Esempi di uomini che per fede e pazienza ereditarono le promesse che Dio aveva loro fatto

Insegnamenti ed Esortazioni – Indice > Con la vostra perseveranza guadagnerete le anime vostre > Esempi di uomini che per fede e pazienza ereditarono le promesse che Dio aveva loro fatto

Voi sapete che “tutto quello che fu scritto per l’addietro, fu scritto per nostro ammaestramento, affinché mediante la pazienza e mediante la consolazione delle Scritture, noi riteniamo la spe­ranza”1 fino alla fine. Vediamo ora alcuni esempi di uomini che hanno ereditato le promesse di Dio per fede e per pazienza perché essi ci incoraggiano a ritenere ferma fino alla fine la confes­sione della nostra speranza e ci consolano in mezzo alle nostre tribolazioni che patiamo per il Regno di Dio.

– Noè fu un uomo giusto ed integro ai suoi tempi e camminò con Dio. Ma egli visse in mezzo ad una generazione malvagia, così malvagia che Dio, nel vedere che la malvagità degli uomini era grande sulla terra, si pentì di avere fatto l’uomo e decise di punire gli uomini che erano sulla faccia della terra distruggen­doli assieme ad ogni altra carne che aveva un’alito di vita.

Per distruggere la terra, Dio mandò il diluvio delle acque, ma prima di mandarlo avvertì Noè e gli comandò di costruire un arca di legno per la salvezza della sua famiglia. La Scrittura dice: “E Dio disse a Noè: ‘Nei miei decreti, la fine d’ogni carne è giunta; poiché la terra, per opera degli uomini, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò, insieme con la terra. Fatti un arca di legno di gofer; falla a stanze, e spalmala di pece, di dentro e di fuori. Ed ecco come la dovrai fare: la lunghezza dell’arca sarà di trecento cubiti; la larghezza, di cinquanta cubiti, e l’altezza di trenta cubiti. Farai all’arca una fine­stra, in alto, e le darai la dimensione di un cubito; metterai la porta da un lato, e farai l’arca a tre piani: uno da basso, un secondo e un terzo piano. Ed ecco, io sto per fare venire il diluvio delle acque sulla terra, per distruggere di sotto i cieli ogni carne in cui è alito di vita; tutto quello ch’è sopra la terra, morrà. Ma io stabilirò il mio patto con te; e tu entrerai nell’arca: tu e i tuoi figliuoli, la tua moglie e le mogli dei tuoi figliuoli con te. E di tutto ciò che vive, d’ogni carne, fanne entrare nell’arca due d’ogni specie, per conservarli in vita con te; e siano maschio e femmina. Degli uccelli secondo le loro specie, del bestiame secondo le sue specie, e di tutti i rettili della terra secondo le loro specie, due d’ogni specie verranno a te, perché tu li conservi in vita. E tu prenditi d’ogni cibo che si mangia, e fattene provvista, perché serva di nutrimento a te e a loro”.2

Ora, noi sappiamo, da ciò che dice la Scrittura, che Noè, all’età di cinquecento anni, generò Sem, Cam e Jafet, e che il diluvio venne sulla terra quando egli aveva seicento anni. Noi non pos­siamo dire però quando Dio avvertì Noè ordinandogli di costruire l’arca perché la Scrittura tace a tale riguardo; comunque sappia­mo che dal momento dell’avvertimento divino al giorno in cui il diluvio delle acque inondò la terra passarono molti anni. E fu durante tutti questi anni che Noè, per fede, mosso da pio timore, preparò l’arca; non fu nell’arco di pochi giorni che quest’uomo vide il compimento della promessa di Dio ma dopo molti anni, durante i quali egli dovette aspettare con pazienza e durante i quali dovette continuare a credere in quello che Dio gli aveva detto. Noè fu avvertito di cose che non si vedevano ancora, ma lui, dopo che Dio gli parlò, credette che Dio avrebbe fatto esattamente come gli aveva detto, cioè che avrebbe mandato il diluvio delle acque per distruggere la terra. Egli non mise in dubbio le parole del Signore, ritenendo che una cosa così fatta non avrebbe mai potuto accadere perché troppo difficile per il Signore; tutt’altro, egli intimorito dalle parole di Dio si mise a costruire l’arca. Il lavoro fu lungo e faticoso perché lui dovette costruire quell’arca con quelle dimensioni.

Considerando le cose nell’insieme, tenendo anche presente che Noè visse in mezzo a gente che non aveva alcun timore di Dio, dobbiamo dire che sia la fede di Noè e sia la sua pazienza furono messe alla prova da Dio; ma egli fu approvato da Dio perché non si tirò indietro in mezzo alle lotte che dovette affrontare, ma con fede e pazienza andò avanti fino al giorno che Dio mandò il diluvio sul mondo degli empi, come aveva promesso. Certo, Noè fu provato da Dio ma non fu reso confuso da Dio perché è scritto che per la sua “fede condannò il mondo e fu fatto erede della giustizia che si ha mediante la fede”.3

– Il profeta Geremia parlò da parte di Dio al popolo di Giuda ed agli abitanti di Gerusalemme per molti anni; possiamo dire, da ciò che dice la Scrittura, per decine di anni, perché dal tempo in cui Dio cominciò a parlargli (il tredicesimo anno del regno del re Giosia) al tempo in cui Gerusalemme cadde nelle mani dell’esercito dei Caldei (l’undicesimo anno del re Sedechia) passarono circa quaranta anni. Egli fu perseguitato e oltraggiato da tutti coloro che non volevano ubbidire alla parola di Dio che lui trasmetteva loro; egli stesso disse un giorno: “Io non do né prendo in imprestito, e nondimeno tutti mi maledicono”.4 Ma in mezzo alle sue sofferenze Dio gli fece questa promessa: “Per certo, io ti riserbo un avvenire felice; io farò che il nemico ti rivolga supplicazioni nel tempo dell’avversità, nel tempo dell’angoscia”;5 in altre parole Dio promise a Geremia che avrebbe fatto sì che quegli stessi suoi nemici che rivolgevano contro lui ogni sorta di menzogna in avvenire sarebbero venuti a lui e gli avrebbero rivolto delle supplicazioni. Ma anche in questo caso, Geremia, prima di ottenere l’adempimento di questa specifica promessa dovette aspettare con pazienza per parecchi anni perché questa promessa Dio la mandò ad effetto quando Gerusalemme fu presa ed i suoi abitanti portati in cattività, secondo che è scritto: “Tutti i capi delle forze, Johanan, figliuolo di Kareah, Jezania, figliuolo di Hosaia, e tutto il popolo, dal più piccolo al più grande, s’accostarono, e dissero al profeta Geremia: Deh, siati accetta la nostra supplicazione, e prega l’Eterno, il tuo Dio, per noi, per tutto questo residuo (poiché di molti che eravamo, siamo rimasti pochi, come lo vedono gli occhi tuoi); affinché l’Eterno, il tuo Dio, ci mostri la via per la quale dobbiamo camminare, e che cosa dobbiamo fare”.6

– Giacobbe, quando partì da Beer – Sheba alla volta di Charan capitò in un certo luogo (a cui lui dopo pose nome Bethel) dove passò la notte, durante la quale ebbe un sogno in cui Dio gli parlò e gli fece questa promessa: “Ed ecco, io sono teco, e ti guarderò dovunque tu andrai, e ti ricondurrò in questo paese; poiché io non ti abbandonerò prima d’avere fatto tutto quello che t’ho detto”.7 Ora, da quello che insegna la Scrittura, Giacobbe, prima di vedere l’adempimento di questa promessa, dovette aspet­tare venti anni perché tanto fu lungo il suo soggiorno in Mesopo­tamia. Dopo vent’anni Dio apparve a Giacobbe in Paddam – Aram e gli disse: “Ora levati, partiti da questo paese, e torna al tuo paese natio”.8

Certo, anche Giacobbe soffrì durante il suo sog­giorno in Mesopotamia, però alla fine Dio lo fece tornare in Canaan con delle mogli, dei figli e molti beni; pure lui dovette continuare a credere nella promessa di Dio durante quegli anni, perciò pure lui ebbe bisogno di pazienza al fine di ottenere da Dio quello che Egli gli aveva promesso.

– Dopo che Gesù fu risuscitato dai morti, al termine dei quaranta giorni durante i quali si fece vedere dai suoi discepoli, disse ai suoi discepoli di non dipartirsi da Gerusalemme, “ma di aspet­tarvi il compimento della promessa del Padre, la quale, egli disse, avete udita da me. Poiché Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo fra non molti giorni”.9 In questo caso i discepoli ottennero l’adempimento di questa specifica promessa del Signore dopo pochi giorni dall’ascensione di Gesù, infatti fu il giorno della Pentecoste che essi furono battezzati con lo Spirito Santo; in questo caso essi dovettero aspettare con pazienza e con fede che lo Spirito Santo discendesse su loro.

Fratelli, ciascuno di noi ha un numero di anni da vivere sulla terra, numero stabilito da Dio che noi non conosciamo; ora, noi non sappiamo se il Signore apparirà dal cielo mentre noi saremo in vita (in questo caso non morremmo) o dopo che noi ci saremo dipartiti da questa tenda terrena (in questo caso gusteremo la morte); comunque sia, noi dobbiamo vivere la vita che ci resta a passare nella carne nella fede nel Figliuolo di Dio fino alla fine dei nostri giorni che Dio ci ha assegnati.

Noi, in mezzo alle nostre necessità, in mezzo alle tribolazioni che patiamo per amore del Vangelo, dobbiamo essere pazienti e fiduciosi nelle sacre e fedeli promesse del nostro Redentore, sapendo che è impossibile che Egli abbia mentito. Egli ci ha lasciato detto: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve l’avrei detto; io vo a prepararvi un luogo; e quando sarò andato e v’avrò preparato un luogo, tornerò e v’accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi”;10 perciò noi sappiamo che Gesù tornerà dal cielo che lo ha accolto; certo, sono passati molti secoli da che il nostro Signore pronunciò quelle parole ma questo non desta in noi nessuna preoccupazione e nessun dubbio perché noi conosciamo chi è colui che ha detto quelle parole.

Noi sappiamo che la prima venuta di Cristo in questo mondo era stata predetta da Dio per mezzo dei profeti molti secoli prima che Egli apparisse in carne simile a carne di peccato. Anche i Giudei dovettero aspettare la redenzione di Gerusalemme con fede e con pazienza per molto tempo, ma alla fine essi videro l’adem­pimento della promessa della sua venuta.

Certo non tutti quelli che aspettarono la venuta del Messia lo videro nei giorni della sua carne perché molti di loro morirono e “non ottennero quello ch’era stato promesso”11 (secondo che disse Gesù ai suoi discepoli: “Beati gli occhi che veggono le cose che voi vedete! poiché vi dico che molti profeti e re hanno bramato di vedere le cose che voi vedete, e non le hanno vedute; e di udire le cose che voi udite, e non le hanno udite”);12 però tutti coloro che lo avevano aspettato con pazienza e dopo morirono, morirono in fede credendo che per certo il Messia sarebbe venuto al tempo fissato da Dio.

Considerate questo: Gli stessi profeti che parlarono della sua venuta non videro il Figliuolo di Dio nei giorni della sua carne, ma morirono credendo nella promessa della sua venuta e confessan­do la loro speranza.

Se da un lato molti fra i Giudei non ebbero il privilegio di vedere con i loro occhi il Cristo di Dio pro­messo negli Scritti sacri, dall’altro ci furono coloro che lo videro dopo averlo aspettato per lunghi anni; tra questi vi fu quell’uomo di nome Simeone che “aspettava la consolazione d’Israele”13 a cui “era stato rivelato dallo Spirito Santo che non vedrebbe la morte prima d’avere veduto il Cristo del Signore”,14 il quale, il giorno in cui i genitori di Gesù portarono il bambino nel tempio, prese il bambino Gesù nelle sue braccia e benedisse Iddio; ed anche Anna la profetessa, che aveva ottantaquattro anni quando vide con i suoi occhi la redenzione di Gerusalemme. Pure i discepoli del Signore aspettavano il Messia e furono tra coloro che ebbero la grazia di vederlo e di toccarlo. Vi erano comunque molti altri che in quei giorni aspettavano con pazienza e con fede la redenzione di Gerusalemme, di cui alcuni sono nominati ed altri no.

Anche tra di noi molti fratelli e molte sorelle sono morti in fede nell’attesa dell’apparizione del Signore; fino a che rimase­ro in vita credettero che egli sarebbe venuto e confessarono con la loro bocca di avere aspettato ed amato la sua apparizione. Essi sono rimasti fedeli al Signore fino alla loro morte, e sono andati ad abitare con il Signore nel Paradiso di Dio, ma per entrare nel Regno di Dio hanno dovuto serbare con pazienza la loro fede fino alla fine.

Noi che ancora siamo in vita sulla terra siamo chiamati ad imita­re quelli che per la loro fede e per la loro pazienza sono di già entrati nel riposo di Dio. Sappiamo che pure la nostra fede sarà messa alla prova nel corso del tempo che ci rimane a vivere perché Dio ha stabilito di metterla alla prova, ma sappiamo pure che chi passerà questa prova otterrà la corona della vita secondo che è scritto: “Beato l’uomo che sostiene la prova; perché, essendosi reso approvato, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che l’amano”;15 quindi fratelli, state saldi nella fede, non gettate via la vostra franchezza, ma rite­nete fermamente fino alla fine la confessione della vostra spe­ranza nel nostro Dio perché fedele è Colui che ha fatto le pro­messe.

Egli per certo verrà e non tarderà; se tarda, aspettiamo­lo, perché per certo verrà. Noi non vogliamo essere annoverati tra quelli che si traggono indietro a loro perdizione, ma tra quelli che hanno fede per salvare l’anima. A Colui che con voi ci rende fermi in Cristo per farci comparire davanti a Lui santi e irreprensibili, sia la gloria ora ed in sempiterno. Amen.


1 Rom. 15:4

2 Gen. 6:13-21

3 Ebr. 11:7

4 Ger. 15:10

5 Ger. 15:11

6 Ger. 42:1-3

7 Gen. 28:15

8 Gen. 31:13

9 Atti 1:4,5

10 Giov. 14:2,3

11 Ebr. 11:39

12 Luca 10:23,24

13 Luca 2:25

14 Luca 2:26

15 Giac. 1:12