Le Chiese Pentecostali Antitrinitarie (I ‘Gesù solo’) e i Branhamiti – Indice > Le Chiese Pentecostali Antitrinitarie > Altre dottrine > Il ritorno di Cristo
La dottrina unitariana.
Come abbiamo visto i Pentecostali Unitariani insegnano la seconda venuta di Cristo. Essi insegnano però che questa sua venuta sarà suddivisa in due fasi separate l’una dall’altra da un periodo di sette anni chiamato tribolazione. Vediamo innanzi tutto di parlare della prima fase. La prima fase consisterà nella discesa del Signore dal terzo cielo che sarà immediatamente seguita dalla risurrezione dei morti in Cristo prima e dalla traslazione dei credenti viventi dopo: ‘Al triplice evento del grido del Signore, della voce dell’arcangelo, e della tromba di Dio, i morti in Cristo risusciteranno i primi. Immediatamente dopo la resurrezione dei morti in Cristo, i santi viventi saranno rapiti assieme per incontrare il Signore con i risuscitati’.[1] Questo evento avrà luogo prima della tribolazione: ‘La chiesa – i credenti viventi al tempo immediatamente precedente alla Tribolazione assieme con i morti in Cristo che sono stati risuscitati – saranno rapiti prima che inizi la Tribolazione (…) Dio trarrà la chiesa fuori dal mondo prima della Tribolazione’.[2] I motivi addotti dai Pentecostali unitariani si possono racchiudere in uno solo che è questo; la Tribolazione è un periodo in cui Dio riverserà la sua ardente ira sul mondo e la sua chiesa non è soggetta alla sua ira. A sostegno di questa tesi pretribolazionista vengono presi gli esempi di Lot e di Noè, che furono messi al sicuro prima che Dio riversasse la sua ira sugli empi.
Subito dopo il rapimento della chiesa sarà manifestato l’uomo del peccato: ‘Egli [l’anticristo] non sarà rivelato fintanto che la chiesa non sia prima traslata (rapita)’.[3] Questo uomo spregevole e potente ‘diventerà l’autocrate politico, economico, ecclesiastico del mondo’.[4] Il suo regno ha da durare sette anni che sono la settima settimana di Daniele 9:27: ‘Il regno dell’Anticristo comincerà la settimana di Daniele e continuerà fino alla fine di questo periodo; una durata di sette anni’.[5] All’inizio di questo periodo ‘egli confermerà il patto Mosaico con gli Ebrei per sette anni, permettendogli di partecipare alla loro adorazione nel Tempio e ai loro sacrifici levitici e alle oblazioni levitiche’.[6] Ma nel mezzo di questa settimana egli infrangerà questo patto con gli Ebrei e farà smettere l’adorazione nel tempio. Sotto l’influenza diabolica di Satana egli farà passare Israele per un periodo di grande tribolazione. Egli farà sì che nessuno potrà comprare o vendere se non chi avrà il marchio, cioè il numero del suo nome impresso sulla fronte o sulla mano destra, e questo numero è il 666. Satana in questa seconda parte della ‘settima settimana’ muoverà le nazioni contro Israele, avverrà così che i re della terra e i loro eserciti si raduneranno ad Harmaghedon, una località situata sul territorio d’Israele. Questo complotto contro Israele avrà però termine con l’apparizione di Cristo dal cielo che giudicherà le nazioni che si sono radunate contro Israele. Con Cristo dal cielo verranno anche i suoi santi. Questa dunque è la seconda fase del suo ritorno.
Confutazione.
L’insegnamento pretribolazionista, ossia l’insegnamento sopra citato che suddivide il ritorno di Cristo in due fasi separate l’una dall’altra da un periodo di sette anni (la tribolazione), va contro la Scrittura perché la Parola di Dio insegna che il rapimento della chiesa avverrà simultaneamente al ritorno di Cristo dal cielo, e sarà subito seguito dall’instaurazione del regno millenario sulla terra.
Ora, vediamo cosa viene detto nel libro dell’Apocalisse sul ritorno in gloria dal cielo di Cristo: “Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; e colui che lo cavalcava si chiama il Fedele e il Verace; ed egli giudica e guerreggia con giustizia. E i suoi occhi erano una fiamma di fuoco, e sul suo capo v’eran molti diademi; e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui. Era vestito d’una veste tinta di sangue, e il suo nome è: la Parola di Dio. Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed eran vestiti di lino fino bianco e puro. E dalla bocca gli usciva una spada affilata per percuoter con essa le nazioni; ed egli le reggerà con una verga di ferro, e calcherà il tino del vino dell’ardente ira dell’Onnipotente Iddio. E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE, SIGNOR DEI SIGNORI. Poi vidi un angelo che stava in piè nel sole, ed egli gridò con gran voce, dicendo a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: Venite, adunatevi per il gran convito di Dio, per mangiar carni di re e carni di capitani e carni di prodi e carni di cavalli e di cavalieri, e carni d’ogni sorta d’uomini liberi, e schiavi, piccoli e grandi. E vidi la bestia e i re della terra e i loro eserciti radunati per muover guerra a colui che cavalcava il cavallo e all’esercito suo. E la bestia fu presa, e con lei fu preso il falso profeta che avea fatto i miracoli davanti a lei, coi quali aveva sedotto quelli che aveano preso il marchio della bestia e quelli che adoravano la sua immagine. Ambedue furon gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e di zolfo. E il rimanente fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di colui che cavalcava il cavallo; e tutti gli uccelli si satollarono delle loro carni”.[7] Ora, quello su cui bisogna porre molta attenzione è il fatto che Giovanni vide che la bestia e il falso profeta furono presi vivi e gettati nello stagno ardente di fuoco e di zolfo. Perché dico questo? Perché questo conferma ciò che Paolo ha scritto ai Tessalonicesi sulla sorte che attende l’empio, l’uomo del peccato che sarà manifestato prima del giorno del Signore. Ecco cosa dice Paolo ai Tessalonicesi a proposito di ciò: “E allora sarà manifestato l’empio, che il Signor Gesù distruggerà col soffio della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta”.[8] Come potete dunque vedere Giovanni e Paolo concordano nel dire che l’uomo del peccato (la bestia) sarà punito al ritorno di Cristo, quando Lui apparirà dal cielo.
Stabilito questo, bisogna vedere quando sarà manifestato l’empio di cui parla Paolo ai Tessalonicesi, cioè se esso sarà manifestato prima che la Chiesa sarà rapita o dopo che essa sarà rapita. Vediamo dunque cosa dice sempre Paolo ai santi di Tessalonica sul quando sarà manifestato l’empio: “Or, fratelli, circa la venuta del Signor nostro Gesù Cristo e il nostro adunamento con lui, vi preghiamo di non lasciarvi così presto travolgere la mente, né turbare sia da ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche epistola data come nostra, quasi che il giorno del Signore fosse imminente. Nessuno vi tragga in errore in alcuna maniera; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figliuolo della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto quello che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e dicendo ch’egli è Dio. Non vi ricordate che quand’ero ancora presso di voi io vi dicevo queste cose? E ora voi sapete quel che lo ritiene ond’egli sia manifestato a suo tempo. Poiché il mistero dell’empietà è già all’opra: soltanto v’è chi ora lo ritiene e lo riterrà finché sia tolto di mezzo”.[9] Non c’è dubbio; Paolo dice che l’empio sarà manifestato mentre i santi saranno ancora sulla terra. Questo lo si deduce dal fatto che lui dice che “quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figliuolo della perdizione, l’avversario…”. Dunque, prima deve venire sia l’apostasia che l’uomo del peccato, e poi verrà il giorno del Signore che includerà la risurrezione dei morti in Cristo e la traslazione dei santi viventi. Qualcuno domanderà a questo punto: ‘Ma non può essere che Paolo quando parla del giorno del Signore si riferisca solo al ritorno di Cristo dal cielo con i suoi santi già con lui da alcuni anni?’ No, perché se si leggono attentamente le prima citate parole di Paolo si vedrà che lui quando parla del giorno del Signore, che non avverrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, si riferisce alla “venuta del Signor nostro Gesù Cristo e al nostro adunamento con lui”.[10] Prima infatti l’apostolo dice ai santi di non lasciarsi travolgere la mente circa la venuta del Signore e il nostro adunamento con lui, né da ispirazioni né da discorsi e né da qualche epistola data come loro quasi che “il giorno del Signore fosse imminente”, e poi dice il motivo per cui i santi non dovevano cadere in questo errore: “…poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato…”. Quel giorno di cui parla Paolo dunque è il giorno in cui verrà Cristo e noi saremo adunati con lui. Paolo quindi implicitamente dice che i santi saranno ancora sulla terra quando sarà manifestato l’empio che sarà poi distrutto dall’apparizione della venuta di Gesù Cristo.
Ora, siccome che l’uomo del peccato sarà un ministro di Satana, arrogante oltre modo perché dirà di essere Dio e avrà enormi poteri concessigli da Satana per sedurre gli abitanti della terra, è implicito che questo uomo, cioè la bestia, perseguiterà i santi che saranno sulla terra in quel tempo. E difatti Giovanni dice che “le fu dato di far guerra ai santi e di vincerli…”,[11] e il profeta Daniele che “egli proferirà parole contro l’Altissimo, ridurrà allo stremo i santi dell’Altissimo… i santi saran dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi, e la metà d’un tempo”.[12] Chi sono questi santi? Sono i credenti in Cristo Gesù, i cui nomi sono scritti nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo. Ciò è confermato dal fatto che Giovanni dice che il falso profeta faceva sì che tutti “quelli che non adorassero l’immagine della bestia fossero uccisi”.[13] Che costoro siano i santi i cui nomi sono scritti nel libro della vita si evince dal fatto che poco prima viene detto chi sono coloro che invece adoreranno la bestia: “E tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello che è stato immolato, l’adoreranno”.[14] Se infatti coloro i cui nomi non sono scritti nel libro della vita adoreranno la bestia e non verranno messi a morte dalla bestia, per forza di cose coloro che non l’adoreranno e saranno uccisi sono i santi i cui nomi sono scritti nel libro della vita dell’Agnello.
Quando la bestia sarà manifestata perciò ci saranno sulla terra oltre a coloro i cui nomi non sono scritti nel libro della vita, coloro i cui nomi sono scritti nel libro della vita. In realtà non avrebbe senso se l’anticristo fosse manifestato dopo il rapimento della Chiesa perché ciò vorrebbe dire che sulla terra non ci sarebbero più dei credenti, ci sarebbero solo dei non credenti che gli renderebbero il culto. Contro chi si sfogherebbero dunque l’ira e l’arroganza di questo uomo spregevole se non ci fossero i santi sulla terra? La presenza dei santi sulla terra è dunque necessaria perché essi costituiranno il bersaglio contro cui lui sfogherà il suo furore. Furore però che sarà soppresso con il ritorno di Cristo perché quando Gesù tornerà dal cielo la bestia sarà distrutta e punita come merita. E tutti potranno contemplare la retribuzione che Cristo gli darà per le sue inique opere compiute per potere di Satana contro i santi del Signore. Ci tengo a precisare però che nonostante la persecuzione dei santi da parte della bestia sarà furiosa come nessun altra persecuzione che l’ha preceduta, la bestia non riuscirà a mettere a morte tutti i santi che saranno sulla terra, perché quando Cristo tornerà ci saranno ancora dei santi viventi: Paolo infatti disse ai Tessalonicesi: “Poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo insiem con loro rapiti sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria”.[15] Certamente l’apparizione di Cristo dal cielo porrà termine alla più dura persecuzione contro i santi ordita dal diavolo nel corso dei millenni; sarà dunque per i santi viventi una grande liberazione, una grande consolazione. Tanto è vero che Paolo nella sua seconda epistola ai Tessalonicesi dice pure questo: “Poiché è cosa giusta presso Dio il rendere a quelli che vi affliggono, afflizione; e a voi che siete afflitti, requie con noi, quando il Signor Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Iddio, e di coloro che non ubbidiscono al Vangelo del nostro Signor Gesù. I quali saranno puniti di eterna distruzione, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando verrà per essere in quel giorno glorificato nei suoi santi e ammirato in tutti quelli che hanno creduto, e in voi pure, poiché avete creduto alla nostra testimonianza dinanzi a voi”.[16] Notate come Paolo dice che quando Cristo apparirà dal cielo renderà afflizione a coloro che affliggono i santi, e riposo a coloro che sono afflitti a motivo delle persecuzioni subite a cagione del regno di Dio. Dunque all’apparizione della sua venuta, perché è di questa che egli parla cioè della stessa apparizione – di cui egli parla più avanti – con cui egli annienterà l’empio, i santi viventi otterranno riposo perché saranno mutati e rapiti in cielo. Ancora una volta dunque emerge dalle parole di Paolo che il rapimento della Chiesa avverrà in concomitanza con l’apparizione di Cristo dal cielo, apparizione che avverrà dopo che sarà manifestato l’empio.
Ho parlato fin qui della manifestazione dell’empio che deve precedere il ritorno di Cristo dal cielo, ma come abbiamo visto Paolo dice che prima della venuta del Signore deve venire anche l’apostasia. Che cosa è l’apostasia? L’apostasia consiste nell’abbandono e nel rinnegamento della fede in Cristo Gesù per andare dietro a dottrine di demoni, a eresie di perdizione. Paolo spiega cosa significa apostatare in questi termini: “Ma lo Spirito dice espressamente che nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demonî per via della ipocrisia di uomini che proferiranno menzogna, segnati di un marchio nella loro propria coscienza; i quali vieteranno il matrimonio e ordineranno l’astensione da cibi che Dio ha creati affinché quelli che credono e hanno ben conosciuta la verità, ne usino con rendimento di grazie”.[17] Ora, se l’apostasia è l’abbandono della fede ciò vuol dire che essa riguarderà dei credenti. Difatti chi può abbandonare la fede se non chi già ce l’ha? Può qualcuno abbandonare una casa se prima non ci è entrato? Dunque prima del ritorno di Cristo avverrà che alcuni credenti abbandoneranno la fede perché presteranno ascolto a degli spiriti seduttori per volgersi a dottrine di demoni. Certamente fino a questo giorno ci sono stati un po’ per tutto il mondo dei credenti che hanno apostatato dalla fede, ma l’apostasia di cui parla Paolo ai Tessalonicesi riguarderà un grande numero di credenti che apostateranno poco prima del ritorno di Cristo. Ancora una volta dunque si deve concludere che i credenti saranno ancora sulla terra prima dell’apparizione di Cristo dal cielo perché molti di essi apostateranno dalla fede.
Come abbiamo visto però nonostante le parole di Paolo indichino che il giorno del Signore, ossia la venuta del Signore e il nostro adunamento con lui, debba essere preceduto dall’apostasia e dall’empio, i pretribolazionisti sostengono che la Chiesa quando sarà manifestato l’empio sarà già stata rapita. Non possiamo dunque non fare queste domande a coloro che sostengono questa tesi: ‘Che senso avrebbero dunque le parole di Paolo? Cioè, che senso avrebbe avuto dire ai santi di Tessalonica di non essere tratti in errore in alcuna maniera, di non lasciarsi travolgere la mente a proposito del giorno del Signore, se quando l’empio sarebbe stato manifestato essi sarebbero stati in cielo con il Signore? Facciamo un esempio per spiegare questo: poniamo il caso che una ragazza che vive in Italia stia attendendo il suo fidanzato che si trova in America da molti anni perché questo le ha detto che presto andrà a trovarla per sposarla, e qualcuno ad un certo punto le faccia arrivare la falsa notizia che la visita del suo fidanzato è imminente quando non lo è affatto. Certamente la fidanzata se lo aspetterà da un giorno all’altro, se non da un’ora all’altra, perché la sua mente e il suo cuore saranno presi da questa attesa; certamente subentrerà una certa agitazione ed emozione perché si sa come reagisce l’animo umano in queste occasioni al sentire certe cose. Ma ecco che il fidanzato avendo avuto notizia che la sua fidanzata lo sta aspettando da un momento all’altro perché qualcuno le ha detto una bugia, e capendo che il fatto di non vederlo arrivare in tempi brevissimi creerà nell’animo suo non piccolo turbamento, le manda un fax dicendo: ‘Cara, ho sentito che qualcuno ti ha detto che la mia visita è imminente; non ti turbare se non mi vedi arrivare nei prossimi giorni perché la mia visita non è imminente infatti essa non si potrà adempiere fino a che non avrò terminato di costruire la casa in cui dovremo andare ad abitare’. Che cosa capirà dunque la ragazza? Che prima il suo fidanzato deve terminare di costruire la casa e poi verrà a trovarla e la sposerà. Questo naturalmente porterà calma nel cuore della ragazza. Potrebbe mai capire la ragazza che il suo fidanzato verrà a trovarla e sposarla prima che la casa sia terminata? Come si può dunque capire che le parole di Paolo ai Tessalonicesi vogliono dire che i credenti prima saranno rapiti in cielo e poi sarà manifestato l’empio? Perché mai l’apostolo Paolo ci ha scritto quelle parole tranquillizzanti se i santi saranno radunati con Cristo prima che sia manifestato l’anticristo? Ma non vi rendete conto che le parole di Paolo hanno senso solo se il radunamento dei santi con Cristo coinciderà con la sua apparizione dal cielo, per cui esso è da attendere dopo che sarà manifestato l’anticristo?
Alcuni obbiettano affermando che dicendo che il nostro adunamento con Cristo deve essere preceduto dalla venuta dell’empio il credente finisce con l’aspettare l’empio invece che la venuta del Signore. Ma non è così, perché la venuta dell’empio è uno dei segni che ci indica che la venuta del Signore è alle porte. Tutto qui; tanto è vero che noi parliamo più della venuta di Cristo che di quella dell’empio. L’empio sarà manifestato per perseguitarci, Cristo invece sarà manifestato per liberarci dalla sua feroce persecuzione e distruggerlo. Ed oltre a distruggere lui, Cristo distruggerà anche coloro che non conoscono Dio e non ubbidiscono al Vangelo.
Altri obbiettano dicendo che Paolo con quelle parole ha voluto dire ai Tessalonicesi di non essere turbati da coloro che dicevano che il giorno del Signore era già arrivato per cui loro erano stati lasciati indietro. Ora, è vero che ai giorni di Paolo alcuni si erano sviati dalla verità dicendo che la risurrezione era già avvenuta,[18] ma da come parla Paolo ai Tessalonicesi egli in questo caso non si riferiva a coloro che turbavano i credenti dicendo che la risurrezione era già avvenuta ma che la risurrezione era imminente, cioè sul punto di verificarsi.
Altri ancora obbiettano dicendo che Paolo quando dice: “Poiché il mistero dell’empietà è già all’opra: soltanto v’è chi ora lo ritiene e lo riterrà finché sia tolto di mezzo”,[19] ‘chi ora lo ritiene’ è la Chiesa che è il tempio dello Spirito Santo, per cui quando essa sarà tolta allora sarà manifestato l’empio. Se le cose stanno così viene da domandarsi come mai allora la presenza della Chiesa sulla terra non ha evitato che tanti anticristi si siano manifestati nel passato e come mai oggigiorno la presenza della Chiesa non impedisca a tanti anticristi di manifestarsi. E’ vero che l’anticristo che deve venire sarà diverso da tutti gli altri anticristi, ma rimarrà sempre un anticristo. No, noi non riteniamo che quel che ritiene il mistero dell’empietà è la Chiesa, ma Dio che a suo tempo lo toglierà di mezzo e allora sarà manifestato l’empio.
[1] Doctrines of the Bible, pag. 267↩
[2] Ibid., pag. 268,272↩
[3] Ibid., pag. 273↩
[4] Ibid., pag. 273↩
[5] Ibid., pag. 273↩
[6] Ibid., pag. 273↩
[7] Ap. 19:11-21↩
[8] 2 Tess. 2:8↩
[9] 2 Tess. 2:1-7↩
[10] 2 Tess. 2:1↩
[11] Ap. 13:7↩
[12] Dan. 7:25↩
[13] Ap. 13:15↩
[14] Ap. 13:8↩
[15] 1 Tess. 4:17↩
[16] 2 Tess. 1:6-10↩
[17] 1 Tim. 4:1-3↩
[18] Cfr. 2 Tim. 2:18↩
[19] 2 Tess. 2:7↩