatto molta scuola; ma non le vedete queste cose? I loro discorsi sono ordinati, suddivisi in diversi punti che loro chiamano a secondo di come iniziano le parole che vogliono commentare, ‘le tre A’, ‘le tre B’ etc…, ma che discorsi ben preparati! ma essi non edificano; è ora che l’Eterno operi anche in questa nazione come operò anticamente in Israele tramite gli apostoli e la mia preghiera ed il mio desiderio è che lo faccia presto, suscitando ancora uomini fedeli e santi, pieni di Spirito e di sapienza, e stendendo la sua mano per confermare la sua parola con segni e prodigi, affinché la sua Parola sia celebrata e affinché chi pensa di essere savio diventi pazzo alla gloria di Dio.
Vi ricordate quello che a Nazaret dicevano di Gesù? È scritto: “Si mise a insegnare nella sinagoga e la maggior parte, udendolo, stupivano dicendo: Donde ha costui queste cose? e che sapienza è questa che gli è data? e che cosa sono cotali opere potenti fatte per mano sua?”.22 Gesù ebbe quelle cose da Dio; la sapienza che aveva gli era stata data da Dio e le opere potenti fatte per mano sua erano la manifestazione dello Spirito di Dio, ma quale diploma? ma quali fogli svolazzanti teneva nelle mani per predicare Gesù? Non aveva nulla di tutto ciò, ma aveva quello che un ministro di Dio deve avere, la potenza di Dio e la sapienza di Dio, al fine di edificare la chiesa di Dio.
Dio fece di uomini come Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni che erano dei pescatori degli apostoli, dei ministri del Vangelo; essi non erano savi secondo la carne, infatti quando Pietro e Giovanni comparsero dinanzi ai capi sacerdoti ed agli anziani, questi capirono che “erano popolani senza istruzione”,23 ma nonostante ciò lo Spirito Santo parlò per mezzo di loro e operò potentemente tramite loro. Considerate ciò che vi dico: quando noi facciamo la lettura delle epistole di Simon Pietro e di quelle di Giovanni, noi leggiamo ciò che scrissero degli uomini che di mestiere erano pescatori. Essi non erano degli ingegneri o dei professori che potevano esibire ‘delle lauree’, ma dei semplici pescatori; ma noi siamo edificati nel leggere le epistole di questi due apostoli, mentre non siamo edificati nel sentire parlare quelle persone molto istruite quando cercano di spiegare le cose di Dio con parole insegnate dalla sapienza umana.
Fratelli, ricordatevi che Noè era agricoltore ma anche un “predicatore di giustizia”;24 Amos, che fu stabilito profeta da Dio era “uno dei pastori di Tekoa”25 e questo lo confermò lui stesso quando disse: “Ero un mandriano, e coltivavo i sicomori; l’Eterno mi prese di dietro al gregge, e l’Eterno mi disse: -Và, profetizza al mio popolo d’Israele”;26 Eliseo (che Elia unse come profeta in luogo suo per ordine di Dio), quando Elia lo trovò, “arava, avendo dodici paia di buoi davanti a sè; ed egli stesso guidava il dodicesimo paio”;27 Geremia quando fu costituito sulle nazioni e sopra i regni per svellere, per demolire, per abbattere, per distruggere, per edificare e per piantare, non era che un fanciullo. Anche in questa generazione Dio ha preso dei contadini, dei pescatori, dei falegnami, dei letamai, dei calzolai e molti altri che possedevano un livello d’istruzione molto basso (alcuni persino analfabeti), e ne ha fatto dei ministri del Vangelo capaci di predicare con franchezza, con potenza e con gran pienezza di convinzione (ad alcuni di loro Dio ha dato pure i doni di guarigioni e il dono di potenza d’operare miracoli), e questo per svergognare quelli che si reputano savi e potenti, affinché essi non si glorino nel suo cospetto.
1 Ef. 4:4-6
2 Ef. 4:7
3 Ef. 4:11-15
4 1 Cor. 12:5
5 Ef. 4:8; Sal. 68:18
6 Giac. 1:17
7 2 Cor. 3:5,6
8 Atti 26:16
9 Atti 26:16
10 Atti 20:24
11 Atti 9:19,20
12 Gal. 1:15-17
13 Gal. 1:11,12
14 Gal. 1:19
15 Atti 9:28
16 Atti 9:29,30
17 Atti 11:26
18 Gal. 2:6
19 Gal. 2:6-9
20 Giov. 7:15
21 Luca 2:47
22 Mar. 6:2
23 Atti 4:13
24 2 Piet. 2:5
25 Amos 1:1
26 Amos 7:14,15
27 1 Re 19:19