Testimonianza di un sopravvissuto dell’11 settembre diventato evangelista

Dopo essere miracolosamente scampato alla morte nel momento del crollo delle torri del World Trade Center, Sujo John decide d’impegnarsi a pieno tempo in un potente ministerio d’evangelizzazione su scala internazionale.

sujo-johnGiovedì 11 settembre 2001, ore 7.30: Sujo John raggiunge il suo ufficio situato all’88mo piano della torre nord del World Trade Center. Recentemente trasferitosi negli Stati Uniti, quest’uomo d’affari originario di Calcutta lavora per una società di Telecomunicazione. La compagnia che dà lavoro a Mary, sua moglie, è installata al 71mo piano della torre gemella Sud. Quella mattina,

John avverte un profondo malessere dentro di sé: “Avevo il sentimento che la mia vita fosse vuota. Eppure la mano di Dio riposava sulla nostra coppia. Eravamo stati benedetti nel campo professionale e a quel tempo aspettavamo il nostro primo figlio. Ma la sola cosa che facevo per Dio era recarmi in chiesa ogni domenica mattina. Sapevo che Dio mi chiamava a servirlo ma io rimanevo inattivo”. John decide allora d’inviare un messaggio di posta elettronica ad un suo amico per fargli parte dei suoi sentimenti d’insoddisfazione concernenti la sua relazione con Dio.

Ore 8.45: John ha appena inviato tramite fax alcuni documenti e si appresta a raggiungere il suo ufficio quando sente un suo collega urlare: “È un aereo!”. Un’enorme esplosione risuona e tutti i vetri esplodono in una frazione di secondo. L’ufficio è invaso dai rottami infiammati del Volo 11 dell’American Airlines che ha appena colpito la torre proprio alcuni piani più sopra. “Abbiamo sentito che l’edificio oscillava pericolosamente verso sinistra. Le armature metalliche che sostenevano l’edificio cominciavano già a cedere (…) C’era un enorme cratere e potevamo scorgere i 10 piani situati più sotto”. Mentre s’inoltra per le scale, John è molto preoccupato per sua moglie e spera che la torre Sud sia stata risparmiata dall’esplosione. “Io sapevo che in quel momento preciso lei raggiungeva il suo ufficio”.

Durante l’interminabile discesa incontra centinaia di vigili del fuoco e poliziotti venuti a portare soccorso alle persone intrappolate nell’incendio. Improvvisamente una seconda esplosione ha appena fatto tremare l’edificio. In quel momento John è lontano dall’immaginare che un secondo aereo abbia appena colpito la torre Sud.

Dopo circa un’ora di cammino riesce alla fine ad uscire dall’edificio. “In quel momento ho scoperto un panorama di desolazione, tutto sembrava distrutto. Si poteva scorgere la fusoliera dell’aereo che si era da poco sfasciata. Rottami infiammati, vetro rotto e i corpi di centinaia di vittime ricoprivano il suolo. Si sarebbe detto una scena di guerra”. John decide allora di raggiungere la seconda torre nella speranza di ritrovare sua moglie. Ma mentre si avvicina all’edificio sente una forte esplosione: i 110 piani della torre Sud cominciavano a crollare in un fracasso spaventoso. “Ci siamo rannicchiati ad un’estremità dell’edificio e ho cominciato a pregare chiedendo a Dio di fortificarmi. Ho spiegato alla gente intorno a me che stavamo tutti per morire e che era importante che quelli che non avevano ancora ricevuto Gesù nella loro vita lo facessero prima che fosse troppo tardi. Tutti si sono messi a piangere e ad invocare il nome di Gesù”.

Degli enormi rottami d’acciaio e di gesso sono cominciati a cadere mentre un fitto fumo riempiva l’atmosfera. Alcuni secondi dopo, John scorge intorno a sé i corpi senza vita dei suoi compagni di sventura e scopre con spavento che è l’unico sopravvissuto. “Nessuna pietra né alcun proiettile mi ha colpito” spiega egli. Cercando di evitare le rovine fumanti della torre Sud del World Trade Center, John correrà per quasi un’ora. In quel momento pensa che sua moglie sia morta. Ma all’improvviso il suo telefonino suona: John apprende con sollievo che sua moglie è in vita. Il treno che aveva preso quella mattina per recarsi al World Trade Center era stato fermato 5 minuti dopo il primo crash.

In seguito agli eventi dell’11 settembre 2001, Sujo John e sua moglie hanno deciso d’impegnarsi al 100% per Dio con la missione di “Proclamare il suo amore ai quattro angoli della terra”. John ha visitato numerose scuole pubbliche, università, club sportivi, e chiese per condividere la sua testimonianza. Un ministerio il cui influsso sorpassa i confini americani poiché Sujo John si è anche recato in Canada, in India, in Inghilterra, così come nei paesi dell’Est. Circa 30000 persone si sono convertite in seguito alla straziante testimonianza di John.

“Il ricordo del fumo, della fuliggine e della cenere è rimasto impresso nella mia mente e faccio molta fatica a credere che sono già 5 anni” ha dichiarato Sujo John sul suo sito internet in occasione del 5to anniversario dei sanguinosi attentati del World Trade Center.

Sylvain Prigent

Fonte: www.aleloo.com

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Israele – La protezione divina

Il fratello Elbaz, ugualmente contattato per telefono, segnala che anche a Gerusalemme tutto va bene per loro. Ieri, dopo il matrimonio di una coppia di cristiani arabi, gli sposi si sono trovati proprio davanti alla macchina di un terrorista che stava per fare esplodere la sua bomba quando è stato arrestato dalla polizia. Jacques Elbaz stesso era a cento metri da lì. Grazie al Signore per la sua protezione!

Michel Freyd

Fonte: www.addfrance.org – Mission Infos n°95 del 18 luglio 2006

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Indonesia: Sventati degli attentati contro alcune chiese

Verona (PA/Religious Liberty Prayer) – Tra il 4 e il 12 luglio, la polizia indonesiana ha arrestato 9 persone, sospettate di essere militanti del Jemaah Islamiah (JI). Almeno altri 4 componenti di questo movimento estremista sono sfuggiti alla retata. Malgrado questi arresti, il JI rimane una seria minaccia, con quasi 3000 membri addestrati in Afganistan. Il JI beneficia di un largo sostegno finanziario e decine di militanti sarebbero stati addestrati come kamicaze.
Il raid della polizia a Semarang il 9 luglio ha anche permesso il sequestro di una consistente quantità di armi e munizioni. Fra i documenti, la polizia ha trovato gli orari delle riunioni di culto di due chiese di Jakarta. Questa scoperta fa credere che il JI stesse preparando attacchi contro le minoranze cristiane in Indonesia. Ricordiamo che il JI è responsabile di un attentato dinamitardo che ha provocato 19 morti e molti feriti, il 24 dicembre 2001. La polizia ritiene che a Jakarta ci siano altri due depositi di esplosivo e munizioni, ma non è riuscita a trovarli.

Fonte: Porte Aperte Italia – 18 luglio 2003

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Sudan: cristiani sfuggiti ad un bombardamento

(PA/SCM*) – Domenica scorsa, mentre i credenti della città di Yei erano riuniti per il culto, due aerei militari hanno cominciato a bombardare la città. In meno di tre minuti, hanno sganciato quattro bombe che sono cadute a circa 400 metri da due chiese. Grazie a Dio nessuno è stato ucciso, né ferito. “Eravamo tutti coperti di terra per esserci buttati giù durante il bombardamento” ha raccontato Tijwog Agwet, uno dei credenti sfuggiti all’attacco aereo.
Da allora i cristiani si incontrano ogni sera per pregare, come in molte altre regioni nel sud del Sudan. Essi sono convinti che non devono temere e contano sulla protezione del Signore Gesù.

*SCM: Sudanese Community Ministries

Fonte: Porte Aperte Italia – 27 settembre 2002

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