La Chiesa Cattolica Romana – Indice > I sacramenti > La penitenza (o confessione) > La confessione fatta al prete è una scuola di perversione
Tutti coloro che dopo avere fatto i preti nella chiesa cattolica romana sono usciti da essa perché Dio ha dato loro il ravvedimento e la remissione dei peccati, attestano in svariate maniere che la confessione è un pantano fangoso nel quale i preti si trastullano senza poterne uscire fuori; ma anche che essa fomenta ogni sorta di malvagità e di impurità sia nella vita dei preti che nella vita di coloro che vanno a confessarsi da loro, in special modo nelle penitenti sia esse nubili che sposate.
Vediamo di esaminare le ragioni per cui la confessione al prete è dannosa sia al prete che a coloro che vanno a confessarsi da lui.
Il prete è celibe ed ha fatto il voto di castità prima di entrare nell’ordine sacerdotale; gli è stato detto che deve mantenersi puro e immacolato e che non può sposarsi perché la relazione carnale con una donna, quantunque sia la propria moglie, non s’addice ad una persona santa come è il sacerdote che fa da intermediario fra Dio e gli uomini che sono sulla terra!
Ma che succede al prete una volta che egli si mette nel confessionale? Succede che egli secondo quello che gli viene ordinato dalla teologia romana deve domandare alle donne delle cose di cui non si deve parlare secondo che è scritto: “Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi….”,[1] e per lui diventa impossibile mantenersi puro perché comincia a sentire tante cose turpi che suscitano in lui le più violente passioni. Ma perché egli deve fare loro tutte quelle domande impertinenti? Perché gli è stato detto che per dare l’assoluzione egli deve conoscere la specie, il numero e le circostanze dei peccati commessi dalla penitente! E quali sono perciò le funeste conseguenze di tutto ciò? Che i preti si abbandonano alla fornicazione e all’adulterio; fomentando scandali nelle loro parrocchie. Il tempo verrebbe meno se dovessimo parlare di tutti gli scandali che i preti, sotto la spinta della confessione, fomentano! Ci limitiamo a dire che molte giovani e molte donne sposate che andavano a confessarsi dai preti hanno subito delle violenze carnali proprio in seguito alle domande perverse che faceva loro il prete e a cui essi dovevano rispondere per fare, come prescrive il catechismo romano, una buona e completa confessione. Ma qui è bene precisare che quello che succede ai preti succederebbe anche a qualsiasi ministro del Vangelo sposato se cominciasse a sentirsi dire da delle donne le stesse cose che sentono i preti dalle loro penitenti. Perché? Perché la carne è debole, e all’udire certe cose viene eccitata a peccare. Sì, è vero che ai preti viene ordinato di essere prudenti e di venire incontro alle penitenti quando devono domandargli certe cose; ma in questi casi la prudenza, non importa quanto grande sia, non serve a nulla. Possiamo dire che queste raccomandazioni ecclesiastiche date a questi schiavi della chiesa romana possono essere paragonate alle raccomandazioni a non sporcarsi che una persona fa all’altra dopo averla gettata in un pantano fangoso!
Inoltre che dire del grande imbarazzo nel quale si trovano le donne nel dover rispondere a certe domande del prete? E’ naturale che sia così perché l’uomo o la donna non gradisce affatto che gli vengano fatte certe domande. Ma esse si trovano ad un bivio: o rispondere e rivelare impurità ad un uomo celibe, o rifiutarsi di rispondere e venire così privati dell’assoluzione sacerdotale con la certezza di andare all’inferno in caso di morte! Solitamente esse optano per la prima decisione e aprono il loro cuore a questi uomini corrotti che non aspettano altro di entrare nel confessionale per pascersi di queste turpitudini che le loro penitenti gli vanno a dire! E ne mietono i frutti amari pure loro dopo; perché la loro confessione si rivela un peso gravoso e una grande vergogna per loro. Una cosa veramente deprimente! Si contaminano loro stesse, e contaminano la mente ed il corpo del loro interlocutore, che non essendo sposato comincia ad ardere ancora maggiormente nel sentirle parlare e cade in tentazione.
Ma la confessione fatta al prete è anche una forma di spionaggio che la chiesa romana esercita sui suoi membri. In questa maniera il prete viene a conoscere i segreti delle famiglie, perché con le sue domande riesce a sapere quello che molti non verrebbero mai a sapere su Tizio o su Caio. E’ come se il prete fosse del continuo dietro alla porta di casa a guardare dal buco della serratura; come se sentisse tutto quello che i loro penitenti dicono in casa loro per mezzo di microfoni spia, o come se vedesse tutto quello che fanno in privato per mezzo di una telecamera accesa giorno e notte!
Ma il prete nel confessionale oltre a dovere fare la spia per conto del Vaticano, deve pure dare dei suggerimenti alle persone che vanno da lui a confessarsi per fare sì che essi seguitino i precetti della chiesa romana senza sviarsene né a destra e né a sinistra. E così suggerirà alle giovani o ai giovani, in una maniera molto astuta e abile, di entrare negli ordini religiosi o in qualche istituto religioso della chiesa romana; ad altri suggerirà di sposarsi Tizio al posto di Caio; ad altri ancora dirà di votare quel politico anziché l’altro. Sì perché il confessionale è anche un luogo dove i preti fanno politica, cioè la politica del papa; la politica che conviene al papato per continuare a governare incontrastato su centinaia di milioni di persone.
Ed infine il confessionale serve alla curia romana per tenere lontane le persone dalla verità; è risaputo infatti che i preti, nei confessionali, mettono in guardia i loro penitenti da coloro che hanno conosciuto la verità, cioè da noi. ‘Sono una setta’, dicono loro; ‘Guardatevi dal frequentarli per non ritrovarvi all’inferno per l’eternità con loro’, proseguono. E così i Cattolici romani vengono tenuti lontani dalla verità!
Ecco che cosa è la confessione al prete; non un sacramento ma un inganno camuffato da sacramento! O Cattolici romani uscite dalle segrete; uscite dal mezzo di questa meretrice che si prostituisce coi popoli della terra; andate ai piedi del Signore e chiedetegli con un cuore rotto di perdonarvi e lui lo farà perché egli è pronto a perdonare. Sappiate che non potrete mai trovare la pace andandovi a confessare al prete; il riposo dell’anima è lungi da coloro che vanno dal prete a confessarsi. Gesù ha detto: “Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo”;[2] quindi è a lui che dovete venire se volete trovare il vero riposo alle anime vostre e a nessun altro. Chi ha orecchi da udire oda.