La lode è un sacrificio gradito a Dio

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Un altro sacrificio spirituale che noi, quali sacerdoti di Dio, dobbiamo offrire a Dio è quello della lode, secondo che è scrit­to: “Per mezzo di lui, dunque, offriamo del continuo a Dio un sacrificio di lode: cioè il frutto di labbra confessanti il suo nome!”.1 Noi, quando lodiamo Dio con la nostra bocca, gli offriamo un sacrificio spirituale nel quale Egli prende piacere; è scrit­to: “Offri a Dio il sacrificio della lode”,2 è un ordine e noi dobbiamo eseguirlo. Diletti, lodiamo Dio con canti, perché Egli è buono e la sua benignità dura in eterno sopra quelli che lo temono; il Signore ci ha riscattati dalle mani dell’avversario e ci ha preso nelle sue mani, dandoci motivo di lodarlo del conti­nuo.

Paolo scrisse ai santi: “Cantando di cuore a Dio sotto l’impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali”,3 ciò significa che il sacrificio della lode, per essere gradito a Dio, deve essergli offerto con il cuore sotto l’impulso della grazia. Dio dice: “Chi mi offre il sacrificio della lode mi glorifica”,4 quindi il sacrificio della lode è un profumo d’odor soave che i santi fanno pervenire alle narici di Dio e nel quale Dio prende piacere, e quanto esso sia gradito a Dio lo sapeva pure Davide che disse: “Io celebrerò il nome di Dio con un canto e lo magni­ficherò con le mie lodi. E ciò sarà accettevole all’Eterno più d’un bue, più d’un giovenco con corna ed unghie”;5 queste parole le disse per lo Spirito, un uomo secondo il cuore di Dio, che offrì a Dio sia gli olocausti e i sacrifici di azioni di grazie di cui parla la legge di Mosè e sia il sacrificio della lode.

Ora, voglio dirvi qualcosa che ritengo necessaria dirvela; il fatto che un cantico abbia una bella melodia, non significa per forza di cose che anche il testo sia in armonia con la verità e a tale proposito vi faccio un esempio: vi è un cantico nei nostri innari che molti di voi fratelli cantate che dice: ‘Il tempio di Dio voglio essere anch’io…col sangue del Figliuolo tuo distrug­gi tu la schiavitù che mi separa da te’, per citare solo alcune parole di esso. Ma io vi domando: ‘Non sapete voi che siete di già il tempio di Dio?’; ma non lo sapete che il sangue di Gesù Cristo ha già distrutto la schiavitù che vi teneva lontani da Dio? Voi siete già il tempio di Dio e non dovete desiderare di diventarlo; quando voi dite: ‘Il tempio di Dio voglio essere anch’io’ è come se diceste: ‘Signore, salvami perché sono morto nei miei falli’, o: ‘Voglio nascere di nuovo pure io’. Voi siete già stati affrancati dal peccato mediante il sangue di Gesù, perché dite allora: ‘Col sangue del Figliuolo tuo distruggi tu la schiavitù che mi separa da te?’. Pure io dopo che mi sono conver­tito al Signore ho cantato per un certo tempo questo cantico, ma è arrivato il giorno che ho smesso di farlo perché sono giunto alla conclusione (investigando le Sacre Scritture) che non è giusto che noi credenti cantiamo queste parole, perché per mezzo di esse noi contristiamo lo Spirito Santo che è in noi.

Voglio dirvi un’altra cosa che ritengo sia necessario che voi sappiate; in tutta la Sacra Scrittura non è menzionato un solo cantico rivolto direttamente allo Spirito Santo (lo ripeto: Neppure uno) eppure nei nostri innari vi sono molti inni e strofe di cantici che sono rivolti direttamente ed espressamente allo Spirito Santo. Ora, fermo restando che “il Signore è lo Spirito”6 e che, come dice Giovanni, “tre sono quelli che rendono testimo­nianza nel cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo; e questi tre sono una stessa cosa”,7 io vi domando: ‘perché ci si deve mettere a cantare allo Spirito Santo quando ciò non può essere confermato in nessuna maniera con le Sacre Scritture? perché volere praticare oltre ciò che sta scritto? Considerate i salmi; ce ne sono scritti cento cinquanta, eppure nessuno di essi è rivolto direttamente allo Spirito Santo.

Ora, molti dei salmi li ha scritti Davide, il dolce cantore d’Israele e vorrei che notaste questo, e cioè che Gesù, riferen­dosi alle parole di un salmo di Davide, disse: “Davide stesso ha detto per lo Spirito Santo: Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, finchè io abbia posto i tuoi nemici per sgabello dei tuoi piedi”;8 anche Pietro confermò che Davide parlò per lo Spirito Santo, quando disse (dopo che Gesù era stato assunto in cielo): “Fratelli, bisognava che si adempisse la profezia della Scrittura pronunziata dallo Spirito Santo per bocca di Davide, intorno a Giuda, che fu la guida di quelli che arrestarono Gesù…poiché è scritto nel libro dei salmi: Divenga la sua dimora deserta e non vi sia chi abiti in essa; e: L’uffi­cio suo lo prenda un altro”;9 queste parole pronunciate da Pietro sono scritte rispettivamente nel sessantanovesimo e nel cento novesimo salmo. Ma in questi due salmi vi sono altre parole che lo Spirito Santo pronunziò per bocca di Davide e tra di esse vi sono queste: “Io celebrerò il nome di Dio con un canto e lo magnificherò con le mie lodi” (salmo sessantanovesimo) e: “Io celebrerò altamente l’Eterno con la mia bocca, lo loderò in mezzo alla moltitudine..” (salmo cento novesimo). Nel salmo novantacin­quesimo leggiamo: “Oggi, se udite la sua voce non indurate il vostro cuore”, e nell’epistola agli Ebrei, queste parole sono attribuite allo Spirito Santo, infatti è scritto: “Perciò come dice lo Spirito Santo: Oggi, se udite la sua voce, non indurate i vostri cuori..”,10 ma nello stesso salmo, lo Spirito Santo dice: “Venite, cantiamo con giubilo all’Eterno… Presentiamoci a lui con lodi, celebriamolo con salmi”; ho menzionate queste Scritture per farvi notare che coloro che hanno scritto i salmi, hanno pronunziate quelle parole mediante lo Spirito Santo, e le lodi e gli inni che hanno cantato, li hanno cantati a Dio per lo Spirito Santo, essi non cantarono mai per lo Spirito inni allo Spirito Santo, ma questo non ci porta a dire che Davide non credeva nello Spirito Santo, o che coloro che scrissero i salmi non onorarono lo Spirito Santo perché non cantarono allo Spirito Santo. Fratel­li, badate che il fatto che nelle Scritture non ci sia neppure un inno rivolto allo Spirito Santo, non significa affatto che lo Spirito Santo non è Dio, perché le stesse Scritture attestano in molte e svariate maniere che lo Spirito Santo è Dio.

Vi è un’innario in cui non vi sono errori di nessun genere, e questo è il libro dei salmi ed io ritengo che se in cento cin­quanta salmi scritti da uomini che hanno pregato Dio e cantato a Dio per lo Spirito, non vi è un solo inno rivolto direttamente allo Spirito, nessuno ha il diritto di mettersi a scrivere canti­ci allo Spirito per farli cantare ai fedeli.

Gesù era ripieno dello Spirito Santo, predicò per lo Spirito, insegnò per lo Spirito, cacciò i demoni per lo Spirito di Dio, guarì gli infermi per lo Spirito, risuscitò i morti per lo Spiri­to, ma non lodò lo Spirito ma il Padre suo, secondo che è scrit­to: “In quel tempo Gesù prese a dire: Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fan­ciulli. Sì, Padre, perché così t’è piaciuto”;11 il Figlio di Dio che è disceso dal cielo, ci ha lasciato l’esempio in ogni cosa, imitiamolo.

Anche dopo che lo Spirito Santo fu sparso il giorno della Pente­coste, né i discepoli e né gli apostoli si misero a cantare cantici allo Spirito Santo, eppure erano ripieni dello Spirito, eppure conoscevano lo Spirito; è scritto: “Prendevano il loro cibo assieme con letizia e semplicità di cuore, lodando Iddio…”,12 e questo avveniva dopo il giorno della Pentecoste!

Vediamo ora se in cielo vi è qualcuno che canta allo Spirito Santo, perché se così è, noi pure dobbiamo farlo sulla terra; Giovanni che fu rapito in ispirito presso il trono di Dio in cielo, scrisse nel libro della rivelazione: “Un trono era posto nel cielo, e sul trono v’era uno a sedere. E Colui che sedeva era nell’aspetto simile a una pietra di diaspro e di sardonico; e attorno al trono c’era un arcobaleno che, a vederlo, somigliava a uno smeraldo. E attorno al trono c’erano ventiquattro troni; e sui troni sedevano ventiquattro anziani, vestiti di vesti bian­che, e avevano sui loro capi delle corone d’oro. E dal trono procedevano lampi e voci e tuoni; e davanti al trono c’erano sette lampade ardenti, che sono i sette Spiriti di Dio; e davanti al trono c’era come un mare di vetro, simile al cristallo; e in mezzo al trono e attorno al trono, quattro creature viventi, piene d’occhi davanti e di dietro. E la prima creatura vivente era simile a un leone, e la seconda simile a un vitello, e la terza aveva la faccia come d’un uomo, e la quarta era simile a un’aquila volante. E le quattro creature viventi avevano ognuna sei ali, ed eran piene d’occhi all’intorno e di dentro, e non restavano mai, giorno e notte, di dire: Santo, santo, santo è il Signore Iddio, l’Onnipotente, che era, che è, e che viene. E ogni volta che le creature viventi rendono gloria e onore e grazie a Colui che siede sul trono, a Colui che vive nei secoli dei seco­li, i ventiquattro anziani si prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che vive nei secoli dei secoli e getta­no le loro corone davanti al trono, dicendo: Degno sei, o Signore e Iddio nostro, di ricevere la gloria e l’onore e la potenza: poiché tu creasti tutte le cose, e per la tua volontà esistettero e furono create”13 ed ancora: “Le quattro creature viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno una cetra e delle coppe d’oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi. E cantavano un nuovo cantico, dicendo: Tu sei degno di prendere il libro e d’aprirne i suggelli, perché sei stato immolato e hai comprato a Dio, col tuo sangue, gente d’ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra. E vidi, e udii una voce di molti angeli attorno al trono e alle creature viventi e agli anziani; e il numero loro era di miriadi di miria­di, e di migliaia di migliaia, che dicevano con gran voce: Degno è l’Agnello che è stato immolato di ricevere la potenza e le ricchezze e la sapienza e la forza e l’onore e la gloria e la benedizione”14 e: “E vidi come un mare di vetro e di fuoco e quelli che aveano ottenuta vittoria sulla bestia e sulla sua immagine e sul numero del suo nome, i quali stavano in piè sul mare di vetro avendo delle arpe di Dio. E cantavano il cantico di Mosè, servi­tore di Dio, e il cantico dell’Agnello, dicendo: Grandi e maravi­gliose sono le tue opere, o Signore Iddio onnipotente; giuste e veraci sono le tue vie, o Re delle nazioni. Chi non temerà, o Signore, e chi non glorificherà il tuo nome? poiché tu solo sei santo; e tutte le nazioni verranno e adoreranno nel tuo cospetto, poiché i tuoi giudici sono stati manifestati”.15 Da queste Scrittu­re è manifesto che Giovanni non vide e non udì nessuno in cielo cantare allo Spirito Santo e sappiate che anche noi quando andre­mo in cielo, non ci metteremo a cantare allo Spirito Santo, perché là in cielo loderemo Iddio e l’Agnello di Dio. Ditemi fratelli, ma se qualcuno vi domanda: ‘Potete dimostrarmi per le Scritture che quello che fate, cantando allo Spirito, era fatto pure dagli antichi discepoli?’, che Scrittura gli citate per dimostrargli di non praticare oltre ciò che sta scritto?

Paolo scrisse ai Corinzi: “Or, fratelli, queste cose le ho per amore vostro applicate a me stesso e ad Apollo, onde per nostro mezzo impariate a praticare il ‘non oltre quello che è scritto’; affinché non vi gonfiate d’orgoglio esaltando l’uno a danno dell’altro”;16 noi tutti dobbiamo imparare a praticare il non oltre quello che è scritto, e questo lo si impara seguendo l’esempio che ci hanno lasciato gli apostoli, e siccome essi conoscevano quale fosse la volontà di Dio in Cristo Gesù verso i santi, e nelle loro epistole (e neppure nel libro degli atti degli aposto­li) non vi è traccia alcuna di cantici da loro rivolti diretta­mente allo Spirito Santo, ritengo che non sia giusto fare quello che loro non hanno fatto e non hanno detto di fare. Io, è per amore dei fratelli che ho smesso di cantare allo Spirito, affinché per mio mezzo, in questo, imparino a praticare il non oltre quel che è scritto. Che utile avrei dal praticare oltre quel che è scritto? Notate che Paolo ha detto: “Fratelli, queste cose (riferendosi alle cose che innanzi aveva scritto) le ho per amore vostro applicate a me stesso e ad Apollo”; ciò significa che fu per l’amore vero che nutriva verso i santi che Paolo applicò quelle suddette cose a lui e ad Apollo, affinché i santi vedendo il loro esempio imparassero da loro ad attenersi solo a quello che era scritto e non si gonfiassero d’orgoglio mettendosi ad esaltare l’uno a danno dell’altro. Oggi, molti di quelli che cantano allo Spirito, quando dici loro che quello che fanno non è scritto in nessun luogo nella Scrittura e che né Gesù e né gli apostoli cantarono allo Spirito, fanno uscire dalla loro bocca delle male parole e questo perché l’orgoglio che è in loro impe­disce loro di riconoscere che quello che fanno non è scritturale. Essi ci calunniano dicendo: ‘Voi non credete allo Spirito Santo!’; ma voglio dire a costoro che quelli che non credono allo Spirito Santo non sono quelli che non cantano allo Spirito Santo, ma quelli che rigettano la manifestazione dello Spirito Santo; vedete, sono proprio i credenti carnali che non sanno neppure cosa avvenne il giorno della Pentecoste a Gerusalemme e che rigettano la manifestazione dello Spirito, di fatto, perché non credono a quello che lo Spirito dice e rivela in visione ancora oggi, e perché hanno messo al bando i doni dello Spirito Santo, che dicono a quelli che non cantano allo Spirito: ‘Voi non cono­scete lo Spirito’; ‘Voi non siete spirituali’ e tante altre cose non vere.

Noi, figliuoli di Dio confutiamo i comportamenti e gli insegna­menti falsi delle sette e questo lo facciamo mediante le Sacre Scritture in difesa del Vangelo; però quando si tratta di confu­tare un insegnamento (o un certo modo d’agire) non scritturale, che ha preso piede fra noi, molti non mostrano affatto quell’at­taccamento alla Parola di Dio che mostrano quando devono confuta­re le dottrine dei Cattolici romani, dei Mormoni, dei falsi testimoni e di molte altre sette, e questo avviene perché essi non vogliono imparare a praticare il non oltre quello che è scritto. Alcuni dicono: ‘Ma quelli che hanno scritto i cantici allo Spirito erano dei fratelli, alcuni dei quali predicavano pure la Parola’; io non sto dicendo che quelli che hanno scritto questi cantici non erano dei fratelli, però ritengo che noi abbiamo il diritto e il dovere di esaminare le Scritture per vedere se le cose che vengono dette e fatte fare anche dai mini­stri del Vangelo, stanno proprio così, perché se le Scritture non attestano alcune cose che essi dicono o fanno fare, noi abbiamo il dovere di astenerci da quelle cose per non imparare e per non praticare oltre quello che sta scritto. Devo forse cantare ‘rozza croce che sanguina ancor’, o ‘Gesù Cristo sanguina ancora’ perché chi ha scritto questo cantico era un fratello? o perché la melo­dia del canto è bella? Devo forse cantare una menzogna per fare piacere agli uomini? o perché vedo che la cantano un gran numero di fedeli? La Scrittura insegna che sul Golgota sanguinò Gesù Cristo e non la croce e inoltre che Gesù Cristo non sta sangui­nando ancora, perché è scritto: “Uno dei soldati gli forò il costato con una lancia e subito ne uscì sangue ed acqua”,17 ma questo è quello che avvenne, adesso dal costato di Gesù non sta continuando a fuoriuscire sangue; fratelli, esaminate ogni cosa, anche i testi dei cantici, fatelo con le Scritture con ogni diligenza.


1 Ebr. 13:15

2 Sal. 50:14

3 Col. 3:16

4 Sal. 50:23

5 Sal. 69:30,31

6 2 Cor. 3:17

7 1 Giov. 5:7

8 Mar. 12:36; Sal. 110:1

9 Atti 1:16,20; Sal. 69:25; 109:8

10 Ebr. 3:7,8; Sal. 95:8

11 Matt. 11:25,26

12 Atti 2:46,47

13 Ap. 4:2-11

14 Ap. 5:8-12

15 Ap. 15:2-4

16 1 Cor. 4:6

17 Giov. 19:34

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