Il nostro culto spirituale

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Paolo disse ai santi di Roma: “Io vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio; il che è il vostro culto spirituale”;1 noi, come sacerdoti di Dio, sotto il nuovo patto dobbiamo offrire i nostri corpi in sacrificio a Dio, e questo lo si fa rinunziando alle carnali concupiscenze che guerreggiano contro l’anima nostra e presentando noi stessi a Dio come di morti fatti viventi, e le nostre membra, che sono le membra di Cristo, come strumenti di giustizia a Dio. Presentare il proprio corpo in sacrificio vivente a Dio non significa farsi delle incisioni addosso come facevano i profeti di Baal al tempo di Elia e neppure salire in ginocchio delle scale cosiddette ‘san­te’, spellandosi le propria ginocchia e facendole sanguinare; sulla terra ci sono molti falsi profeti che ordinano ai loro seguaci di torturare la loro carne con ogni sorta di torture; sappiate che quelle cose sono cose abominevoli nel cospetto di Dio, mediante le quali essi non glorificano affatto Dio col loro corpo, ma fanno del male a se stessi incitati dal diavolo. La sapienza dice: “L’uomo benigno fa del bene a se stesso, ma il crudele tortura la sua propria carne”;2 noi come figliuoli di Dio non dobbiamo guastare il nostro corpo perché esso è il tempio di Dio; è scritto: “Non vi farete incisioni nella carne per un morto, né vi stamperete segni addosso”,3 perciò è una cosa contra­ria alla sana dottrina sia farsi delle incisioni addosso per farne uscire il sangue e sia stamparsi addosso quelli che chiama­no ‘tatuaggi’, che tanti pagani si fanno stampare sul corpo.

Noi dobbiamo soddisfare le necessità del nostro corpo, ma non dobbiamo adempiere i desideri della carne perché è scritto: “Non abbiate cura della carne per soddisfarne le concupiscenze”.4 Qualcuno dirà: ‘È possibile non adempiere i desideri della carne?’ Certo, perché è scritto: “Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica”.5 Ma in che maniera è possibile? Paolo disse: “Camminate per lo Spirito e non adempirete i desideri della carne”;6 camminare per lo Spirito significa adempiere i desideri dello Spirito, sì, perché lo Spirito ha dei desideri che sono buoni, giusti e santi, secondo che è scritto: “Ciò a che lo Spirito pensa ed ha l’animo è vita e pace”.7 La carne invece ha dei desideri contrari allo Spirito, “perché ciò a cui la carne ha l’animo è morte”;8 ora, noi vivendo ancora in questo corpo, sen­tiamo gli stimoli peccaminosi della carne e dobbiamo vegliare per non ritornare ad ubbidire alle voglie della carne, voglie che ci meneranno alla morte se gli ubbidiamo perché è scritto: “Se vivete secondo la carne voi morrete”.9

La Scrittura dice anche: “Ma se mediante lo Spirito mortificate gli atti del corpo, voi vivrete”;10 ma quali sono questi atti del corpo? Sono tutti quegli atti iniqui ed impuri a cui la carne ha l’animo, infatti è scritto: “Fate dunque morire le vostre membra che sono sulla terra: fornicazione, impurità, lussuria, mala concupiscenza e cupidigia, la quale è idolatria”,11 quindi noi sappiamo che cosa dobbiamo fare morire e questo lo possiamo fare mediante lo Spirito Santo che abita in noi e non mediante la nostra forza, perché dice il Signore: “Non per potenza, né per forza, ma per lo Spirito mio”.12

Ora che il Signore ci ha affrancati dal peccato, il nostro modo di vivere deve essere santo e giusto secondo che è scritto: “Come Colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta”.13 Noi siamo stati santificati nel nome del Signor nostro Gesù Cristo e “mediante lo Spirito dell’Iddio nostro”,14 ma è altresì vero che “Dio ci ha chiamati non a impurità ma a santificazione”,15 il che significa che se da un lato Cristo Gesù ci è stato fatto da Dio “santificazione”16 e noi abbiamo il diritto e il privilegio di essere chiamati i “santi che sono in terra”,17 dall’altro abbiamo il dovere di santificarci.

Paolo era stato santificato in Cristo e procacciava la santifica­zione ed esortava i santi a procacciarla, infatti ai Corinzi scrisse: “Diletti, purifichiamoci d’ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timore di Dio”.18

Fratelli, noi ci dobbiamo santificare astenendoci da ogni specie di male, e nel fare ciò si lotta contro il peccato; non pensate che la nostra vita sulla terra sia una specie di vacanza, non illudetevi, noi siamo in guerra e ci dobbiamo opporre al peccato; la Scrittura dice: “Voi non avete ancora resistito fino al sangue lottando contro il peccato”,19 ciò significa che c’è una resistenza che noi credenti dobbiamo mostrare in verso il peccato, altrimen­ti perché mai la Parola parlerebbe di un lottare contro il pecca­to? Perciò fratelli, armatevi di questo pensiero e cioè che anche voi dovete dedicare il tempo che vi resta a passare nel vostro corpo, al servizio della giustizia e non più al servizio delle concupiscenze carnali; il peccato non è un nemico da sottovaluta­re, chi lo sottovaluta inganna se stesso, il peccato è un opera del diavolo ed uccide come uccide il diavolo (secondo che è scritto: “Egli (il diavolo) è stato omicida fin dal principio”),20 quindi badate a voi stessi.

Non ci sono sulla terra dei santi che possono dire di essere senza peccato, o di non avere peccato, e quand’anche qualcuno dicesse: ‘Io sono senza peccato’ o: ‘Non ho mai peccato da quando mi sono convertito’, noi sappiamo che egli mentirebbe, perché Giovanni, l’apostolo, dice: “Se diciamo d’essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi”21 ed ancora: “Se diciamo di non avere peccato, lo facciamo bugiardo e la sua parola non è in noi”;22 però ci sono dei santi sulla terra che lottano contro il peccato, si oppongono ad esso e lo odiano; essi sostengono la buona guerra e Dio prende piacere in loro.

Fratelli, è vero, falliamo tutti in molte cose, non siamo già arrivati alla perfezione, abbiamo davanti a noi un corso per il quale dobbiamo proseguire a camminare, siamo tutti noi in obbligo di dire a Dio: ‘Padre nostro che sei nei cieli rimettici i nostri debiti’, però vi esorto a non rimanere indifferenti dinnanzi alle opere del diavolo e a non parteciparvi, anzi riprendetele; non lasciatevi accecare gli occhi dalle tenebre e non vi lasciate neppure sedurre da quelli che mutano le tenebre in luce e l’amaro in dolce, i quali conducono un tipo di vita che mostra chiaramen­te che benché siano vivi, sono morti perché si danno ai piaceri del peccato, essi vanno dietro le concupiscenze della carne e poi al culto cantano ‘i miei anni più belli voglio spendere per te, per te mio Signore che moristi per me’, ma essi non spendono il loro tempo al servizio della giustizia ma al servizio del pecca­to; qualcuno gli ha detto: ‘Siete stati santificati, siete perve­nuti alla conoscenza della verità e non potrete perdere in nessu­na maniera la salvezza! E invece non è così, perché Gesù disse: “Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio e si secca; codesti tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano”.23 Gesù Cristo è la vera vite e noi che abbiamo creduto in lui siamo i tralci, ma alcuni di questi tralci si sono seccati perché hanno deciso di non volere rimanere uniti al Signore, essi hanno smesso di osservare i comandamenti di Dio perché passano il loro tempo servendo il loro proprio ventre; si sono illusi, hanno pensato di poter mettersi a servire di bel nuovo il peccato senza portare la pena della loro disubbidienza e sono morti. Con costo­ro non v’è comunione di spirito, perché essi hanno l’animo alle cose della terra, costoro mieteranno tormenti se non si ravvedo­no; a costoro Dio dice: “Tornate, o figliuoli traviati, io vi guarirò dei vostri traviamenti”.24


1 Rom. 12:1

2 Prov. 11:17

3 Lev. 19:28

4 Rom. 13:14

5 Fil. 4:13

6 Gal. 5:16

7 Rom. 8:6 (Diod.)

8 Rom. 8:6

9 Rom. 8:13

10 Rom. 8:13

11 Col. 3:5

12 Zac. 4:6

13 1 Piet. 1:15

14 1 Cor. 6:11

15 1 Tess. 4:7

16 1 Cor. 1:30

17 Sal. 16:3

18 2 Cor. 7:1

19 Ebr. 12:4

20 Giov. 8:44

21 1 Giov. 1:8

22 1 Giov. 1:10

23 Giov. 15:6

24 Ger. 3:22