«Giovanna che amava i bambini aiutò anche una famiglia romena»

di Laura Bogliolo

ROMA (3 novembre) – Amava i bambini, gli stranieri e i più deboli. Ogni domenica partiva da quella casa a Roma Nord e guidava fino a piazza Cavour. Raramente andava al centro con il treno, la stazione di Tor di Quinto non le piaceva. Le faceva paura. Alle 10.45 entrava nella chiesa valdese, sorrideva e insegnava a una classe di bambini. Studiava la Bibbia insieme ad altri fedeli con i quali parlava di migrazione e figli di stranieri. Cercava un modo per aiutarli.

Giovanna Reggiani era uno spirito sereno, che regalava serenità. Mai protagonista, sempre presente.

«Non dimenticheremo mai il suo sorriso». Gli occhi chiarissimi di Annamarie Duprét brillano quando parla di Giovanna, amica e collega della scuola di catechismo della Chiesa Evangelica di piazza Cavour. Il secondo mercoledì di ogni mese Giovanna arrivava a casa di Annamarie per studiare la Bibbia. Fogli sparsi per gli appunti, una tazza di tè e una poltrona rossa dove Giovanna sedeva insieme al gruppo biblico. In quella casa nel quartiere Prati oggi c’è dolore. «Giovanna – spiega Annamarie, 70 anni, vicepresidente del Concistoro Valdese – avrebbe voluto essere ricordata nella pace, non avrebbe mai voluto una campagna anti-romeni». Entrò timidamente nella comunità valdese romana dopo il trasferimento da Siena. Seguiva insieme a lei i bimbi dai 5 ai 7 anni. «Divenne la sua più grande passione», organizzava gite come quell’ultima, a settembre, a Forano in Sabina. «Una giornata splendida, con Giovanna facemmo una caccia al tesoro per i piccoli». E poi c’erano gli spettacoli teatrali di Natale. «Emozionanti – racconta Ilaria Valenzi, presidente della Federazione Giovanile Evangelica Nazionale – Giovanna era davvero brava, i figli della comunità erano diventati anche i suoi figli, li amava e loro amavano lei».

Giovanna era anche membro del gruppo che si occupa di migranti in difficoltà. «Fedeli dell’Indonesia, dell’Eritrea e della Romania» spiega Annamarie, «anche una famiglia romena che la comunità ha aiutato a tornare a casa dopo anni di sacrifici». Una vita per gli altri, tradizione di famiglia. Paola, la sorella, è diacono a Firenze dell’istituto Gignoro che si occupa minori stranieri in difficoltà e di anziani.

Annamarie ancora non crede alla sua morte. «Quel giorno non ha preso la macchina per caso, di solito la prendeva, mi raccontava che aveva paura di scendere a piedi alla stazione Tor di Quinto».

Nella chiesa di piazza Cavour ieri c’era un gran fermento. Per il Sinodo congiunto delle Chiese metodiste, valdesi e battiste e per le notizie sui funerali di Giovanna «una persona dolce, umile», le uniche parole che pronuncia Dorothea Mueller, pastore della chiesa di Siena dove è cresciuta Giovanna. Dorothea continua a ricevere telefonate dei parrocchiani per sapere precisamente quando e dove si svolgerà l’omelia. E poi la notizia: lutto nazionale oggi proclamato dalla Giunta Comunale per i funerali che si svolgeranno alle 11 presso la chiesa del Sacro Cuore di Cristo Re di viale Mazzini 32, come ha voluto il marito, «un luogo a metà strada tra Tor di Quinto e piazza Cavour, abbastanza grande da accogliere almeno mille persone» spiega Antonio Adamo, pastore della chiesa di piazza Cavour che insieme al cappellano della Marina Militare celebrerà la messa con rito valdese a partecipazione ecumenica. «Il marito – spiega il pastore – ha richiesto un messaggio di pace e comunione per spazzar via ogni tipo di rancore».

Proprio ieri Annamarie ha incontrato altri fedeli per cercare il modo per spiegare ai piccoli perché Giovanna domenica non ci sarà. Nell’ultima lezione Giovanna parlò di Giuseppe e del Vecchio Testamento. Insieme ai piccoli aveva intonato dei canti. “Stai con me”, ”Ho bisogno di pregar” e quella canzone che era la sua preferita: «Fai sognar l’anima mia..».

Fonte: IlMessaggero.it – sabato 3 novembre 2007

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