Siamo trasformati nell’istessa immagine di Lui

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“Il Signore è lo Spirito”1 ed ha cominciato un opera in ciascun di noi e questa opera la sta continuando a svolgere e la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. Fratelli, noi siamo stati predestinati ad essere conformi all’immagine del Figliuolo di Dio, e Dio mediante lo Spirito Santo ci trasforma e ci rinnova di giorno in giorno affinché noi diventiamo come Gesù Cristo.

Paolo disse ai Corinzi: “E noi tutti contemplando a viso scoper­to, come in uno specchio, la gloria del Signore, siamo trasforma­ti nell’istessa immagine di lui, di gloria in gloria, secondo che opera il Signore, che è Spirito”;2 diletti, lo Spirito che abbiamo ricevuto è uno spirito di forza che opera potentemente in noi in accordo con la volontà di Dio; egli ci trasforma quotidianamente affinché assumiamo l’immagine di Cristo,… l’immagine spirituale naturalmente.

È scritto: “Cristo…verso voi non è debole, ma è potente in voi”,3 infatti il Signore che è lo Spirito è potente in noi e si propone di renderci simili a Cristo nel carattere.

Ora, noi abbiamo un uomo esteriore ed un uomo interiore; il primo è di carne e ossa e lo vediamo disfarsi, essendo corruttibile, mentre il secondo è spirituale e “si rinnova di giorno in giorno”,4 come dice l’apostolo Paolo. L’uomo interno che è nei credenti è stato rifatto nuovo, mentre quello esteriore è rimasto immutato, infatti noi, quando siamo nati di nuovo non abbiamo cambiato l’immagine corporale, perché la nostra statura, il nostro peso e i nostri caratteri somatici sono rimasti inaltera­ti, ma quello che è cambiato profondamente è il nostro carattere spirituale, infatti per i nostri vecchi amici del mondo siamo diventati irriconoscibili; ci è stato detto, dopo essere rinati, proprio da coloro che ci conoscevano per l’addietro: ‘Non ti riconosco più’, ‘Non sei più lo stesso’, ‘Sei un’altro’; quanto alla sembianza fisica, essi non hanno notato nessun mutamento, ma quanto al parlare e alla condotta hanno visto un tale rinnovamen­to da rimanere stupiti. Di Saulo da Tarso, dopo che si convertì al Signore, è detto: “E subito si mise a predicare nelle sinago­ghe che Gesù è il Figliuolo di Dio. E tutti coloro che l’udivano, stupivano e dicevano: Non è costui quel che in Gerusalemme infie­riva contro quelli che invocano questo nome ed è venuto qui allo scopo di menarli incatenati ai capi sacerdoti?”;5 i Giudei in Damasco sapevano che Saulo da Tarso in Gerusalemme perseguitava coloro che avevano creduto in Gesù e che era venuto in Damasco per menare incatenati i discepoli del Signore Gesù a Gerusalemme, per questa ragione rimasero stupiti quando l’udirono predicare che Gesù era il Figlio di Dio. L’aspetto esteriore di Saulo non era cambiato, ma era radicalmente cambiata la sua condotta; egli era andato per devastare la chiesa di Damasco, ma ora la edifica­va; egli prima bestemmiava il buon nome invocato sui santi ma ora lo predicava con ogni franchezza nelle sinagoghe dei Giudei; egli era partito per Damasco per menare a Gerusalemme i santi incate­nati, ma a Damasco invece rimase con loro, secondo che è scritto: “E Saulo rimase alcuni giorni coi discepoli che erano a Damasco”.6 In seguito, Saulo andò a Gerusalemme e Luca dice che “tentava d’unirsi ai discepoli; ma tutti lo temevano, non credendo ch’egli fosse un discepolo”;7 Saulo era diventato un discepolo del Signore eppure i discepoli in Gerusalemme, quando videro che egli tentava d’unirsi a loro, in un primo momento, non credettero che egli fosse diventato un discepolo. Saulo, in verità era stato rinnova­to e non aveva cercato di unirsi ai santi con finti sembianti e questo i discepoli del Signore, poco dopo, lo riconobbero.

Per ciò che riguarda questo rinnovamento compiuto dallo Spirito del Signore in noi possiamo paragonarlo al rinnovamento che un padrone di casa compie nella sua casa, facendola nuova interna­mente e mettendole un arredamento nuovo, togliendo il vecchio, ma lasciando inalterato l’aspetto esteriore della casa. Ci sono persone che comprano delle case e pur lasciandole esteriormente come le hanno comprate, le rinnovano internamente a loro piaci­mento perché vi devono andare ad abitare; anche il Signore che ci ha comprati a prezzo, ha lasciato il nostro uomo esteriore intat­to, senza apportarvi nessuna modifica, ma interiormente ci ha rinnovati per venire ad abitare in noi. Cristo ha purificato il nostro cuore dalla mala coscienza ed è venuto ad abitare in noi mediante lo Spirito; Gesù ha detto che “il vino nuovo va messo in otri nuovi”8 e Dio per mezzo del profeta aveva fatto questa pro­messa prima della venuta di Cristo: “V’aspergerò d’acqua pura, e sarete puri; io vi purificherò di tutte le vostre impurità e di tutti i vostri idoli. E vi darò un cuore nuovo, e metterò dentro di voi uno spirito nuovo…”,9 e questo è quello che Egli ha fatto, infatti il Signore ci ha dato un cuore nuovo ed ha messo dentro di esso uno spirito nuovo, che è lo Spirito d’adozione per il quale gridiamo: Abba! Padre. Noi, ora, siamo la casa di Dio, e sappiate che il Padrone di casa non è inoperoso, perché Egli porta avanti l’opera sua dentro di noi, mediante lo Spirito.

Lo Spirito di Dio vuole condurci “all’unità della fede e della piena conoscenza del Figliuol di Dio, allo stato d’uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo”,10 in altre parole vuole che noi cresciamo in ogni cosa. Quando si nasce di nuovo si è bambini spiritualmente, si è figliuoli di Dio, ma si ha poca intelligenza spirituale e poca conoscenza di molte cose relative al Regno di Dio e Dio per farci crescere spiritualmente ha costi­tuito nella Chiesa i suoi ministri, infatti Paolo dice: “Ed è Lui che ha dato gli uni, come apostoli; gli altri, come profeti; gli altri, come evangelisti; gli altri, come pastori e dottori per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministerio, per la edificazione del corpo di Cristo”.11 Un bambino quando nasce produ­ce molta gioia in seno alla famiglia, tutti si rallegrano, dal padre e la madre, ai figli che essi già avevano, ma egli non viene lasciato a se stesso perché i suoi genitori cominciano a prendersi cura di lui nutrendolo e rivolgendogli le dovute atten­zioni, e così il bambino comincia a crescere in statura, di peso e con l’andare del tempo assume una sembianza fisica che assomi­glia sempre di più a quella del padre che l’ha generato; quando il figlio nasce somiglia al padre perché ha dei caratteri somati­ci che ha ereditato da lui, essi sono visibili, ma con il passare del tempo essi si accentuano; io per esempio quando sono nato assomigliavo a mio padre, ma con il passare degli anni, crescen­do, la somiglianza si è accentuata. Di Adamo è scritto che “generò un figliuolo, a sua somiglianza, conforme alla sua imma­gine”12 e questo conferma quello che vi ho detto prima. Noi sappia­mo che chi viene generato eredita i caratteri somatici di chi lo genera; questo è quello che avviene nella natura, ma questo è anche quello che avviene spiritualmente in coloro che vengono rigenerati da Dio.

Noi siamo stati generati da Dio mediante l’Evangelo, e quando siamo nati di nuovo, coloro che già erano membri della famiglia di Dio hanno visto in noi la somiglianza che c’era con il Figlio di Dio (il primogenito fra molti fratelli), ma questa somiglianza spirituale col passare del tempo si è accentuata e continua ad accentuarsi perché il Signore che è lo Spirito opera in noi trasformandoci nell’istessa immagine di Lui.

Dio vuole che coloro che sono dei bambini in Cristo appena nati di nuovo, diventino, quanto a senno, uomini fatti e affinché ciò avvenga è necessario del tempo; la crescita di un bambino avviene gradualmente e benché egli nella sua fanciullezza non intenda molte cose, pure continua ad essere un membro della famiglia verso il quale il padre si mostra paziente e misericordioso.

In seno alla chiesa di Dio che era in Corinto, erano sorte delle divisioni durante l’assenza di Paolo e questo Paolo lo venne a sapere infatti scrisse ai Corinzi: “Fratelli miei, m’è stato riferito intorno a voi da quei di casa Cloe, che vi sono fra voi delle contese. Voglio dire che ciascuno di voi dice: Io sono di Paolo; e io d’Apollo; e io di Cefa; e io di Cristo”;13 notate che benché fossero sorte delle contese fra quei fratelli, Paolo continuò a chiamarli fratelli, essi erano nati di nuovo ma aveva­no questo difetto, c’era tra loro chi diceva d’essere di Paolo, chi di Apollo, chi di Pietro e per questa ragione Paolo disse loro: “poiché v’è tra voi gelosia e contesa, non siete voi carna­li, e non camminate voi secondo l’uomo? Quando uno dice: Io sono di Paolo; e un altro: Io sono d’Apollo; non siete voi uomini carnali?”.14

I santi in Corinto dimostrarono con la loro condotta di non essere spirituali, eppure erano stati arricchiti in ogni dono di parola e in ogni conoscenza e non difettavano d’alcun dono. Essi camminavano secondo la carne, e non secondo lo Spirito, perché tra loro vi erano divisioni, contese e gelosie che sono le opere della carne e per questa ragione Paolo li chiamò ‘carnali’.

Paolo scrisse loro: “Io, fratelli, non ho potuto parlarvi come a spirituali, ma ho dovuto parlarvi come a carnali, come a bambini in Cristo. V’ho nutriti di latte, non di cibo solido perché non eravate ancora da tanto; anzi, non lo siete neppure adesso perché siete ancora carnali”;15 fratelli, chi è stato vivificato per lo Spirito, deve altresì camminare per lo Spirito. Chi cammina per lo Spirito è spirituale (un uomo fatto), ma chi cammina in gelo­sie e contese è ancora carnale (un bambino in Cristo) ed ha bisogno di latte perché ancora non può essere nutrito di cibo sodo.

La Scrittura dice: “Chiunque usa il latte non ha esperienza della parola della giustizia, poiché è bambino; ma il cibo sodo è per uomini fatti; per quelli, cioè, che per via dell’uso hanno i sensi esercitati a discernere il bene e il male”;16 il bambino in Cristo è chi cammina secondo l’uomo e non secondo lo Spirito, ed è proprio per questa ragione che i suoi sensi ancora non sono esercitati a discernere il bene e il male; nell’uomo fatto invece i sensi sono esercitati a discernere il bene e il male perché egli cammina per lo Spirito. Fratelli, sappiate che è mediante l’osservanza dei comandamenti di Dio che si impara a discernere il bene e il male; oggi vi sono molti in seno alla chiesa che chiamano il bene ‘male’, e il male ‘bene’, perché non si eserci­tano alla pietà e perché i loro piedi non sono rivolti all’osser­vanza dei comandamenti di Dio e perciò sono privi del discerni­mento di cui hanno bisogno. In seno alla Chiesa di Dio vi sono i bambini in Cristo appena nati di nuovo i quali hanno bisogno di latte e non di cibo solido, ciò significa che bisogna parlargli come a dei bambini, insegnandogli i primi elementi degli oracoli di Dio, ma vi sono anche dei credenti che per ragione di tempo dovrebbero essere dei maestri ma hanno di nuovo bisogno che gli s’insegnino i primi elementi degli oracoli di Dio, ed anche questi sono dei bambini che hanno bisogno di latte a cui non si può dare il cibo solido perché non sono in grado ancora di assi­milarlo. Paolo scrisse ai Corinzi: “Fratelli, non siate fanciulli per senno, siate pure bambini quanto a malizia, ma quanto a senno siate uomini fatti”;17 ora, vi è un’enorme differenza tra un bambi­no e un adulto, infatti il modo di parlare e di ragionare di un adulto è completamente diverso da quello di un bambino; Paolo disse: “Quando ero fanciullo, parlavo da fanciullo, pensavo da fanciullo, ragionavo da fanciullo; ma quando son diventato uomo ho smesso le cose da fanciullo”,18 anche spiritualmente avviene la stessa cosa perché l’uomo fatto in Cristo ha smesso di parlare come un bambino in Cristo. Prendiamo per esempio un bambino in Cristo che dice: ‘Io sono di Tizio perché mi ha generato in Cristo’, pensate voi che quando diventerà un uomo fatto in Cristo continuerà a dire la stessa cosa? No, affatto. La misura di intelligenza spirituale nell’uomo fatto è superiore a quella che c’è in un bambino in Cristo; ambedue sono figliuoli di Dio ma mentre l’uno è cresciuto, l’altro è rimasto infante. I ministeri sono stati dati dal Signore per l’edificazione della Chiesa “finchè tutti siamo arrivati…allo stato d’uomini fatti…affinché non siamo più dei bambini, sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina”,19 ciò significa che da Cristo, mediante l’aiuto fornito dai ministri di Dio costituiti da Lui nei diversi uffici, i bambini prendono il loro necessario nutrimento per diventare uomini fatti.

Paolo scrisse ai santi in Efeso: “Avete imparato, per quanto concerne la vostra condotta di prima, a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; ad essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente, e a rivestire l’uomo nuovo che è creato all’immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità”;20 noi, per quel che concerne la nostra vecchia condotta siamo stati ammaestrati a gettare lungi da noi le opere delle tenebre cioè le gozzoviglie, le ebbrezze, la lussuria, le lascivie, le contese, le invidie, le ipocrisie e ogni sorta di maldicenza, tutte cose queste, che ingannano chi va dietro ad esse; ma per quanto concerne la nostra nuova condotta siamo stati ammaestrati ad essere rinnovati nello spirito della nostra mente e a rivestirci di tenera compassione, di benignità, di umiltà, di dolcezza, di longanimità, cioè dell’uomo nuovo che è creato all’immagine di Dio (Colui che l’ha creato), nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità.

Fratelli, sappiate che per assomigliare sempre di più a Cristo è indispensabile il rinnovamento della nostra mente, ciò significa nella pratica che noi non dobbiamo conformarci ai gusti, ai costumi e al modo di pensare della gente del mondo; chi si con­forma al presente secolo pone davanti a sè un ostacolo enorme che gli impedisce di crescere spiritualmente; non si può crescere in sapienza, né in grazia e né in conoscenza fino a quando si pensa come pensa il mondo; il modo di pensare del mondo è nocivo per il credente e non gli è di nessuna utilità nella sua crescita, e come potrebbe essergli utile quando sappiamo che “tutto il mondo giace nel maligno”?21 Fratelli, il modo di pensare della gente del mondo si oppone nettamente a quello dei santi che si santificano; noi abbiamo la mente di Cristo ma la gente del mondo la mente di chi ha? Non ha forse la mente del principe di questo mondo? Isaia dice degli empi: “I loro pensieri sono pensieri d’iniquità”,22 ma non solo i loro pensieri ma anche le loro opere sono d’iniquità, infatti lo stesso Isaia dice: “Le loro opere sono opere d’iniqui­tà”,23 e questo dimostra che la gente del mondo pensa male ed agisce di conseguenza male.

Considerate questa esortazione di Paolo: “Questo dunque io dico ed attesto nel Signore, che non vi conduciate più come si condu­cono i pagani nella vanità dei loro pensieri”;24 ora, quelli che non conoscono Dio non hanno solo vani pensieri nella loro mente, ma hanno anche un vano modo di vivere e questo dimostra come il modo di pensare di una persona influisca sul suo modo di compor­tarsi. Fratelli, tenete lungi da voi il modo di pensare inutile della gente del mondo e non permettetegli di insinuarsi nella vostra mente perché esso vi danneggerebbe; “siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà”,25 come dice la Scrittura. Sappiate che per intendere la volontà di Dio è indispensabile essere rinnovati nello spirito della propria mente; alcuni non sono ripieni della profonda conoscenza della volontà di Dio in ogni sapienza e intelligenza spirituale perché si conformano a questo secolo, e così facendo si conducono nella vanità dei pensieri di quelli che non conoscono Dio e la sapienza si tiene lungi da loro. Cosa pensano quelli del mondo? Essi pensano ad arricchire, a diventare famosi, ad abbandonarsi ad ogni sorta di impurità ed alla disso­lutezza e a fare il male al loro prossimo; ma noi credenti cosa dobbiamo pensare? Paolo ha scritto: “Del rimanente, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giu­ste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode siano oggetto dei vostri pensieri”,26 queste sono le cose che dobbiamo pensare per essere trasformati dallo Spirito all’istessa immagine di Cristo e per conoscere quale sia la volontà di Dio.

La sapienza dice: “Figliuol mio, se ricevi le mie parole e serbi con cura i miei comandamenti prestando orecchio alla sapienza e inclinando il cuore all’intelligenza; sì, se chiami il discerni­mento e rivolgi la tua voce all’intelligenza, se la cerchi come l’argento e ti dai a scavarla come un tesoro, allora intenderai il timore dell’Eterno, e troverai la conoscenza di Dio…Allora intenderai la giustizia, l’equità, la rettitudine, tutte le vie del bene”;27 fratelli, Dio ha promesso di farci intendere il suo timore, di farci trovare la sua conoscenza e di farci intendere la giustizia, l’equità, la rettitudine e tutte le vie del bene, ma a questa condizione, se riceviamo le sue parole, se serbiamo i suoi comandamenti e se ci mettiamo a cercare l’intelligenza spirituale come l’argento; ma se noi ricusiamo di osservare i suoi comandamenti, per certo non intenderemo il timore di Dio e non intenderemo né la giustizia e neppure tutte le vie del bene.

Ora, siccome che Dio ha dato questo ordine: “Non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio”,28 chi disubbidisce a Dio conformandosi al presente secolo, di certo non conoscerà quale sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio.

Paolo ha detto che l’uomo nuovo “è creato all’immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità”;29 questo significa che per vivere giustamente e santamente in mezzo a questa generazione storta e perversa, è necessario conoscere la verità, ma in che maniera si viene a conoscere la verità? Gesù un giorno disse a dei Giudei che avevano creduto in lui: “Se perse­verate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; e cono­scerete la verità e la verità vi farà liberi”;30 innanzi tutto notate che Gesù rivolse queste parole a dei Giudei che avevano creduto in lui e non a gente che ancora non aveva creduto in lui; ora, per un credente, perseverare nella Parola di Cristo signifi­ca continuare a credere in essa, continuare a meditarla e conti­nuare ad osservarla, così facendo conoscerà la verità dalla quale procedono la giustizia e la santità. Fratelli, è solo perseveran­do nella Parola di Cristo che si viene a conoscenza della verità intorno a molte cose; non è andando dietro a favole giudaiche o dietro a discorsi persuasivi di sapienza umana che ci vengono aperti i tesori della sapienza e della conoscenza, ma perseveran­do nella Parola di Cristo.

Gesù disse: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”;31 ora, la conoscenza della verità scaturisce dalla Parola di Dio perché essa è verità, perciò è indispensabile investigare la Parola di Dio ed osservarla per ottenere questa preziosa cono­scenza.

La conoscenza della verità è una ricchezza di liberazione, secon­do che è scritto: “La sapienza e la conoscenza sono una ricchezza di liberazione”,32 perché libera il credente dalle macchinazioni di Satana e da tante cattive abitudini e dalle cattive compagnie e lo fa camminare sicuro e tranquillo; nei salmi è scritto: “Cammi­nerò con libertà perché ho cercato i tuoi precetti”33 e difatti coloro che hanno il loro diletto nella Parola di Dio camminano con libertà e senza paura. La Parola di Dio educa alla giustizia ed alla santità e coloro che vi hanno il loro diletto sono da essa ammaestrati a rinunciare alle mondane concupiscenze e a vivere in modo giusto e santo come vuole Dio, perciò la sua conoscenza è indispensabile per essere trasformati all’istessa immagine del Signore; oggi è triste dirlo e constatarlo, molti sprezzano la conoscenza della Parola di Dio e questo loro sprezzo verso la conoscenza della verità ha portato le sue nefaste conse­guenze nella loro vita, essi assomigliano alla gente del mondo perché vivono in modo ingiusto e in modo dissoluto, non hanno voluto perseverare nella Parola di Cristo e sono schiavi di tante male azioni e privi di discernimento; Dio dice in Geremia: “Anche la cicogna conosce nel cielo le sue stagioni; la tortora, la rondine e la gru osservano il tempo quando debbono venire, ma il mio popolo non conosce quel che l’Eterno ha ordinato”34 ed ancora: “Ecco, hanno rigettato la Parola dell’Eterno; che sapienza posso­no essi avere?”35 e questo è quello che si vede oggi tra il popolo di Dio. Se oggi molti hanno il nome di Cristiano ma non la con­dotta del Cristiano è proprio perché non si sono curati di perse­verare nella Parola di Cristo, essi ignorano tante cose perché vogliono ignorarle, non hanno conoscenza delle cose relative al Regno di Dio perché non vogliono conoscerle, a loro piace rimane­re nell’ignoranza, ma la loro stoltezza li castiga e li fa vivere in terra arida e salata; essi contrastano lo Spirito Santo che vuole trasformarli all’istessa immagine del Signore e così facen­do si sono resi nemici di Dio. Ah!…mi si spezza il cuore nel vederli vivere e parlare mondanamente!


1 2 Cor. 3:17

2 2 Cor. 3:18

3 2 Cor. 13:3

4 2 Cor. 4:16

5 Atti 9:20,21

6 Atti 9:19

7 Atti 9:26

8 Luca 5:38

9 Ez. 36:25,26

10 Ef. 4:13

11 Ef. 4:11,12

12 Gen. 5:3

13 1 Cor. 1:11,12

14 1 Cor. 3:3,4

15 1 Cor. 3:1,2

16 Ebr. 5:13,14

17 1 Cor. 14:20

18 1 Cor. 13:11

19 Ef. 4:13,14

20 Ef. 4:22-24

21 1 Giov. 5:19

22 Is. 59:7

23 Is. 59:6

24 Ef. 4:17

25 Rom. 12:2

26 Fil. 4:8

27 Prov. 2:1-5; 2:9

28 Rom. 12:2

29 Ef. 4:24

30 Giov. 8:31,32

31 Giov. 8:32

32 Is. 33:6

33 Sal. 119:45

34 Ger. 8:7

35 Ger. 8:9