La Massoneria smascherata – Indice > L’ombra della massoneria sulle Assemblee di Dio in Italia (ADI) > I massoni nel governo Craxi, sotto il quale venne conclusa l’intesa tra Stato e ADI
Come abbiamo visto prima, i lavori della commissione per l’intesa Stato-ADI iniziarono nel giugno del 1985, e si conclusero nell’ottobre del 1986, quando venne siglato il testo definitivo dell’intesa Stato-ADI dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e dal presidente delle ADI. L’intesa fu poi firmata il 29 dicembre del 1986. Al governo allora c’era Bettino Craxi, segretario del partito socialista (partito che secondo Gioele Magaldi era ‘a grande densità massonica’ – Intervista di Akio Fujiwara a Gioele Magaldi per il quotidiano giapponese Mainichi Shimbun presente sul sito http://www.grandeoriente-democratico.com/). Ricordiamo a tale proposito che ci furono 2 governi capeggiati da Craxi: il Governo Craxi I rimase in carica dal 4 agosto 1983 al 1º agosto 1986, mentre il Governo Craxi II rimase in carica dal 1º agosto 1986 al 17 aprile 1987. Ora, nel governo Craxi sotto il quale fu raggiunta l’intesa tra Stato e le ADI c’erano dei massoni. Eccoli, ma tenete a mente che possono essercene stati altri. Valerio Zanone, Ministro dell’Industria, Commercio e Artigianato nel II Governo Craxi, era ‘massone affiliato alla Loggia Minerva di Torino’ (Mario Guarino e Fedora Raugei, Gli anni del disonore, pag. 243); Lelio Lagorio, Ministro del Turismo e Spettacolo nel I Governo Craxi, contro il quale ha formulato una accusa ‘Alberto Cecchi, ex-vicepresidente della Commissione d’Inchiesta sulla P2, secondo la quale l’ex ministro Lagorio e’ stato affiliato ”all’orecchio” dal Gran Maestro Lino Salvini’ (http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1993/10/15/Politica/MASSONERIA-LAGORIO-SMENTISCE-LESPRESSO_162900.php). Inoltre, tra i sottosegretari al Ministero dell’Interno nel I e II Governo Craxi, c’era Raffaele Costa, che in un articolo apparso su La Repubblica viene detto essere un massone: ‘Il nome di Raffaele Costa, candidato per il Polo a sindaco di Torino, è citato per 45 volte nelle agende di Mino Pecorelli, il giornalista assassinato a Roma nel ’79. Non solo. Secondo l’ex senatore comunista Sergio Flamigni, ex membro della Commissione parlamentare d’ inchiesta sulla loggia P2, l’ ex ministro compare anche nell’ elenco dei massoni ‘all’ orecchio’, cioè segreti e noti soltanto al gran maestro. E’ stato lo stesso senatore, intervenuto ieri a Torino ad un’ iniziativa di personalità ed associazioni democratiche ed antifasciste (era presente Alessandro Galante Garrone che ha affermato che quelle di Flamigni sono ‘verità inoppugnabili, verità storiche’), a chiedere pubblicamente che il candidato sindaco spieghi e chiarisca i suoi rapporti con Pecorelli e gli ambienti piduisti ……’ (‘Massone e amico di Pecorelli’, in La Repubblica, 09 maggio 1997, pagina 12 – consultabile nell’archivio on line del giornale). Gianni De Michelis invece, che era Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale nel I e II Governo Craxi, pur non essendo massone, aveva ed ha rispetto per la Massoneria, infatti nella prefazione al libro di Mauro Cascio Storia (Apologetica) della Massoneria dice: ‘Sono convinto che questo lavoro di Mauro Cascio, il quale mostra una significativa capacità di investigazione e di analisi delle fonti, oltre ad una valida conoscenza delle vicende storiche più importanti della Massoneria, sia un buon testo per farsi un’idea “realistica” di questa Istituzione; non sorretta, in altre parole, dalle ali di un’idealità, spesso riduttiva quanto fantasiosa e irriverente che, lungi dall’aiutare a comprendere – e a stabilire un rispettoso confronto con essa – è stata e può essere causa di precipitose e fuorvianti fughe in avanti, piuttosto che consentire una valutazione di regole e comportamenti che hanno un proprio codice di lettura e di comprensione, e che come tali vanno considerate. Chi, come me, ha, per principio irrinunciabile – etico oltreché politico – il rispetto senza condizioni dell’ “altro” e crede, fermamente e indiscutibilmente, nella necessità che questa differenza vada non solo rispettata ma aiutata ad esprimersi, non può che rinnovare anche in questa circostanza – di fronte ad un libro così particolare – l’auspicio – che è esigenza civile e morale a un tempo – che tale orientamento faccia sempre più proseliti nell’opinione pubblica. Questo obiettivo, credo, rappresenti un punto fermo non solo per la salvaguardia, legittima e indiscutibile, dei valori e delle regole su cui la Massoneria fonda la propria esistenza, ma, più in generale, per la difesa di un mondo in cui la libertà, la scelta di un’idea e di un cammino di vita, siano fruibili senza limiti e condizionamenti di alcun genere’ (dalla prefazione di Gianni De Michelis).
Queste cose, fratelli, hanno la loro importanza, visti i rapporti avuti nel dopoguerra dalle ADI con un massone del calibro di Frank Gigliotti, perchè da allora tramite Gigliotti le ADI hanno cominciato ad avere l’appoggio della Massoneria Italiana.