Il serpente di rame

Gli Israeliti si fecero impazienti e cominciarono a parlare contro Dio e contro Mosè. Allora Dio mandò contro di loro dei serpenti velenosi i quali mordevano gli Israeliti e molti di loro morirono. Il popolo allora riconobbe di avere peccato e pregò Mosè di pregare per il popolo, cosa che Mosè fece. Dio allora rispose a Mosè di farsi un serpente di rame e di metterlo sopra un antenna affinché chiunque lo guardasse scampasse. E così avvenne, ogni Israelita che dopo essere stato morso dai serpenti guardava il serpente di rame scampava e continuava a vivere (cfr. Num. 21:4-9).

Da questa storia avvenuta al popolo di Israele durante il suo viaggio nel deserto traiamo il seguente insegnamento. L’uomo pecca contro Dio e il peccato lo ripaga con la morte per cui egli è morto nei suoi peccati e nelle sue trasgressioni. Lo aspetta la perdizione eterna, in altre parole una eterna infamia nei tormenti. Per lui non c’è alcuna speranza di scampare. Ma Dio nella sua grande misericordia gli ha provveduto una via di scampo che è la fede in Cristo Gesù, il suo Figliuolo che è stato appiccato sulla croce per i nostri peccati affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna (cfr. Giov. 3:14). Gesù Cristo morendo sulla croce si è caricato della maledizione della legge perché è scritto che chiunque è appeso al legno è maledetto (cfr. Gal. 3:13-14), affinché noi per mezzo di lui fossimo riscattati dalla maledizione della legge, sotto cui eravamo secondo che è scritto che chiunque non mette in pratica tutte le cose scritte nella legge è maledetto (cfr. Gal. 3:10), e ricevessimo la benedizione di Abramo ossia la remissione dei nostri peccati e la vita eterna. Quale grande amore Cristo ha manifestato verso noi che un tempo eravamo peccatori e ribelli! Parliamone ogni volta che ne abbiamo l’opportunità.

pensieri

Pensieri (Vol. 1)

Butindaro Giacinto, Roma 2015 – Versione aggiornata. Pagine 728.
Giacinto Butindaro