La sottomissione alle autorità

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È scritto: “Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori; perché non v’è autorità se non da Dio; e le autorità che esisto­no, sono ordinate da Dio; talchè chi resiste all’autorità, si oppone all’ordine di Dio; e quelli che vi si oppongono, si atti­reranno addosso una pena…”.1

Fratelli, le autorità che esistono in questa nazione (come anche nelle altre) sono stabilite da Dio e noi ci dobbiamo sottoporre ad esse; non importa di quale corrente politica esse siano, noi dobbiamo onorarle e mostrarci leali e rispettosi nei loro con­fronti. Pietro scrisse: “Siate soggetti, per amore del Signore, ad ogni autorità creata dagli uomini…”,2 ciò significa che chi ama il Signore si deve sottoporre alle autorità e non deve mo­strarsi né sleale e né irriverente in verso di esse affinché, il nome del Signore che lui ama, non venga biasimato. Paolo disse: “Rendete a tutti quel che dovete loro: il tributo a chi dovete il tributo; la gabella a chi la gabella; il timore a chi il timore; l’onore a chi l’onore”;3 ogni autorità ordinata da Dio deve essere onorata e temuta, e per ciò che ci riguarda, noi, come cittadini di questa nazione, dobbiamo onorare il Presidente della Repubbli­ca, i deputati e i senatori, i ministri del governo, le forze dell’ordine, quali Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, e poi i giudici, i magistrati, i sindaci, gli assessori e i consi­glieri comunali e qualunque altra autorità ordinata da Dio.

L’autorità comanda ai cittadini di pagare i tributi (cioè le tasse) e questi devono essere dati all’autorità, perché è scritto di dare “il tributo a chi il tributo”4 e perché il Signor Gesù ha detto: “Rendete dunque a Cesare quel ch’è di Cesare”.5

Oltre al tributo, anche la gabella (che è il diritto che il Comune e lo Stato esigono per l’introduzione di certe merci nel loro territorio o per il consumo di esse) deve essere pagata all’autorità preposta a riscuoterla.

Quando Gesù cominciò anch’egli ad insegnare, Israele era sotto la dominazione romana; l’imperatore era Tiberio Cesare, il governa­tore della Giudea era Ponzio Pilato, e il tetrarca della Galilea era Erode (quell’Erode che aveva sposato la moglie di Filippo suo fratello), ma Gesù (che era Giudeo quanto alla carne) non istigò mai le turbe a ribellarsi alle autorità, non vietò mai di pagare i tributi a Cesare (benché sapesse che parte dei tributi sarebbe­ro stati impiegati per il mantenimento dell’esercito romano), non capeggiò nessuna fazione politica contro le autorità romane che governavano allora, e quando si trovò di fronte a Ponzio Pilato e ad Erode non ardì ingiuriarli e non si mostrò neppure irriverente in verso loro, ma mostrò loro il dovuto rispetto; Gesù Cristo ci ha lasciato l’esempio in ogni cosa onde seguiamo le sue orme, quindi faremo bene a stare soggetti alle autorità, a onorarle ed a pregare per loro affinché Dio le salvi, le aiuti a governare con giustizia e le protegga, “affinché possiamo menare una vita tranquilla e quieta, in ogni pietà e onestà”.6

Fratelli, voglio che sappiate che nessuno di noi ha il diritto di schernire le autorità ordinate da Dio; chi pensa di averne il diritto è privo di senno. Perché dico questo? perché in mezzo al popolo di Dio vi sono degli uomini che prendono piacere a farsi beffe dell’autorità. Qualcuno dirà: ‘Ma in che maniera?’ Raccon­tando ‘barzellette’ contro di esse! Ci sono cosiddetti ‘pastori’ che le raccontano ai bambini della scuola domenicale; sì, pure questa cosa abominevole avviene in mezzo ai fedeli. Mentre Gesù prendeva nelle sue braccia i bambini, imponeva loro le mani e li benediceva, questi uomini corrotti prendono nelle loro braccia i bambini per raccontargli le barzellette contro le autorità stabi­lite da Dio. Costoro, come profani buffoni da mensa, spalancano la loro bocca per fare uscire da essa l’immondizia che hanno depositato nel loro cuore. A loro piacciono le ‘vignette contro i politici’, e questo lo dicono apertamente senza vergognarsi; essi si dilettano a parlare male delle autorità come fanno quelli del mondo, e il popolo li gradisce perché essi divertono l’uditorio. C’è da fare cordoglio, fratelli, nel sentire questi uomini perché essi traviano il popolo del Signore.

Un’altra cosa che voglio dirvi è questa, e cioè che voi non dovete mettervi a fare politica, parteggiando per l’uno o per l’altro partito politico. Non s’addice a dei santi immischiarsi nella politica; la politica giace nel maligno e chi vi si adden­tra si corrompe. Oggi, in alcuni locali di culto, durante il periodo preelettorale, si può assistere a dei veri e propri comizi e questo perché i conduttori di queste comunità, senza nessuna vergogna, esortano i credenti a votare un particolare candidato o un determinato partito politico; quando non lo dicono apertamente lo fanno capire. Ma perché avviene questa cosa inde­corosa fra i santi? perché alcuni, invece di pregare per i poli­tici che governano, si sono messi a cercare il loro favore. Ora vi spiegherò cosa voglio dire.

Noi sappiamo che la parola e la firma delle autorità sono neces­sarie per costruire un locale di culto; ora, non c’è niente di male nel chiedere all’autorità il permesso di costruire un locale di culto, ma il fatto è che in certi casi questo permesso non viene rilasciato perché in quel posto o in quel tempo determinate norme non consentono la costruzione di un locale di culto. Cosa avviene allora? Avviene che chi teme Dio si sottomette in questo all’autorità, ma chi non teme Dio si mette in azione per ottenere la concessione edilizia a tutti i costi. E così va dall’autorità preposta a rilasciare la concessione, e ci va, non a mani vuote, ma ‘con gli asini e i cammelli carichi di argento ed oro’ e in questa maniera ottiene la tanto sospirata concessione edilizia. Avete inteso in che maniera? Corrompendo l’autorità. Ma non è finita qui, perché il favore ottenuto illecitamente implica un impegno da parte del pastore di quella comunità, che è quello di assicurare ad ogni elezione a quel candidato ed al partito di quel candidato il suo voto e quello dei membri di quella comuni­tà. Quindi, non c’è da meravigliarsi se oggi da alcuni pulpiti, nel periodo preelettorale, si sentono i medesimi ‘slogans’ che si sentono per le strade e per le piazze.

Dio dice in Isaia: “Guai a quelli che scendono in Egitto in cerca di soccorso…senz’aver consultato la mia bocca, per rifugiarsi sotto la protezione di Faraone, e cercar ricetto all’ombra dell’Egitto!”;7 fratelli, Dio castiga tutti coloro che formano dei disegni senza di lui, e che contraggono alleanze senza il suo Spirito, quindi coloro che corrompono l’autorità per ottenere quello che non gli è lecito ottenere vengono a suo tempo puniti e confusi dal Signore. Ma vi è un’altra cosa da dire a riguardo e cioè che quelli che agiscono così, nel giorno in cui ha luogo la dedicazione del locale di culto, fanno dei discorsi commoventi, nei quali dicono: ‘Ringraziamo Dio perché ci ha dato questo locale di culto! Ma non è stato Dio a dargli quel locale, ma Mammona, perché è appoggiandosi sui soldi (che essi hanno dato di sottomano) e non su Dio (cioè non sulle sue vie sante), che essi hanno ottenuto la concessione edilizia. Ma chi sa tutto questo? Certamente non quei credenti che si trovano ospiti di quella comunità in quel giorno e neppure molti credenti di quella comu­nità stessa. Forse che Dio è d’accordo con questo modo d’agire? Affatto; la corruzione è corruzione, anche quando viene perpetra­ta per costruire un locale di culto o per ottenere un qualsiasi permesso che ha come fine il progresso del Vangelo, e questo lo dico affinché nessuno vi seduca dicendovi: ‘Ma fratello, il fine giustifica i mezzi!’. Dio non giustifica i mezzi illeciti che molti usano anche per raggiungere le anime con il Vangelo di Cristo, e questo perché Egli ama la giustizia.


1 Rom. 13:1,2

2 1 Piet. 2:13

3 Rom. 13:7

4 Rom. 13:7

5 Luca. 20:25

6 1 Tim. 2:2

7 Is. 31:1; 30:2