Un pastore della Chiesa protestante clandestina in Cina, accusato di commercio illegale dopo che la polizia ha scoperto, nella sua chiesa, migliaia di esemplari della Bibbia, è stato processato in Cina, insieme alla moglie e ad altri tre accusati. Lo ha dichiarato l’avvocato del pastore, Me Gao Zhisheng. Il pastore Cai Zhuohua e gli altri tre accusati sono comparsi davanti al tribunale, lo scorso 7 luglio, dopo avere trascorso dieci mesi in prigione, con l’accusa di «pratiche economiche illegali». Il pastore si è difeso affermando che le Bibbie non erano destinate alla vendita, ma a essere distribuite tra i membri della sua chiesa. Questo destituirebbe di ogni fondamento l’accusa di commercio illegale. Cai Zhuohua ha inoltre affermato che l’accusa non è stata in grado di portare delle prove della sua attività illegale di fronte al tribunale del distretto di Haidian, a Pechino. Il tribunale non ha emesso nessun verdetto. Il difensore del pastore ha detto di ignorare quando il tribunale prenderà una decisione in merito a questo caso. Me Gao ha ribadito che nel processo è in questione il principio della libertà di religione e si è detto pessimista circa l’esito del procedimento. “I fatti e il diritto spesso non contano nulla, in Cina”, ha detto l’avvocato. La Cina concede la libertà religiosa, a determinate condizioni, solamente alle chiese ufficiali (tra queste anche la Chiesa protestante cinese, che riunisce tutti i protestanti che hanno accettato di essere registrati dallo stato). La Bibbia non è vietata, in Cina, ma deve essere stampata in tipografie autorizzate e distribuita nelle chiese riconosciute dal governo.
Fonte: VE/ProtestInfo