Si nasce di nuovo quando ci si ravvede e si crede col proprio cuore in Gesù Cristo; è allora infatti che si viene rigenerati dalla Parola di Dio e rinnovati dallo Spirito Santo

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Ora, possiamo noi affermare che coloro che non parlano in altre lingue perché non sono ancora stati battezzati con lo Spirito Santo, quantunque dicono che hanno creduto nel Vangelo, sono ancora perduti perché non essendo ancora nati di nuovo non hanno affatto lo Spirito Santo e non sono di Cristo? La domanda può essere posta anche in questi termini: ‘Possiamo noi affermare che si nasce di nuovo quando si riceve il battesimo con lo Spirito Santo, per cui anche se uno ha creduto nel Vangelo se non è ancora battezzato con lo Spirito non è ancora nato da Dio?’ No, per nulla. Non possiamo farlo perché ciò andrebbe contro la Scrittura. La Parola di Dio infatti insegna che tutti coloro che hanno ricevuto Cristo, cioè hanno creduto nel suo nome, sono figliuoli di Dio perché sono nati da Dio secondo che è scritto: “Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato l’autorità di diventar figliuoli di Dio; a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non son nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma son nati da Dio”.[1] Essi sono dunque delle nuove creature (appunto perché nati da Dio). Anche se avessero creduto solo da pochi istanti, essi sono delle nuove creature perché Dio mediante la sua Parola e lo Spirito suo Santo li ha fatti rinascere nel momento in cui essi si sono ravveduti ed hanno creduto nel Vangelo.

E che sia così lo attestano loro stessi nel raccontare cosa hanno sperimentato nel momento in cui, convinti dallo Spirito Santo quanto al peccato, hanno invocato il nome del Signor Gesù per la salvezza della loro anima. Le espressioni sono diverse ma convergono tutte nella stessa direzione perché sono il tentativo di spiegare la nuova nascita. C’è chi dice: ‘Mi sono sentito pulire dalla testa ai piedi’; chi: ‘Mi sono ritrovato una persona nuova con dei nuovi pensieri, dei nuovi desideri’, chi: ‘Mi sono sentito togliere da sopra di me un peso che mi schiacciava’; chi: ‘Mi sono sentito per la prima volta in vita mia riconciliato con Dio e un figlio di Dio’; e chi: ‘La paura della morte scomparve e subentrò in me una pace mai provata prima, ora ero sicuro che se fossi morto sarei andato con il Signore’; e chi: ‘In me scomparve all’improvviso il vizio del bere, del fumare, ecc.’. In virtù di questa esperienza (ossia la nuova nascita) lo Spirito Santo viene in una certa misura a dimorare nel cuore dei credenti i quali da quel preciso momento possono dire di avere lo Spirito Santo nel loro cuore e perciò di appartenere a Cristo, di essere dei figli di Dio. Se essi non avessero nessuna misura di Spirito Santo non potrebbero dire di essere di Cristo perché è scritto: “Se uno non ha lo Spirito di Cristo, egli non è di lui”,[2] e non potrebbero affermare con certezza di fede di essere figliuoli di Dio perché è scritto: “Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di Dio”.[3]

Cade dunque la dot­trina unitariana secondo cui si nasce dallo Spirito con il batte­simo con lo Spirito Santo, perché la nuova nascita ha luogo quando si crede e perciò sempre prima di ricevere il battesimo con lo Spirito dato che questo è una esperienza susseguente alla nuova nascita.

Per confermare ciò che abbiamo appena detto, prenderemo l’esempio degli apostoli prima del giorno della Pentecoste (quando essi furono ripieni di Spiri­to Santo e cominciarono a parlare in altre lingue); quello dei Samaritani, e quello dei circa dodici discepoli di Efeso.

Gli apostoli del Signore erano dei credenti prima di parlare in altre lingue il giorno della Pente­coste? Sì; perché Gesù disse loro: “Adesso, voi credete”,[4] e al Padre disse: “Hanno creduto che tu m’hai mandato”.[5] Erano essi nati di nuovo prima di parlare in lingue il giorno della Penteco­ste? Certo, appunto perché credevano che Gesù era il Cristo e Giovanni dice che “chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio”.[6] Erano di Cristo prima di parlare in lingue il giorno della Pente­coste? Sì, perché Gesù in riferimento a loro disse: “Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per quelli che tu m’hai dato, perché son tuoi; e tutte le cose mie son tue; e le cose tue son mie..”.[7] Avevano una qualche misura di Spirito Santo prima di parlare in lingue il giorno della Pentecoste? Sì, l’avevano una certa misura di Spirito Santo perché Gesù, quando apparve loro dopo essere risuscitato, aveva detto loro: “Ricevete lo Spirito Santo”.[8] Conclusione; essi erano salvati ancora prima di essere ripieni di Spirito Santo e di parlare in altre lingue il giorno di Penteco­ste.

Coloro che a Samaria credettero nel Vangelo del Regno predicato da Filippo erano salvati e nati da Dio prima di ricevere lo Spirito Santo per mano degli apostoli Pietro e Giovanni? Certo, essi infatti “quand’ebbero creduto a Filippo…. furon battezzati, uomini e donne”.[9] Anche loro dunque avendo creduto che Gesù era il Cristo di Dio furono fatti rinascere da Dio secondo che è scritto: “Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio”.[10] E perciò dato che erano dei figli di Dio avevano anche una misura di Spirito Santo che attestava con il loro spirito che erano figliuoli di Dio; tutto ciò ancora prima che Pietro e Giovanni imponessero loro le mani per ricevere lo Spirito Santo e cominciassero a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro d’esprimersi.

Quei circa dodici uomini che Paolo incontrò ad Efeso e a cui domandò se avevano ricevuto lo Spirito Santo erano dei credenti? Sì, perché Paolo gli domandò se avevano ricevuto lo Spirito Santo dopo che avevano creduto secondo che è scritto: “Avete voi ricevuto lo Spirito Santo, dopo che avete creduto”.[11] Egli quindi riconobbe in loro dei credenti. E perciò, come nei casi prima citati essi erano nati da Dio ancora prima che Paolo li battezzasse in acqua, e imponesse loro le mani affinché ricevessero lo Spirito Santo e cominciassero a parlare in altra lingua.

Siamo perfettamente d’accordo con gli Unitariani quando dicono che il segno che evidenzia che uno ha ricevuto lo Spirito Santo (tengo a ribadire che qui intendiamo la pienezza dello Spirito Santo e non quella misura di Spirito Santo che viene a dimorare quando si crede senza che ci si metta a parlare in lingue) è il parlare in altre lingue perché questo è perfettamente in accordo con la Scrittura, ma non siamo per niente d’accordo con loro quando dicono che una persona che ha creduto ma che non ha ancora ricevuto lo Spirito Santo (ovvero che non è ancora stato battez­zato con lo Spirito Santo con l’evidenza del parlare in altre lingue) è una persona non ancora salvata perché non ha lo Spirito Santo, perché questo è contrario alla Scrittura. Come si potrebbe infatti affermare che uno ha creduto ma perché non parla in lingue non è salvato quando la Scrittura ci insegna, e l’esperien­za lo conferma, che quando si crede si viene salvati?

 


[1] Giov. 1:12-13. In riferimento alle parole di Giovanni vorrei che notaste che Giovanni non dice che a tutti coloro che hanno ricevuto lo Spirito Santo Egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio ma a tutti coloro che hanno ricevuto Cristo.

[2] Rom. 8:9

[3] Rom. 8:16

[4] Giov. 16:31

[5] Giov. 17:8

[6] 1 Giov. 5:1

[7] Giov. 17:9-10

[8] Giov. 20:22

[9] Atti 8:12

[10] 1 Giov. 5:1

[11] Atti 19:2 (Diod.)