IL VETO DI PECHINO. LA PROTESTA DEGLI EVANGELICI
Quel giorno a Philadelphia era in corso il più grande raduno contro la guerra del Vietnam. Fermatosi per curiosità ad ascoltare, Richard Wurmbrand raggiunse il microfono e gridò: “Voi non sapete niente del comunismo, io sono un dottore in comunismo. Dovreste stare dalla parte delle vittime anziché difenderne gli aguzzini”. “Come fa a essere dottore in comunismo?” fu la reazione sarcastica degli studenti. “Ecco le mie credenziali”, rispose Wurmbrand togliendosi la camicia e mostrando le cicatrici che le torture gli avevano lasciato sul corpo. Le sofferenze di Wurmbrand nelle segrete rumene sono la carta d’identità dell’organizzazione evangelica “Voice of the martyrs”. E’ grazie a loro se conosciamo nel dettaglio la soppressione della libertà religiosa in Cina, che il filosofo francese André Glucksmann ha definito “moderno stato schiavista”. L’ultima notizia è che alle prossime Olimpiadi la Cina ammetterà una sola Bibbia per visitatore e per atleta. Il portavoce del ministero degli Esteri ha difeso la politica religiosa di repressione. Non saranno consentiti gesti di propaganda “cristiana”, tra cui probabilmente il segno della croce in pubblico prima di una partita. Richard Wurmbrand, scomparso nel 2001, era un pastore luterano che importava Bibbie nell’Europa orientale negli anni Quaranta e che venne imprigionato per quattordici anni dal governo rumeno. I coniugi Wurmbrand predicarono nei rifugi antiaerei e vennero arrestati molte volte per attività cristiane durante lo stato di guerra. Nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale, Wurmbrand stampò un milione di Vangeli in russo e ne organizzò la distribuzione clandestina tra le truppe d’occupazione sovietiche. E’ stato celebrato da Bush come “martire del comunismo”. Secondo la Catholic News Agency, agli sportivi sarà proibito portare anche una sola copia del testo sacro alle Olimpiadi. Asia News ha scoperto, leggendo sul sito ufficiale delle Olimpiadi di Pechino, che “si raccomanda in ogni viaggio di portare in Cina non più di una Bibbia”. Il leader protestante Cai Zhuohua, condannato nel 2005 a tre anni di prigione per “traffico illegale di Bibbie”, è stato costretto durante la detenzione a cucire i palloni che serviranno durante i prossimi Giochi Olimpici di Pechino. Gli hanno impedito di leggere la Bibbia per la durata della pena. La denuncia proviene dalla China Aid Association, l’organizzazione statunitense che monitora la libertà religiosa. “Mao ride nella tomba” dice il congressman Thaddeus Mc- Cotter, che chiede alla Casa Bianca di intervenire contro il bando sulla Bibbia. In Cina solo l’Ufficio per gli Affari religiosi dà autorizzazione a pubblicare Bibbie che, stampate in tiratura limitata, non possono essere vendute nelle librerie pubbliche. La casa editrice statale preposta a stampare, la Nanjing Amity Printing, ha messo in circolazione 43 milioni di copie fra il 1981 e il 2006, una cifra ridicola se pensiamo che attualmente in Cina ci sono più di 100 milioni di cristiani. Il presidente della Catholic League, Bill Donohue, invoca il comitato olimpico in Svizzera contro la politica atestica di Pechino. Il mondo evangelico americano promette di sommergere di Bibbie il comunismo cinese. Todd Nettleton, portavoce di “Voice of the martyrs”, annuncia che il programma “Bibles Unbound”, attivo già in Indonesia, Egitto e Colombia, lavorerà per far entrare migliaia di testi religiosi in Cina. Un anno fa un pastore non ufficiale, Wang Zaiqing, è stato arrestato con l’accusa di aver “stampato in maniera illegale copie della Bibbia e di altra letteratura cristiana”. Durante la sua storica visita a Pechino, il presidente americano Bush aveva detto: “Il popolo cinese vuole maggiore libertà di esprimersi, di seguire la propria fede senza il controllo dello stato, di stampare Bibbie e altri testi sacri senza timore di essere punito”. E nella sua Lettera ai cinesi, Benedetto XVI non cede di un passo sul diritto della chiesa a “essere testimone di Cristo”. L’organizzazione americana “Voice of the martyrs” ha diffuso intanto un rapporto in base al quale a luglio erano stati espulsi oltre cento ministri di culto stranieri: “Si tratta del più grande assalto contro la presenza cristiana in Cina dal 1954”.
Giulio Meotti