02 ottobre 2007 – Il Consiglio sinodale della Chiesa evangelica riformata nel Ticino (CERT) critica la campagna dell’UDC che ha, quale suo simbolo, un manifesto (vedi immagine) che raffigura una pecora nera scacciata dalle pecore bianche. Preoccupato per l’acuirsi dei toni del dibattito politico in Svizzera, l’esecutivo della CERT definisce “forma di espressione scioccante” quella usata dall’Unione Democratica di Centro sui suoi manifesti. “Il contenuto di questo messaggio”, precisa il Consiglio sinodale CERT in un comunicato stampa, “urta profondamente le nostre convinzioni derivate non già da scelte ideologiche o partitiche ma dai fondamenti stessi della fede cristiana. Il manifesto rappresenta una specie di “parabola dei nostri tempi”, una contro-parabola rispetto a quella del pastore che va alla ricerca della pecora smarrita”.
Il comunicato prosegue: “Il contenuto che vuole far passare – nel contesto del clima sempre più pesante intriso di pregiudizi e di non troppo velato razzismo che stiamo respirando – non si limita all’appoggio ad una proposta di legge “per mandare a casa i delinquenti stranieri” (ma dove mandiamo, allora quelli indigeni?). La pecora nera evoca in fondo l’immagine di ogni persona diversa, per qualsiasi motivo, dagli standard e dalla qualità (razza?) che si vorrebbe preservare. Questo modo di pensare è tanto più preoccupante in quanto troppo fresca è ancora la ferita del XX secolo segnato da devastanti ideologie, sia di destra che di sinistra, che hanno seminato distruzione e morte”.
L’esecutivo della CERT ribadisce infine il proprio dissenso nei confronti di ogni espressione di intolleranza e ricorda che quella cristiana è una visuale “dell’accoglienza, dell’integrazione e della solidarietà”.
Fonte: VoceEvangelica/Cert