Contro le scene teatrali ed i mimi

Insegnamenti ed Esortazioni – Indice > Vi sono molti ribelli, cianciatori e seduttori di menti che non sopportano e non vogliono insegnare le cose che insegnava Paolo e che lui ha ordinato di insegnare > Il fine (quello di guadagnare anime a Cristo) non giustifica i mezzi (quali scene teatrali, mimi, musica mondana e prove di forza) > Contro le scene teatrali ed i mimi

Esaminiamo in primo luogo le scene teatrali ed i mimi, così largamente diffusi ed accettati nella chiesa in questi tempi così difficili. Quelli che appoggiano l’evangelizzazione fatta con scene teatrali e con mimi, affermano che oggi se ti presenti sulle piazze e per le strade e cominci a predicare il Vangelo senza fare qualcosa per attirare l’attenzione delle persone, nessuno o quasi nessuno si fermerà ad ascoltarti, mentre se prima di mettersi a predicare la Parola di Dio ci si esibisce in una rappresentazione teatrale che descrive la passione di Gesù, o la liberazione di un indemoniato, o la risurrezione di un morto, le persone si sentiranno attratte e si avvicineranno a centinaia, dopodiché al termine della rappresentazione si avrà un folto gruppo di persone a cui predicare la Parola. Ora, costoro chiama­no questa maniera di agire ‘tecnica ministeriale’ o ‘particolare ministerio’, ma la sacra Scrittura la definisce ‘astuzia’. Ma il fatto è che tenere una rappresentazione del genere costituisce pure una menzogna. Perché dico questo? perché quando uno si mette ad interpretare la parte di Gesù, o quella del diavolo, o quella dell’indemoniato di Gerasa, o di Zaccheo, o di Bartimeo, si immedesima in quella persona e comincia a parlare e ad agire bugiardamente perché quello che dice e che fa non corrisponde alla realtà. Prendiamo l’incontro tra l’indemoniato di Gerasa e Gesù come lo ha descritto Marco per spiegare questo concetto: se un credente si mette in testa di interpretare la parte dell’inde­moniato di Gerasa quando egli incontrò Gesù, si deve mettere a gridare e ad agire in una maniera che non s’addice ad una persona che è diventata una nuova creatura in Cristo. E poi si deve mettere a dire ad una persona che si immedesima in Gesù: ‘Che v’è fra me e te, o Gesù, Figliuolo dell’Iddio altissimo? Io ti scon­giuro, in nome di Dio, di non tormentarmi’, il che significa che deve mettersi a praticare la menzogna, perché innanzi tutto si deve mettere a chiamare qualcuno sulla terra Gesù, Figliuolo dell’Iddio altissimo; e poi perché si deve mettere a parlare come parlò quell’indemoniato mentre non è vero che egli è un indemo­niato che ha bisogno di essere liberato dai demoni. Ed oltre a tutto ciò un’altro credente deve interpretare la parte di Gesù il che significa farsi chiamare come non è giusto farsi chiamare (Gesù ha detto: “Ma voi non vi fate chiamare ‘Maestro’…e non vi fate chiamare guide…”,1 quindi non è neppure giusto farsi chia­mare Gesù, Figlio di Dio) e mettersi a dire parole bugiarde dicendo al falso indemoniato: ‘Spirito immondo, esci da quest’uo­mo’? Ritengo di avervi spiegato cosa voglio dire. Noi come cre­denti ci dobbiamo astenere da ogni finzione, ed il teatro è una di queste finzioni da cui dobbiamo astenerci.

L’apostolo Paolo ha detto di lui e dei suoi collaboratori: “Perciò, avendo questo ministerio in virtù della misericordia che ci è stata fatta, noi non veniamo meno nell’animo, ma abbiamo rinunziato alle cose nascoste e vergognose, non procedendo con astuzia né falsificando la Parola di Dio, ma mediante la manife­stazione della verità raccomandando noi stessi alla coscienza di ogni uomo nel cospetto di Dio”;2 queste sono le parole di un uomo che aveva deciso di non fare ricorso all’astuzia e di non falsare il senso della Parola di Dio, ma di manifestare agli altri la verità. Queste parole però non si possono riferire a coloro che predicano con l’ausilio di scene teatrali, perché essi s’appog­giano sull’astuzia ed hanno falsato il senso della parola di Dio, e non procedono in verità verso coloro che li ascoltano.

Dio non prende nessun piacere nel vedere queste scene teatrali, però molti credenti sì! Come si spiega questo? Si spiega perché oggi molti vogliono i culti illustrativi e non più culti dove i peccatori si gettano a terra presi da paura chiedendo cosa devono fare per essere salvati, o culti duranti i quali i credenti sono presi dal timore di Dio; molti credenti non vogliono neppure che Dio aggiunga la sua testimonianza alla loro con segni e prodigi e opere potenti, perciò hanno rimpiazzato i doni dello Spirito Santo con queste cose sconvenienti che non s’addicono affatto alle riunioni di culto dei santi o alle evangelizzazioni. A voi che approvate queste cose invece di riprovarle, a voi che inco­raggiate il teatro in seno alla casa di Dio invece che bandirlo: Vi esorto a svegliarvi dal sonno nel quale siete caduti, a rien­trare in voi stessi e a gettare lungi da voi queste vostre reci­tazioni. Avete pure il coraggio di dire che questo modo di evan­gelizzare è scritto! Ma dove sta scritto? Certamente non nelle sacre Scritture, ma o in qualche statuto di qualche ‘missione’, o nei libri di qualcuno che non conosce né la potenza di Dio e né le Scritture. Ma io vi domando: ‘Ma perché le turbe si radunavano per ascoltare Gesù Cristo?’ Forse perché era accompagnato da delle donne belle d’apparenza, vestite in modo provocante che a turno cantavano inni a Dio? O forse perché, prima che lui si metteva ad insegnare, i suoi discepoli, abilmente addestrati, facevano qualche scena, che rappresentava il sacrificio di Isac­co, o la storia di Giuseppe odiato dai suoi fratelli e venduto come schiavo ma poi innalzato da Dio, o qualche altro episodio biblico? No, fratelli, non è per nessuna di queste ragioni che le turbe si radunavano per sentire Gesù nelle piazze e nelle strade e nelle campagne e sui monti e lungo la riva del mare. Gesù non aveva bisogno dei carri e dei cavalli di Faraone per evangelizza­re, perché “la potenza del Signore era con lui per compiere delle guarigioni”.3 Voglio citarvi ora alcune delle Scritture che spie­gano la ragione per cui Gesù riusciva ad avere un uditorio così vasto senza farsi pubblicità, senza disporre di grosse somme di danaro, e senza fare uso dell’astuzia:

– Marco dice: “Poi Gesù coi suoi discepoli si ritirò verso il mare; e dalla Galilea gran moltitudine lo seguitò; e dalla Giudea e da Gerusalemme e dalla Idumea e da oltre il Giordano e dai dintorni di Tiro e di Sidone una gran folla, udendo quante cose egli faceva, venne a lui”.4

– Giovanni dice: “E una gran moltitudine lo seguiva, perché vedeva i miracoli ch’egli faceva”.5

Come potete vedere le folle venivano a Gesù perché sentivano che egli operava miracoli; lo seguivano perché lo vedevano operare miracoli e guarigioni.

Ora, ma che succede invece quando non si vogliono e non ci sono i miracoli? Ma che succede invece quando chi predica è privo di potenza e non predica con lo Spirito Santo? Succede che si comin­ciano a ricercare ed a escogitare nuovi e ‘più moderni’ modi per evangelizzare. Ogni qual volta è venuta a mancare la potenza di Dio o la fiducia nella potenza di Dio, gli uomini hanno fatto ricorso alla potenza umana anche per evangelizzare. Dio dice tutt’ora a ciascuno di noi: “Non per potenza né per forza, ma per lo Spirito mio, dice l’Eterno degli eserciti”.6

Appoggiarsi sulla meraviglia o sull’interesse che può suscitare una scena teatrale per attirare le persone, significa appoggiarsi sulle proprie vie e non su quelle di Dio; significa scendere in Egitto in cerca di soccorso, anzichè guardare al Signore e met­tersi a cercarlo. Badiamo a noi stessi, perché Dio ha detto in Isaia: “Guai a quelli che scendono in Egitto in cerca di soccor­so, e s’appoggiano su cavalli, e confidano nei carri perché sono numerosi, e nei cavalieri, perché molto potenti, ma non guardano al Santo d’Israele, e non cercano l’Eterno!”.7

Chi crede che Dio non muta, crede che Dio è potente da fare venire le persone ad ascoltare la sua parola predicata con poten­za e crede pure che Dio è potente da operare oggi le cose che operò con Gesù e con gli apostoli, e perciò non sente la necessi­tà delle scene teatrali per attirare le persone.

E poi se consideriamo anche il ministerio di Giovanni Battista e quello di Filippo e quello degli apostoli noteremo che anche loro non si appoggiavano su rappresentazioni teatrali per far avvici­nare le persone a loro ed attirare la loro attenzione su quello che predicavano per guadagnarle a Cristo, infatti di loro sono scritte queste cose:

– Di Giovanni Battista è detto che era un uomo ripieno dello Spirito Santo fin dal seno di sua madre, ma egli, secondo quello che dice la Scrittura, non fece alcun miracolo; eppure quando si mise a predicare, è scritto che “Gerusalemme e tutta la Giudea e tutto il paese d’intorno al Giordano presero ad accorrere a lui…”.8 Questo sta a dimostrare che quando c’è lo Spirito di Dio nella predicazione, quand’anche non ci fossero miracoli e guari­gioni, le persone vengono ad ascoltare ugualmente la parola del Signore e si convertono al Signore.

– “E Filippo, disceso nella città di Samaria, vi predicò il Cristo. E le folle di pari consentimento prestavano attenzione alle cose dette da Filippo, udendo e vedendo i miracoli ch’egli faceva. Poiché gli spiriti immondi uscivano da molti che li avevano, gridando con gran voce; e molti paralitici e molti zoppi erano guariti”.9

– “Or Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera dell’ora nona. E si portava un certo uomo, zoppo fin dalla nasci­ta, che ogni giorno deponevano alla porta del tempio detta ‘Be­lla’, per chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. Costui, veduto Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l’elemosina. E Pietro, con Giovanni, fissan­do gli occhi su lui, disse: Guarda noi! Ed egli li guardava intentamente, aspettando di ricevere qualcosa da loro. Ma Pietro disse: Dell’argento e dell’oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: Nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, cammina! E presolo per la mano destra, lo sollevò; e in quell’istante le piante e le caviglie dei piedi gli si raffermarono. E d’un salto si rizzò in piè e cominciò a camminare; ed entrò con loro nel tempio, cammi­nando, e saltando, e lodando Iddio. E tutto il popolo lo vide che camminava e lodava Iddio; e lo riconoscevano per quello che sedeva a chiedere l’elemosina alla porta ‘Bella’ del tempio; e furono ripieni di sbigottimento e di stupore per quel che gli era avvenuto. E mentre colui teneva stretti a sè Pietro e Giovanni, tutto il popolo, attonito, accorse a loro al portico detto di Salomone”.10

– “Portavano perfino gli infermi per le piazze, e li mettevano su lettucci e giacigli, affinché, quando Pietro passava, l’ombra sua almeno ne adombrasse qualcuno. E anche la moltitudine accorreva dalle città vicine a Gerusalemme, portando dei malati e dei tormentati da spiriti immondi; e tutti quanti erano sanati”.11

– “Or avvenne che Pietro, andando qua e là da tutti, venne anche ai santi che abitavano in Lidda. E quivi trovò un uomo, chiamato Enea, che già da otto anni giaceva in un lettuccio, essendo paralitico. E Pietro gli disse: Enea, Gesù Cristo ti sana; levati e rifatti il letto. Ed egli subito si levò. E tutti gli abitanti di Lidda e del pian di Saron lo videro e si convertirono al Signore”.12

– “Or in Ioppe v’era una certa discepola, chiamata Tabita, il che, interpretato, vuol dire Gazzella. Costei abbondava in buone opere e faceva molte elemosine. E avvenne in quei giorni ch’ella infermò e morì. E dopo averla lavata, la posero in una sala di sopra. E perché Lidda era vicina a Ioppe, i discepoli, udito che Pietro era là, gli mandarono due uomini per pregarlo che senza indugio venisse fino a loro. Pietro allora, levatosi, se ne venne con loro. E come fu giunto, lo menarono nella sala di sopra; e tutte le vedove si presentarono a lui piangendo, e mostrandogli tutte le tuniche e i vestiti che Gazzella faceva, mentr’era con loro. Ma Pietro, messi tutti fuori, si pose in ginocchio, e pregò; e voltatosi verso il corpo, disse: Tabita, levati. Ed ella aprì gli occhi; e veduto Pietro, si mise a sedere. Ed egli le diè la mano, e la sollevò; e chiamati i santi e le vedove, la presen­tò loro in vita. E ciò fu saputo per tutta Ioppe, e molti credet­tero nel Signore”.13

– “Or in Listra c’era un certo uomo, impotente nei piedi, che stava sempre a sedere, essendo zoppo dalla nascita, e non aveva mai camminato. Egli udì parlare Paolo il quale, fissati in lui gli occhi, e vedendo che aveva fede da essere sanato, disse ad alta voce: Levati ritto in piè. Ed egli saltò su, e si mise a camminare. E le turbe, avendo veduto ciò che Paolo aveva fatto, alzarono la voce, dicendo in lingua licaonica: Gli dèi hanno preso forma umana, e sono discesi fino a noi”.14

– “Poi, traversata tutta l’isola fino a Pafo, trovarono un certo mago, un falso profeta giudeo, che aveva nome Bar-Gesù, il quale era col proconsole Sergio Paolo, uomo intelligente. Questi, chiamati a sè Barnaba e Saulo, chiese d’udir la Parola di Dio. Ma Elima, il mago (perché così s’interpreta questo suo nome), resi­steva loro, cercando di stornare il proconsole dalla fede. Ma Saulo, chiamato anche Paolo, pieno dello Spirito Santo, guardan­dolo fisso, gli disse: O pieno d’ogni frode e d’ogni furberia, figliuol del diavolo, nemico d’ogni giustizia, non cesserai tu di pervertire le diritte vie del Signore? Ed ora, ecco, la mano del Signore è sopra te, e sarai cieco, senza vedere il sole, per un certo tempo. E in quell’istante, caligine e tenebre caddero su lui; e andando qua e là cercava chi lo menasse per la mano. Allora il proconsole, visto quel che era accaduto, credette, essendo stupito della dottrina del Signore”.15

Tutte queste Scritture che si riferiscono a Filippo, a Pietro, a Giovanni ed a Paolo hanno in comune questo; la manifestazione dello Spirito di Dio, perché essa era presente nel ministerio di quegli uomini. Fu vedendo la manifestazione dello Spirito che, al tempo degli apostoli, molte persone furono tratte all’ubbidienza della fede, e non vedendo delle recitazioni teatrali. Per questa ragione, anche oggi sono necessari i doni dello Spirito Santo e dobbiamo desiderarli ardentemente, affinché, anche mediante la manifestazione dello Spirito, le persone siano persuase della veracità del Vangelo che predichiamo e si convertano al Signore.

Paolo ha scritto: “Desiderate ardentemente i doni maggiori”,16 e: “Cercate d’abbondarne per l’edificazione della chiesa”,17 mentre alcuni uomini corrotti che sono tra il popolo di Dio, hanno scritto sui loro dèpliants di iscriversi ai loro corsi di recita­zione. Questo è ‘il ministerio’ che, secondo loro, occorre svi­luppare nella chiesa per evangelizzare il mondo. Ma io vi dico che queste rappresentazioni teatrali non si devono sviluppare, perché non devono essere né incoraggiate e né tollerate, ma bensì devono essere riprese prima e poi stroncate sul nascere, o sradicate dalle radici se hanno già fatto le loro radici, e questo per diverse ragioni, che sono queste:

– Affinché i credenti non cessino di domandare a Dio di essere rivestiti di potenza, e non cessino di ricercare ardentemente i doni dello Spirito Santo.

– Affinché i credenti non spendano tanto di quel tempo inutilmen­te, per prepararsi e per specializzarsi in queste tecniche di recitazione.

– Affinché i credenti non spendano e non facciano spendere dei soldi invano per sostenere questo teatro e i suoi attori.

– Affinché la corruzione non dilaghi nella chiesa, perché “un pò di lievito fà lievitare tutta la pasta”.18

– Affinché i credenti si portino virilmente e non da ‘molli’.

– Affinché il mondo veda in noi un popolo che si conduce in modo degno del Vangelo, e non si metta a biasimare la dottrina di Dio per colpa nostra.

– Affinché chi si gloria si glori nel Signore e nella sua poten­za, e non di cose che sono vanità; sì, perché così è definito dalla Scrittura l’aiuto del mondo e delle sue concupiscenze delle quali noi non abbiamo bisogno.

Quelli che sostengono che questo modo di evangelizzare è scrittu­rale si appoggiano su alcune cose che sono scritte a riguardo dei profeti. Ora vi citerò queste Scritture:

– Geremia disse: “Così mi ha detto l’Eterno: ‘Và, comprati una cintura di lino, mettitela sui fianchi, ma non la porre nell’ac­qua’. Così io comprai la cintura, secondo la parola dell’Eterno, e me la misi sui fianchi. E la parola dell’Eterno mi fu indiriz­zata per la seconda volta, in questi termini: ‘Prendi la cintura che hai comprata e che hai sui fianchi; và verso l’Eufrate, e quivi nascondila nella fessura di una roccia’. E io andai, e la nascosi presso l’Eufrate, come l’Eterno mi aveva comandato. Dopo molti giorni l’Eterno mi disse: ‘Levati, và verso l’Eufrate, e togli di là la cintura, che io t’avevo comandato di nascondervi’. E io andai verso l’Eufrate, e scavai, e tolsi la cintura dal luogo dove l’avevo nascosta; ed ecco, la cintura era guasta, e non era più buona a nulla. Allora la parola dell’Eterno mi fu rivolta in questi termini: Così parla l’Eterno: ‘In questo modo io distruggerò l’orgoglio di Giuda e il grande orgoglio di Geru­salemme, di questo popolo malvagio …esso diventerà come questa cintura, che non è più buona a nulla. Poiché, come la cintura aderisce ai fianchi dell’uomo, così io avevo strettamente unita a me tutta la casa d’Israele e tutta la casa di Giuda, dice l’Eter­no, perché fossero mio popolo, mia fama, mia lode, mia gloria; ma essi non hanno voluto dare ascolto”.19

– “Così m’ha detto l’Eterno: Fatti dei legami e dei gioghi, e mettiteli sul collo; poi mandali al re di Edom, al re di Moab, al re dei figliuoli di Ammon, al re di Tiro e al re di Sidone, mediante gli ambasciatori che sono venuti a Gerusalemme da Sede­kia, re di Giuda; e ordina loro che dicano ai loro signori: Così parla l’Eterno degli eserciti, l’Iddio d’Israele: Direte questo ai vostri signori: Io ho fatto la terra, gli uomini e gli animali che sono sulla faccia della terra, con la mia gran potenza e col mio braccio steso; e do la terra a chi mi pare bene. E ora do tutti questi paesi in mano di Nebucadnetsar, re di Babilonia, mio servitore; e gli do pure gli animali della campagna perché gli siano soggetti…”20

Vi sono altre cose particolari che Dio ordinò di fare anche ad Ezechiele e ad Isaia, che vengono prese a sostegno delle recita­zioni teatrali, che io non citerò qui partitamente perché ritengo sufficienti i passi qui sopra citati dal libro del profeta Gere­mia. Ora, fermo restando che Dio rivelò ai suoi profeti di fare determinate cose che avevano ciascuna di esse un significato ben preciso che Dio voleva che gli uomini che vedevano ed udivano i profeti conoscessero, io vi domando: ‘Ma se queste sono le prove che attestano che si può evangelizzare recitando, come mai né Gesù e né gli apostoli non fecero uso di scene teatrali?’ Eppure anche loro conoscevano bene questi passi delle Scritture!; la ragione è perché Gesù prima e gli apostoli dopo non ne avevano bisogno perché avevano ricevuto potenza dall’alto, ed anche perché tagliavano rettamente la parola di verità. Sì, perché la parola di Dio va tagliata rettamente per non rimanere confusi. Le cose che Dio ordinò di fare ai profeti, gliele rivelò facendogli udire la sua voce, quindi essi non si misero a fare quelle cose di testa loro; ma poi erano limitate ad un tempo ed a delle persone specifiche, e quindi non ci si può metterle a fare da noi stessi semplicemente perché stanno scritte e perché fu Dio ad ordinargliele. Vi faccio degli esempi esplicativi: Noi non pos­siamo farci dei gioghi leggeri per metterceli sulle spalle e poi andare dalla gente del mondo e dire loro: ‘Così dice il Signore Gesù: ‘Prendete su voi il mio giogo..perché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero’, semplicemente perché nella Scrittura vi è un riferimento a dei gioghi che Geremia fece e si mise sul suo collo per ordine di Dio.

Io, se voglio predicare sulle parole che Gesù rivolse all’angelo della chiesa di Laodicea: “Non sai che tu sei infelice fra tutti, e miserabile e povero e cieco e nudo”,21 non mi tolgo i miei vesti­ti per apparire seminudo, per recitare la parte dell’angelo della chiesa di Laodicea, anche se sta scritto che Dio disse ad Isaia: “Và, sciogliti il sacco di sui fianchi, e togliti i calzari dai piedi. Questi fece così, e camminò seminudo e scalzo”.22

Oggi, una parte del popolo di Dio si è prostituita e genera figliuoli di prostituzione, ma per fare capire questo io non sono obbligato ad andare a prendermi per moglie una prostituta, come invece fu obbligato Osea dal Signore secondo che è scritto: “Quando l’Eterno cominciò a parlare a Osea, l’Eterno disse ad Osea: Và, prenditi per moglie una meretrice, e genera dei fi­gliuoli di prostituzione; perché il paese si prostituisce, abban­donando l’Eterno”.23

Noi conosciamo le storie dei patriarchi, la storia d’Israele, quella dei profeti, e siamo tenuti a parlarne perché sono storie che ci ammaestrano attorno a molte cose, ma non siamo tenuti a rappresentarle in teatro davanti ai credenti o agli infedeli. Gesù ha parlato diverse volte di eventi che si erano verificati nell’antichità ma non cercò mai di spiegarli o di illustrarli con recitazioni teatrali; anche gli apostoli parlarono di eventi e di situazioni verificatosi sotto l’antico patto, ma non portarono mai sulla scena quelle cose. Gesù ha comandato di predicare l’Evangelo a voce e non di mettersi a recitare la sua parte o quella degli apostoli, di Maria Maddalena, e di quelli che da lui furono guariti e liberati. Fratelli, se qualcuno vi ha detto che le scene teatrali sono un’efficace mezzo di evangelizzazione, sappiate che “una tale persuasione non viene da colui che vi chiama”.24

Per ciò che riguarda i ‘mimi’, sono anch’essi delle cose sconve­nienti, tramite cui delle persone si pitturano la faccia con diversi colori ed in maniera strana, si vestono con delle vesti adatte e si mettono in silenzio a fare dei gesti e delle mosse con il loro corpo e delle smorfie con il loro viso. E tutto questo, dicono sempre i sostenitori di quest’arte, per diffondere l’Evangelo.

Ora, noi sappiamo che il nostro corpo è il tempio dello Spirito Santo (secondo che è scritto: “Non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?”),25 e perciò nessuno di noi ha il diritto di mettersi a pitturarlo o di disegnarci sopra. Chi si impiastra di colore la propria faccia e vi disegna sopra, pensando di avere il diritto di fare del proprio corpo l’uso che vuole, profana il tempio di Dio che è santo perché non lo onora come dovrebbe fare (ricordatevi che Paolo dice che Dio vuole che ciascuno di noi “sappia possedere il proprio corpo in santità ed onore”).26 Oltre a ciò noi sappiamo che il nostro portamento deve essere convenevole a santità (secondo che è scritto: “Come Colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta”),27 quindi deve essere serio e privo di buffone­rie. Ecco perché noi riproviamo il mimo, perché è una pratica che si oppone alla sana dottrina di Dio; fratelli, vi esortiamo a riprovarlo e a toglierlo di mezzo a voi.


1 Matt. 23:8,10

2 2 Cor. 4:1,2

3 Luca 5:17

4 Mar. 3:7,8

5 Giov. 6:2

6 Zac. 4:6

7 Is. 31:1

8 Matt. 3:5

9 Atti 8:5-7

10 Atti 3:1-11

11 Atti 5:15,16

12 Atti 9:32-35

13 Atti 9:36-42

14 Atti 14:8-11

15 Atti 13:6-12

16 1 Cor. 12:31

17 1 Cor. 14:12

18 1 Cor. 5:6

19 Ger. 13:1-11

20 Ger. 27:2-6

21 Ap. 3:17

22 Is. 20:2

23 Os. 1:2

24 Gal. 5:8

25 1 Cor. 6:19

26 1 Tess. 4:4

27 1 Piet. 1:15