Venerdì 9 maggio sei cristiani sono stati fermati dalla polizia mentre uscivano dall’abitazione di uno di loro, dopo aver avuto un incontro di condivisione e preghiera. Sono stati condotti al commissariato di polizia dove hanno passato la notte, per comparire il giorno dopo davanti al procuratore. L’accusa a loro carico è quella di “contaminare la fede dei musulmani”.
Dieci giorni prima, il 29 aprile, un altro cristiano è stato condannato a 300 euro di ammenda e a un anno di reclusione col beneficio della condizionale a Djilfa (240 km a sud di Algeri). Il fratello, che si è convertito 8 anni fa, è stato arrestato la mattina del 25 aprile, durante un controllo della polizia mentre viaggiava su un taxi collettivo. Gli agenti hanno trovato nei suoi bagagli una Bibbia e qualche libro cristiano. Questo fatto è stato sufficiente per farlo finire in carcere. Durante i cinque giorni della sua detenzione, i poliziotti lo hanno brutalmente minacciato per spingerlo a tornare all’Islam, ma non hanno usato violenza fisica.
Fonte: Porte Aperte Italia