Ho trovato su Google Books questo libro di Charles Drelincourt: Compendio di Controversie Tra la Parola di Dio e la Teologia Romana ad Uso dei Cristiani Evangelici, datato 1860.
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Qui di seguito la prefazione del libro:
NELL’ANNO 65 dell’êra cristiana, l’apostolo Paolo era prigioniero in Roma per cagione del Vangelo, ed apparecchiavasi, per così bella cagione, a subire il martirio. In que’ solenni momenti di aspettazione egli scrisse l’ultima delle sue lettere, che è la seconda al suo diletto discepolo Timoteo, sorvegliante della Chiesa che era in Efeso: ed ecco ciò che lo Spirito Santo gli fe’ scrivere in quella lettera: “Tutta la Scrittura è divinamente ispirata, ed utile ad insegnare, ad arguire, a correggere, ad ammaestrare in giustizia; acciocché l’uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni buon’opera. Io dunque ti protesto nel cospetto di Dio, e del Signor Gesù Cristo, il quale ha da giudicare i vivi ed i morti, nella sua apparizione e nel suo regno, che tu predichi la parola; che tu faccia istanza a tempo e fuor di tempo; riprendi, sgrida, esorta con ogni pazienza e dottrina; perciocché verrà il tempo che non comporteranno la sana dottrina; ma, pizzicando loro gli orecchi, si accumuleranno dottori secondo i loro proprj appetiti, e rivolteranno l’orecchie dalla verità, e si volgeranno alle favole” (2 TIMOT. III, 16 e seg.). La Parola di Dio è stata, è, e sarà fino alla fin de’ secoli l’unico libro che ci rivela la verità di Dio.
Nel secolo XVI e nel secolo XVII, mentre i Riformatori religiosi facevano ogni sforzo onde rimettere sul candeliere la Parola di Dio, i Gesuiti, potentissimi allora, profittando della influenza che eransi acquistata sulle coscienze di alcuni regnanti, spingendoli alla superstizione ed al libertinaggio, eccitavano le persecuzioni religiose, ed inondarono di sangue l’Europa, dal S. Bartolomeo alla revoca dell’editto di Nantes. In questo tempo era in Roma un celebre dottore gesuita, il cardinal Bellarmino, che era dai papi considerato siccome il teologo più zelante nel difendere la religione romana, come la professavano i Gesuiti. Egli era bibliotecario del Vaticano, ed incaricato specialmente della controversia coi cristiani Evangelici, che in materia religiosa non volevano riconoscere altra autorità che quella della Parola di Dio. Bellarmino scrisse molte opere, fra le quali la voluminosissima Delle controversie, che ha avuto, ed ha grande autorità ne’ paesi ov’è vietata la lettura della Parola di Dio.
Verso la stessa epoca fu pubblicato in Francia dal celebre teologo Drelincourt un piccolo volume intitolato, Compendio di controversie; nel quale dopo una esposizione breve e concisa delle dottrine della teologia gesuitica, si riferivano i passi della Parola di Dio contrarii a quelle dottrine. Un tal titolo ed un tale metodo sembrò il migliore possibile: imperciocché il compendio di controversia religiosa deve limitarsi a rimandare i lettori, o gli uditori al libro di Dio per sapere quello che Dio ha detto: imperciocché, lo ripetiamo, Dio stesso ci dice, che TUTTA LA SCRITTURA È DIVINAMENTE ISPIRATA.
Il piccolo compendio di controversia ebbe un successo immenso, e ad onta della violenta persecuzione della quale fu onorato, ad onta dei dragoni di Luigi XIV, i quali avevan ricevuto ordine di cercare e di bruciare il Compendio collo stesso zelo col quale cercavano e bruciavano la Bibbia, pure le edizioni del Compendio si succedevano rapidamente in tutta Europa. Il Compendio fu una consolazione per i cristiani evangelici perseguitati e fuggiaschi, e chiuse la bocca a molti persecutori.
Nel principio del nostro secolo quest’ottima operetta fu pubblicata in diverse lingue. Nel 1848 se ne fece in Toscana un’edizione di un gran numero d’esemplari nella nostra lingua. Ma, come spesso accade, in un libro, del quale siensi fatte molte edizioni, non vi era tutta l’esattezza necessaria, anzi vi si erano introdotti molti errori, specialmente nelle citazioni di Bellarmino. Questo motivo ci ha spinti a ritoccare quest’operetta. La seconda edizione italiana che noi diamo ora, può dirsi quasi rifusa. Le citazioni sono state rivedute e verificate, ed il lettore può essere sicuro di trovarle, se si prende la pena di verificarle negli autori originali. Le citazioni di Bellarmino sono state tutte verificate sull’ultima edizione di Roma di questo autore: quelle del Concilio di Trento sulla pregevole edizione del Baldassino, Ferrara 1763, ecc.
Questo Compendio non solo è utile ai teologi ed ai dotti, ma lo è principalmente al popolo, che non ha ricevuto l’educazione di seminario. Possa il nostro buon Dio benedire la lettura di questo libro, e la faccia servire a dissipare gli errori, e rendere gloria alla S. Scrittura.