L’essere umano è sì chiamato dalla Scrittura anche anima, ma la Scrittura insegna pure che l’essere umano ha un’anima immortale all’interno del corpo

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Noi adesso mediante le Scritture dimostreremo che l’uomo è sì un’anima vivente ma ha anche un’anima che è immortale e non mortale come il suo corpo, che alla morte va in Paradiso se salva, ma nell’Ades se perduta, e perciò che l’uomo non cessa di esi­stere spiritualmente quando muore.

Ora, la sacra Scrittura chiama le persone anche anime e questi passi lo confermano:

– “E gli Israeliti batteron lui, coi suoi figliuoli e con tutto il suo popolo, in guisa che non gli rimase più anima viva..”;[1]

– “E i figliuoli d’Israele si tennero per sé tutto il bottino di quelle città e il bestiame, ma misero a fil di spada tutti gli uomini fino al loro completo sterminio, senza lasciare anima viva”;[2]

– “E ogni anima era presa da timore…”;[3]

– “E Giuseppe mandò a chiamare Giacobbe suo padre, e tutto il suo parentado, che era di settantacinque anime”;[4]

– “La pazienza di Dio aspettava, ai giorni di Noè, mentre si preparava l’arca; nella quale poche anime, cioè otto, furon salvate tra mezzo all’acqua”.[5]

Ma la stessa Scrittura insegna chiaramente che l’anima non é il corpo, e il corpo non é l’anima; e che quando il corpo di una persona muore la sua anima si diparte, e, se é un figliuolo di Dio va ad abitare con il Signore in cielo, se no discende nel soggiorno dei morti dove c’é un fuoco non attizzato da mano d’uomo e dove c’é il pianto e lo stridore dei denti.

Vediamo innanzi tutto dei passi che attestano che l’anima non é il corpo dell’uomo e che alla morte dell’individuo essa esce dal corpo.

– A proposito del parto che Rachele ebbe quando nacque Beniamino è scritto: “Essa ebbe un duro parto; e mentre penava a partorire, la levatrice le disse: ‘Non temere, perché eccoti un altro fi­gliuolo’. E com’ella stava per render l’anima (perché morì), pose nome al bimbo Ben-Oni”.[6] Da questo passo si comprende che ella rese l’anima quando morì.

– Nel libro delle Lamentazioni è scritto: “Essi chiedevano alle loro madri: Dov’è il pane, dov’è il vino?….’ e intanto venivano meno come de’ feriti a morte nelle piazze della città, e rendeva­no l’anima sul seno delle madri loro”.[7] Quando Gerusalemme fu assediata dall’esercito dei Caldei, molti bambini morirono di fame e di sete, rendendo la loro anima sul seno delle loro madri.

– Quando il profeta Elia pregò Dio affinché risuscitasse il bambino morto alla vedova di cui lui era ospite, disse: “O Eter­no, Iddio mio, torni ti prego, l’anima di questo fanciullo in lui! E l’Eterno esaudì la voce d’Elia: l’anima del fanciullo tornò in lui, ed ei fu reso alla vita”.[8] Come potete vedere Elia credeva che nel corpo di un essere umano vi era un anima, e che affinché un morto tornasse in vita era necessario che Dio gli facesse tornare l’anima in lui.

– Lo stesso Elia, quando nel deserto espresse il desiderio di morire, disse a Dio: “Basta! Prendi ora, o Eterno, l’anima mia, poiché io non valgo meglio de’ miei padri!”;[9] il che sta a dimo­strare che lui credeva di avere un’anima nel suo corpo ed anche che quando si muore Dio fa uscire l’anima dal corpo dell’uomo.

– A proposito della resurrezione del Cristo, Davide disse: “Tu non lascerai l’anima mia nell’Ades…”:[10] e noi sappiamo che l’Ades é il soggiorno dei morti dove c’é il fuoco che arde perché del ricco è scritto che morì e “fu seppellito. E nell’Ades, essendo ne’ tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abramo, e Lazzaro nel suo seno; ed esclamò: Padre Abramo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché son tormentato in questa fiamma”.[11] Quindi, quando Cristo morì sulla croce avvenne che l’anima sua uscì dal suo corpo e discese nel soggiorno dei morti, mentre per ciò che concerne il suo corpo, esso fu posto in un sepolcro da Giuseppe di Arimatea.[12]

– Quando a Troas quel giovinetto Eutico sopraffatto dal sonno, cadde giù dal terzo piano è scritto che “fu levato morto. Ma Paolo, sceso a basso, si buttò su di lui, e abbracciatolo, disse: Non fate tanto strepito, perché l’anima sua é in lui… Il ragazzo poi fu ricon­dotto vivo, ed essi ne furono oltre modo consolati”.[13] In questo caso quel ragazzo fu levato morto, ma la sua anima per volere di Dio rimase in lui per breve tempo senza dipartirsi, infatti Paolo disse ai fratelli che l’anima del ragazzo era in lui. Come potete vedere pure Paolo credeva che l’anima non é il corpo, ma una parte del nostro essere che si trova dentro il corpo.

– Nel libro di Giobbe è scritto: “Quale speranza rimane mai all’empio quando Iddio gli toglie, gli rapisce l’anima?”.[14] Anche da queste parole si comprende che l’anima non è il corpo perché é dentro il corpo. A conferma di questo passo in Giobbe vi ricordo la storia del ricco e di Lazzaro in cui viene detto che quando il ricco morì fu seppellito e nell’Ades, essendo nei tormenti, vide da lontano Abramo e Lazzaro; ma per lui non ci fu più alcuna speranza di salvezza.[15]

– Gesù disse ad uno dei ladroni che erano in croce: “Io ti dico in verità che oggi tu sarai meco in paradiso”,[16] facendogli chiara­mente capire che in quello stesso giorno, quando lui sarebbe morto, lui sarebbe andato in paradiso. Così quell’uomo in quello stesso giorno appena spirò andò ad abitare nel paradiso, il che equivale a dire che egli continuò a vivere ma in un’altra dimensione e in un altro luogo. Quindi se quell’uomo non avesse avuto un anima nel suo corpo, come avrebbe potuto andare in paradiso in quello stesso giorno? Per certo non ci andò col corpo, perché esso rimase sulla terra, ma ci andò con l’anima immortale che era in lui e che non poté essere uccisa.

– Gesù disse ai Sadducei che negavano la risurrezione: “Or Egli non é un Dio di morti, ma di viventi; poiché per lui vivono tutti”,[17] facendo chiaramente capire che coloro che muoiono in fede, muoiono quanto alla carne, ma continuano a vivere per il Signore e perciò sono viventi.[18] Quando noi dunque oggi diciamo che l’Iddio che serviamo é l’Iddio d’Abramo, l’Iddio di Isacco e l’Iddio di Giacobbe, facciamo bene, perché Dio stesso disse a Mosè: “Tale é il mio nome in perpetuo, tale la mia designazione per tutte le generazioni”;[19] ma é chiaro che per essere il loro Dio essi devono vivere in qualche luogo. Ora, dopo tutti questi secoli che sono passati dalla loro morte, possiamo dire che i loro corpi sono tornati in polvere, ma certa­mente non possiamo dire che con la loro morte essi hanno cessato di esistere del tutto, e questo perché Dio, dopo tutti questi secoli, non si vergogna di essere chiamato il loro Dio. Che cosa esiste quindi dei patriarchi se il loro corpo si è decomposto e tornato in polvere? Le loro anime immortali. Il Vivente é l’Iddio di coloro che vivono. Ma dove vivono essi? Essi vivono con le loro anime nel regno dei cieli. Mentre erano viventi sulla terra confessaro­no di essere pellegrini e forestieri sulla terra, dimostrando che essi cercavano una patria, quella celeste, che era di gran lunga migliore di quella dalla quale eran usciti. La questione é che mentre per Dio vivono tutti coloro che muoiono nel Signore, per i Testimoni di Geova non vive nessuno di quelli che muoiono nel Signore (tranne – in base ad una strana dottrina – quelli che rimangono tra i 144.000 che quando muoiono vengono dotati di un ‘corpo spirituale’ ed entrano in cielo), e questo perché secondo loro l’anima essendo il corpo viene seppellita nella tomba! Come errano grandemente per mancanza di conoscenza!

– Paolo dice ai Romani: “Sia dunque che viviamo o che moriamo, noi siamo del Signore”.[20] Questo significa che noi apparteniamo a Cristo e siamo nella sua mano sia mentre abitiamo in questo corpo e sia quando ce ne dipartiremo. Questo perché neppure la morte ci può separare dall’amore di Dio che è in Cristo; no neppure la morte. E difatti Gesù ha detto delle sue pecore: “Nessuno le rapirà dalla mia mano”.[21] Ora, se con la morte si estinguesse del tutto una persona, ossia se nell’uomo non ci fosse un anima immortale, come si potrebbe affermare che noi quando moriremo apparterremo ancora a Cristo e saremo ancora nella sua mano? Non potremmo perché dovremmo dire che la morte riuscirà a toglierci dalla sua mano! Ma noi invece sappiamo che “i giusti e i savi e le loro opere sono nelle mani di Dio”.[22]

– Nel libro della Rivelazione, Giovanni dice di avere visto le anime di coloro che erano stati uccisi per la Parola di Dio i quali torna­rono in vita infatti ha scritto: “E vidi le anime di quelli che erano stati decollati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non aveano adorata la bestia né la sua immagine, e non avevano preso il marchio sulla loro fronte e sulla loro mano; ed essi tornarono in vita, e regnarono con Cristo mille anni”.[23] Notate che Giovanni dice di avere visto prima le anime di coloro che erano stati uccisi a motivo della parola di Dio e poi che essi tornarono in vita; naturalmente tornarono a vivere con un corpo risuscitato, ma nel frattempo, cioè tra la loro morte e la loro risurrezione avevano continuato a vivere ma solo con la loro anima difatti Giovanni vide le loro anime. Anche queste parole di Giovanni attestano l’esistenza dell’anima e la sua immortalità.

– Nel Vangelo scritto da Matteo troviamo scritto che un giorno Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse sopra un alto monte sul quale egli fu trasfigurato e quando la sua faccia risplendé come il sole e i suoi vestiti divennero candidi come la luce “apparvero loro Mosè ed Elia, che stavan conversan­do con lui”.[24] Ora, la Scrittura dice a proposito di Mosè che egli morì e fu seppellito da Dio infatti è scritto nella legge: “Mosè, servo dell’Eterno, morì quivi, nel paese di Moab, come l’Eterno avea comandato. E l’Eterno lo seppellì nella valle, nel paese di Moab, dirimpetto a Beth-Peor”;[25] notate che c’é scritto che egli morì e fu seppellito, quindi nessuno può dire che il suo corpo non sia stato seppellito. A conferma che Mosè morì veramente ci sono le parole di Giuda che dice che l’arcangelo Michele “conten­dendo col diavolo, disputava circa il corpo di Mosè”.[26] Ma allora se il corpo di Mosè era l’anima di Mosè, ovvero se quando morì Mosè morì anche l’anima di Mosè, chi era colui che apparve assie­me ad Elia sul monte santo e che i discepoli videro e udirono? Non è forse anche questa un’ulteriore conferma che l’anima non è il corpo ed il corpo non è l’anima? Non è questa una chiara conferma che mostra come dopo morti l’anima dell’uomo che è in lui si diparte dal suo corpo e continua a vivere? Quindi noi possiamo dire che Pietro, Giacomo e Giovanni videro l’anima di Mosè, sì perché l’anima di lui non era morta e non era stata seppellita (come invece lo fu il suo corpo) appunto perché l’ani­ma del mortale è immortale.[27]

– Gesù ha detto: “Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccider l’anima: temete piuttosto colui che può far perire e l’anima e il corpo nella geenna”.[28] L’anima quindi non è il corpo dell’uomo perché se così fosse Gesù non avrebbe parlato in questa maniera. Infatti, se uccidere il corpo di una persona significa implicitamente uccidere l’anima, Gesù non avrebbe detto che il corpo si può uccidere ma l’anima no! L’anima quindi, a differenza del corpo, non può essere uccisa; però può essere fatta perire nella geenna (il fuoco inestinguibile) assie­me al corpo. A proposito di queste parole di Gesù che i Testimoni di Geova non hanno potuto manipolare è da notare la spiegazione che essi ne danno: ‘Il punto essenziale di questo testo ha lo scopo di farci conoscere che si deve temere Iddio, perché egli è in grado di distruggere non solamente il corpo (la presente vita) ma anche la vita futura. La distruzione nella Geenna alla quale si fa qui riferimento significa la morte dalla quale non v’è risurrezione ad una vita futura come anima’.[29] Che vogliono dire con questo? Che Dio può fare tornare alla non esistenza una persona sia durante la sua vita presente che – come vedremo in appresso – duran­te la sua vita sulla terra paradisiaca nel millennio a venire se questa dopo essere ‘risuscitata’ non si vorrà conformare alle leggi di Dio! Come avete ben capito i Testimoni di Geova, come al loro solito, hanno dato a delle parole di Gesù un significato che esse non hanno. Sono così chiare le parole di Gesù e loro con la loro astuzia le oscurano!

Vediamo ora alcune Scritture che attestano che alla morte l’anima del peccatore va nell’Ades, mentre quella del giusto in cielo.

– Gesù disse: “Or v’era un uomo ricco, il quale vestiva porpora e bisso, ed ogni giorno godeva splendidamente; e v’era un pover’uo­mo chiamato Lazzaro, che giaceva alla porta di lui, pieno d’ulce­ri, e bramoso di sfamarsi con le briciole che cadevano dalla tavola del ricco; anzi perfino venivano i cani a leccargli le ulceri. Or avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno d’Abramo; morì anche il ricco, e fu seppellito. E nell’Ades, essendo ne’ tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abramo, e Lazzaro nel suo seno; ed esclamò: Padre Abramo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché son tormentato in questa fiamma”.[30] Come potete vedere quest’uomo ricco, dopo che morì, si ritrovò nell’Ades, nei tormenti, e questo perché mentre era in vita non aveva voluto dare ascolto alla legge di Mosè. Vedremo in appresso quale assurdo significato danno i Testimoni di Geova a questa storia per sostenere che con la morte finisce tutto.

– Nel libro della Rivelazione è scritto: “E quando ebbe aperto il quinto suggello, io vidi sotto l’altare le anime di quelli ch’erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che aveano resa; e gridarono con gran voce, dicendo: Fino a quando, o nostro Signore che sei santo e verace, non fai tu giudicio e non vendichi il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?”.[31] Giovanni vide le anime di un certo numero di credenti che erano stati uccisi a motivo della Parola di Dio, e le vide presso l’altare che é nel cielo davanti a Dio. Notate che quelle anime erano in grado di gridare a gran voce, di ricordare che erano stati uccisi e da chi erano stati uccisi.[32] Come potete vedere l’espressione “le anime di quelli ch’erano stati uccisi”[33] dimostra sia che l’anima di una persona non è la persona stessa cioè il suo corpo, ma qualcosa di diverso dal suo corpo, e poi che l’anima a differenza del corpo non può essere uccisa come ha detto Gesù. Anche in questo caso i Testimo­ni di Geova non avendo potuto manomettere le suddette parole hanno dato loro la seguente spiegazione: le anime sono membri della classe dei 144.000 mentre la veste bianca rappresenta la risurrezione spirituale che essi hanno sperimenta­to nel 1918 dopo che Gesù ha assunto il regno! Questa spiegazione è fantasiosa e priva di ogni fonda­mento scritturale. Stando così le cose vogliamo però fare alcune domande ai Testimoni di Geova. Se la veste bianca fu loro data dopo che essi furono sentiti gridare chi erano coloro che gridarono prima di ricevere la veste bianca (‘prima di risuscitare nel 1918’) se anche loro sulla terra non potevano avere un’anima? In altre parole, se la veste bianca fu loro data dopo che ebbero gridato, cioè se ‘risuscitarono spiritualmente’ nel 1918 dopo avere gridato, e tra la loro morte e la ‘risurrezione spirituale’ avvenuta nel 1918 quella parte dei 144.000 non esistevano perché non avevano un anima, come facevano a gridare in questo periodo di inesistenza? Ma non vi rendete conto dell’assurdità di questa vostra spiegazione alle parole di Giovanni? Ma non vi rendete conto in quale contraddizione cadete parlando in quella maniera?

 


[1] Num. 21:35

[2] Gios. 11:14

[3] Atti 2:43

[4] Atti 7:14

[5] 1 Piet. 3:20

[6] Gen. 35:16-18

[7] Lam. 2:12

[8] 1 Re 17:21-22

[9] 1 Re 19:4

[10] Atti 2:27

[11] Luca 16:22-24

[12] Se dicessimo che Cristo Gesù non aveva un’anima immortale nel suo corpo, dovremmo dire che quando egli morì fu annichilito, cioè smise di vivere del tutto, non solo fisicamente ma anche spiritualmente. E che quindi Pietro ha mentito quando dice che Cristo nello spirito “andò anche a predicare agli spiriti ritenuti in carcere, i quali un tempo furono ribelli…” (1 Piet. 3:19-20). Ma tutto questo non si può dire proprio perché Gesù aveva un’anima nel suo corpo.

[13] Atti 20:9-10,12

[14] Giob. 27:8

[15] Cfr. Luca 16:19-31

[16] Luca 23:43

[17] Luca 20:38

[18] Secondo quanto dice lo storico Giuseppe Flavio (n. 37 – m. dopo il 100) nelle sue Antichità Giudaiche, i Sadducei negavano, oltre che la risurrezione corporale, pure l’immortalità dell’anima infatti dicevano che le anime morivano con i corpi. Da ciò si spiega il perché Gesù Cristo rispose loro in quella maniera, cioè sia attestando che un giorno gli uomini sarebbero risorti ma anche che nello stesso momento in cui egli stava parlando Abramo, Isacco e Giacobbe stavano vivendo perché Dio era il loro Dio, e Lui non era l’Iddio dei morti ma dei viventi.

[19] Es. 3:15

[20] Rom. 14:8

[21] Giov. 10:28

[22] Ecc. 9:1

[23] Ap. 20:4

[24] Matt. 17:3

[25] Deut. 34:5-6

[26] Giuda 9

[27] I Testimoni di Geova a proposito dell’apparizione di Mosè ed Elia dicono quanto segue: ‘Cristo era realmente lì, anche se Mosè ed Elia, che erano morti, non erano letteralmente presenti. Essi furono rappresentati in visione’ (Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. II, pag. 1135). Sul fatto che per loro Elia era morto torneremo più avanti. Per ora ci limitiamo a dire che quel ‘rappresentati in visione’ è l’ennesimo sofisma della Torre di Guardia, perché Mosè ed Elia erano realmente presenti sul monte. Erano loro, proprio loro. Nessuno vi seduca.

[28] Matt. 10:28

[29] Sia Dio riconosciuto verace, pag. 63

[30] Luca 16:19-24. Per un approfondimento sull’Ades e sulla sorte degli empi dopo morti vedi più avanti la parte dedicata all’Ades.

[31] Ap. 6:9-10

[32] Per un approfondimento su questo soggetto vedi più avanti dove ho parlato della sorte dei giusti dopo morti.

[33] Ap. 6:9