Il mistero di Dio che è stato manifestato ai santi

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Dio, per mezzo del profeta Isaia aveva detto: “Ecco, io pongo in Sion una pietra angolare, eletta, preziosa; e chiunque crede in lui non sarà confuso”.1 Cristo Gesù è “la pietra angolare sulla quale l’edificio intero ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore”2 e questo edificio spirituale che è stato edificato sopra Cristo Gesù (pietra eletta e preziosa per tutti coloro che hanno creduto in lui) è la Chiesa di Dio, “colonna e base della verità”.3

Dio aveva predetto che chiunque avrebbe creduto in lui (nel solido fondamento di Dio) non sarebbe stato svergognato, ma aveva anche predetto che la pietra eletta (il suo Unto) sarebbe stata rigettata dagli edificatori e che essa sarebbe diventata per gli increduli una pietra d’inciampo, infatti Dio disse: “La pietra che gli edificatori hanno riprovata è quella che è divenuta la pietra angolare, e una pietra d’inciampo e un sasso d’intoppo”.4

Anche il profeta Isaia a tal proposito disse che l’Unto di Dio sarebbe stato una pietra d’intoppo per Israele e che molti in Israele avrebbero inciampato in essa e lo disse in questi termini: “Ed egli sarà un santuario, ma anche una pietra d’intoppo, un sasso d’inciampo per le due case d’Israele, un laccio e una rete per gli abitanti di Gerusalemme. Molti tra loro inciamperanno, ca­dranno, saranno infranti, rimarranno nel laccio e saranno presi”.5

Quell’uomo di nome Simeone, che era timorato di Dio e che aspettava la conso­lazione d’Israele, quando prese nelle sue braccia il bambino Gesù, disse a Maria madre di Gesù: “Ecco, questi è posto a caduta ed a rialzamento di molti in Israele…”,6 e difatti questo è quello che è avvenuto, perché molti in Israele disubbidendo al Vangelo hanno inciampato nella Parola. L’apostolo Pietro, di costoro dice: “Ed a questo sono stati anche destinati”,7 perché la loro caduta fa parte del disegno che Dio aveva formato in se stesso prima della fondazione del mondo e che Egli, nella pienezza dei tempi, ha mandato ad effetto nel Signore Gesù Cristo affinché la salvezza giungesse a noi Gentili di nascita.

L’apostolo Paolo disse: “Per la loro caduta la salvezza è giunta ai Gentili”,8 quindi è a motivo del fatto che Cristo Gesù è stato reietto da Israele che la salvezza di Dio che è in Cristo Gesù è pervenuta a tutti i popoli e a tutte le nazioni e tutto ciò affinché le Scritture profetiche si adempissero, infatti Dio aveva detto che avrebbe fatto del suo Unto la luce dei popoli e le stru­mento della sua salvezza fino alle estremità della terra.

Gli antichi profeti predissero per lo Spirito che la salvezza di Dio e la giustizia di Dio sarebbero state rivelate ed estese a tutte le nazioni; vedia­mo ora in che maniera lo dissero e come ciò che essi dissero si è adempiuto.

Dio, tramite Isaia, disse del suo Santo Servitore: “Egli insegnerà la giusti­zia alle nazioni”9 e questo si è adempiuto perché Cristo ha predicato agli uomini la giustizia di Dio basata sulla fede; egli disse: “Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio…”,10 (non viene in giudizio perché viene avvolto nel manto della giustizia di Dio) e queste parole sono rivolte a tutti, Giudei e Gentili.

Che pure noi, Gentili di nascita, saremmo stati giustificati mediante la fede, era stato detto da Dio ad Abramo in questa maniera: “Tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie”11 e difatti noi siamo stati giusti­ficati in Cristo Gesù (che è la progenie d’Abramo), il quale ci è stato fatto da Dio giustizia, secondo quello che era stato detto di lui da Geremia: “Questo sarà il nome col quale sarà chiamato: ‘L’Eterno nostra giustizia”.12

Paolo disse ai Giudei in Antiochia di Pisidia: “Per mezzo di lui, chiunque crede è giustificato di tutte le cose, delle quali voi non avete potuto essere giustificati per la legge di Mosè”,13 queste parole sono fedeli perché “il termine della legge è Cristo, per essere giustizia ad ognuno che crede”,14 difatti, chiunque crede in Gesù Cristo riceve la remissione dei suoi peccati e viene giustificato, proprio perché Egli ci è stato fatto da Dio ‘giustizia’. Dio aveva detto: “La mia giustizia sta per essere rivelata”15 ed ha mantenuto la sua parola perché Egli, nella pienezza dei tempi l’ha rivelata e si è adempiu­ta così la Scrittura che dice: “Ha manifestato la sua giustizia nel cospetto delle nazioni”.16

Anche a riguardo della sua salvezza Dio aveva promesso di farla conoscere e di estenderla a tutti gli uomini; Egli aveva detto: “La mia salvezza sta per venire”17 ed anche: “Volgetevi a me e siate salvati voi tutte le estremità della terra. Poiché io sono Dio…. e fuori di me non v’è salvatore”.18 Noi sappiamo che Dio ha manifestato la sua salvezza perché Cristo ci è stato fatto da Dio ‘redenzione’ e che questa salvezza è offerta a tutti gli uomini, Giudei e Gentili, perché è scritto: “Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato”.19 Gesù Cristo è il Signore che dice tutt’ora: ‘Volgetevi a me e siate salvati voi tutte le estremità della terra perché io sono Dio e fuori di me non v’è salvatore’. Noi Gentili siamo stati salvati di una salvezza eterna, di quella salvezza di cui parlarono anticamente i profeti e che nella pienezza dei tempi fu annunziata prima da Gesù Cristo che disse: “Io sono la porta; se uno entra per me sarà salvato..”,20 e poi dagli apostoli, i quali annunziarono questa così grande salvezza sia ai Giudei che ai Gentili.

Dio disse del suo Servo: “È troppo poco che tu sia mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e per ricondurre gli scampati d’Israele;.. farò di te la luce delle nazioni..”,21 e ciò è avvenuto perché Egli ha fatto di Gesù la luce del mondo.

Dio aveva detto che avrebbe posto il suo diritto come luce dei popoli, e che questa luce si sarebbe levata su quelli che camminavano nelle tenebre illumi­nandoli e questo si è adempiuto perché noi Gentili in Cristo siamo stati inondati di luce da Cristo talchè possiamo dire ora al Signore: ‘Per la tua luce noi vediamo la luce’. Noi che un tempo camminavamo nelle tenebre senza sapere dove andavamo, ora, per la grazia di Dio essendo stati illuminati da Cristo, camminiamo nella luce e sappiamo dove andiamo.

Dio disse tramite Isaia: “Ecco, io leverò la mia mano verso le nazioni, e alzerò la mia bandiera verso i popoli”22 e disse pure che questa bandiera che Egli avrebbe issato verso noi Gentili sarebbe stata la radice d’Isai, infatti disse: “In quel giorno, verso la radice d’Isai, issata come vessillo dei popoli, si volgeranno premurose le nazioni”.23 Ora, ma chi è questa radice d’Isai? Essa è Gesù Cristo, secondo che è scritto: “Egli è venuto su dinnanzi a lui come un rampollo, come una radice che esce da un’arido suolo”24 e ancora: “Un ramo uscirà dal tronco d’Isai e un rampollo spunterà dalle sue radici…”,25 quindi Gesù è la nostra bandiera, la bandiera di tutti noi che abbiamo creduto in lui secondo che è scritto: “L’Eterno è la mia bandiera”26 e noi come dei buoni soldati di Cristo Gesù dobbiamo tenere alta la Parola della vita in mezzo a questa generazione storta e perversa perché è scritto: “Tu hai dato a quelli che ti temono una bandiera per alzarla”.27

Dio disse del suo Unto: “Ecco, io l’ho dato come testimonio ai popoli”;28 Gesù è il fedele testimone dato alle nazioni perché egli rese testimonianza di quel che aveva veduto e udito presso il Padre suo, e questa sua fedele testimonian­za è nota ai popoli.

Giovanni il Battista, disse del Cristo: “Egli rende testimonianza di quel che ha veduto e udito, ma nessuno riceve la sua testimonianza. Chi ha ricevuto la sua testimonianza ha confermato che Dio è verace”.29 Fratelli, ricordatevi che Gesù disse: “Io dico quel che ho veduto presso il Padre mio”30 e: “Le cose dunque che dico così le dico come il Padre me le ha dette”31 e ancora: “La mia testimonianza è verace”.32 Noi abbiamo piena fiducia in ciò che Cristo ha detto perché le sue parole sono le parole di Dio che egli ha riferito fedelmente agli uomini senza aggiungervi nulla e senza togliervi nulla; e noi di fra i Gentili che abbiamo ricevuto la sua testimonianza abbiamo confermato la vera­cità di Dio.

Dio disse pure tramite Isaia: “Ecco, io l’ho dato come principe e governatore dei popoli”33 e questo si è adempiuto perché Dio ha costituito Gesù, Principe su tutti noi Gentili; Egli è Colui che è sorto per governarci, il nostro governa­tore.

La Scrittura dice: “Ecco, tu chiamerai nazioni che non conosci, e nazioni che non ti conoscono accorreranno a te, a motivo dell’Eterno, del tuo Dio, del Santo d’Israele, perch’Ei ti avrà glorificato”34 e pure questa scrittura si è adempiuta, perché noi siamo quelle nazioni che Cristo ha chiamato alla sua eterna gloria; noi siamo quelle nazioni che sono accorse al Salvatore che prima non conoscevano e tutto ciò si è potuto verificare perché Dio ha glori­ficato il suo Santo Servitore Gesù.

Dio disse del suo Unto: “Io ne raccoglierò (di esuli) intorno a lui anche degli altri, oltre quelli dei suoi che sono già raccolti”35 e pure questa parola si è adempiuta, infatti noi Gentili siamo quegli ‘altri’ che Dio promise avrebbe raccolto attorno al suo Servo. Gesù Cristo, il Figlio di Dio, è venuto per raccogliere attorno a lui, oltre che le pecore perdute della casa d’Israe­le, anche le pecore perdute delle altre nazioni; questo lo confermò lui stesso quando disse: “Ho anche delle altre pecore che non sono di questo ovile: anche quelle io devo raccogliere, ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore”.36 Attorno a lui oltre che il residuo d’Israele, Gesù ha raccolto molte altre pecore che non sono di quell’ovile (cioè che non appartengono all’Israele secondo la carne) ed esse siamo noi tutti Gentili che siamo sulla via della salvezza. Ora, in Cristo Gesù v’è un solo gregge, un solo popolo e non più due, perché lui “dei due popoli ne ha fatto uno solo”.37

Dio aveva detto tramite Isaia: “Sono stato trovato da quelli che non mi cerca­vano; sono stato chiaramente conosciuto da quelli che non chiedevano di me”38 e questo è quello che è avvenuto, infatti il Signore è stato trovato e chiaramen­te conosciuto da noi Gentili, sì proprio da noi che non lo cercavamo e che non chiedevamo di lui: Paolo, apostolo dei Gentili, disse ai santi in Roma: “I Gentili che non cercavano la giustizia, hanno conseguito la giustizia, ma la giustizia che viene dalla fede”39 e queste sue parole confermano pienamente ciò che il Signore aveva detto secoli prima tramite Isaia.

Dio aveva detto tramite Isaia: “E la loro razza sarà nota fra le nazioni, e la loro progenie, fra i popoli; tutti quelli che li vedranno riconosceranno che sono una razza benedetta dall’Eterno”;40 noi Gentili in Cristo Gesù siamo quella razza che è nota fra le nazioni e tutti quelli che ci vedono riconosco­no che siamo una razza benedetta da Dio. Questa progenie benedetta dal Signore che è sparsa sulla faccia della terra, l’ha generata Dio; è lui che l’ha fatta venire all’esistenza in questo mondo di tenebre; coloro che Dio ha generati sono stati e sono tutt’ora chiamati Cristiani e noi siamo felici e ci sentiamo onorati di portare questo nome. Quando soffriamo come Cristiani non ci vergo­gniamo affatto di portare questo nome, anzi glorifichiamo Dio portando questo nome e ci rallegriamo nelle sofferenze che patiamo a cagione del nome di Cristo che è invocato su di noi.

Dio disse al Figliuolo: “Chiedimi, io ti darò le nazioni per tua eredità e le estremità della terra per tuo possesso”41 e ciò si è adempiuto; noi figliuoli di Dio di fra i Gentili siamo ‘le nazioni’ che Dio ha dato quale eredità al suo Figliuolo perché Gesù dice di noi Gentili che abbiamo creduto in lui: “Ecco me e i figliuoli che Dio mi ha dati”42 e voi sapete che la Scrittura attesta che “i figliuoli sono una eredità che viene dall’Eterno”.43 Noi credenti di fra i Gentili siamo stati dati come eredità e come possesso al Figliuolo di Dio e si è adempiuta la parola scritta nei salmi, che concerne il Figliuolo, che dice: “Una bella eredità mi è pure toccata”.44

Dio disse tramite il profeta Osea: “Io chiamerò mio popolo quello che non era mio popolo, e ‘amata’ quella che non era amata; e avverrà che nel luogo ov’era loro stato detto: Voi non siete mio popolo, quivi saranno chiamati figliuoli dell’Iddio vivente”,45 questa parola si è adempiuta; noi siamo coloro che non erano un popolo ma ora siamo chiamati da Dio ‘il suo popolo’, noi siamo coloro che non avevano ottenuto misericordia ma ora hanno ottenuto misericordia e proprio a noi che veniva detto che non eravamo il popolo di Dio, ora viene detto: ‘Voi siete figliuoli dell’Iddio vivente’ perché tali siamo diventati il giorno in cui abbiamo creduto secondo che è scritto: “A tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figliuoli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome…”46 e ancora: “Vedete di quale amore ci è stato largo il Padre, dandoci d’essere chiamati figliuoli di Dio!”47 e altro­ve: “Siete tutti figliuoli di Dio, per la fede in Cristo Gesù”.48

Dio disse tramite il profeta Amos: “In quel giorno, io rialzerò la capanna di Davide che è caduta, ne riparerò le rotture, ne rileverò le rovine, la rico­struirò com’era ai giorni antichi, affinché possegga il resto di Edom e tutte le nazioni sulle quali è invocato il mio nome, dice l’Eterno che farà questo”49 e queste parole si sono adempiute, perché noi Gentili, in Cristo Gesù siamo entrati a far parte dell’edificio che ha da servire di dimora a Dio per lo Spirito. Noi Gentili in Cristo siamo quelle nazioni sulle quali è invocato il nome di Dio; Gesù Cristo è il nostro grande Iddio ed è il suo nome che è stato invocato su noi.

Dio disse tramite il profeta Michea: “Ma avverrà, negli ultimi tempi, che il monte della casa dell’Eterno si ergerà sopra la sommità dei monti, e s’innal­zerà al di sopra delle colline, e i popoli affluiranno ad esso. Verranno delle nazioni in gran numero e diranno: ‘Venite, saliamo al monte dell’Eterno e alla casa dell’Iddio di Giacobbe; egli c’insegnerà le sue vie e noi cammineremo nei suoi sentieri!”;50 noi siamo le nazioni che sono venute al monte sul quale è costruita la casa di Dio e su di esso siamo saliti; il profeta Gioele disse: “Sul monte Sion e in Gerusalemme vi sarà salvezza, come ha detto l’Eterno, e fra gli scampati che l’Eterno chiamerà”51 e difatti sul monte Sion e in mezzo agli scampati che Dio ha chiamati v’è la salvezza di Dio, Cristo Gesù, e noi siamo venuti al monte di Sion e a Gesù secondo che è scritto nell’epistola agli Ebrei: “Voi siete venuti al monte di Sion… e a Gesù, il mediatore del nuovo patto…”.52

Diletti, sul monte Sion v’è salvezza, v’è riposo, v’è pace ed allegrezza in abbondanza e noi che prima come pecore erranti vagavamo per i monti dell’infe­deltà, ora per la grazia di Dio siamo venuti al monte dell’Eterno.

Quando il Signor Gesù mandò i suoi dodici discepoli a predicare il Regno di Dio, disse loro: “Non andate fra i Gentili e non entrate in alcuna città dei Samaritani, ma andate piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele”53 e questo lo disse perché non era ancora giunto il tempo in cui il Vangelo doveva essere predicato apertamente ai Gentili; innanzi tutto l’Evangelo doveva essere predicato ai Giudei; le prime pecore ad essere raccolte attorno al Cristo dovevano essere quelle perdute della casa d’Israele, poi in seguito Dio avrebbe raccolto attorno a lui delle altre pecore che non appartenevano alla nazione d’Israele, cioè noi che siamo Gentili di nascita.

Bisogna dire comunque che già durante la vita terrena di Gesù ci furono alcuni non facenti parte della nazione Giudaica che manifestarono la loro fede nel Signor Gesù; fra questi vi ricordo il centurione romano che pregò Gesù di guarire il suo servitore paralitico dicendogli: ‘Dì soltanto una parola e il mio servitore sarà guarito’, e della fede di questo uomo Gesù disse a quelli che lo seguivano: ‘Io vi dico in verità che in nessuno, in Israele, ho trovato cotanta fede’; vi furono anche molti Samaritani che credettero in lui e questo lo dico per dimostrare come il Signore non mostrò nessun riguardo personale nei giorni della sua carne perché lui stesso aveva detto: “Tutto quel che il Padre mi dà, verrà a me; e colui che viene a me, io non lo caccerò fuori”.54 Dopo che Gesù risuscitò dai morti, prima di essere assunto in cielo, disse ai suoi discepoli: “Così è scritto: che il Cristo soffrirebbe e risusciterebbe dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si predicherebbe ravvedimento e remissione dei peccati a tutte le genti cominciando da Gerusalemme”55 e: “Andate per tutto il mondo e predicate l’Evangelo ad ogni creatura”56 ed ancora: “Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Fi­gliuolo e dello Spirito Santo, insegnando loro d’osservare tutte quante le cose che v’ho comandate”;57 come potete vedere Gesù ordinò di predicare il Vangelo a tutte le nazioni e non solo alla nazione d’Israele, ma gli apostoli, benché avessero ricevuto questi ordini, inizialmente mostrarono una certa resistenza ad andare a predicare ai Gentili e questo perché come Giudei non volevano avere relazioni con gli stranieri; il Signore vide questa loro resi­stenza e operò in modo da persuaderli che Egli non aveva riguardo alla qualità delle persone ma era il Salvatore di tutti gli uomini, ricco in misericordia verso tutti quelli che lo invocano in verità. Cornelio era un centurione romano, “era pio e temente Iddio con tutta la sua casa, e faceva molte elemo­sine al popolo e pregava Dio del continuo”;58 quest’uomo, un giorno, mentre pregava fu avvertito divinamente da un angelo di Dio di far chiamare Simon Pietro che albergava a Ioppe, il quale gli avrebbe parlato di cose per le quali sarebbe stato salvato lui e la sua casa. Cornelio fece come l’angelo di Dio gli aveva comandato. Pietro, il giorno seguente ignaro di quello che sarebbe accaduto di lì a poco “salì sul terrazzo della casa, verso l’ora sesta, per pregare. E avvenne che ebbe fame e desiderava prendere cibo; e come gliene preparavano, fu rapito in estasi; e vide il cielo aperto, e scenderne una certa cosa, simile a un gran lenzuolo che, tenuto per i quattro capi, veniva calato in terra. In esso erano dei quadrupedi, dei rettili della terra e degli uccelli del cielo, di ogni specie. E una voce gli disse: Levati, Pietro; ammazza e mangia. Ma Pietro rispose: In niuno modo, Signore, poiché io non ho mai mangiato nulla d’immondo, né di contaminato. E una voce gli disse di nuovo la seconda volta: Le cose che Dio ha purificate non le fare tu immon­de. E questo avvenne per tre volte; e subito il lenzuolo fu ritirato in cielo. E come Pietro stava perplesso in se stesso sul significato della visione avuta, ecco gli uomini mandati da Cornelio, i quali, avendo domandato della casa di Simone (il coiaio), si fermarono alla porta. E avendo chiamato, doman­darono se Simone, soprannominato Pietro, albergasse lì. E come Pietro stava pensando alla visione, lo Spirito gli disse: Ecco tre uomini che ti cercano. Levati dunque, scendi, e va con loro, senza fartene scrupolo, perché sono io che li ho mandati”.59

Il giorno dopo Pietro andò con alcuni dei fratelli a Cesarea in casa di Corne­lio il quale lo stava aspettando con i suoi parenti e i suoi intimi amici per ascoltare quello che Simone Pietro aveva da dire loro. Quando Pietro arrivò e vide tutti quei Gentili che lo aspettavano per udirlo parlare, disse loro: “Voi sapete come non sia lecito ad un Giudeo di avere delle relazioni con uno straniero o di entrare da lui; ma Dio mi ha mostrato che non debbo chiamare alcun uomo immondo o contaminato”.60

Pietro annunziò loro il Vangelo e mentre parlava loro lo Spirito Santo cadde su tutti quelli che udivano la Parola i quali poco dopo furono battezzati in acqua nel nome del Signor Gesù. Dio mostrò a Pietro che non doveva avere dei riguardi personali perché Egli voleva trarre pure dai Gentili un popolo per il suo nome e non solo di fra i Giudei di nascita. Dopo di ciò, è scritto che “gli apostoli e i fratelli che erano per la Giudea, intesero che i Gentili avevano anch’essi ricevuto la Parola di Dio. E quando Pietro fu salito a Gerusalemme, quelli della circoncisione questionavano con lui, dicendo: Tu sei entrato da uomini incirconcisi, e hai mangiato con loro”.61 Pietro allora si mise a raccontare come erano andate le cose e quelli della circoncisione, dopo averle udite “si acquetarono e glorificarono Iddio dicendo: Iddio dunque ha dato il ravvedimento anche ai Gentili affinché abbiano vita”.62 Sì, Dio ha dato il ravvedimento anche a noi Gentili infatti l’Evangelo della nostra salvazione è giunto fino a noi; così, Dio dopo avere glorificato il suo Figliuolo Gesù, aprì la porta della fede ai Gentili e questa porta è rimasta aperta fino ad oggi, nessuno l’ha potuta chiudere e nessuno potrà chiuderla perché si deve adempiere la parola che disse Gesù: “E questo Evangelo del Regno sarà predica­to per tutto il mondo, onde ne sia resa testimonianza a tutte le genti…”.63

La Scrittura insegna che Dio ha mostrato la sua gran misericordia verso noi Gentili sino dai giorni degli apostoli e che Dio scelse Saulo da Tarso per portare l’Evangelo ai Gentili; diletti, questa così grande salvezza ci è stata mandata da Dio il quale ci ha aperto la mente per intendere la Parola della sua grazia e si è adempiuta la Parola che dice: “Coloro che non ne avevano udito parlare intenderanno”.64

Certo, ora noi non siamo più stranieri, ma siamo concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio per la grazia di Dio e Paolo ci ha lasciato scritto nella sua epistola: “Ricordatevi che un tempo voi, Gentili di nascita, chiamati i non circoncisi da quelli che si dicono i circoncisi, perché tali sono nella carne per mano d’uomo, voi, dico, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele ed estranei ai patti della promessa, non avendo speranza, ed essendo senza Dio nel mondo”.65 Fratelli, voi che siete Gentili di nascita come lo sono io, non dimenticatevi che è agli Israeliti che “appartengono l’adozione e la gloria e i patti e la legislazione e il culto e le promesse”66 e che è a loro che “furono affidati gli oracoli di Dio”;67 noi essendo Gentili eravamo estranei a tutto questo perché non facevamo parte secondo la carne di questo popolo.

Noi eravamo lontani da Dio “ma ora (dice Paolo), in Cristo Gesù, voi che già eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo. Poiché è lui che è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo ed ha abbattuto il muro di separazione con l’abolire nella sua carne la causa dell’inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti, affin di creare in se stesso dei due un solo uomo nuovo facendo la pace; ed affin di riconciliarli ambedue in un corpo unico con Dio, mediante la sua croce, sulla quale fece morire l’inimicizia loro. E con la sua venuta ha annunziato la buona novella della pace a voi che eravate lontani, e della pace a quelli che erano vicini. Poiché per mezzo di lui e gli uni e gli altri abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito.

Voi dunque non siete più né forestieri né avventizi; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio, essendo stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l’edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore. Ed in lui voi pure entrate a far parte dell’edificio, che ha da servire di dimora a Dio per lo Spirito”.68

Fratelli, Cristo Gesù morendo sulla croce, di due popoli ne ha fatto uno solo e questo perché ha fatto morire sulla sua croce l’inimicizia che c’era fra i Giudei e noi Gentili; Egli ha abbattuto il muro che ci separava dai Giudei, un muro fatto di una legge di comandamenti, abolendo questa legge nella sua carne e oltre che riconciliarci coi Giudei ci ha anche riconciliati assieme a loro con Dio mediante la sua morte. Se noi oggi siamo membri della famiglia di Dio e se siamo entrati a far parte dell’edificio spirituale che ha da servire di dimora a Dio (cioè la Chiesa) lo dobbiamo a Cristo, il Figlio di Dio che ha permesso la nostra entrata nel Regno di Dio, la nostra riconciliazione coi Giudei e il nostro avvicinamento a Dio. Paolo scrisse ai Galati: “Voi tutti che siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è qui né Giudeo né Greco… poiché voi tutti siete uno in Cristo Gesù”.69 Fratel­li, siamo di Cristo, gli apparteniamo e con i Giudei che hanno creduto in lui formiamo un solo popolo e un solo gregge e sottostiamo ad un solo Capo e ad un solo Pastore che è Cristo Gesù. Questo che vi ho esposto qui sopra è “il mistero della sua volontà giusta, il disegno benevolo che Egli aveva già prima in se stesso formato, per tradurlo in atto nella pienezza dei tempi, e che consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose..”,70 e noi credenti di fra i Gentili, siamo grati a Dio perché Egli ha voluto farci conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero.

Paolo dice che “questo mistero, nelle altre età, non fu dato a conoscere ai figliuoli degli uomini nel modo che ora, per mezzo dello Spirito, è stato rivelato ai santi apostoli e profeti di lui”,71 infatti esso è stato tenuto occulto sin dai tempi più remoti, per essere fatto conoscere nella pienezza dei tempi. Dio ci ha fatto conoscere questo mistero (che consiste nel fatto che noi Gentili siamo eredi con i Giudei che hanno creduto che Gesù è il Cristo e membra con loro d’un medesimo corpo e con loro partecipi della pro­messa fatta in Cristo Gesù mediante l’Evangelo) “affinché nel tempo presente, ai principati ed alle potestà, nei luoghi celesti, sia data a conoscere, per mezzo della Chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio…”;72 oltre a ciò, questo mistero “mediante le Scritture profetiche, secondo l’ordine dell’eterno Dio, è fatto conoscere a tutte le nazioni per addurle all’ubbidienza della fede..”.73

Fratelli nel Signore, noi riconosciamo la misericordia che Dio ha avuto verso noi in Cristo Gesù ed è a cagione della misericordia di Dio che noi dobbiamo glorificare Iddio secondo che è scritto: “I Gentili hanno da glorificare Iddio per la sua misericordia”74 e altrove: “Gentili, lodate tutti il Signore”,75 quindi rallegriamoci nel Signore, celebriamolo con canti perché Egli ci ha salvati, ma non insuperbiamoci contro i Giudei che non hanno creduto in Cristo. Paolo parlando del nostro innesto dall’ulivo selvatico in quello domestico ha detto: “E se la primizia è santa, anche la massa è santa; e se la radice è santa, anche i rami sono santi. E se pure alcuni dei rami sono stati troncati, e tu, che sei olivastro, sei stato innestato in luogo loro e sei divenuto partecipe della radice e della grassezza dell’ulivo, non t’insuperbire contro i rami; ma, se t’insuperbisci, sappi che non sei tu che porti la radice, ma la radice che porta te.

Allora tu dirai: Sono stati troncati dei rami perché io fossi innestato. Bene; sono stati troncati per la loro incredulità, e tu sussisti per la fede; non t’insuperbire, ma temi”;76 fratelli, noi siamo stati troncati dall’ulivo per sua natura selvatico e siamo stati innestati nell’ulivo domestico per mezzo della nostra fede. Noi sappiamo che molti dei rami naturali di questo ulivo domesti­co sono stati troncati a motivo della loro incredulità e che noi siamo stati innestati in luogo loro e a motivo di questo nostro innesto nel loro proprio ulivo, noi ora godiamo le benedizioni di Cristo e le sue consolazioni essendo stati fatti partecipi dei beni spirituali dei Giudei, però non ci dobbiamo insuperbire contro i Giudei disubbidienti, sapendo che la radice dell’ulivo nel quale siamo stati innestati è Israelita secondo la carne ed oltre a ciò è la radice a portarci e non il contrario. Paolo disse dei Giudei disubbidienti: “Per quanto concerne l’Evangelo, essi sono nemici per via di voi; ma per quanto concerne l’elezione, sono amati per via dei loro padri; perché i doni e la vocazione di Dio sono senza pentimento”,77 ciò significa che benché molti Giudei non hanno ubbidito al Vangelo e non piacciono a Dio a motivo della loro incredulità e durezza di cuore, Dio non ha rigettato Israele, infatti Paolo disse: “Iddio non ha reietto il suo popolo che ha preconosciuto”.78 Fratelli, guardatevi dal considerare Israele come un popolo rigettato da Dio, perché Dio ha detto: “Se i cieli di sopra possono essere misurati, e le fondamenta della terra di sotto, scandagliate, allora anch’io rigetterò tutta la progenie d’Israele per tutto quello che essi hanno fatto”79 ed ancora: “Se io non ho stabilito il mio patto col giorno e con la notte, e se non ho fissato le leggi del cielo e della terra, allora rigetterò anche la progenie di Giacobbe e di Davide..”.80

Certo, se da un lato vediamo la benignità di Dio verso quelli che hanno credu­to, cioè verso di noi, dall’altro vediamo pure la severità di Dio verso quelli che sono caduti, cioè verso i Giudei che hanno inciampato nella pietra d’in­toppo, però Paolo dice a proposito di quest’ultimi: “Ed anche quelli, se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati; perché Dio è potente da innestarli di nuovo”81 ciò significa che i rami naturali troncati dall’ulivo domestico saranno innestati di nuovo nel loro proprio ulivo se non perseverano nella loro durezza di cuore, ma badate che è altresì vero che se noi credenti non perseveriamo nella fede e nel buon operare sino alla fine saremo troncati dall’ulivo domestico, quindi temiamo Dio. L’Apostolo Paolo disse: “Fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi; che cioè, un induramento parziale s’è prodotto in Israele, finchè sia entrata la pienezza dei Gentili; e così tutto Israele sarà salvato, secondo che è scrit­to: Il liberatore verrà da Sion; Egli allontanerà da Giacobbe l’empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quando io torrò via i loro peccati. Poiché siccome voi siete stati in passato disubbidienti a Dio ma ora avete ottenuto misericordia per la loro disubbidienza, così anch’essi sono stati ora disubbi­dienti, onde, per la misericordia a voi usata, ottengano essi pure misericor­dia.

poiché Dio ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per fare misericordia a tutti”,82 quindi Dio ha promesso di salvare tutti gli Israeliti e di fargli misericordia quando sarà venuta la pienezza dei Gentili, allora avverrà che il velo che è tutt’ora steso sul loro cuore quando fanno la lettura dell’Antico Patto sarà rimosso, perché è in Cristo che esso viene abolito; sapendo tutto ciò sin da ora, non siamo presuntuosi perché Dio è fedele e a suo tempo mande­rà ad effetto la sua buona parola in verso il popolo che ha preconosciuto.

Quando si parla dell’induramento parziale che si è prodotto in Israele nasce spontanea la domanda: ‘Ma chi li ha indurati i Giudei disubbidienti? perché sono stati indurati? Ora, il fatto che molti Giudei sono rimasti disubbidienti al Vangelo di Cristo non significa affatto che la Parola di Dio sia caduta a terra, e questo Paolo lo spiega in questi termini: “Però non è che la Parola di Dio sia caduta a terra; perché non tutti i discendenti da Israele sono Israele; né per il fatto che sono progenie d’Abramo, sono tutti figliuoli d’Abramo; anzi: in Isacco ti sarà nominata una progenie. Cioè, non i figliuoli della carne sono figliuoli di Dio; ma i figliuoli della promessa sono conside­rati come progenie. Poiché questa è una parola di promessa: In questa stagione io verrò e Sara avrà un figliuolo”.83 Considerate questo: Abramo ebbe due fi­gliuoli, uno dalla schiava cioè da Agar, e uno dalla libera cioè da Sara. Tutti e due furono generati da Abramo, ma solo uno era il figlio che Dio aveva promesso ad Abramo e cioè Isacco. Dio promise ad Abramo che avrebbe dato la terra promessa alla sua progenie cioè a Isacco e non a Ismaele il figlio della schiava; inoltre Dio aveva promesso ad Abramo che avrebbe concluso il suo patto con Isacco secondo che è scritto: “Gli porrai nome Isacco e io fermerò il mio patto con lui”,84 e difatti il patto Dio lo stabilì con i discendenti di Isacco (gli Israeliti) e non con i discendenti di Ismaele (le tribù arabe). Ora, il figliuolo della schiava nacque secondo la carne, mentre quello dalla libera in virtù della promessa o come disse Paolo: ‘Secondo lo Spirito’, ciò significa che Ismaele benché discendesse da Abramo non era la progenie che Dio aveva promesso ad Abramo.

Tra i Giudei di nascita, non tutti sono figliuoli d’Abramo (benché tutti sono discendenti d’Abramo) perché tra loro vi sono quelli nati secondo la carne alla maniera di Ismaele, i quali sono schiavi del peccato perché hanno urtato nella pietra d’intoppo e non sono nati da Dio. I figliuoli d’Abramo fra i Giudei sono tutti coloro che avendo creduto che Gesù è il Cristo sono stati liberati dai loro peccati mediante la loro fede in Gesù; essi sono benedetti col credente Abramo e sono eredi del Regno di Dio appunto perché sono figliuo­li della libera alla maniera d’Isacco. Sappiate che i figliuoli della schiava, cioè i Giudei disubbidienti non sono eredi del Regno perché non sono nati da Dio; la Scrittura dice: “Caccia via la schiava e il suo figliuolo; perché il figliuolo della schiava non sarà erede col figliuolo della libera”,85 infatti è scritto che Abramo cacciò via la schiava Agar e il suo figliuolo e che “Abra­hamo dette tutto quello che possedeva a Isacco”,86 il figlio della libera, e non a Ismaele, il figlio della schiava; così tra i Giudei di nascita, quelli che sono nati secondo la carne ma non secondo lo Spirito perché disubbidiscono al Vangelo, non erediteranno la vita eterna assieme a quei Giudei che ubbidiscono al Vangelo della grazia di Dio. Voglio farvi notare che fu Dio a costituire Isacco, erede d’Abramo e che questo lo fece secondo il beneplacito della sua volontà.

Paolo prosegue e dice: “Non solo: ma anche a Rebecca avvenne la medesima cosa, quand’ebbe concepito da uno stesso uomo, vale a dire Isacco nostro padre, due gemelli; poiché, prima che fossero nati e che avessero fatto alcun che di bene o di male, affinché rimanesse fermo il proponimento dell’elezione di Dio, che dipende non dalle opere ma dalla volontà di colui che chiama, le fu detto: Il maggiore servirà il minore; secondo che è scritto: Ho amato Giacobbe ma ho odiato Esaù”.87

Rebecca, moglie d’Isacco, quando rimase incinta concepì due gemelli, e “i bambini si urtavano nel suo seno; ed ella disse: Se è così, perché vivo? E andò a consultare l’Eterno. E l’Eterno le disse: Due nazioni sono nel tuo seno, e due popoli separati usciranno dalle tue viscere. Uno dei due popoli sarà più forte dell’altro, e il maggiore servirà il minore”.88 Allora, per quale motivo Dio disse a Rebecca (prima che i bambini nascessero e prima che avesse­ro fatto alcun che di bene o di male) il maggiore servirà il minore? La ragio­ne è questa: “affinché rimanesse fermo il proponimento dell’elezione di Dio che dipende non dalle opere ma dalla volontà di colui che chiama”;89 Dio ha agito così per dimostrare di agire in tutte le cose come vuole lui.

Noi siamo stati generati da Dio mediante la sua Parola, non in virtù di qual­che opera buona che avessimo fatto o per la volontà dell’uomo, ma, come disse Giacomo, “di sua volontà”.90 Fratelli, ricordatevi delle parole che Gesù disse ai suoi discepoli: “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi”.91 Fratelli, benché nel corso dei secoli molti hanno cercato di abbatterlo a terra, io vi dico che il proponimento dell’elezione di Dio è rimasto fermo e i tentativi degli audaci sono risultati vani, perché le parole che Dio rivolse a Rebecca dimostrano che Dio elegge a salvezza chi vuole lui. Non fu né Giacobbe e né Esaù a decidere chi dei due sarebbe stato il popolo più forte; non fu né l’uno e né l’altro a decidere con quale dei due Dio avrebbe stabilito il suo patto e badate che a decidere queste cose non furono né Isacco loro padre e né Rebecca loro madre. Inoltre bisogna dire che Giacob­be non meritò da Dio (per qualche sua opera giusta) che Esaù suo fratello maggiore, lo servisse, perché quando Dio disse: ‘Il maggiore servirà il mino­re’, egli era ancora nel seno della madre e ancora non aveva fatto alcun che di bene. È scritto: “Che diremo dunque? V’è forse ingiustizia in Dio? Così non sia. Poiché egli dice a Mosè: Io avrò mercè di chi avrò mercè, e avrò compassione di chi avrò compassione. Non dipende dunque né da chi vuole, né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia. Poiché la Scrittura dice a Faraone: Appunto per questo io t’ho suscitato: per mostrare in te la mia potenza, e perché il mio nome sia pubblicato per tutta la terra. Così dunque Egli fa misericordia a chi vuole, e indura chi vuole”.92 Mentre Gesù era sulla terra (cioè nei giorni della sua carne) Dio indurò i cuori di molti Giudei onde non credessero nel suo Figliuolo, e questo lo dice Giovanni in questi termini: “Sebbene avesse fatto tanti miracoli in loro presenza, pure non credevano in lui, affinché s’adempisse la parola detta dal profeta Isaia: Signore, chi ha creduto a quel che ci è stato predicato? E a chi è stato rivelato il braccio del Signore? Perciò non potevano credere, per la ragione detta ancora da Isaia: Egli ha accecato gli occhi loro ed ha indurato i loro cuori, affinché non veggano con gli occhi, e non intendano col cuore, e non si convertano, e io non li sani”.93 Molti Giudei erano stati destinati a non credere e ad inciam­pare nella Parola infatti Isaia aveva detto: “Ed egli sarà un santuario, ma anche una pietra d’intoppo, un sasso d’inciampo per le due case d’Israele, un laccio e una rete per gli abitanti di Gerusalemme. Molti tra loro inciamperan­no, cadranno, saranno infranti, rimarranno nel laccio, e saranno presi”,94 per questo Giovanni disse dei Giudei disubbidienti: “Non potevano credere”, perché si dovevano adempiere le parole del profeta Isaia a loro riguardo, e non solo le sue ma anche quelle di Mosè: “Iddio ha dato loro uno spirito di stordimen­to, degli occhi per non vedere e degli orecchi per non udire, fino a questo giorno”,95 e pure quelle di Davide che disse: “La loro mensa sia per loro un laccio, una rete, un inciampo, e una retribuzione. Siano gli occhi loro oscu­rati in guisa che non veggano, e piega loro del continuo la schiena”.96 Sappiate che Dio non è da biasimare per avere agito così, anzi sia Dio riconosciuto verace ma ogni uomo bugiardo; se Dio disse a Mosè: “Farò grazia a chi vorrò fare grazia, e avrò pietà di chi vorrò avere pietà”97 per che cosa è da biasima­re? Non è Egli Colui che fa tutto ciò che gli piace in cielo in terra e nei mari e in tutti gli abissi? Non è egli forse colui che ha detto: “Metterò ad effetto tutta la mia volontà… io opererò, chi potrà impedire l’opera mia?”98 Ma chi è colui che è così tanto ardito da dirgli: ‘Che fai?’ Dovrebbe Dio forse agire come vogliono gli uomini per non essere criticato da loro? Sappia­te che Dio rimane sempre vincitore quando viene giudicato dagli uomini.

Dio, se da un lato ha indurato i cuori di molti Giudei, dall’altro ha fatto misericordia a un residuo d’Israele eletto secondo la grazia, infatti è scrit­to: “E così anche nel tempo presente v’è un residuo secondo l’elezione della grazia…Quel che Israele cerca non l’ha ottenuto; mentre il residuo eletto l’ha ottenuto…”,99 ma pure questo, cioè che solo un residuo d’Israele si sarebbe convertito al Signore, era stato preannunziato dai profeti. Isaia disse: “Un residuo, il residuo di Giacobbe, tornerà all’Iddio potente. Poiché, quand’anche il tuo popolo, o Israele, fosse come la rena del mare, il rimanen­te solo sarà salvato..”100 e: “Se il Signore degli Eserciti non ci avesse lascia­to un seme, saremmo divenuti come Sodoma e saremmo stati simili a Gomorra”101 ed ancora: “Avverrà che i superstiti di Sion e i rimasti di Gerusalemme saran chiamati santi.. Poiché da Gerusalemme uscirà un residuo e dal monte di Sion degli scampati”.102

Il profeta Michea a tale riguardo disse: “Per certo io raccoglierò il rimanen­te d’Israele, io li farò venire assieme come pecore in un ovile..”103 ed ancora: “Il resto di Giacobbe sarà, in mezzo a molti popoli, come una rugiada che viene dall’Eterno…”.104

Dio tramite il profeta Sofonia disse del rimanente d’Israele: “Il residuo d’Israele non commetterà iniquità..”105 e questo è in pieno accordo con quello che Giovanni nella sua epistola dice di chi è nato da Dio: “Chiunque è nato da Dio non commette peccato, perché il seme d’Esso dimora in lui; e non può peccare perché è nato da Dio”.106

Gesù disse ai Giudei: “Niuno può venire a me, se non gli è dato dal Padre”,107 perché egli sapeva bene che avrebbero creduto in lui solo quelli a cui l’Iddio e Padre suo avrebbe fatto grazia; egli sapeva che sarebbero venuti a lui solo quelli che il Padre gli avrebbe dato, e l’apostolo Paolo ha confermato le parole di Cristo dicendo: “Egli fa misericordia a chi vuole”.108

Fratelli, vi ricordo che è stato proprio in seguito alla caduta dei Giudei che l’Evangelo è giunto fino a noi Gentili infatti è scritto: “Per la loro caduta la salvezza è giunta ai Gentili”,109 e sapete perché? “Per provocare loro a gelosia”,110 dice Paolo, affinché si adempissero le parole che Dio aveva detto per mezzo di Mosè ad Israele: “Io vi moverò a gelosia di una nazione che non è nazione”.111 Dio, prima che il popolo d’Israele entrasse nella terra promessa, aveva detto di Israele: “Essi m’hanno mosso a gelosia con ciò che non è Dio, m’hanno irritato coi loro idoli vani”,112 difatti Israele nel deserto mosse a gelosia Dio portando la tenda di Moloc e la stella del dio Romfan, delle immagini che si era fatte per adorarle e Dio per vendicarsi e per retribuire gli Israeliti di ciò che essi avevano fatto contro di lui, disse: “E io li moverò a gelosia con gente che non è un popolo, li irriterò con una nazione stolta. Poiché un fuoco s’è acceso nella mia ira..”,113 e questo è avvenuto e avviene tutt’ora perché i Giudei disubbidienti sono mossi a gelosia per via di noi Gentili che abbiamo creduto nel Vangelo che Dio aveva promesso nelle Sacre Scritture mediante gli oracoli rivelati ai profeti Ebrei e sono pure sdegnati contro di noi e tutto ciò a motivo del Vangelo.

Questa è la ragione per cui Paolo disse circa i Giudei: “Sono avversi a tutti gli uomini, divietandoci di parlare ai Gentili perché siano salvati”;114 vi siete mai domandati perché i Giudei perseguitavano Paolo loro connazionale? Questo avveniva perché Paolo parlando ai Gentili di Gesù (dimostrando per le Scrittu­re che egli era il Cristo) li provocava a gelosia e li faceva sdegnare e a conferma di ciò vi ricordo quello che avvenne ad Antiochia di Pisidia dove “i Giudei, vedendo le moltitudini, furono ripieni d’invidia, e bestemmiando contraddicevano alle cose dette da Paolo”.115 Quindi, mentre gli Israeliti provo­carono a gelosia Dio con ciò che non era Dio adesso Dio provoca loro a gelosia con noi Gentili di nascita che siamo agli occhi loro della “gente che non è un popolo” ma agli occhi di Dio “il suo popolo”; si è avverato quello che Dio aveva predetto, quindi riconoscete anche voi che Dio ha fatto ogni cosa per uno scopo e che pure questo induramento da lui prodotto in Israele rientrava nel disegno che lui aveva fatto innanzi i secoli in nostro favore. “Tu allora mi dirai: ‘perché si lagna Egli ancora? poiché chi può resistere alla sua volontà? Piuttosto, o uomo, chi sei tu che replichi a Dio? La cosa formata dirà essa a colui che la formò: ‘perché mi facesti così? Il vasaio non ha egli potestà sull’argilla, da trarre dalla stessa massa un vaso per uso nobile, e un altro per uso ignobile? E che v’è mai da replicare se Dio, volendo mostrare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con molta longanimità dei vasi d’ira preparati per la perdizione, e se, per far conoscere le ric­chezze della sua gloria verso dei vasi di misericordia che aveva già innanzi preparati per la gloria, li ha anche chiamati (parlo di noi) non soltanto di fra i Giudei ma anche di fra i Gentili?”;116 fratelli, ve lo dico con franchezza: ‘Non v’è nulla da replicare se Dio per adempiere i suoi meravigliosi disegni ha fatto e fa quello che qui sopra è descritto chiaramente dalla Scrittura. A molti queste parole dell’apostolo non piacciono, essi si turbano e si indignano nel leggerle e cercano di annullarle con i più svariati vani ragionamenti umani. A questi che replicano a Dio, io dico: ‘Quando smetterete di censurare Iddio? Quando smetterete di giudicare le vie di Dio come fanno gli empi? Dio è più grande dell’uomo e non v’è uomo che si sia indurato contro di lui che abbia prosperato e che non sia stato ripreso da lui; la verità è che tutti gli uomini che sono sulla terra sono come argilla nelle sue mani, Lui li ha fatti e Lui da tutta la massa degli uomini trae alcuni per farne un uso nobile ed altri per farne un uso ignobile, Egli ha il potere di farlo, e lo fa perché è il Vasellaio.

A Lui sia la gloria in eterno. Amen.


1 1 Piet. 2:6; Is. 28:16

2 Ef. 2:20,21

3 1 Tim. 3:15

4 1 Piet. 2:7

5 Is. 8:14,15

6 Luca 2:34

7 1 Piet. 2:8

8 Rom. 11:11

9 Is. 42:1

10 Giov. 5:24

11 Gen. 22:18

12 Ger. 23:6

13 Atti 13:39

14 Rom. 10:4

15 Is. 56:1

16 Sal. 98:2

17 Is. 56:1

18 Is. 45:22; 43:11

19 Rom. 10:13; Gioe. 2:32

20 Giov. 10:9

21 Is. 49:6

22 Is. 49:22

23 Is. 11:10

24 Is. 53:2

25 Is. 11:1

26 Es. 17:15

27 Sal. 60:4 (Diod.)

28 Is. 55:4

29 Giov. 3:32,33

30 Giov. 8:38

31 Giov. 12:50

32 Giov. 8:14

33 Is. 55:4

34 Is. 55:5

35 Is. 56:8

36 Giov. 10:16

37 Ef. 2:14

38 Rom. 10:20; Is. 65:1

39 Rom. 9:30

40 Is. 61:9

41 Sal. 2:8

42 Ebr. 2:13; Is. 8:18

43 Sal. 127:3

44 Sal. 16:6

45 Rom. 9:25,26; Os. 2:23

46 Giov. 1:12

471 Giov. 3:1

48 Gal. 3:26

49 Amos 9:11,12; Atti 15:16-18

50 Mic. 4:1,2

51 Gioe. 2:32

52 Ebr. 12:22,24

53 Matt. 10:5,6

54 Giov. 6:37

55 Luca 24:46,47

56 Mar. 16:15

57 Matt. 28:19,20

58 Atti 10:2

59 Atti 10:9-20

60 Atti 10:28

61 Atti 11:1-3

62 Atti 11:18

63 Matt. 24:14

64 Rom. 15:21; Is. 52:15

65 Ef. 2:11,12

66 Rom. 9:4

67 Rom. 3:2

68 Ef. 2:13-22

69 Gal. 3:27,28

70 Ef. 1:9,10

71 Ef. 3:5

72 Ef. 3:10

73 Rom. 16:26

74 Rom. 15:9

75 Rom. 15:11; Sal. 117:1

76 Rom. 11:16-20

77 Rom. 11:28,29

78 Rom. 11:2

79 Ger. 31:37

80 Ger. 33:25,26

81 Rom. 11:23

82 Rom. 11:25-27, 30-32

83 Rom. 9:6-9

84 Gen. 17:19

85 Gal. 4:30; Gen. 21:10

86 Gen. 25:5

87 Rom. 9:10-13; Gen. 25:23; Mal. 1:2,3

88 Gen. 25:22,23

89 Rom. 9:11,12

90 Giac. 1:18

91 Giov. 15:16

92 Rom. 9:14-18; Es. 33:19; 9:16

93 Giov. 12:37-40; Is. 53:1; 6:10

94 Is. 8:14,15

95 Rom. 11:8; Is. 29:10; Deut. 29:4

96 Rom. 11:9,10; Sal. 69:22,23

97 Es. 33:19; Rom. 9:15

98 Is. 46:10; 43:13

99 Rom. 11:5,7

100 Is. 10:21,22; Rom. 9:27

101 Rom. 9:29; Is. 1:9

102 Is. 4:3; 37:32

103 Mic. 2:12

104 Mic. 5:6

105 Sof. 3:13

106 1 Giov. 3:9

107 Giov. 6:65

108 Rom. 9:18

109 Rom. 11:11

110 Rom. 11:11

111 Rom. 10:19; Deut. 32:21

112 Deut. 32:21

113 Deut. 32:21,22

114 1 Tess. 2:15,16

115 Atti 13:45

116 Rom. 9:19-24

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