Indonesia: Un pastore e sua moglie uccisi a colpi di machete nel Nord Sulawesi

Un pastore protestante e sua moglie sono stati uccisi a colpi di machete da presunti estremisti musulmani nel nord dell’isola indonesiana di Sulawesi (Celebes).

I corpi di Frans Koagow, 64 anni, e di sua moglie Femy Kumendong, 73 anni, sono stati scoperti sabato nella loro casa a Manado, città a maggioranza cristiana e capitale della provincia di Sulawesi Nord.

Sulawesi è il baluardo della minoritaria comunità protestante in Indonesia, il paese musulmano più popoloso al mondo, dove quasi il 90 per cento dei 230 milioni di abitanti professa l’Islam.

Via | elConfidencial.com

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Indonesia: Violenze contro gli studenti di un college cristiano

Marthen Lalo, uno studente aggredito

Per la seconda notte consecutiva circa 580 studenti della Arastamar Evangelical School of Theology (SETIA) ad East Jakarta hanno dormito nella lobby del Parlamento indonesiano, a causa delle violente manifestazioni contro la loro scuola. Incitati dagli altoparlanti della vicina moschea a “far sloggiare gli indesiderati vicini”, centinaia di manifestanti al grido “Allahu-Akbar (Dio è Grande)” hanno attaccato brandendo machete e bastoni i 1.400 studenti e lo staff della scuola evangelica teologica, costringendoli ad evacuare durante l’ultimo fine settimana di luglio.
Oltre agli studenti riparatisi nell’edificio del Parlamento, centinaia di altri ragazzi sono stati evacuati in altre aree o hanno ricevuto cure mediche per le ferite riportate negli scontri. Le violenze hanno avuto luogo nonostante gli sforzi di 400 poliziotti intervenuti dopo le tensioni del venerdì precedente. Gli studenti e lo staff della scuola hanno chiesto protezione ai rappresentanti del governo, in particolare a quelli del Prosperous Peace Party (PDS, un partito cristiano capeggiato da Karol Daniel Kadang), ricevendo rassicurazioni in merito e la promessa di contattare il National Police Department per far pervenire al comando centrale la viva protesta contro l’inefficacia del servizio protettivo svolto dalla Polizia presente durante le violenze (violenze che hanno causato circa 9.300 dollari di danni, una cifra ingente in quelle zone). Le bande di estremisti islamici, armate di spranghe, machete e bombe incendiarie, hanno attaccato due dormitori maschili ed uno femminile, aggredendo e picchiando gli studenti e appiccando incendi negli edifici per creare il maggior danno possibile.

Mentre i malcapitati venivano scortati dai poliziotti, sono comunque rimasti vittime di attacchi addirittura con spade da parte degli estremisti, da cui si comprende la sentita protesta per la mancata protezione da parte delle forze dell’ordine. 17 ragazzi sono stati seriamente feriti in questi attacchi, poi ricoverati presso il Christian University Indonesia Hospital Cawang (East Jakarta). Il motivo di queste violenze è “semplice” secondo le informazioni raccolte in loco: “La presenza di un college cristiano disturba i musulmani della zona…”
Il college, nato 21 anni fa, è in regola con ogni tipo di permesso delle autorità e fu costruito in una zona in cui un tempo non c’erano che piantagioni di banane e campi di grano, mentre ora si è trasformata in un’area piuttosto popolosa. Questi attacchi non sono casi isolati, bensì fanno parte di una serie di manifestazioni più o meno violente avvenute anche in passato sempre organizzate da estremisti islamici, che evidentemente non esitano a portare avanti una strategia di continue intimidazioni al fine unico di colpire con forza i cristiani indonesiani.
Il Governo ha tentato una timida mediazione tra le parti, ma senza ottenere nessun tipo di successo.

Fonte: Porte Aperte Italia

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Autorità indonesiane demoliscono tre luoghi di culto a Bekasi

Contravvenendo agli impegni presi con i leader religiosi, funzionari indonesiani distruggono tre chiese protestanti, che già dal 2005 erano state costrette a sospendere le funzioni domenicali. La comunità denuncia: “contro di noi atto discriminatorio”.

Jakarta – Le autorità indonesiane non hanno rispettato gli accordi per garantire la libertà di culto a tre chiese protestanti e hanno demolito gli edifici dove la comunità pregava. L’episodio è avvenuto il 14 giugno nella reggenza di Bekasi, provincia di West Java, da anni teatro di violenze e soprusi dei fondamentalisti islamici contro le cosiddette chiese domestiche. Questa volta, però, ad “attaccare” i cristiani sono state le stesse autorità pubbliche.

Theo Billa, un attivista cattolico in contatto con i pastori delle chiese nel mirino, racconta ad AsiaNews la preoccupante vicenda. Da ottobre 2005 le tre chiese (a Kelurahan Jatimulya, Kecamatan Tambun Selatan e Kabupaten Bekasi) non sono più utilizzate per le funzioni della domenica, sulla base di un patto siglato con l’amministrazione locale. L’accordo prevedeva che in cambio della sospensione delle funzioni e in attesa dei permessi per edificare regolari luoghi di culto, le autorità dovevano fornire alle tre chiese almeno una “sala di preghiera” e si impegnavano a non distruggere le chiese domestiche utilizzate fino ad allora.
Ma le promesse non sono state mantenute. I pastori protestanti denunciano che per le stanze di preghiera dovevano pagare all’amministrazione locale un affitto troppo alto. Per questo sono stati costretti a svolgere le loro attività in privato, in chiese domestiche, senza un permesso ufficiale.

Il fenomeno è diffuso e molto serio. Nonostante il varo nel 2006 della revisione del Decreto ministeriale del 1969, che regola la costruzione di luoghi di culto, in Indonesia è ancora molto difficile ottenere i permessi ad edificare chiese; così numerose comunità religiose praticano la propria fede nell’illegalità. Ottima giustificazione, tra l’altro, per violenze e attacchi operati contro le chiese domestiche dagli squadroni dei fondamentalisti islamici.

Dopo il preavviso della demolizione, le tre chiese di Bekasi con i loro legali si sono rivolte alle autorità competenti per chiederne la sospensione. Ma i loro appelli non sono serviti. Ora, da quasi due settimane, i leader cristiani della zona organizzano momenti di preghiera e proteste per denunciare quello che definiscono un “atto discriminatorio”.

Fonte: AsiaNews – riprodotto con autorizzazione

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Indonesia: Abraham Bentar è stato rilasciato dal carcere!

Grazie a Dio il pastore Abraham Bentar è stato rilasciato dal carcere. Ne da’ notizia il sito Persecution Blog. Vi esorto a continuare a pregare per quanti sono ancora in carcere a motivo della fede.

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Indonesia: 7 anni di prigione per l’autore di un attentato contro una chiesa protestante

Giacarta, 3 aprile 2008 (AFP) – Un indonesiano è stato condannato a sette anni di prigione per aver perpetrato nell’agosto del 2000 un attentato contro una chiesa protestante a Sumatra, ha riferito oggi il quotidiano The Jakarta Post.

Indra Warman, 38 anni, è anche stato riconosciuto colpevole di aver commesso un attentato contro la casa di un pastore sull’Isola di Sumatra. I due attacchi non avevano fatto vittime.

Egli ha annunciato la sua intenzione di fare appello.

I cristiani rappresentano circa il 5% dei 234 milioni di indonesiani e in alcune regioni dell’Indonesia le violenze confessionali sono croniche.

Decine di luoghi di culto cristiani sono stati chiusi in questi ultimi anni in Indonesia sotto la pressione dei musulmani fondamentalisti.

La legislazione indonesiana rende molto difficile la costruzione di chiese cattoliche o di templi protestanti in un paese dove i cristiani sono minoritari.

Fonte: La Croix/AFP

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