ADI: Gesù quando morì non andò a predicare ai morti

ADI: Gesù quando morì non andò a predicare ai morti

Introduzione 

L’apostolo Pietro ha scritto: “Poiché anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, egli giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio; essendo stato messo a morte, quanto alla carne, ma vivificato quanto allo spirito; e in esso andò anche a predicare agli spiriti ritenuti in carcere, i quali un tempo furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, ai giorni di Noè, mentre si preparava l’arca” (1 Pietro 3:18-20).

Commentando queste parole, Francesco Toppi ha scritto: ‘L’interpretazione che non scalfisce alcun insegnamento della dottrina biblica, che tra l’altro è stata sostenuta da scrittori cristiani come Agostino e Beda il Venerabile, è quella che i versetti succitati non si riferirebbero alla discesa di Cristo nell’Ades, che come vedremo è provata da molti altri testi biblici, ma piuttosto al fatto che il Signore Gesù Cristo, prima ancora della Sua incarnazione, per quello Spirito che Lo risuscitò dai morti, per mezzo di Noè, predicò alla generazione corrotta prima del diluvio che ora si trova nell’Ades in attesa di giudizio. Noè, “… predicatore di giustizia …” (II Pietro 2:5), fu lo strumento attraverso il quale Cristo predicò agli uomini prima del diluvio, purtroppo senza risultati perchè non si convertirono in quel tempo, mentre Dio pazientava per condurli a ravvedimento …. Alla luce di questa interpretazione si può concludere che i succitati testi si riferiscono soltanto allo Spirito di Cristo, il Quale, per mezzo di Noè, esortò i contemporanei prima del diluvio a ravvedersi’ (Francesco Toppi, A Domanda Risponde, Vol. I, pag. 42-43). Questa interpretazione è falsa e lo dimostreremo subito.

Confutazione

Non può essere affatto che quei morti a cui si riferisce Pietro e a cui Cristo andò a predicare fossero delle persone vive fisicamente ma morte spiritualmente vissute al tempo di Noè – che furono esortate a ravvedersi dallo Spirito di Cristo per mezzo di Noè – per i seguenti motivi.

1) La Scrittura dice che Cristo andò a predicare dopo essere “stato messo a morte quanto alla carne”; quindi è da escludersi che questa sua predicazione sia stata effettuata da Lui (o meglio dallo Spirito di Cristo) per mezzo di Noè alla sua generazione prima che Egli si incarnasse. In altre parole qui si parla di una predicazione fatta da Cristo dopo che Egli morì quanto alla carne, e non di una predicazione fatta prima della Sua morte o prima della Sua venuta nel mondo.

2) La Scrittura dice che Cristo nello spirito andò a predicare a degli spiriti ritenuti in carcere; notate infatti che Pietro parla di spiriti che furono ribelli ai giorni di Noè e che quando Cristo fu messo a morte erano custoditi in un carcere, carcere che noi sappiamo è sotterraneo. Infatti in Isaia è scritto: “In quel giorno, l’Eterno punirà nei luoghi eccelsi l’esercito di lassù, e giù sulla terra, i re della terra; saranno raunati assieme, come si fa dei prigionieri nel carcere sotterra; saranno rinchiusi nella prigione, e dopo gran numero di giorni saranno puniti” (Isaia 24:21-22) e sappiamo essere l’Ades. Quindi coloro a cui Cristo andò a predicare erano dei morti che erano stati ribelli mentre ancora in vita. Questo è confermato da Pietro più avanti quando dice che “per questo è stato annunziato l’Evangelo anche ai morti” (1 Pietro 4:6); notate quel “anche ai morti” perchè esso conferma che qui si parla di persone già morte fisicamente. Per questa ragione è da escludersi che si sia trattato di persone che quando sentirono la predicazione di Cristo erano vive fisicamente.

3) La Scrittura dice che l’oggetto di quella predicazione fu l’Evangelo infatti è scritto: “Per questo è stato annunziato l’Evangelo anche ai morti..” (1 Pietro 4:6). E noi sappiamo che il Vangelo non fu rivelato da Dio agli uomini fino a quando Cristo Gesù non venne in questo mondo. Dio aveva già promesso l’Evangelo “per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture” (Romani 1:2), ma questo Evangelo lo rivelò tramite Gesù Cristo, tanto è vero che Gesù, che predicava Egli stesso il Vangelo di Dio, un giorno ebbe a dire ai suoi discepoli: “Ma beati gli occhi vostri perché veggono; ed i vostri orecchi, perché odono! Poiché in verità io vi dico che molti profeti e giusti desiderarono di vedere le cose che voi vedete, e non le videro; e di udire le cose che voi udite, e non le udirono” (Matteo 13:16-17). Come si farebbe quindi a sostenere che Cristo predicò il Vangelo tramite Noè a quella generazione ribelle e malvagia? Non si può perchè si cadrebbe in una grossa contraddizione.

Una volta stabilito che non è vero che quelle parole di Pietro si riferiscono alla predicazione che Cristo per mezzo dello Spirito Santo avrebbe fatto tramite Noè alla sua generazione, rimane da rispondere alla domanda: ‘A chi dunque Cristo andò a predicare nello spirito dopo essere stato messo a morte?’ La risposta è nelle parole di Pietro: “Agli spiriti ritenuti in carcere i quali un tempo furono ribelli quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè” (1 Pietro 3:19-20) e quindi non a tutti gli spiriti di tutte le generazioni (antecedenti a quella di Gesù) che erano stati ribelli durante la loro vita. E la ragione qual’è? La dice sempre l’apostolo Pietro: “Onde fossero bensì giudicati secondo gli uomini quanto alla carne, ma vivessero secondo Dio quanto allo spirito” (1 Pietro 4:6).

Ma cosa significa “Onde fossero bensì giudicati secondo gli uomini quanto alla carne, ma vivessero secondo Dio quanto allo spirito”? Noi riteniamo che significa che questa predicazione del Vangelo fatta da Gesù negli inferi a dei morti fu fatta per attestare ai vivi che quegli individui erano sì morti secondo gli uomini quanto alla carne, ma agli occhi di Dio avevano continuato a vivere spiritualmente, per Lui infatti i morti continuano a vivere. Che sia così si evince dal fatto che poco prima è detto: “Essi [quelli che dicono male di noi] renderanno ragione a colui ch’è pronto a giudicare i vivi ed i morti” (1 Pietro 4:5), ed anche: “Poiché per questo è stato annunziato l’Evangelo anche ai morti …” (1 Pietro 4:6). Come dire insomma: ‘Dio è pronto a giudicare anche i morti (e non solo i vivi) che quindi anche se non sono più sulla terra non sfuggiranno affatto al giudizio di Dio perché essi secondo Dio continuano a vivere, tanto è vero che a dimostrazione di ciò c’è la predicazione che Gesù Cristo fece – tra la Sua morte e la Sua resurrezione – anche ai morti’.

Colgo l’occasione per dirvi anche queste cose.

Queste parole di Pietro non significano che dopo la morte ci sia un’altra opportunità per gli empi di ravvedersi e di credere al Vangelo come per esempio c’è per i Mormoni (per loro sarebbero i missionari mormoni che vanno a predicare il Vangelo a coloro che sono nel carcere sotterraneo) che hanno preso proprio queste parole di Pietro per sostenere questa diabolica dottrina, o come c’era anche per Giovanni Luzzi che commentando queste parole di Pietro ebbe a scrivere: ‘Se i più colpevoli di tutti furono quindi così oggetto della misericordia divina, a maggior ragione lo saranno tutti gli altri morti. Se andò anche a predicare il Vangelo ai più colpevoli, è certo che va pure a predicarlo agli altri (…) Chi ascolta cotesta proclamazione e le risponde col ravvedimento e con la fede, sia egli tra i viventi o nel soggiorno dei morti, è salvo’. (Giovanni Luzzi, Il Nuovo Testamento. Annotato. Terza ed. Riveduta, Firenze 1917, pag. 536). Nessuno v’inganni in nessuna maniera, fratelli, perchè per chi muore nei suoi peccati non c’è più alcuna possibilità di essere salvato. Egli muore carico dei peccati e se ne va nel fuoco dell’Ades dove attenderà il giorno del giudizio, nel quale risorgerà e comparirà davanti al trono di Dio per essere giudicato secondo le sue opere e gettato nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è il fuoco eterno. Dopo morti non c’è più la possibilità di ascoltare il Vangelo e credere ed essere salvati dai propri peccati. E’ scritto: “Chi non avrà creduto, sarà condannato” (Marco 16:16), ed anche: “Chi rifiuta di credere al Figliuolo non vedrà la vita, ma l’ira di Dio resta sopra lui” (Giovanni 3:36). Questi passi teneteli davanti ai vostri occhi quando leggete e meditate quelle parole dell’apostolo Pietro.

Per questa ragione dunque, perchè siamo ben consci che la Scrittura non ammette per i peccatori una seconda possibilità di salvezza dopo morti, esortiamo e scongiuriamo gli uomini a salvarsi da questa perversa generazione.

Giacinto Butindaro

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