Fratelli nel Signore, voglio che sappiate che Francesco Toppi, durante il XV Convegno Pastorale tenutosi ad Acireale il 30 Aprile1998 – quindi quando era Presidente delle ADI – in una sua predicazione dal titolo ‘La potenza di Dio’, ha accusato l’apostolo Paolo di avere cercato di conquistare i filosofi greci con la filosofia. Ecco le sue stolte parole:
‘Paolo l’apostolo – è fuori argomento – ma Paolo l’apostolo ha fatto due tre errori nella sua vita. E uno di questi errori è stato la sua predicazione ad Atene, all’Areopago. Paolo era preparatissimo, certamente era all’epoca uno dei più grandi teologi esistenti, conosceva la filosofia, conosceva le scienze, e andando lì all’Areopago fra i filosofi cominciò – ebbè sapete la vecchia natura è la vecchia natura – a cercare di far capire a loro che in fin dei conti quello che lui diceva – lui non era una persona che non sapeva – e cominciò a trattarli parlando loro della filosofia, citando i poeti greci, quando però necessariamente dovette spiegare il fatto della resurrezione, che quelli non credevano, cominciarono a beffarlo e voltarono le spalle e se ne andarono. E l’unico che si convertì fu il custode dell’Areopago. Era andato per conquistare i filosofi con la filosofia, ma il custode dell’Areopago non avrà capito tutta la parte precedente del messaggio, avrà capito quella alla fine, e ha aperto il cuore e il Signore l’ha salvato’.
Ecco in questo video la parte della predicazione che ho trascritto qua sopra.
In queste parole ci sono diverse menzogne, peraltro dette da Toppi con quel suo ben noto ghigno diabolico, e con quell’espressione facciale caratteristica di quelli che mentono contro la verità (osservatelo bene in faccia mentre parla contro l’apostolo Paolo).
La prima menzogna è che Paolo predicando in quella maniera a coloro che erano presenti all’Areopago commise un errore, perché non si potè trattare di un errore in quanto lui predicò con potenza, con lo Spirito Santo e con gran pienezza di convinzione (1 Tessalonicesi 1:5), come era suo solito fare in ogni circostanza. Questo quindi naturalmente distrugge l’accusa Toppiana che Paolo cercò di conquistare i filosofi con la filosofia, perchè appunto Paolo non filosofeggiava quando predicava, e non poteva farlo perchè parlava da parte di Dio in Cristo (2 Corinzi 2:17). Accusare Paolo di avere filosofeggiato, significa accusarlo di avere fatto dei discorsi persuasivi di sapienza umana, quando non è così perchè lo stesso Paolo dirà ai Corinti: “E la mia parola e la mia predicazione non hanno consistito in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza degli uomini, ma sulla potenza di Dio” (1 Corinzi 2:4-5). Ma come avrebbe potuto Paolo usare la filosofia – ossia la sapienza di questo mondo – per conquistare i greci a Cristo, quando lui stesso ebbe a dire pure: “Perché Cristo non mi ha mandato a battezzare ma ad evangelizzare; non con sapienza di parola, affinché la croce di Cristo non sia resa vana. Poiché la parola della croce è pazzia per quelli che periscono; ma per noi che siam sulla via della salvazione, è la potenza di Dio; poich’egli è scritto: Io farò perire la sapienza dei savî, e annienterò l’intelligenza degli intelligenti. Dov’è il savio? Dov’è lo scriba? Dov’è il disputatore di questo secolo? Iddio non ha egli resa pazza la sapienza di questo mondo? Poiché, visto che nella sapienza di Dio il mondo non ha conosciuto Dio con la propria sapienza, è piaciuto a Dio di salvare i credenti mediante la pazzia della predicazione” (1 Corinzi 1:17-21)? Ma vi rendete conto cosa si è permesso di dire Toppi? Lui ha accusato implicitamente Paolo di avere vanificato la croce di Cristo con quella sua predicazione ad Atene, il che è provato dai fatti non essere assolutamente vero perchè alcuni furono salvati mediante la fede.
Cosa dice infatti Luca? “Quando udiron mentovar la risurrezione de’ morti, alcuni se ne facevano beffe; ed altri dicevano: Su questo noi ti sentiremo un’altra volta. Così Paolo uscì dal mezzo di loro. Ma alcuni si unirono a lui e credettero; fra i quali anche Dionisio l’Areopagita, una donna chiamata Damaris, e altri con loro” (Atti 17:32-34). Quindi non si convertì solo Dionisio l’Areopagita alla predicazione di Paolo, come dice falsamente Toppi, ma si convertirono diverse persone. E questa dunque è la seconda menzogna detta da Toppi. E poi, se è vero che “è piaciuto a Dio di salvare i credenti mediante la pazzia della predicazione” (1 Corinzi 1:21), ciò significa che anche quei credenti ad Atene furono salvati per mezzo della pazzia della predicazione, e quale fu questa predicazione se non quella di Paolo all’Areopago? E quindi ribadisco che non si potè trattare di un discorso filosofico, come dice stoltamente Toppi.
Qualcuno dirà: ‘Che dire allora delle seguenti parole di Paolo da lui dette in quella predicazione: ” … e siamo, come anche alcuni de’ vostri poeti han detto: ‘Poiché siamo anche sua progenie’. Essendo dunque progenie di Dio, non dobbiam credere che la Divinità sia simile ad oro, ad argento, o a pietra scolpiti dall’arte e dall’immaginazione umana” (Atti 17:28-29)? E’ stata semplicemente una citazione di alcuni poeti greci presa dall’apostolo Paolo semplicemente per confermare quello che dice la Parola di Dio, cioè che noi siamo progenie di Dio. Paolo dice infatti ‘ e siamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto’, il che significa che ciò non era stato detto solo da alcuni poeti greci. Tutto qua. Vi faccio un esempio pratico con un detto che non è scritto nella Bibbia. Se io durante una predicazione affermo: ‘Non dobbiamo metterci con le cattive compagnie, perchè corrompono i buoni costumi, come dice ANCHE il detto ‘Chi va con lo zoppo, impara a zoppicare’, potrò essere forse accusato di usare la sapienza di questo mondo per trasmettere la Parola? Certamente no, perchè ho usato un detto del mondo che conferma quello che la Sapienza di Dio ha messo così: “Chi va coi savi diventa savio, ma il compagno degl’insensati diventa cattivo” (Proverbi 13:20).
E poi se si esamina attentamente tutta la predicazione di Paolo si noterà come è profondamente biblica essendo che si basa su principi biblici:
– “Ateniesi, io veggo che siete in ogni cosa quasi troppo religiosi. Poiché, passando, e considerando gli oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era scritto: Al dio sconosciuto. Ciò dunque che voi adorate senza conoscerlo, io ve l’annunzio”.
Paolo accusa gli Ateniesi di essere dei religiosi che non conoscono l’Iddio che adorano, e quindi li accusa di essere “con l’intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo della ignoranza che è in loro, a motivo dell’induramento del cuor loro” (Efesini 4:18). Paolo in altre parole in questa maniera attesta che si stava rivolgendo a pagani “i quali non conoscono Dio” (1 Tessalonicesi 4:5).
– “L’Iddio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi fatti d’opera di mano; e non è servito da mani d’uomini; come se avesse bisogno di alcuna cosa; Egli, che dà a tutti la vita, il fiato ed ogni cosa”.
Paolo proclama che l’Iddio sconosciuto che gli Ateniesi adoravano senza conoscere è Colui che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, che è il Signore del cielo e della terra e non abita in templi fatti dall’uomo. Non avete mai letto che Isaia dice: “Così parla l’Eterno, il tuo redentore, Colui che t’ha formato fin dal seno materno: Io sono l’Eterno, che ha fatto tutte le cose; io solo ho spiegato i cieli, ho distesa la terra, senza che vi fosse alcuno meco” (Isaia 44:24), e che Gesù chiamò l’Iddio e Padre suo: ” Signor del cielo e della terra” (Matteo 11:25)? E non avete letto quello che disse Stefano per lo Spirito dinnanzi al Sinedrio, prima che Saulo da Tarso si convertisse quindi: “L’Altissimo però non abita in templi fatti da man d’uomo, come dice il profeta: Il cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello de’ miei piedi. Qual casa mi edificherete voi? dice il Signore; o qual sarà il luogo del mio riposo? Non ha la mia mano fatte tutte queste cose?” (Atti 7:48-50)? E che dire poi di queste parole “Egli, che dà a tutti la vita, il fiato ed ogni cosa”? Non dice forse Paolo a Timoteo che Dio “vivifica tutte le cose” (1 Timoteo 6:13), cioè che Egli dà la vita a tutte le cose, come mettono molte traduzioni?
– “Egli ha tratto da un solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche loro assegnate, e i confini della loro abitazione”
Qui Paolo spiega come tutte le nazioni discendono da un unico uomo, cioè Adamo, che è un concetto biblico, come anche il concetto che ha fatto le nazioni per farle abitare la terra, e ha stabilito loro non solo le loro epoche ma anche i loro confini. La Scrittura conferma ciò in tante maniere.
– “affinché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo, come a tastoni, benché Egli non sia lungi da ciascun di noi. Difatti, in lui viviamo, ci moviamo, e siamo, come anche alcuni de’ vostri poeti han detto: ‘Poiché siamo anche sua progenie’ “.
Qui Paolo fa presente il concetto biblico che Dio ha posto gli uomini sulla terra affinchè lo cerchino, se mai avvenga che lo trovino. Non ha forse detto il profeta Isaia: “Cercate l’Eterno, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentr’è vicino. Lasci l’empio la sua via, e l’uomo iniquo i suoi pensieri: e si converta all’Eterno che avrà pietà di lui, e al nostro Dio ch’è largo nel perdonare” (Isaia 55:6-7)?
– “Essendo dunque progenie di Dio, non dobbiam credere che la Divinità sia simile ad oro, ad argento, o a pietra scolpiti dall’arte e dall’immaginazione umana”
Qui Paolo parla contro gli idoli e l’idolatria che erano molto diffusi anche ad Atene, dicendo in sostanza che “quelli fatti con le mani non sono dèi” (Atti 19:26), che era la ragione per cui Paolo era odiato dai fabbricanti d’idoli. Quindi proclama che gli idoli sono cose vane.
– “Iddio dunque, passando sopra ai tempi dell’ignoranza, fa ora annunziare agli uomini che tutti, per ogni dove, abbiano a ravvedersi”.
Ecco l’annuncio del ravvedimento agli uomini peccatori, che Dio tramite Gesù ha comandato si deve rivolgere agli uomini.
– “perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell’uomo ch’Egli ha stabilito; del che ha fatto fede a tutti, avendolo risuscitato dai morti”.
Qui invece Paolo annuncia il giorno del giudizio, giudizio che eserciterà per mezzo del Suo Figliuolo Gesù Cristo che Dio ha risuscitato dai morti. E’ vero che Paolo in questa predicazione non ha menzionato Gesù, ma lo aveva fatto poco prima nel parlare nella piazza con gli Ateniesi secondo che è scritto: “Egli dunque ragionava nella sinagoga coi Giudei e con le persone pie; e sulla piazza, ogni giorno, con quelli che vi si trovavano. E anche certi filosofi epicurei e stoici conferivan con lui. E alcuni dicevano: Che vuol dire questo cianciatore? E altri: Egli pare essere un predicatore di divinità straniere; perché annunziava Gesù e la risurrezione” (Atti 17:17-18). Quindi essi sapevano a chi Paolo stava riferendosi quando disse “per mezzo dell’uomo ch’Egli ha stabilito; del che ha fatto fede a tutti, avendolo risuscitato dai morti”.
Ma voi ci vedete in questa predicazione di Paolo un tentativo di Paolo di guadagnare gli Ateniesi con la filosofia? Io non ci vedo neppure l’ombra di questo tentativo. Anzi vedo in questa predicazione un esempio di come si predica ai pagani che non conoscono Dio.
L’altra menzogna detta da Toppi è questa: ‘il custode dell’Areopago non avrà capito tutta la parte precedente del messaggio, avrà capito quella alla fine’, perchè se egli comprese l’ultima parte ciò significa che comprese anche la prima essendo che la seconda parte è strettamente connessa alla prima, e per capire la seconda occorre prima capire la prima parte.
Ed infine costituisce una menzogna l’affermazione che l’Areopagita ‘ha aperto il cuore e il Signore l’ha salvato’, perchè non è questo che insegna la Scrittura, infatti per poter prestare attenzione alle cose predicate dall’apostolo Paolo e credere in quello che lui diceva da parte di Dio, era necessario che Dio aprisse il cuore a chi lo ascoltava, come nel caso di Lidia secondo che ha scritto Luca: “E nel giorno di sabato andammo fuor della porta, presso al fiume, dove supponevamo fosse un luogo d’orazione; e postici a sedere, parlavamo alle donne ch’eran quivi radunate. E una certa donna, di nome Lidia, negoziante di porpora, della città di Tiatiri, che temeva Dio, ci stava ad ascoltare; e il Signore le aprì il cuore, per renderla attenta alle cose dette da Paolo. E dopo che fu battezzata con quei di casa, ci pregò dicendo: Se mi avete giudicata fedele al Signore, entrate in casa mia, e dimoratevi. E ci fece forza” (Atti 16:13-15).
Che cosa si evince dunque da questo stralcio di questa cosiddetta predicazione di Toppi? Per l’ennesima volta che Francesco Toppi non conosce le Scritture, come non le conoscono tutti coloro che hanno detto e dicono ‘Amen’ a queste menzogne.
Questo conferma quanta ignoranza regna nelle ADI, ma anche quanta arroganza, perchè bisogna proprio essere degli arroganti per accusare Paolo di avere filosofeggiato ad Atene.
Vorrei peraltro aggiungere, che se bisogna parlare di predicazioni che non sono predicazioni ma dei discorsi filosofici o qualcosa di molto simile, bisogna fare riferimento proprio a quelle dei pastori ADI, che sono vuoti e aridi, ed hanno per questo bisogno per fare i loro discorsi persuasivi di sapienza umana di foglietti da cui devono continuamente leggere, come faceva il loro maestro Toppi. Discorsi di una noia micidiale che sono dei potenti sonniferi e anestetici, da loro usati per somministrare il loro veleno alle anime. Discorsi in cui si trovano talvolta persino delle fiabe! Costoro d’altronde non sono stati chiamati da Dio a predicare, ma si sono messi dietro al pulpito a recitare la parte del predicatore, come faceva Toppi peraltro, molto bravo a interpretare la parte del predicatore, non essendo per nulla un predicatore chiamato da Dio come lo era invece il nostro caro fratello Paolo. E dico questo non solo in base a quest’ultima prova, ma in base a tante altre prove.
Concludo dicendo per l’ennesima volta ai fratelli che frequentano chiese ADI: ‘Uscitevene, uscitevene, e separatevene, perchè i vostri pastori vi stanno ingannando!’
Chi ha orecchi da udire, oda
Giacinto Butindaro
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