09.07.1999 – (Portes Ouvertes/Compass) – Il 24 giugno, Ibrahim Yusupov, responsabile di una chiesa pentecostale di Tachkent, è stato condannato a un anno di prigione per aver condotto attività missionarie.
Il 30 giugno, le autorità di Boukhara hanno condannato il pastore Na’il Asanov a cinque anni di prigione per detenzione di droga e propagazione di idee estremiste. Il giovane pastore, 27 anni, era stato arrestato il 5 marzo in compagnia della sua fidanzata e di un’altra donna. Durante la perquisizione corporale, i poliziotti hanno fatto scivolare nelle sue tasche una bustina di droga. Secondo dei testimoni, egli è stato severamente picchiato e torturato durante la sua detenzione.
In un terzo caso, la giustizia uzbeka ha condannato l’11 giugno tre predicatori pentecostali ad una multa che equivale a 100 salari mensili. Si tratta del vescovo Leonty Lulkin (70 anni), il decano dei pastori pentecostali dell’Uzbekistan, di Alexandre Gudov e un terzo predicatore conosciuto solo col suo nome: Alexandre. Sono stati riconosciuti colpevoli di infrazione alla legge religiosa. I tre uomini hanno deciso di pagare la multa, poiché non hanno alcuna speranza di vincere in appello.
Oltre a questi processi si aggiunge quello di quattro dirigenti della Chiesa del Pieno Evangelo di Nukus, condannati il 9 giugno a 15 anni di prigione per Rachid Touribaïev e 10 anni per gli altri tre. Il 29 giugno, un reportage della prima rete televisiva uzbeka li ha mostrati in una gabbia di ferro, di fronte a tre giudici. Secondo questo reportage, essi erano “colpevoli di ingannare il popolo” promettendo di “lavare i loro peccati nelle acque del canale di Nukus”, e colpevoli di aver distribuito materiale di propaganda “che glorificava la società di Cristo”