Charles Fama: un potente massone antifascista e agente della CIA

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Vediamo ora di dare qualche altra notizia su Charles Fama, il compagno di viaggio di Gigliotti – i due erano amici da molti anni – in Italia durante la primavera 1947. Fama era conosciuto come un importante massone: peraltro grande amico del famoso sindaco di New York Fiorello Henry LaGuardia che era anche lui massone (tanto che nel 1940 in occasione della posa della prima pietra di un locale di culto di una Chiesa Battista Italiana Fama vi si recò come rappresentante del sindaco LaGuardia); Fama era amico anche del massone James Zellerbach, che tra il 1948 e il 1950 fu direttore dell’ECA (Economic Cooperation Administration), ossia l’ente incaricato di gestire i fondi del piano Marshall, come anche ‘di George C. Marshall, segretario di Stato e segretario alla Difesa, padre del piano americano di aiuti per i paesi usciti dalla guerra, anche lui massone, e di Paul Gray Hoffmann, presidente della Studebaker Co., amministratore per l’Europa del piano Marshall membro della loggia Wilshire di Los Angeles, California, dal 1926’ (Gianni Rossi & Francesco Lombrassa, In nome della «Loggia»: le prove di come la massoneria segreta ha tentato di impadronirsi dello Stato italiano: i retroscena della P2, pag. 22). Ma Fama era anche conosciuto come uno zelante antifascista (tanto che alcune volte ebbe bisogno della scorta della polizia per proteggerlo). Qui sotto, nell’articolo di giornale a sinistra c’è una foto di lui mentre parla durante un comizio antifascista per protestare contro l’accoglienza dell’allora ministro degli Esteri Italiano Dino Grandi, comizio finito in una sommossa tra differenti fazioni degli anti Fascisti, e Fama viene definito ‘leader degli anti-Fascisti negli USA’ (Huntingdon Daily News, 18 Novembre 1931, pag. 1), mentre in quello a destra viene definito ‘un Massone importante’ (Le Grand Reporter, 2 Luglio 1926, pag. 6). Dunque Charles Fama era un personaggio pubblico molto conosciuto; sia il suo antifascismo che la sua appartenenza alla Massoneria erano cose ben note. Secondo il giornalista Mario Bariona, Charles Fama era anche lui – assieme a Gigliotti – un agente segreto della CIA (‘Nata una supermassoneria: trama per l’«ordine nuovo»’ in Stampa Sera, 8 marzo 1977, pag. 3)

 

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Per farvi capire quanto fosse potente Charles Fama ai suoi giorni, a livello massonico, vi segnalo questo articolo del Lewiston Daily Sun del 9 Luglio 1931, in cui viene detto che Charles Fama, Presidente dei ‘Difensori della Costituzione’ e Massone, ha annunciato che ‘protesterà presso i dignitari dell’Ordine Massonico contro l’uso del Mecca Temple, una istituzione massonica, per scopi di propaganda fascista’ e che ‘100.000 massoni di New York City non permetteranno la dissacrazione di una delle loro istituzioni da parte di persone che sono piegate a suonare l’inno Fascista tra le sue mura’.

 

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Inoltre Charles Fama fu tra i fondatori nel 1930 di una società massonica antifascista chiamata ‘Fides’ che aveva tra i suoi obbiettivi di aiutare anche i massoni, che durante il regime fascista sappiamo furono perseguitati da Mussolini a partire dal 1925 quando la Massoneria fu messa al bando dal Governo fascista. Dice infatti Marco Novarino: ‘I massoni italiani, infine, contribuirono in modo rilevante al sostegno delle attività antifasciste grazie ai collegamenti, a livello personale e individuale, con i “fratelli” francesi e d’oltreoceano anche se è da ritenersi una montatura del regime fascista l’accusa lanciata alla massoneria internazionale, come istituzione, di essere la finanziatrice occulta dell’antifascismo. Anche in questo caso risultarono fondamentali l’opera e le relazioni di Giuseppe Leti. Dopo un intenso carteggiò con il Sovrano Gran Commendatore, Charles Fama e Arturo Di Pietro costituirono negli USA la società nazionale “Fides”, con chiara influenza massonica tanto che il consiglio direttivo era formato da sette massoni, un repubblicano e un socialista. Oltre alla sovvenzione del bollettino “Italia” sponsorizzato da Francesco Saverio Nitti, Eugenio Chiesa e con Filippo Turati direttore, la “Fides” svolse una intensa propaganda antifascista nella comunità italo americana in particolare e nell’opinione pubblica nord americana in generale, in collaborazione con la sezione di Washington della Lega dei diritti dell’uomo. Per ultimo, ma non per importanza, si impegnò nella raccolta di fondi da destinare all’antifascismo esule in Europa, fondi che, inviati a Leti, vennero gestiti da un comitato composto da tre membri in rappresentanza del Grande Oriente d’Italia, di Giustizia e Libertà e della “Concentrazione Antifascista” (Marco Novarino, Storia della Massoneria in Italia: Hiram in esilio. Rapporti e convergenze tra Massoneria e Repubblicanesimo nell’emigrazione antifascista). Charles Fama – secondo lo storico Mola – presiedeva il comitato generale di questa società (Alessandro Mola, Storia della Massoneria Italiana, pag. 611).

Charles Fama, scrivendo sul Bollettino delle News del Rito Scozzese (quindi un importante organo ufficiale del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato), nel maggio del 1943, scrisse sull’argomento ‘Ricostruzione in Italia’, ricordando a tale proposito alcuni importanti fatti della recente storia italiana, tra i quali quello che tra le compensazioni e privilegi concessi da Mussolini alla Chiesa o richiesti e ricevuti dalla Chiesa, c’era anche ‘la distruzione di tutte le organizzazioni che la Chiesa contrastava, come la Massoneria, il socialismo, il comunismo, il Giudaismo, il Protestantesimo ecc.’ (in Signs of the Times, 20 Luglio 1943, vol. 70, n° 28 – vedi foto). Vorrei che notaste che Charles Fama mise al primo posto la Massoneria. D’altronde lui era un massone, e nella sua mente aveva come obbiettivo primario il bene dell’Istituzione a cui apparteneva.

 

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Charles Fama inoltre scrisse un opuscolo dal titolo ‘La persecuzione di Mussolini contro i Massoni’ (vedi foto), a difesa della Massoneria e contro Mussolini e il suo regime che perseguitavano i Massoni.

 

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A conferma della potenza massonica di Charles Fama, facciamo presente anche questa cosa, e cioè che anche lui fu coinvolto nel riconoscimento del Supremo Consiglio d’Italia del RSAA da parte del Supremo Consiglio Madre del RSAA con sede a Washington avvenuto nel secondo dopoguerra, in quanto assieme a Frank Gigliotti fu rappresentante di quest’ultimo.

Sulla rivista massonica francese ‘La Chaîne d’Union’ infatti fu riportato quanto segue: ‘Riconoscimento internazionale della Massoneria italiana. Il Supremo Consiglio Madre del R.S.A.A. che risiede a Washington, ha riconosciuto, tramite i suoi rappresentanti, dottor Charles Fama e dottor Frank B. Gigliotti, il Supremo Consiglio d’Italia, con sede a palazzo Giustiniani, il cui capo è il professor Tito Signorelli. Esso mantiene rapporti di fratellanza con il G.O.I. presieduto dal dottor Guido Laj. Questo comunicato apparso sulla stampa italiana è stato trasmesso all’agenzia ANSA dalle autorità massoniche del Supremo Consiglio di Washington. Il Sovr. comm.: “L’alto significato di questo atto che consacra di nuovo nella sua piena regolarità la Comunità universale del R.S.A.A. di giurisdizione italiana, non dove sfuggire a nessuno e noi siamo fieri di aver contribuito a questo evento fondamentale’ (citato in Léon de Poncins, Christianisme et Franc-Maçonnerie, Editions De Chiré, Terza Edizione, 2010, pag. 229-230).

Quindi mentre questi due cosiddetti ‘reverendi’ peroravano la causa delle ADI in Italia e negli USA, si davano da fare per operare a favore della Massoneria italiana.