Restrizioni e religione: Stati Uniti polemizzano ancora con Cina
Pechino, 8 nov. (Apcom) – Si alla bibbia, purché per uso personale. Gli organizzatori delle Olimpiadi di Pechino 2008 hanno smentito oggi la notizia secondo la quale durante il periodo dei Giochi, secondo un allarme lanciato dagli Stati Uniti, che accusano la Cina di limitazioni alle libertà di culto, sarebbe stato proibito l’ingresso nel paese di pubblicazioni religiose. “Non abbiamo questo tipo di restrizioni. Gli stranieri potranno portare con loro qualsiasi tipo di pubblicazione, se per uso personale”, ha spiegato Du Mengxue, impiegato nel media center del comitato organizzatore.
Una nota ufficiale pubblicata dal sito web ufficiale di Pechino 2008 spiega però che in osservanza delle procedure relative all’ingresso nel paese, “ciascun viaggiatore potrà portare con sé in Cina non più di una bibbia”. Questo contrariamente a quanto riportato dalla Catholic News Agency, che, citando i quotidiani La Gazzetta dello Sport e lo spagnolo La Razon, annunciava la presenza della bibbia in una lista di oggetti proibiti dalle autorità cinesi all’interno del villaggio olimpico.
Una notizia che aveva spinto la senatrice statunitense repubblicana Lindsay Graham a telefonare all’ambasciatore cinese per una spiegazione. Condannando in anticipo l’eventuale censura. “Se fosse vero, sarebbe un atto oltraggioso che tutto il mondo ed i rappresentanti di tutte le religioni dovrebbero condannare”, aveva scritto la senatrice in una nota ufficiale. Generando un inutile equivoco poi immediatamente risolto dal CIO, con una comunicazione diretta al comitato olimpico statunitense nella quale veniva negata l’esistenza di qualsivoglia restrizione di tipo religioso imposta dai cinesi agli atleti.
Fonte: Alice Notizie/Apcom.net