LONDRA – I medici del Regno Unito hanno votato contro una proposta che avrebbe permesso loro di pregare per i loro pazienti senza dover rischiare azioni disciplinari. Il voto è avvenuto durante la conferenza della British medical association a Liverpool dove, nei giorni scorsi, si è dibattuto sui temi legati alla facoltà dei medici di parlare di temi spirituali con i loro pazienti. Il governo è sempre stato contrario a rendere meno rigorose le regole in questo settore: in più occasioni ha ribadito che le cure spirituali andavano lasciate ai cappellani.
Secondo il codice del General medical council – l’organismo che regola l’attività dei medici – la discussione religiosa può essere « parte della cura ai pazienti » , ma solo se gli stessi sono consenzienti. Inoltre, all’inizio di quest’anno il ministero della Sanità aveva « consigliato » i medici di evitare il « proselitismo » perché la discussione su temi religiosi sarebbe potuta essere interpretata come un « tentativo di conversione o abuso » . La decisione dei medici giunge ora dopo che il servizio sanitario nazionale ha comunque scelto la linea dura in alcuni casi. L’anno scorso, ad esempio, l’infermiera Caroline Petrie venne sospesa dall’ospedale North Somerset Nhs Trust dopo aver chiesto a un paziente di pregare per lui. Petrie è stata poi reintegrata « a condizione che non esprimesse più in corsia » il suo credo religioso. ( E. D. S.)
Fonte: Avvenire.it – 3 luglio 2009
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