Roma, 30 apr. (Apcom) – Non si arresta la preoccupante ondata di anti-semitismo nel mondo. I casi registrati nel 2007, rispetto all’anno prima, sono aumentati del 6,6%, mentre sarebbero addirittura triplicate le aggressioni violente nei confronti di ebrei. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Istituto Stephen Roth dell’Università di Tel Aviv, uno dei più noti centri di “studio sull’antisemitismo e il razzismo contemporanei”. Stando all’indagine, come riportano i principali siti israeliani, l’anno scorso sono stati denunciati 632 episodi di violenza a motivazione razziale contro gli ebrei, rispetto ai 593 del 2006. Il 57% degli attacchi del 2007 sono stati giudicati “particolarmente gravi”, mentre un anno prima, in questa categoria erano stati classificati appena il 19% dei casi. Gli autori del rapporto, del resto, sottolineano che il trend di crescita della violenza anti-semita è proseguito nel 2007 anche in assenza di un “catalizzatore esterno”, come era stata, per l’anno precedente, la Seconda guerra in Libano. L’ultima ricerca parla comunque di una “doppia tendenza”: da un lato, ci sono diversi paesi in cui gli episodi di antisemitismo sono diminuiti, dall’altro è stato riscontrato un aumento di aggressioni gravi condotte con un’arma o con l’obiettivo di uccidere, e di incendi dolosi, spesso negli stessi paesi. Esemplare il caso della Francia, dove i crimini dell’odio sono diminuiti dai 97 del 2006 ai 47 dell’anno scorso, mentre il numero di aggressioni pericolose è cresciuto da due a otto. In Australia è andata esattamente in senso inverso: gli episodi violenti sono diminuiti, da 49 a 29, ma nel 2007 sono stati messi agli atti cinque episodi di violenza grave rispetto all’unico caso registrato nel 2006. Nel frattempo, in Germania, Canada e Regno Unito si è riscontrata una crescita in entrambi i trend. Per quanto riguarda l’Italia, spiegano dall’istituto di ricerca, i dati raccolti non sono ancora completi. Il rapporto del 2006 (l’ultimo disponibile sul sito del centro di ricerca, ndr) rifletteva una crescita ancora più allarmante dell’antisemitismo a livello mondiale, denunciando che i casi erano addirittura raddoppiati rispetto all’anno precedente. Gli autori del rapporto attribuiscono il miglioramento in alcuni paesi al maggiore impegno dei governi nella lotta all’anti-semitismo e alla più forte cooperazione fra comunità ebraiche e forze dell’ordine. L’aumento dei casi in altri paesi, suggeriscono gli analisti, potrebbe essere collegato a tensioni sociali o economiche e al conseguente aumento di islamofobia. La stragrande maggioranza delle aggressioni violente sono state denunciate in Europa occidentale e centrale, per via della presenza crescente di milioni di immigrati, fra cui circa 20 milioni di musulmani, che rappresenta ancora – sostiene il rapporto – una fonte costante di attrito.
Fonte: Apcom.net
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