Gli apostoli erano poveri ma arricchivano molti

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Anche gli apostoli erano poveri infatti Paolo ai Corinzi scrisse di lui e dei suoi collaboratori: “Poveri eppure arricchenti molti; non avendo nulla, eppure possedenti ogni cosa!”.1 Erano poveri materialmente ma arricchivano molti spiritualmente; per mezzo di loro la chiesa fu edificata e per mezzo degli scritti di Paolo che era povero e non aveva nulla, la chiesa sulla faccia di tutta la terra viene ancora edificata, arricchita e consolata. La stessa cosa non si può dire di costoro che predicano l’Evangelo e guastano la vigna del Signore perché non se ne curano affatto, essendo volti alla loro propria via; certo sono ricchi material­mente ma poveri spiritualmente, ed i santi, non vengono arricchi­ti per mezzo di loro, né a voce e neppure per mezzo dei loro libri aridi e molto costosi che parlano soprattutto di benessere materiale, o meglio di come essere cristiani e fare soldi.

Dunque, gli apostoli del Signore, benché poveri arricchivano molti; ma in che maniera li arricchivano? Quali beni preziosi comunicavano loro?

Prendiamo per esempio Paolo; egli disse ai Romani: “So che, recandomi da voi, verrò con la pienezza delle benedizioni di Cristo”;2 quindi lui era convinto che Cristo avrebbe benedetto quella chiesa tramite lui (perché sarebbe andato da loro con la pienezza delle benedizioni di Cristo); vediamo in che maniera. All’inizio dell’epistola disse ai santi di Roma: “poiché desidero vivamente di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale affinché siate fortificati”;3 da queste parole si deduce che Paolo arricchiva i santi comunicando loro dei doni spirituali (ciò significa che lo Spirito Santo tramite lui comunicava dei doni ai santi secondo la volontà di Dio). Dio, mediante l’imposizione delle mani di Paolo, comunicava il dono del suo Santo Spirito (Paolo a Timoteo disse: “Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per la imposizione delle mie mani”),4 ed assieme allo Spirito Santo (quando lo voleva Dio) anche dei doni spirituali, come nel caso di quei circa dodici discepoli di Efeso dei quali è scritto che “dopo che Paolo ebbe loro imposto le mani lo Spiri­to Santo scese su loro e parlavano in altre lingue e profetizza­vano”.5 Il Signore guariva pure molti malati tramite Paolo (ad Efeso “Iddio faceva dei miracoli straordinari per le mani di Paolo; al punto che si portavano sui malati degli asciugatoi e dei grembiuli che erano stati sul suo corpo, e le malattie si partivano da loro, e gli spiriti maligni se ne uscivano”)6 perciò molti malati tramite di lui ricevettero la guarigione che è pure essa una benedizione di Cristo che non si può comprare con dena­ro. Paolo arricchiva i santi in sapienza ed in conoscenza, perché trasmetteva loro la sapienza e la conoscenza che egli aveva ricevuto dal Signore stesso; noi stessi riconosciamo di essere stati arricchiti in sapienza ed in conoscenza tramite le epistole di Paolo. Isaia disse che “la sapienza e la conoscenza sono una ricchezza di liberazione”,7 ed è perciò che gli apostoli a cui Dio dette sapienza e conoscenza erano in grado di arricchire coloro che li ascoltavano parlare.

Mi preme ricordarvi fratelli che quando si parla di Paolo, si parla di un uomo di Dio che non cercò né il suo proprio interes­se e neppure i doni materiali dei santi infatti disse ai Filippe­si: “Non già che io ricerchi i doni; ricerco piuttosto il frutto che abbondi a conto vostro”;8 quanti oggi possono dire la stessa cosa? Iddio lo sa. Certo pochi. Alcuni che predicano non cercano il frutto che abbonda a conto dei credenti, affatto, sono impe­gnati a ricercare i beni materiali dei credenti; non sono mai contenti di quello che hanno; più hanno e più vogliono avere. Tra questi vi sono quelli che predicano il messaggio della prosperità che dimostrano di non volere arricchire i credenti come facevano gli apostoli, ma di volere loro stessi arricchire con i beni materiali dei credenti. Questi, invece che bramare i doni dello Spirito Santo bramano l’oro e l’argento dei credenti; questi invece di edificare la casa di Dio vogliono edificarsi le loro ville e costruirsi i loro imperi sulla terra. Fanno il contrario degli apostoli; ma d’altronde non può essere altrimenti, perché questi, quanto alla fede, hanno naufragato. Andate a vedere e accertatevi del tipo di vita che fanno coloro che predicano questo particolare messaggio e vedrete con i vostri occhi che a questi di beni spirituali e di edificare la chiesa non importa proprio nulla, dico proprio nulla, perché è gente che ha l’animo alle cose della terra ed è cupida di disonesto guadagno.

Anche l’apostolo Pietro era povero ma arricchiva molti. Prendiamo per esempio quello che Dio operò, alla porta del tempio detta ‘Bella’, mediante questo suo servitore. È scritto: “E si portava un certo uomo, zoppo fin dalla nascita, che ogni giorno deponeva­no alla porta del tempio detta ‘Bella’, per chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. Costui, veduto Pietro e Gio­vanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l’elemosi­na. E Pietro, con Giovanni, fissando gli occhi su lui, disse: Guarda noi! Ed egli li guardava intentamente, aspettando di ricevere qualcosa da loro. Ma Pietro disse: Dell’argento e dell’oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: Nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, cammina! E presolo per la mano destra, lo sollevò; e in quell’istante le piante e le caviglie dei piedi gli si raffermarono. E d’un salto si rizzò in piè e cominciò a camminare…”;9 come potete vedere Pietro non aveva con sè né argento e né oro di cui fare parte a quell’uomo che mendicava, ma lui aveva dei doni spirituali che metteva al servizio degli altri affinché ne ricevessero del bene. In questo caso, il Signore, tramite Pietro, dette una perfetta guarigione a quello zoppo. Questo episodio ci porta a riflettere sull’importanza della fede e dei doni dello Spirito Santo. Certo, è bene fare elemosina, poiché questo rientra nella volontà di Dio, ma è bene pure desi­derare ardentemente i doni dello Spirito Santo, al fine di vedere la chiesa edificata e di vedere gli ammalati guariti dalla poten­za di Dio. Quando invece si comincia ad avere l’animo alle cose della terra si comincia a non desiderare più ardentemente i doni spirituali e perciò si smette di volere edificare la chiesa. Paolo, parlando dei doni spirituali, disse ai Corinzi: “poiché siete bramosi dei doni spirituali, cercate di abbondarne per l’edificazione della chiesa”;10 i predicatori di Mammona, invece ti esortano a cercare di abbondare sempre più di beni materiali. Cercano di farti venire la voglia di arricchire materialmente ma non la voglia di arricchire spiritualmente. Spesso dicono che all’inizio erano poveri e poi sono diventati ricchi; ma la tragi­ca realtà è che alcuni di loro erano ricchi spiritualmente all’inizio del loro ministerio e poi sono impoveriti fino a diventare dei miserabili. Fratelli, la sorte che attende tutti coloro che si fanno prendere dalla voglia di arricchire è questa, perciò badiamo a noi stessi per non ritrovarci nella stessa condizione spirituale dell’angelo della chiesa di Laodicea.


1 2 Cor. 6:10

2 Rom. 15:29

3 Rom. 1:11

4 2 Tim. 1:6

5 Atti 19:6

6 Atti 19:11,12

7 Is. 33:6

8 Fil. 4:17

9 Atti 3:2-8

10 1 Cor. 14:12