di VIRMAN CUSENZA
LONDRA – Tollerante sì, ma non troppo. Due anni dopo gli attentati del 7 luglio, Londra si risveglia con interi scaffali di “libri dell’odio” sotto gli occhi. Tra le bancarelle che affollano le principali moschee del Paese gli esperti hanno intercettato fior di volumi che predicano la lapidazione e la segregazione femminile, l’uccisione di chi abiura o trasgredisce le regole dell’Islam. E lanciano pressanti appelli ad evitare l’integrazione dei fratelli musulmani che oggi vivono nel Regno Unito.
Così, nei giorni in cui il contestato monarca Abdullah varca la soglia di Downing Street accusando l’intelligence inglese di non aver prestato abbastanza attenzione agli allarmi lanciati dagli 007 sauditi prima del luglio 2005, la risposta inglese non s’è fatta attendere. Alla fine a vincere, più che la naturale indignazione