Gli Avventisti del Settimo Giorno – Indice > Altri loro insegnamenti > Israele
Dio ha rigettato Israele. Questo popolo non può rivendicare la possessione della Palestina basandosi sulle promesse bibliche.
In Questions on Doctrine si legge: ‘L’esistenza del moderno stato d’Israele non è una valida evidenza che i Giudei, come nazione, devono adempiere ancora le profezie del regno in Palestina, come il governo britannico sopra quella terra non era una prova dell’interpretazione Anglo-Israele, che pretende che gli Anglo-Sassoni e i popoli collegati sono il ‘vero Israele’ e quindi gli eredi del regno divinamente promesso. (…) noi crediamo che lo stato d’Israele non può rivendicare la proprietà della terra di Palestina basandosi su promesse Bibliche’.[1] In altre parole, Dio ha rigettato i Giudei come nazione, per gli Avventisti, ed essi non devono ancora adempiere delle profezie bibliche. ‘L’insegnamento che i Giudei come nazione non sono più il popolo eletto di Dio, e che la chiesa Cristiana sia ora l’erede delle promesse è, noi crediamo, una dottrina scritturale sana…’.[2] Tra le cose dunque che non possono far parte di adempimenti di promesse bibliche ci sono sia il ritorno di molti Giudei sul suolo della Palestina, ritorno che cominciò alla fine del secolo scorso e che sta tuttora continuando, e la nascita dello Stato Israele avvenuta nel 1948, e tra le cose che si devono adempiere su quella terra non c’è affatto la ricostruzione del tempio. Samuele Bacchiocchi afferma per esempio che la realizzazione totale delle profezie che riguardano la restaurazione d’Israele ‘va ricercata non in una restaurazione politica degli ebrei in Palestina, ma nel raduno universale di tutti i credenti nella nuova terra’,[3] e che queste profezie ‘non offrono alcun indizio o alcuna allusione alla restaurazione degli ebrei in Palestina nel nostro secolo quale preludio agli eventi finali della storia della terra’,[4] ed ancora: ‘Le considerazioni fatte sono sufficienti a mostrare che la ricostruzione del tempio di Gerusalemme sia un altro segno errato dello scenario finale dei dispensazionalisti, che non ha fondamento biblico’.[5]