Gli Avventisti del Settimo Giorno – Indice > Storia > Hiram Edson
Hiram Edson (1806-1882) che aveva atteso il ritorno del Signore per il 22 Ottobre 1844, il giorno dopo il 22 Ottobre 1844, mentre andava con un suo compagno (che viene detto essere O. R. L. Crosier) a trovare degli Avventisti per confortarli giunse alla conclusione che in quel giorno del 22 Ottobre 1844 Cristo era passato dal luogo santo al luogo santissimo nel santuario celeste, ossia che aveva cambiato posto. Ecco le sue stesse parole: ‘Ci incamminammo, e mentre passavamo attraverso un grande campo io mi fermai a metà circa del campo. Mi sembrò che il cielo si aprisse alla mia vista, e vidi distintamente e chiaramente che invece dell’uscita del nostro Sommo Sacerdote dal luogo Santissimo del santuario celeste per venire su questa terra il decimo giorno del settimo mese, alla fine dei 2300 giorni, Egli per la prima volta entrò in quel giorno nel secondo appartamento di quel santuario; e che Egli aveva un’opera da compiere nel luogo santissimo prima di ritornare su questa terra’.[1] Questa ‘rivelazione’ fu in seguito rafforzata da quello che Crosier, compagno di Edson, scrisse sul Day-Star, una pubblicazione avventista, nel Febbraio 1846. Crosier in sostanza spiegò che come sotto la legge i sacerdoti quando offrivano quotidianamente i sacrifici per i peccati del popolo aspergendo con il sangue le corna dell’altare dell’incenso che si trovava nel luogo santo davanti al velo, trasferivano le iniquità del popolo dalle persone al santuario, e solo nel giorno dell’espiazione veniva purificato il santuario mediante il sangue dei sacrifici che il Sommo Sacerdote portava nel luogo santissimo, e dopo questa purificazione del santuario i peccati venivano posti sul capro destinato a Azazel – che rappresentava Satana – che veniva mandato nel deserto; così, anche il ministerio celeste di Cristo, il Sommo Sacerdote, fu caratterizzato da due fasi. La prima fase durò dalla sua ascensione al 1844 e mediante di essa perdonava i peccati ma non li cancellava (questa è rappresentata dal ministerio che i sacerdoti compivano quotidianamente); la seconda fase cominciò nel 1844 quando Cristo entrò nel luogo santissimo per purificare il santuario celeste e mediante di essa verranno cancellati i peccati (fase rappresentata dal ministerio che il Sommo Sacerdote compiva nel giorno dell’espiazione). Ma siccome la purificazione del santuario veniva completata solo quando le iniquità venivano poste sul capro destinato ad Azazel, così l’ultima parte del ministerio di Cristo consisterà nel trasferire le iniquità dal santuario sul capo di Satana. Allora, e solo allora, Cristo ritornerà. Ecco quindi l’origine della dottrina del santuario proclamata dalla Chiesa Avventista; essa si basa su una ‘visione’ di questo Hiram Edson secondo la quale Gesù Cristo il 22 Ottobre 1844 passò dal luogo santo al luogo santissimo nel santuario celeste per compiere la seconda fase del suo ministerio celeste; e da una spiegazione data a questo evento da Crosier (va però tenuto presente che Miller, che ancora era vivo a quel tempo, non accettò mai gli insegnamenti di Crosier, e che Crosier stesso in seguito ripudiò i suoi insegnamenti sul santuario). Queste idee di Hiram e Crosier furono accettate anche da Joseph Bates e Ellen G. White dei quali parleremo dopo.
Quindi, alla luce di quello che dissero Hiram Edson e Crosier, Miller non aveva affatto sbagliato i calcoli ma aveva sbagliato solo nel dire che alla fine dei 2300 anni doveva essere purificata la terra; perché in realtà alla fine di quei giorni doveva iniziare la purificazione del santuario in cielo![2] E questa è la spiegazione che tuttora viene data dagli Avventisti al mancato adempimento delle predizioni di Miller. In sostanza essi riconoscono che nel 1844 Cristo non è tornato sulla terra, e che perciò Miller si era sbagliato; ma nello stesso tempo affermano con forza che lo sbaglio non risiedeva nel calcolo del periodo profetico, ma nella natura dell’evento che doveva avvenire alla fine dei duemila trecento giorni. In altre parole secondo loro nell’autunno del 1844 si verificò un’altro grande evento, di natura diverso da quello predetto da Miller, che è il passaggio del Signore Gesù dal luogo santo al luogo santissimo nel cielo, dove da quell’anno il Signore ha cominciato la seconda fase della sua mediazione, la purificazione del santuario celeste. Ma su questa dottrina, chiamata ‘del santuario celeste’ torneremo nel corso della nostra esposizione delle dottrine avventiste perché essa rappresenta il fulcro del loro messaggio.
[1] Da un frammento di un manoscritto della sua vita e delle sue esperienze scritto da Hiram Edson citato da Francis D. Nichol, The Midnight Cry, pag. 458↩
[2] Molti credenti in quei giorni cercarono di confortarsi facendo delle analogie tra alcuni episodi biblici e la loro esperienza. Veniva detto che nessuno direbbe che Abrahamo si sbagliò nel credere che doveva andare ad offrire in olocausto il suo figliuolo, e questo perché Dio scelse questo mezzo per provare la sua fede. Nella stessa maniera Dio permise la predicazione dei Milleriti sul ritorno di Cristo per quella precisa data per provare la fede dei suoi figliuoli. Fu poi preso l’esempio dei discepoli di Gesù che furono pure loro delusi quando il Maestro fu crocifisso, ma non per questo le profezie non si adempirono. Come dire che i discepoli di Cristo fecero uno sbaglio nel non capire che Gesù doveva essere crocifisso e risuscitare, come quello che fecero i Milleriti nel pensare e nel dire che Gesù sarebbe tornato dal cielo il 22 ottobre 1844! Ritengo superfluo confutare queste cosiddette analogie perché si confutano da loro stesse. Non ritengo superfluo invece dire quanto segue; vedete fratelli, quando un gruppo di persone hanno la presunzione di sapere quando tornerà Cristo, cioè il giorno, il mese e l’anno; e la loro predizione cade a terra (per forza di cose), è inevitabile che ci siano coloro che cercheranno di difendersi con dei passi biblici o con delle storie bibliche, invece che riconoscere di essere rimasti ingannati dal diavolo. Nel caso specifico dei delusi Milleriti occorre dire che il loro errore rientrava nella volontà di Dio, ma non per insegnare ai credenti di quel tempo (come anche a quelli di oggi) che si può aspettare un evento sbagliato per la data giusta; ma che come credenti si può rimanere ingannati da presunte ispirazioni, da discorsi apparentemente retti, per cui è importante non lasciarsi travolgere la mente dai discorsi di chiunque dia per certo il ritorno di Cristo per un determinato tempo molto vicino. Non aveva forse detto Gesù: “Guardate di non esser sedotti; perché molti verranno sotto il mio nome, dicendo: Son io; e: Il tempo è vicino; non andate dietro a loro” (Luca 21:8)? Dunque l’esempio di Miller e dei suoi compagni ci serva di monito a tutti noi, affinché non cadiamo nel loro stesso errore.↩