Le falsificazioni dei libri dei cosiddetti padri

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Dopo che scoppiò la Riforma il papato vedendo che la Riforma si andava sempre più diffondendosi nelle nazioni, e che i Protestanti per confermare le loro dottrine anticattoliche facevano appello oltre che alla Scrittura talvolta anche agli scritti dei cosiddetti padri, il che faceva apparire persino i cosiddetti padri contro certe dottrine papiste, promulgò l’Index librorum expurgandorum ossia ‘L’Indice dei libri da espurgarsi’ in cui oltre ai libri dei cosiddetti padri furono messi anche certi libri di autori cattolici in cui c’erano dei passi non graditi ai papi perché andavano a favore dei Protestanti. In questi libri in base agli ordini degli inquisitori dovevano essere fatte delle cancellazioni e delle interpolazioni.

Ecco alcuni esempi di come sono stati falsificati alcuni scritti dei cosiddetti padri.

Nel libro di Cipriano intitolato De Unitate Ecclesiae dove egli dice: ‘Il resto degli apostoli erano eguali in potere ed onore a Pietro’ i papisti hanno aggiunto ‘E il primato fu dato a Pietro’; e dove egli dice: ‘Colui che si oppone e resiste alla chiesa crede egli stesso di essere nella chiesa?’ hanno messo: ‘Colui che abbandona la sedia di Pietro sulla quale la chiesa fu fondata, crede egli stesso di essere nella chiesa?’[1] Le suddette manomissioni avevano lo scopo di fare credere l’origine divina del primato di Pietro sulla Chiesa, e che chi si opponeva alla sede di Roma non poteva più dirsi membro della Chiesa di Dio.

Un altra distorsione è stata apportata alle seguenti parole di Gregorio Magno. Il testo originale dice: ‘Il re dell’orgoglio è vicino; e (che è una malvagità pronunciare) un intero esercito di sacerdoti è procurato per presenziare alla sua venuta (Sacer­dotum ei preparatur exercitus)’; ma i papisti lo hanno modificato in questa maniera: ‘Il re dell’orgoglio è vicino; e, (che io aborro a dire) quando egli verrà i sacerdoti saranno condannati e messi a morte’ (Sacerdotum est proeparatus exitus).[2] La manomissione aveva lo scopo di non fare credere che – secondo Gregorio Magno – quando sarebbe venuto l’anticristo molti sacerdoti lo avrebbero acclamato e difeso, ma che alla sua venuta i sacerdoti sarebbero stati messi a morte.

In una edizione delle opere di Agostino fatta in Venezia nel 1584, gli editori confessano apertamente di avere tolto tutti quei passi che potevano favorire le dottrine dei Protestanti: in qua curavimus removeri ea omnia quae fidelium mentes haeretica pravitate possent inficere.[3]

 


[1] De Unitate Ecclesiae, cap. III. Cfr. Thomas James, A Treatise of the Corruptions of Scripture, Councils, and Fathers, by the prelates, pastors, and pillars of the church of Rome for the maintenance of popery, (Un trattato delle corruzioni delle Scritture, dei Concili e dei Padri, fatte dai prelati, dai pastori e dalle colonne della chiesa di Roma per il mantenimento del papato) London 1843, pag. 76-77. Rivisto e corretto dalle edizioni del 1612 e 1688. Questo libro antico scritto da un credente contiene la dimostrazione di molte falsificazioni operate dai papi sulle Scritture, sui concili e sugli scritti dei cosiddetti padri, che molti farebbero bene a leggere per rendersi conto da vicino dell’astuzia papale. Si può consultare alla Biblioteca Valdese di Roma.

[2] Cfr. Thomas James, op. cit., pag. 146

[3] A proposito di questa opera di falsificazione ordinata dai papi è interessante la testimonianza che rese un certo Boxbornio, un professore di Lovanio, che era impiegato assieme ad altri a rivedere i libri designati dagli inquisitori. Egli ebbe a dichiarare: ‘Dopo avere ricevuto l’ordine di mettere ad esecuzione il decreto tirannico degli inquisitori, e dopo avere notato fino a 600 diversi passaggi per passarvi la spugna e per essere cancellati (il quale mio errore desidero potere cancellare col mio sangue e le mie lacrime!), il mio cuore finalmente fu commosso, e gli occhi miei furono aperti dalla misericordia del mio Dio, e scorsi chiaramente l’abominazione nel papato, l’idolo nel tempio, la tirannia nella repubblica, e l’infezione nella religione’ (Boxbornio III, de Eccl. Initio).